Narrativa recensioni

Le Ondine Perdute – Roberta Cordani; Luigi Mignacco

Recensione a cura di Donatella Palli

Libro davvero insolito questo, parto di due menti molto diverse: Roberta Cordani, storica dell’arte e studiosa della città di Milano e Luigi Mignacco, sceneggiatore di fumetti.
Comincerei da una definizione della critica:

“Un inno all’acqua e ai suoi riflessi che avvicinano ciò che è lontano. Un omaggio all’arte, alla natura e alla fantasia nella Milano di un tempo e nella Venezia di sempre“

Ed in effetti di acqua si parla moltissimo: quella dei Navigli di Milano, dei fiumi, delle tante fontane a giro per l’Italia e anche del mare. Sono Immagini di rara bellezza.

Ecco l’acqua delle risaie:

“si allontanò nell’acqua bassa procedendo con passi lenti , fendeva da solo il  mare di  spighe  e con  una mano accompagnava per un attimo il volo di alcune libellule

Oppure del mare:

“E fu allora che dal mare calmo si alzò l’ala morbida di un’onda, di un azzurro trasparente e senza schiuma, bagnandoli fino sopra alle ginocchia. Per un lunghissimo istante rimase sospesa, come ferma. Poi raggiunse la spiaggia e si sparse in un ricamo di goccioline , con un allegro gorgoglio sommesso “

La storia si dipana durante un secolo dal 1906, l’anno dell’Expo milanese, definito l’evento del secolo, appena iniziato e ricco di promesse nel segno dello sviluppo, della prosperità e della pace, che celebrava il dinamismo dei trasporti con i palloni aerostatici e le nuove invenzioni e  si conclude nel 2006.
II trenino che collegava le due sedi dell’Expo fra la Piazza d’Armi e il parco del Sempione viaggiava su una linea elevata di sei o sette metri ma offriva una visione dall’alto magnifica  al pittore Fedele Majeri che aspettava, con ansia, un incontro importante con  la sua allieva più brillante , Giulia Tirelli, di ritorno da Parigi, dopo due anni di assenza e tutta la sua famiglia ed amici che si erano dati appuntamento al magnifico evento.

Il romanzo con brevi paragrafi salta avanti e indietro nel lasso di questi cento anni e ci parla di Fedele, pittore, docente dell’Accademia di Brera che usa un particolare metodo con i suoi studenti: ogni opera d’arte viene analizzata minutamente  e, su questa,  viene inventata una fiaba, rendendo tutto più inciso nella memoria.

“Il metodo della curiosità e della meraviglia , permetteva di emozionarsi e divertirsi , allenando l’attenzione al più piccolo dettaglio”

La fantasia era il miglior strumento per fare amicizia con un’opera d’arte, ad esempio la pala di Brera di Piero della Francesca.


Grande ammirazione nutriva Fedele anche per la natura:

la natura vive le trasformazioni del tempo senza soffrirne, è sempre in movimento, non si ferma nelle nostalgie del passato . La sua memoria sa cosa fare e non prova emozioni, pur regalandone infinite all’anima degli uomini (…) solo l’uomo, a volte, può produrre cose che sono proprio contronatura come giocare con la morte

Certo molte sono le opere d’arte citate con cui i due autori giocano materializzandole, facendole scendere dai loro piedistalli o uscire dalle loro cornici!
Questa particolare sensibilità acquisita con lo studio, permette a Fedele e a Giulia di vedere
Le Ondine:

“una decina di fanciulle nuotavano e il fluttuare delle loro lunghe vesti e dei nastri nei capelli disegnava volute e spirali nell’acqua (…) un po’ ninfe antiche e un po’ botticelliane, poi quasi preraffaellite, le sciarpe e i veli galleggiando creavano decori e riccioli simili a quelli del Liberty di Mucha “

Queste creature si mostrano agli uomini che possono vederle per chiedere aiuto.
Da questo momento il racconto prende due filoni  diversi:
Da una parte la realtà, la vita dei protagonisti, gli eventi naturali  come l’eruzione del Vesuvio dello stesso anno dell’Expo che permetterà a Mercalli di classificare l’intensità dei terremoti , i fatti di cronaca,  gli eventi storici degli anni seguenti come il naufragio del Titanic, l’attentato all’Arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo con l’inizio della prima guerra mondiale.
Dall’altra parte il mondo della fantasia  con le statue che si manifestano e parlano ,ad esempio , nel giardino Nasher del museo di Peggy Guggenheim a Venezia, o quelle delle fontane di piazza Navona a Roma e le tante visioni di fenomeni fantastici mostruosi in una lotta del bene contro il Male  che mi ha ricordato La Storia Infinita di Michael Ende.

Ma  i due filoni si intersecano, si alternano e si fondono in un caleidoscopio di sensazioni.

Ecco alcuni esempi:

D’un tratto, appena dietro di loro, i i più grossi sassi del greto iniziarono a gonfiarsi come fossero di terra molle che lievitava. Da questi uscirono delle protuberanze : gambe, piedi, braccia, formavano corpi informi di fango grigio. Non avevano testa , ma in mezzo al petto di ciascuno c’erano la bocca enorme, i buchi delle narici e degli occhi

Sul Duomo di Firenze: “da oltre il bordo di marmo chiaro spuntavano delle dita giganti, nere, affusolate, subito seguite da enormi zampe, poi dal muso e dal corpo di un rettile gigantesco con una lunga coda crestata”.

A prendere involontariamente il testimone saranno  quindi nel 2006 il nipote della famiglia Tirelli, Manfredo Monfalco, e la sua amica Sandy. Manfredo è un critico d’arte ossessionato da strane visioni. E’ tra i curatori di una mostra  sulle immagini degli antichi Navigli di Milano. I canali che cingevano il centro come un anello e furono, da metà  ottocento fino al 1929, quasi completamente interrati.

Entrambi sono dotati di quella speciale sensibilità che permette loro di vedere reali eventi fantastici che gli altri non possono vedere e si trovano coinvolti  nella terribile guerra che il Male ha dichiarato alla Bellezza imprigionando il Genio della Montagna che si era fatto uomo per fruire dell’arte e della musica degli uomini.

Così quello che non era riuscito a Fedele, di aiutare le Ondine a liberare il prigioniero, troppo preso dal dolore per la perdita della sua amata Giulia e fuggito nelle isole greche, riuscirà a Manfredo e il ciclo si compirà.

Questo è un romanzo molto ricco di personaggi ( veri o immaginari)  di critici e collezionisti di opere d’arte, di notizie su Milano, in particolare, come la nascita di Brera, il cui nome deriva da Braida, campo coltivato a prato, che l’imperatrice Maria Teresa d’Austria fece costruire dall’architetto Piermarini, il costruttore della Scala, come un polo multifunzionale ampliato, in seguito, da Napoleone. Ma anche su Venezia, Roma, Firenze, Genova.
Nelle sue seicento pagine siamo immersi in un mondo di cultura e di fantasia che è molto difficile raccontare ma che incuriosisce e invoglia a saperne di più.


PRO
Un eccezionale excursus sull’arte di tutti i tempi, ma anche di un ‘epoca piena di entusiasmo per la modernità e le scoperte della scienza.

CONTRO
L’avvicendarsi di apparizioni ed eventi fantastici, l’esplosione di una fantasia incontenibile in un libro corposo di ben seicento pagine può stancare il lettore.

Link cartaceo: Le ondine perdute
Link ebook: Le ondine perdute

Trama
Nella Milano del primo Novecento il pittore Fedele Majeri e la sua allieva, la bella Giulia Tirelli, iniziano a vedere misteriose, mitologiche figure femminili che danzano nei riflessi sull’acqua, vera e dipinta. Un secolo dopo, a Venezia, il critico d’arte Manfredo Monfalco ripensa alle visioni stupefacenti che lo affascinano e lo turbano da mesi, e per certi istanti si trova catapultato in un passato non suo. I protagonisti capiranno che loro sono gli unici a poter fare qualcosa per ristabilire un equilibrio naturale ed evitare un grande disastro. Le donne delle visioni sono Ondine, alleate di un Genio della montagna che ama la musica e l’arte degli uomini, e cercano un aiuto da quei pochi che sono in grado di vederle, perché conoscono in un modo del tutto speciale l’importanza della fantasia. Riusciranno a sanare il profondo conflitto tra le forze oscure della terra? Un’avventura che attraversa il tempo, un rocambolesco Grand Tour tra città d’arte e paesaggi naturali emozionanti, tra il blu dell’Egeo e i riccioli delle fontane romane, dove anche le coincidenze sono sorprendenti protagoniste. Insieme a un parterre di curiosi personaggi che aprono finestre sulla storia e sull’arte, oltre a mostrare l’importanza dei legami familiari e affettivi, dei bei gesti che travalicano i tempi, dell’amore per la bellezza che parla a una parte invisibile di noi con un originale messaggio di pace. Un inno all’acqua e ai suoi riflessi, che avvicinano ciò che è lontano. Un omaggio all’arte, alla natura e alla fantasia, nella Milano di un tempo e nella Venezia di sempre.

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