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Torneo primaverile degli autori TSD: la prima intervista doppia – Tiziana Silvestrin vs Silvia Stucchi

Prende il via quest’oggi il torneo di primavera degli autori TSD! Il primo turno, come sempre, vede gli autori sfidarsi in una intervista doppia con cinque domande a testa! Al termine delle risposte potete votare chi vi ha convinti di più!

tiziana silvestrin vs silvia stucchi

Come scrittore qual è il tuo più gran difetto e qual è la tua miglior virtù?

T.S.: Il mio difetto peggiore è la pignoleria, un difetto che mi fa perdere tantissimo tempo con le ricerche, non solo consulto più testi, passo ore all’archivio storico sui documenti antichi, ma vado a vedere anche i luoghi, i palazzi, le stanze in cui hanno vissuto i protagonisti dei miei romanzi. Una volta per vedere un palazzo ho rischiato la vita: stavo entrando in una zona militare. Non so se mi avrebbero sparato sul serio, comunque mi hanno afferrato per un braccio prima che riuscissi ad entrare.

Quello che i miei lettori apprezzano di me è la mia capacità evocativa, hanno detto che la mia scrittura è in grado di suscitare emozioni, di far immergere i lettori nei luoghi in cui si svolgono le vicende e di far apparire i miei personaggi.

Un giorno una lettrice mi ha chiesto se io li vedevo i personaggi e ha letto alcune righe nelle quali descrivevo il guardiano del lazzaretto nel romanzo Le righe nere della vendetta. Prima di rispondere ho controllato che in sala non ci fosse nessun infermiere con una camicia di forza, poi ho confessato che in effetti io i personaggi non solo li vedo, ma spesso vengono loro a cercarmi per essere scritti.

S.S: Il mio pregio maggiore credo sia quello di saper costruire dialoghi ben ritmati, in cui le battute di susseguono e si sgranano in modo credibile. Il mio difetto, purtroppo, è quello di essere un po’ troppo prolissa nelle descrizioni di ambienti e luoghi: a volte, lo ammetto, tendo a innamorarmi un po’ di alcuni aggettivi e tagliare e sintetizzare mi costa fatica!

Perché hai scelto di dedicarti proprio al romanzo storico?

T.S.: Non so dire se ho scelto io il romanzo storico o se il romanzo storico ha scelto me. Ho sempre avuto una grande passione per la storia e l’arte. Quando mi sono imbattuta in un saggio su James Chricton, un bellissimo scozzese biondo con gli occhi azzurri, figlio del lord advocate di Maria Stuarda, non ho potuto fare a meno di cercare di capire come mai era finito proprio a Mantova. Il risultato di questa indagine è stato I leoni d’Europa. Poi i romanzi diventano come le ciliegie, ne scrivi uno e poi un altro e un altro ancora.

S.S.: Perché, per prima cosa, nella mia formazione lo studio della storia ha avuto una larghissima parte: dopo la laurea in lettere classiche ne ho conseguita una seconda in storia (antica), perché trovo che la storia, soprattutto quella romana, mia grande passione, ci faccia comprendere meglio il nostro passato e ci faccia capire la direzione da prendere per il futuro. Senza contare che, ancora oggi, nell’immaginario comune, Augusto, Nerone, Costantino, etc. sono gli imperatori per antonomasia. Inoltre, sono stata fin da bambina una grande lettrice di romanzi storici: uno dei primissimi che ricordi è stato Sinhue l’egiziano, di Mika Waltari, che mi aveva emozionata tantissimo, e poi, sempre dello stesso autore, Turms l’Etrusco, che mi aveva fatto interessare alla fase più remota della storia romana. Date queste premesse, è stato naturale pensare, dopo una serie di opere di taglio saggistico, di dedicarmi alla stesura di un romanzo storico, che avesse come protagonista uno dei personaggi più citati, odiati, travisati di tutti i tempi: Nerone.

Un capo di abbigliamento del passato che vorresti nel tuo guardaroba?

T.S. : Un capo di abbigliamento che mi ha sempre intrigato è il mantello. Mi piacciono i mantelli larghi e caldi in cui avvolgersi d’inverno e anche quelli che svolazzano sulle spalle dei cavalieri lanciati al galoppo. In mancanza di un mantello mi accontento di avvilupparmi in larghe sciarpone.

S.S: Se penso alla storia romana, beh, ovviamente vorrei avere una toga da oratore: e anche se è pesantissima e ingombrantissima (11 metri di lana), vorrei riuscire a saperla drappeggiare, almeno una volta, con quella severa eleganza che evoca Quintiliano nell’Institutio oratoria. Venendo a un periodo storico più vicino a noi, l’altra mia grande passione è il XVIII secolo in Francia: gilet damascati, camicie con jabot e fantasie floreali color pastello, ispirate a quell’epoca magica, ogni tanto, in occasioni speciali, li indosso anche. Ma il mio sogno segreto sarebbe una robe à la polonaise, o  – nei sogni ci si può allargare, no?-  un grand habit de cour. E su questo punto, diciamo che sto facendo una piccola follia… (vedrete le foto fra qualche tempo…)

Grandi classici o letteratura moderna: cosa preferisci leggere?

T.S.: In realtà leggo di tutto, sia grandi classici che letteratura moderna, ma soprattutto saggi di storia. Leggo sempre, mentre aspetto la navetta, nelle sale d’attesa, in viaggio, sugli autobus e sui treni; mi spiace solo di vedere troppo poca gente immersa nella lettura.

S.S.: Di tutto, a seconda del periodo. Quanto alla letteratura moderna, sono una fan dei gialli storici (consiglio a tutti uno dei capostipiti del genere, Quando il genio indaga, di Th. Mathieson); la mia grande passione, però, sono gli storici antichi, che sono apprezzabilissimi anche in traduzione: Tucidide, Tacito, e ultimamente Erodoto: leggerlo è una esperienza bellissima che comunica tutto il sapore dell’avventura, per cui ve lo consiglio vivamente.

Serie di TV storica da suggerire ai nostri lettori?

T.S.: Mi sento di suggerire The Crown, una serie ben fatta, ma soprattutto Downton Abbey, estremamente godibile, anche se i personaggi sono immaginari la ricostruzione storica è molto accurata e il pubblico femminile apprezzerà certamente gli abiti e i gioielli delle donne.

Quello che mi sono sempre chiesta guardando certe serie è perché mai i produttori non abbiamo pensato di spendere qualche soldo anche per pagare uno storico e uno storico dell’altro, certi svarioni mi hanno fatto mettere le mani nei capelli!

Non si può vedere un affresco realizzato nel 1500 in un palazzo di Mantova dentro una villa toscana del 1400 e…meglio non commentare.

S.S.: Premetto che non sono una grande amante delle serie perché non sono costante nel seguirle e non riesco a stare troppo a lungo davanti allo schermo: appartengo ancora alla generazione che per gustare una serie deve avere gli episodi cadenzati e distanziati di qualche giorno, mentre non riesco a fare la scorpacciata sulle piattaforme a pagamento, come chi magari vede cinque o dieci episodi in un week-end.

Ciò detto, se serie televisiva deve essere, allora deve essere qualcosa di altamente spettacolare, che sia intrattenimento nel verso senso del termine, con emozioni forti e attori charmant: per cui direi “Spartacus. Sangue e sabbia. Per lo stesso motivo, al netto di varie – credo volute – inesattezze storiche e materiali, avevo apprezzato anche Versailles, anche se l’elemento sentimentale-amoroso soverchiava decisamente quello politico.

Al termine di queste due brevi interviste è tempo di votare e decidere chi passerà il turno!

69
Quale delle due interviste ti è piaciuta di più?

Scegli chi passa questo primo turno!

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