Articolo a cura di Laura Pitzalis
Quando si sente il nome EDISON, nell’immaginario collettivo si… accende una lampadina! A me ricorda anche il mitico assistente di Archimede Pitagorico della banda Disney, quel piccolo robottino con una lampadina in testa: Edi è il nome italiano, un omaggio a Thomas Edison.
In effetti, Thomas Alva Edison è noto soprattutto per l’invenzione della lampadina, invenzione che in realtà non fu sua ma di Heinrich Göbel. Edison fu però astuto nell’impossessarsi del suo brevetto, migliorarlo e commercializzarlo. Un oggetto che fu la sua più grande rivoluzione perché, grazie a lui, per la prima volta s’illuminarono le case e gli uffici. Un’invenzione così ingegnosa e sorprendente che la lampadina rappresentò l’immagine stessa dell’idea!
Presto l’elettricità costerà talmente poco che solo i ricchi useranno le candele”, promise.
Questa, comunque, non è che una delle tante invenzioni di Edison, invenzioni che hanno cambiato per sempre il corso della Storia del XIX e del XX secolo e anche la nostra vita: oltre la già citata lampadina, il fonografo, il primo modello di cinepresa, i sistemi di distribuzione dell’energia elettrica e dell’informazione telegrafica per citarne alcuni.
Dopo Edison il mondo non è stato più lo stesso e parafrasando, in positivo, il famosissimo detto associato al celebre re degli Unni: “Dove passa Edison nulla sarà più uguale a prima”.
Un genio della sua epoca, quindi, e della nostra, che fonda quattordici aziende e registra ben 1093 brevetti! Se facciamo un rapido calcolo, ci accorgiamo che egli ideò un brevetto ogni due settimane!
La vera abilità di Edison, però, è stata aver capito che non basta avere un’idea ma che bisogna renderla pratica. Sosteneva, infatti, che “la creatività è per l’1% intuizione e per 99% traspirazione”, cioè non basta essere geniali ma bisogna “sudare” per affinare il progetto e renderlo realizzabile.
Questo lo portò a essere soprattutto un grande uomo d’affari, un vero businessman, capace e scaltro ma anche cinico. Sapeva fiutare l’affare e sfruttare a suo vantaggio le invenzioni degli altri e grazie a una buona disponibilità economica era solito acquistare i brevetti altrui, perfezionarli per renderli utili alle esigenze pratiche e commercializzarli: era un bravo venditore che riusciva a esaltare anche le invenzioni meno riuscite…
Grazie a questo diventò uno degli uomini più famosi e ricchi della sua epoca ma anche quello che ha diviso l’opinione pubblica circa la sua vera identità: genio o ladro?
Fu, infatti, accusato da molti di aver rubato o fatto passare per proprie le idee altrui con la scusa di averle migliorate e finì al centro d’infuocate contese per i brevetti. Arrivò a registrare anche due brevetti la settimana, cosa che lo portò a essere accusato di concorrenza sleale: lo chiamavano “mister Doppiezza”.
Dovette affrontare parecchie cause giudiziarie e diverse contese.
Sicuramente la più famosa è quella che passò alla storia come la Guerra delle Correnti, combattuta, senza esclusione di colpi, con lo scienziato serbo Nikola Tesla, che lavorò per un periodo nel laboratorio di Edison, finendo poi con il licenziarsi per le continue divergenze di vedute. Si dice, addirittura, che i due scienziati avessero rinunciato al Nobel per non doverne condividere i meriti!
Sostenitore della corrente continua, di cui deteneva il brevetto, Edison si oppose con tutte le sue forze a Tesla, con la sua più efficiente corrente alternata, intraprendendo un’agguerrita campagna diffamatoria contro il rivale, cercando di evidenziare i pericoli di questa con slogan, convegni, incontri e dimostrazioni.
Il fatto singolare è che per dimostrare quanto fosse pericolosa la corrente alternata, brevettò, lui che andava sempre fiero di non aver “inventato nessuna arma”, e di non aver “contribuito al progresso con la distruzione dell’umanità”, la prima sedia elettrica alimentata con il sistema Tesla. Non solo, uccise anche l’elefante Tapsy, che aveva calpestato sei uomini ammazzandoli, con l’utilizzo di cariche a corrente alternata.
La sua battaglia non ebbe, comunque, esito positivo e dovette piegarsi ai numerosi aspetti positivi della corrente alternata.
Nonostante questa pagina un po’ buia della sua vita, non possiamo negare che Thomas Edison fu una mente brillante che costellò la sua esistenza di scoperte e brevetti e che, nonostante le polemiche, senza il suo forte apporto queste invenzioni, non avrebbero ricevuto l’enorme fama che hanno avuto.
E pensare che da piccolo aveva avuto problemi, soprattutto a scuola, e che se non ci fosse stata la madre a prendersi carico della sua istruzione, assecondando la sua curiosità e la sua creatività, chissà se sarebbe diventato il genio che noi conosciamo!
Mi ricordo che non riuscivo mai ad andare d’accordo con la scuola. Ero sempre in fondo alla classe. Ero solito sentire che gli insegnanti non simpatizzavano con me, e che mio padre pensava che io fossi stupido.
Nacque l’11 febbraio 1847 a Milan nell’Ohio, l’ultimo di sette figli, in una famiglia affollata, “ma era come se fossi l’unico”. I fratelli, infatti, erano tutti più grandi, lavoravano e non si vedevano.
A sette anni si trasferì con la famiglia, causa la crisi economica, nel Michigan, dove frequentò per la prima volta la scuola. Fu un’esperienza che durò solo tre mesi: poco interesse alle lezioni, difficoltà nello stare seduto e nel memorizzare … e i voti peggioravano ogni giorno. Finché l’insegnante consegnò a Thomas una lettera pregandolo di consegnarla alla madre. Nella lettera c’era scritto:
Vostro figlio ha lentezza nell’apprendere dovuta a un ritardo mentale. La preghiamo vivamente di non mandarlo più nella nostra scuola”.
Si narra che la donna, per non dispiacere il figlio, gliela lesse in questo modo:
Vostro figlio è un genio e questa scuola è troppo piccola per lui. Qui non abbiamo insegnanti idonei alla sua formazione. La preghiamo di istruirlo lei personalmente”.
Decise, in pochi attimi, per la fiducia, per la speranza, per le opportunità di suo figlio. In poche parole decise di credere in lui, cambiando sì la vita di Thomas Alva Edison, ma ha anche il mondo e la nostra vita.
Si prese carico dell’istruzione del figlio, lei prima del matrimonio insegnava, ispirandogli quella curiosità che fu la caratteristica più rilevante della carriera di Edison.
Infatti, lo vediamo a dieci anni allestire il suo primo laboratorio nelle cantine della sua casa e imparare i primi rudimenti della chimica e dell’elettricità.
A dodici capì che poteva avvalersi della sua creatività e guadagnare sfruttando le sue idee. E si mise a vendere giornali sul treno che collegava Port Huron a Detroit, e per venderne di più convinse i telegrafisti della ferrovia ad affiggere, sulla bacheca delle stazioni, i titoli degli articoli, facendo scrivere in fondo che i dettagli si potevano leggere sui giornali venduti da lui. E questo fu il suo primo successo.
Contemporaneamente continuava a comprare riviste scientifiche e piccoli apparecchi e convertì il vagone bagagli in un piccolo laboratorio e, dopo aver ottenuto una macchina da stampa economica di seconda mano, iniziò a pubblicare un giornale tutto suo, il Weekly Herald.
Una notte a causa dei suoi esperimenti scientifici, rovesciò involontariamente del fosforo causando un incendio nella carrozza … naturalmente fu licenziato mettendo fine alla sua prima attività.
Dopo aver lasciato la casa dei genitori, per cinque anni condusse una vita vagabonda con lavori saltuari e disparati che vanno dalla macellazione di suini a venditore di frutta e verdura.
Nell’agosto del 1862 quando Edison aveva quindici anni, accadde un episodio che influì sull’intero corso della sua futura carriera: al monte Clemens, nel Michigan, rischiò la propria vita per salvare il figlio del capostazione, che stava per essere investito da un treno merci. In segno di riconoscenza il padre gli insegnò la telegrafia e gli permise di frequentare l’ufficio telegrafico della stazione e nel 1868 fu assunto come telegrafista nel turno di notte. Per segnalare la sua presenza, ogni ora doveva pigiare il pulsante 6. Edison però aveva di meglio da fare, studiare e fare esperimenti, e allora creò un macchinario che svolgesse questo ingrato compito al suo posto: una nuova macchina per la registrazione dei voti nelle elezioni. Lo brevettò e lo propose al Congresso Americano che però lo definì superfluo.
Questo insuccesso gli fece capire che un’invenzione, per aver successo, doveva essere necessaria.
Nel 1869 la più grande compagnia telegrafica dell’epoca, la Western Union, gli propose di costruire una stampante di quotazioni di borsa e lui costruì la Edison Universal Stock Printer. Ricevette una somma tale che gli permise di sistemarsi economicamente, sposò Mary Stilwell e pensò di costruire un vero e proprio centro di ricerca, una “fabbrica d’invenzioni” come la chiamava lui, con tanto di biblioteca, officine e case per lui e i suoi collaboratori, per realizzare qualsiasi ideazione purché fosse pratica.
Nacque così, da una fattoria disabitata, il laboratorio di Menlo Park da cuisarebbero nate invenzioni che avrebbero cambiato le abitudini di gran parte degli abitanti della terra.
Qui, infatti, ideò la sua più originale invenzione: con solo un cilindro, un diaframma, un ago e altri strumenti minori inventò l’antenato dei giradischi, il fonografo. Per pubblicizzarlo Edison costruì la prima “bambola parlante”, che aveva un corpo in metallo al cui interno era contenuto un fonografo in miniatura che veniva attivato da una manovella che sporgeva dalla schiena. Volete ascoltare la voce originale di questa bambola? Cliccate su questo link:
Dopo questo, le sue attenzioni si rivolsero all’illuminazione elettrica, buttandosi a capofitto al perfezionamento della lampadina con la sua agguerrita squadra. Si dice che tornavano raramente nelle proprie case, dormivano poche ore distesi sui tavoli, nutrendosi a panini e birra. E quando gli pareva che battessero la fiacca urlava “O diamo al mondo la luce elettrica o innesco una carica di dinamite e vi faccio saltare tutti per aria!”
Il 6 ottobre 1879 Edison e i suoi riuscirono a realizzare all’interno di un bulbo di vetro, un vuoto sufficientemente spinto e il 21 ottobre 1879 osservarono trepidanti un filo di cotone carbonizzato rimanere incandescente senza spegnersi per 45 ore di seguito.
Fiat lux … e luce fu!
Doveroso ricordare che al perfezionamento della lampadina contribuirono anche molti tecnici italiani tra cui Alessandro Cruto che adottò il filamento di carbone e Carlo Clerici che fondò una delle prime industrie italiane, la Società Edison per la fabbricazione delle Lampade Ing. C. Clerici & C, società che poi sarebbe stata comprata anni dopo dalla Osram.
Nel 1886, due anni dopo la morte della moglie, Edison sposò Mina Miller, figlia di un ricco industriale dell’Ohio, e dopo un anno dal matrimonio trasferì il suo laboratorio creando un grande centro tecnologico, il Laboratorio Edison (oggi monumento nazionale), attorno al quale costruì numerosi laboratori dando lavoro a più di cinquemila persone.
S’interessò comunque a molti altri settori industriali: la produzione di cemento e materiali chimici, la separazione elettromagnetica del ferro, la fabbricazione di batterie e accumulatori per automobili.
Thomas Edison diede un grande contributo anchenel campo del cinema. Fu lui a ideare il sistema universale della pellicola cinematografica, larga 35 mm e con 4 fori ai lati che ne permettevano uno scorrimento regolare dentro la cinepresa, durante la ripresa del film, e nel proiettore, per la visione.
Nel 1888 Edison brevettò il Kinetoscopio, il precursore del proiettore cinematografico dei fratelli Lumiere, che consentiva allo spettatore di guardare un breve filmato attraverso un piccolo foro posto in un contenitore di legno. Oltre che guardare il “film”, lo spettatore poteva ascoltare una registrazione sonora (grazie al suo fonografo) tramite un tubicino da avvicinare all’orecchio, antenato delle cuffie auricolari.
Perché il cinetoscopio potesse avere successo, bisognava, però, avere a disposizione un repertorio di film. Ed ecco che Edison fece costruire il primo studio cinematografico americano, il Black Maria, accanto ai suoi laboratori nel New Jersey.
Nel 1894 realizzò e proiettò il primo film protetto da copyright nella storia del cinema, “The Sneeze“, dura 5 secondi e mostra un uomo, un dipendente di Edison di nome Fred Ott, nell’atto di starnutire.
Nello stesso anno aprì a Broadway il Kinetoscopio Parlor, dove venivano collocati un certo numero di apparecchi, dietro il pagamento di un biglietto di 25 centesimi.
Anche se questo suscitò l’interesse di molti, Edison non sentì mai l’importanza di creare un sistema di proiezione per sale più grandi, perché riteneva il cinema solo uno spettacolo da fiera di paese. Un errore che gli impedì di arrivare al cinematografo dei fratelli Lumière.
Nel 1920 la salute di Edison peggiora a causa del diabete ed è costretto a passare più tempo a casa, continuando però le sue sperimentazioni come la ricerca di un’alternativa alla gomma. Ma la sua salute peggiora giorno per giorno finché non cade in coma il 14 ottobre 1931.
Morì il 18 ottobre 1931 nella sua tenuta, Glenmont, a West Orange, New Jersey, lasciando in eredità ai suoi sei figli un’ingente fortuna e alla comunità mondiale un’eredità d’idee e invenzioni che portarono a un rapido progresso tecnologico cambiando parecchio tutte le nostre vite.
Se ho fatto una cosa in diecimila modi diversi e non ha funzionato, non ho fallito. Non sono scoraggiato. Perché ogni prova andata male è un passo in avanti.
Le immagini dell’articolo sono tratte dal libro “Edison” di Fritz Vogtle –Biblioteca Scientifica Salvat – 1994
Fonti
https://www.informagiovani-italia.com/thomas-edison.htm
https://www.ilgazzettinodisicilia.it/2017/10/06/edison-inventore-del-cinema/
https://www.focusjunior.it/tecnologia/thomas-edison-dalla-lampadina-al-cinema-storia-di-un-genio/
https://www.lebiografie.it/thomas-alva-edison/
https://www.greelane.com/it/humanities/storia–cultura/life-of-thomas-edison-1991617/
https://www.dysway.it/blog/thomas-edison-dislessico-di-successo
https://enigaseluce.com/energie-intelligenti/energia-per-tutti/thomas-edison
https://www.linkiesta.it/2012/10/thomas-edison-e-la-prova-che-il-genio-sorge-dai-propri-fallimenti/
Per le immagini dell’articolo:
http://www.librosmaravillosos.com/edison/index.html