Novità in libreria Uncategorized

TSD consiglia le novità in uscita in libreria a Marzo – seconda parte

L’ultima fuga da Parigi
Carly Schabowski
Newton Compton
In libreria il 1 marzo

Parigi, 1940. Michel Bonnet ha solo vent’anni e vive arrangiandosi con lavoretti rimediati alle fiere di cavalli alla periferia della città. Ma quando Parigi cade in mano ai nazisti, Michel sale clandestinamente sul primo treno diretto verso sud. È un viaggio che gli cambierà la vita per sempre.  Quando Michel vede per la prima volta Frieda – una bellissima ragazza dai capelli scuri e dagli occhi enigmatici e misteriosi – ne rimane affascinato. Anche Frieda è in fuga dai nazisti e Michel, senza un tetto e affamato, decide di unire il suo destino a quello della ragazza e di seguirla nella compagnia circense di cui fa parte.  Ma c’è qualcosa che Frieda non gli dice, un segreto che ha giurato di portare nella tomba. E così Michel, ignaro del pericolo che si avvicina, si mette al seguito della compagnia circense itinerante, addentrandosi nella campagna francese, con il suo indimenticabile profumo di lavanda.

Quando l’automobile uccise la cavalleria
Giorgio Caponetti
Utet
In libreria il 5 marzo

Sul finire dell’Ottocento, mentre l’Europa è attraversata da un febbrile processo di innovazione tecnica, all’Accademia militare di Modena si incrociano le vite di tre personaggi leggendari. Federigo Caprilli, il “cavaliere volante”, ha un talento cristallino per l’equitazione, è un seduttore audace e sfrontato, amante segreto di principesse e aristocratiche annoiate. Vive immerso nell’alta società, così come il suo grande amico Emanuele Cacherano di Bricherasio, detto “il conte rosso”, nobile illuminato ed eccentrico, che è invece di tutt’altra pasta: vicino agli ideali socialisti, amico di Edmondo De Amicis e mecenate di Pellizza da Volpedo, Bricherasio è elettrizzato dal progresso tecnologico e ama i motori. Anche il terzo cavaliere è appassionato di automobili. Giovanni Agnelli arriva da una ricca famiglia di Villar Perosa, è spregiudicato e maniacale, e non ha problemi a sporcarsi le mani tra ingranaggi e manovelle. Insieme a Bricherasio firma l’atto fondativo della F.I.A.T., dando il via alla produzione di automobili su vasta scala. Ma le loro idee appaiono subito contrastanti: Bricherasio sogna un’industria attenta ai lavoratori, nella produzione di automobili vede un principio di uguaglianza sociale, Agnelli invece spinge per un’innovazione costante, studia il mercato, fiuta i venti che spirano sull’Europa e non è disposto a perdere la corrente. È l’inizio di una storia oscura e romanzesca, perché due dei tre promettenti cavalieri moriranno in circostanze sospette. Bricherasio viene trovato morto poco dopo la sua messa in minoranza nel consiglio di amministrazione della F.I.A.T., apparentemente per un suicidio, ma il fatto è accaduto nella villa di un cugino del re, quindi qualunque ulteriore indagine viene proibita. Caprilli, ormai tra i cavalieri più famosi al mondo, campione di salto e maestro di equitazione, muore per un banale incidente a cavallo, dopo aver ricevuto le carte segrete di Bricherasio. È il 6 dicembre 1907. Con lui muore la cavalleria. Giorgio Caponetti, grazie a una vivida capacità narrativa, ricostruisce e rimodella una storia misteriosa e insolita, componendo il delicato ritratto di un’epoca ormai al tramonto.

Io sono Marie Curie
Sara Rattaro
Sperling & Kupfer
In libreria il 5 marzo

Parigi, 1894. Mentre si immerge nelle intricate ricerche per la sua seconda laurea in Matematica, dopo aver conseguito quella in Fisica, Marie s’imbatte in Pierre, un animo affine in grado di decifrare la sua mente complessa. Tra loro nasce un connubio di intelletti straordinari, uniti dalla sete di conoscenza e dalla volontà di esplorare insieme gli enigmi dell’universo. Tuttavia, Marie fin da giovane si rivela essere una donna particolare: rifiuta il destino di moglie tradizionale, respingendo l’idea di confinarsi tra le mura domestiche. Per lei, l’amore per la scienza è un compagno di viaggio nel sogno comune, un’ossessione che la guida lungo un percorso inedito. Quando si ritrova improvvisamente sola, costretta a confrontarsi con l’ostilità dell’ambiente scientifico maschilista e conservatore, inizia una battaglia per affermare la sua identità e il suo ruolo nel mondo. La vita di Marie prende così svolte inaspettate, mettendo alla prova la sua forza e la sua determinazione. Tra avventure misteriose e sfide personali, la scienziata che avrebbe successivamente conquistato ben due premi Nobel si trova a lottare non solo contro le forze della natura, ma anche contro un’epoca che fatica ad accettare il genio femminile. Attraverso la penna di Sara Rattaro, la figura di questa donna prodigiosa giunge fino a noi per portare il suo messaggio necessario e potentemente contemporaneo in ogni ambito e sfera dell’oggi: indossate il vostro coraggio e sfidate il mondo. È possibile. Tutte possiamo essere Marie Curie.

La regina senza trono
Ornella Albanese
Mondadori
In libreria il 5 marzo

495 d.C. Il suo stesso nome ne evoca la forza. Amalasunta: la forte Amala. Lo ha deciso sua madre, per lenire la frustrazione del grande Teoderico, re degli Ostrogoti: una figlia forte e sana come il maschio che non è arrivato. E Amalasunta non delude le aspettative, crescendo fiera e determinata. Dal padre, grande guerriero e stratega che ha riunito sotto di sé tutto il suolo italico, acquisisce l’ardimento e il valore ma anche l’amore per la cultura. Studia gli autori greci e latini, disserta di filosofia e teologia, trascurando invece le arti femminili, a cui preferisce le uscite a cavallo e le battute di caccia in compagnia del suo schiavo Traguilano. Il giorno in cui Teoderico la conduce con sé nella chiesa di Santa Croce a Ravenna, gli splendidi mosaici che la rivestono le annunciano il futuro. Presto, per volere del padre e per mano di maestri bizantini, altre pietre daranno testimonianza della grandezza del regno; Amalasunta, però, è consapevole che non potrà mai fare ammenda del suo errore più grande: essere nata femmina. Anche se su quei muri troverà posto il suo ritratto, quando siederà in trono non sarà per regnare ma per stare accanto a un uomo scelto da altri come suo marito e sovrano. La libertà è però un sogno a cui Amalasunta non intende rinunciare. La libertà di decidere il proprio futuro, di scegliere ciò che è bene per il suo popolo. La libertà di amare qualcuno che non è degno del sangue regale ma ha fatto breccia nel suo cuore, perché ha saputo riconoscere nello spirito indomito di una donna il coraggio di pretendere ciò che le spetta. In un racconto serrato e avvincente, rivive una figura di grande fascino e modernità. Amalasunta incarna alla perfezione quel diritto all’autodeterminazione che ancora oggi molte donne sono costrette a rivendicare. Sullo sfondo, un periodo storico inquieto e seducente che, tra conflitti e giochi di potere, ha posto fine al mondo antico.

Il castello delle congiure
Davide Cossu
Newton Compton
In libreria il 5 marzo

Ferrara, autunno 1442.Leon Battista Alberti è invitato a corte per partecipare, in qualità di giudice, a un concorso indetto dal marchese Leonello d’Este: al vincitore sarà commissionato un monumento in onore del suo defunto padre, Niccolò III. Nel frattempo, approfittando dell’antica amicizia che li lega, il marchese incarica Leon Battista di indagare su un fatto spinoso che sta turbando la città: la giovane Laura Pendaglia, erede del cittadino più ricco di Ferrara e promessa sposa di Folco Bonacossi, ha deciso di rinunciare alle nozze e rifugiarsi in convento per farsi monaca. Mentre Leon Battista cerca di orientarsi tra giochi di potere e trame ordite dalle famiglie dei mancati sposi, il giovane Folco muore in circostanze che rimandano alle pagine dei romanzi d’amor cortese. Con l’aiuto dei suoi fidati compagni, il dotto Parentucelli e l’avventuriero de’ Conti, e di Margherita, un’audace e bellissima nobildonna, l’Alberti, in una giostra di amori, tradimenti e rivelazioni inaspettate, tenta di far chiarezza sulla scia di sangue che macchia la corte di Ferrara. Una traccia che conduce a una tragedia confinata nel passato oscuro degli Este, la cui ombra minaccia il potere di Leonello e la sorte stessa del suo casato.

Roma moderna
Italo Insolera
Paolo Berdini
Einaudi
In libreria il 5 marzo

Ritorna in un’edizione nuova e ampiamente aggiornata, sia nel testo sia nell’apparato iconografico, il classico di Italo Insolera “Roma moderna”, uscito per la prima volta nel 1962. Non si tratta di un saggio puramente tecnico, ma di un’opera che ricostruisce le vicende e le condizioni economiche, sociali, culturali e politiche che hanno determinato lo sviluppo urbanistico di Roma a partire dall’occupazione francese del 1809 fino a oggi. Nel 1870 Roma viene annessa allo Stato unitario e vive le fasi della costruzione della nuova città fino alla follia urbanistica del ventennio fascista. Il volume narra poi il risveglio culturale degli anni successivi alla Liberazione e l’epoca repubblicana aperta alla speranza di un controllo sulla rendita immobiliare. Tutto sarebbe naufragato a partire dagli anni ’80 del secolo scorso con il prevalere della concezione economicista della città. Se la vita di Roma capitale è stata segnata dai tentativi di costruire piani urbanistici pur tra continue contraddizioni e violazioni, gli ultimi trent’anni non vivono più questa dialettica. Non sono le regole a costruire la città del neoliberismo, ma una ininterrotta serie di progetti senza un disegno unitario e all’insegna della discrezionalità come metodo di governo. Nonostante ciò, il libro, aggiornato da Paolo Berdini, si conclude con la ricerca di nuove strade per una possibile ricostruzione di un’idea di città pubblica in grado di rispondere alle esigenze della società.

Il velo strappato
Brunella Schisa
HarperCollins
In libreria il 5 marzo

È il 1840, Enrichetta ha diciannove anni e ha da poco perso il padre, Don Fabio Caracciolo, maresciallo del Regno delle Due Sicilie a Reggio Calabria, ultimo figlio del Principe di Forino. Lei è giovane, nobile, innamorata di Domenico. Ma la famiglia di lui non approva l’unione. Sì, Enrichetta vanta ascendenze illustri, ma è priva di solidità economica e il matrimonio non s’ha da fare. Così sua madre, stanca del carattere ribelle della figlia e della sua propensione a scegliere uomini sbagliati, prende una decisione risolutiva: Enrichetta entrerà nel convento di San Gregorio Armeno, a Napoli, e vi resterà fino a quando la situazione finanziaria della famiglia non sarà risolta. A nulla servono le proteste della giovane: i mesi lì dentro diventano anni ed è costretta a prendere i voti. La costrizione la fa ammalare, Enrichetta vuole sfidare le leggi della Chiesa e tornare libera, ma persino le suppliche indirizzate a papa Pio IX vengono respinte. Eppure, niente riesce a spegnere la passione che muove il suo animo. Una passione che si fa presto politica e la porta a sposare la causa della rivoluzione contro i Borbone, del sogno di una nuova patria: l’Italia. Brunella Schisatorna a raccontare la sua città natale, Napoli, attraverso una straordinaria eroina, Enrichetta Caracciolo di Forino, monaca, femminista ante litteram, patriota risorgimentale, autrice del bestseller ottocentesco Misteri del chiostro napoletano, da cui Schisa prende le mosse per il suo romanzo.

Il mito delle radici cristiane dell’Europa
Sante Lesti
Einaudi
In libreria il 5 marzo

Le radici cristiane dell’Europa sono uno dei grandi miti del nostro tempo. Le radici cristiane dell’Europa sono un mito storico-identitario. Pretendono di dirci non soltanto da dove veniamo, ma anche chi siamo e, soprattutto, non possiamo non essere, perché – come affermano i sostenitori del mito – un albero cui vengono tagliate le radici muore. Nei due secoli abbondanti della loro storia, le radici cristiane dell’Europa hanno cercato soprattutto di elevare alcuni (la Chiesa e i cattolici) al di sopra degli altri. Questo libro costituisce la prima storia del mito, dalla Rivoluzione francese ai giorni nostri. Anche perché le radici cristiane dell’Europa sembrano essere giunte a una svolta. Spesso c’è un confine sottile – anzi, sottilissimo – tra il vero e il falso. È questo il caso delle «radici cristiane dell’Europa», che possono essere tanto una rappresentazione oggettiva, perfino scientifica, della realtà, quanto una rappresentazione ideologica della realtà stessa, cioè un mito. Da oltre due secoli, infatti, si confrontano due modi apparentemente simili, eppure estremamente differenti (se non opposti), di raccontare la storia europea e, in particolare, il ruolo esercitato, al suo interno, dalla religione cristiana. Il primo, che affonda le sue radici nella riscoperta romantica della religione, presenta semplicemente il cristianesimo come un elemento fondamentale del passato dell’Europa; il secondo, che risale alla Controrivoluzione francese ed europea dell’ultimo decennio del Settecento, presenta il cristianesimo, invece, come l’elemento chiave di quel passato. Questo libro ricostruisce la lunga storia del secondo, dall’assedio di Lione da parte dell’esercito rivoluzionario francese (1793) all’attuale presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, passando per tanti altri luoghi, attori (praticamente tutti maschi) ed eventi della storia europea degli ultimi due secoli. Le radici cristiane dell’Europa sono un mito in tutti i sensi. Innanzitutto, sono un racconto falso (anche se non fantastico) sulle origini di una cultura, tramandato – e continuamente trasformato – per legittimare un certo sistema sociale. Inoltre, rappresentano il frutto dell’idealizzazione di eventi e personaggi del passato, a cominciare dalla «cristianità» medievale.

Guerra ed estate
Luca Ronconi
Feltrinelli
In libreria il 5 marzo

Scritta nel 1956, “Guerra ed estate” è la sola prova drammaturgica di Luca Ronconi, destinato a diventare di lì a qualche anno uno dei maggiori registi del Novecento e a sovvertire le regole della comunicazione teatrale. Il dramma inizia in una villa sui colli del Garda nell’estate del 1944, mentre l’Italia è devastata dalla guerra. I protagonisti sono dei ragazzi. Dino è innamorato di Clara, che non lo ricambia perché legata a Pietro, un giovane ebreo in cerca di scampo dalle persecuzioni razziali. La sorella di Clara, Luisa, è sposata con Gastone, che traffica con i gerarchi fascisti del posto. In una serata che sembra non finire mai si intrecciano approcci amorosi, ambizioni, slanci idealistici e fucilazioni di partigiani. Il tempo trascorre, la scena si sposta a Venezia, in un contesto mondano, percorso dalla volontà di dimenticare le tragedie della guerra, mentre gli ideali della Resistenza sfumano ogni giorno di più. E il perseguitato diventa complice dei persecutori. La vicenda si conclude là dove era cominciata, in un’altra calda serata d’estate, quando si consumano definitivamente le ambizioni perdute di questo gruppo di giovani che ha ormai raggiunto la maturità, tra le ombre lunghe di Anton Čechov.

L’angelo dell’apocalisse
Luigi Panella
Rizzoli
In libreria il 5 marzo

1274. A quattro anni dalla disfatta dell’Ottava crociata e dalla morte di Luigi IX “il Santo”, Yves le Breton ha abbandonato Parigi e si è ritirato nel minuscolo villaggio bretone di Morlaix. Schiacciato dal rimorso per le troppe morti dell’ultima expeditio crucis, il frate trascorre le sue giornate in preghiera, tormentato dai dubbi e dal senso di colpa, ma un ordine di Gregorio X in persona lo costringe a riprendere l’officium. Per il Santo Padre, solo Yves può far luce sulla misteriosa morte di una sua vecchia conoscenza: il teologo domenicano Tommaso d’Aquino, uomo ammirato e controverso, da molti considerato ai limiti dell’eresia. Obbediente al volere del papa, e desideroso di rendere giustizia all’amico, l’inquisitore si mette in viaggio con il giovane frate Bernard de Guyonne e il ritrovato Jean da Montfort per ripercorrere gli ultimi e concitati mesi di vita del magister: dalla brusca interruzione dei suoi studi e della scrittura, fino alla partenza per partecipare al Concilio di Lione e all’improvviso malore che l’ha portato a spegnersi nel convento di Fossanova. Gli anni hanno incurvato le spalle di Yves ma certo non hanno scalfito il suo intuito, capace di districarsi nella selva di intrighi, menzogne e piste false, per disvelare un’insospettabile e terribile verità.

La bambina del vetro
Elisa Pilia
Il Maestrale
In libreria il 6 marzo

Due narrazioni costruite su due diverse linee temporali si alternano ne “La bambina del vetro”. Entrambe hanno la voce di Étienne che, ora con gli occhi innocenti di un dodicenne e ora con il cuore pesante di un ventiseienne, racconta dell’invasione nazista della Francia nell’estate del 1940 e del cammino, intrapreso quattordici anni dopo, per ritrovare un’amica scomparsa nel caos della guerra. In quel caos che ha il lezzo di case bruciate e il suono di fucili e carrarmati per le strade, Étienne conosce una bambina a cui mancano le parole. Aili è ebrea, non ha più una famiglia ed è affetta da afasia. Costretta al silenzio, ha trovato modi nuovi per comunicare. Étienne imparerà da lei che con le sfumature del vetro si possono raccontare storie senza voce. Tempo dopo, nel 1954, la lettera lasciata da un soldato tedesco che aveva rischiato la propria vita per aiutare i due ragazzi, riapre un cassetto della memoria mai davvero chiuso. Fa scattare in Étienne l’impulso a una ricerca che si era ripromesso di non intraprendere. È l’inizio di un’indagine piena di sorprese, ritrovamenti e rivelazioni dove s’intrecciano i fili di legami misteriosi fra Aili e il soldato generoso, e dove saranno ancora le sfumature delle vetrate a dare senso a un passato che sembrava solo da dimenticare.

La signora scostumata
Vita Sackville – West
Astoria
In libreria l’8 marzo

Inghilterra, 1905 C’è molto di scandaloso, nella relazione tra il diciannovenne Sebastian, duca di Chevron, e Lady Sylvia, che di anni ne ha quaranta ed è la moglie del potente Lord Roehampton. Ma, nell’universo dorato dell’aristocrazia inglese, tutto è ammesso, basta che non sia di dominio pubblico, basta che rimanga dietro il muro di seta e piume, di ville e castelli, di ricevimenti e dinner party. Sempre più consapevole di vivere in una gabbia dorata, Sebastian è inquieto e l’incontro con Leonard Anquetil, audace esploratore del Polo Nord e “spirito libero”, gli fa improvvisamente immaginare una vita diversa, libera dall’ipocrisia e dalle soffocanti convenzioni della società cui appartiene. Una vita che attira anche la sorella di Sebastian, Viola, “moderna” e spregiudicata, almeno nell’animo. Ma allora, alla fine, chi è la vera signora scostumata? La bellissima Sylvia, leggera, egocentrica, capricciosa, “creatura d’impudente vanità”, che però rinnega il suo amore? Oppure è Viola, che almeno prova a rifiutare il suo passato e la sua famiglia, per costruire una vita interamente sua?

Il giovane Corelli
Francesco Zimei
Enrico Gatti
Lim
In libreria l’8 marzo

“Il giovane Corelli. Nuovi documenti e contesti” è nato intorno a una serie d’importanti scoperte documentarie relative al periodo giovanile – assai poco esplorato – di Arcangelo Corelli, prima cioè che lui e la sua musica dagli anni dell’apprendistato bolognese ‘spiccassero il volo’ alla volta di Roma. I ritrovamenti, dovuti in buona parte agli stessi curatori, sono avvenuti negli ultimi cinque anni e costituiscono i primi, significativi frutti di una nuova stagione di ricerche condotte espressamente intorno alla figura del grande compositore romagnolo, da un lato mettendo a fuoco le risultanze del mercato antiquario, dall’altro attraverso una mirata esplorazione archivistica del territorio emiliano-romagnolo.

Tutti i sognatori
Filippo Tuena
Nottetempo
In libreria l’8 marzo

Roma, 1943. I Bellingardi, famiglia borghese di origine elvetica, conducono una vita ancora “normale”, non toccata dalle tragedie del conflitto mondiale. Ma con l’occupazione tedesca nel mese di settembre, appare subito evidente che ormai tutti gli abitanti della città, anche quelli tutelati dalla neutralità svizzera, sono gettati nella Storia. Che si scelga o meno di prendere posizione, che si tenti semplicemente di sfuggire all’orrore o ci si comprometta, e che lo si faccia da temerari o lasciandosi trascinare dalla corrente, Roma “città aperta” non risparmia nessuno. Neppure Maria, la figlia dei Bellingardi, e Luca, stretto collaboratore del padre e giovane antiquario abituato a far fortuna sulle disgrazie altrui, spinto alla presa di coscienza e all’azione partigiana. Ma di fronte alla piega crudele degli eventi, fino allo spaventoso eccidio nazifascista delle Fosse Ardeatine, Maria troverà la forza di tenere vicino a sé l’uomo che ama, in un sogno più vero del vero. Tutti i sognatori, tra le opere più amate di Filippo Tuena, viene ripubblicato in un’edizione leggermente rivista dall’autore, corredata da un nuovo apparato fotografico e con l’aggiunta in appendice di due racconti ambientati nella stessa Roma del romanzo.

Il Capitano Wunsch
Alessandro Cuppini
Bolis
In libreria l’8 marzo

Agosto 1818. Lombardo-Veneto austriaco. Il Capitano Konstantin Wunsch è posto a capo della Polizia di Bergamo e deve organizzare la solenne cerimonia in Duomo per la festa di S. Alessandro. Nell’occasione conosce Clelia, la bella moglie del responsabile della guarnigione militare, con la quale inizia una relazione amorosa…. Sotto un’apparente tranquilla laboriosità cova in molti un desiderio di libertà che si concretizza nella nascita di un’associazione sovversiva detta Carboneria. Konstantin pare non rendersene conto: affida gran parte dei suoi compiti di responsabile dell’ordine pubblico al suo vice, dedicandosi solo agli svaghi dell’alta società. Una sera d’estate, Konstantin dopo uno strano incontro con l’amante, trova il proprio attendente ucciso da un sicario. Sconvolto cerca Clelia che però è scomparsa…

Dove dormi la notte
Michele Marziani
MonteRosa
In libreria l’11 marzo

Milano, sei maggio 1945. Sfilano i comandanti del Corpo volontari della libertà, una sorta di stato maggiore della Resistenza, il braccio armato del Comitato di liberazione nazionale.
Una foto li ritrae tutti insieme – Ferruccio Parri, Raffaele Cadorna, Luigi Longo, Enrico Mattei, Mario Argenton – e tra loro c’è anche il comandante Marco Federici, al secolo Giovanni Battista Stucchi. Lo zio Battista. Una vita da socialista, sempre a sinistra, con un passato da ufficiale degli alpini nella ritirata di Russia, da rappresentante dei partigiani italiani presso i servizi segreti americani e inglesi in Svizzera, quindi comandante unico della Repubblica partigiana dell’Ossola nel 1944. Vita rocambolesca di un uomo tranquillo, una vicenda appassionante che l’autore insegue per vent’anni e che riesce a mettere su carta solo grazie a un espediente narrativo capace di avvicinarlo a lui: un travestimento da nipote che gli permette di raccontare “in punta di piedi”, con quell’intimità delicata che non invade e non disturba ma permette i dialoghi più profondi e sinceri, con noi stessi e con chi non è più.
Un viaggio sul filo di memorie vecchie e nuove, un racconto di Resistenza, una riflessione sulla vita che ha il sapore dolceamaro del Novecento, eppure, o forse proprio per questo, riesce a essere più attuale che mai.

La fortezza di Dio
Daniele Cellamare
Les Flaneurs

In libreria il 11 marzo

Pierre, giovane scalpellino della chiesa di Saint-Lazare introdotto alle correnti eretiche dal suo maestro Gislebertus, viene accusato di omicidio ed è costretto a darsi alla fuga. Trova rifugio nella Povera Milizia di Cristo, l’ordine dei primi monaci guerrieri che diventeranno in seguito famosi con il nome di Templari.

Inviato in Terra Santa, entra in contatto con la setta eretica dei Cainiti, fortemente ispirati dall’ermetico Vangelo di Giuda.

Oramai convertito al nuovo credo, Pierre decide di abbandonare la Povera Milizia di Cristo e torna in Francia per nascondere il Vangelo di Giuda, l’unico documento stilato sulle verità segrete dell’apostolo che ha tradito Gesù. Ma qui lo attende il potente Bernardo da Chiaravalle, l’uomo che lo aveva accusato di omicidio e che sembra vicino alla sua cattura. A meno che Pierre non riesca a mettersi in salvo ancora una volta. 

Dove lo condurrà questo nuovo viaggio? Quale sarà il finale della sua tormentata esistenza? E qual è il ruolo di Pierre nello spostamento del prezioso documento in una caverna sulle alture di Jebel Qarara, dove nel 1945 verrà effettivamente ritrovato il Vangelo di Giuda?

Il tagliagole
Clive Cussler
Justin Scott
Longanesi
In libreria il 12 marzo

New York, 1911. Isaac Bell, detective di spicco dell’agenzia investigativa Van Dorn, è alle prese con un caso di ordinaria amministrazione. Anna Pape, una giovane donna che ambisce a diventare un’attrice di successo, è scappata di casa, forse proprio per inseguire il suo sogno. Bell non ci mette molto a trovarla, ma il caso si conclude tragicamente: la ragazza è morta. Assassinata in modo brutale.
Per l’investigatore privato comincia un’indagine ben più complessa di quanto potesse sembrare, che cerca di far luce sul movente e sulla mente perversa che ha concepito questo atroce delitto.
Ma l’omicida sembra non essersi fermato: Anna, infatti, non è l’unica vittima. Come lei, molte altre giovani donne vengono trucidate negli angoli bui di diverse città degli Stati Uniti, e un dettaglio inquietante le accomuna tutte.
Isaac Bell potrebbe trovarsi sulle tracce di uno dei più grandi mostri del suo tempo. E farà tutto il possibile per fermarlo.

La tavola del paradiso
Pollock Donald Ray
Mondadori
In libreria il 12 marzo

Cane, Cob e Chimney, i tre fratelli Jewett, vivono in un’infuocata lingua di terra tra la Georgia e l’Alabama; mezzadri, si spaccano la schiena tutto il giorno per ricavarne appena di che campare, tormentati per di più dal padre Pearl, un contadino tanto rozzo e manesco quanto fanaticamente religioso. L’unico momento di serenità è la sera, quando si raccolgono attorno al primogenito, Cane, l’unico che abbia un minimo di istruzione, e lo ascoltano leggere The Life and Times of Bloody Bill Bucket : l’ex soldato confederato divenuto rapinatore di banche, assassino e stupratore, è il loro eroe. Così, quando Pearl inaspettatamente muore, i tre ragazzi decidono di partire per il Nord ed emulare le gesta del loro idolo. La strada dei Jewett – disseminata di furti, saccheggi, omicidi e violenze d’ogni tipo – incrocia quella dei Fiddler, onesti contadini dell’Ohio, il cui figlio Eddie è partito per combattere in Germania. Ma le cose non vanno come la Banda Jewett aveva immaginato: a inseguirli ci sono le autorità, e ancora più pericolosa la leggenda nera creata da loro stessi. Il paradiso che hanno sognato potrebbe rivelarsi peggiore dell’inferno da cui hanno cercato di fuggire.

L’enigma di Alessandro Magno
Harry Sidebottom
Newton Compton
In libreria il 12 marzo

Alessandro Magno aveva appena vent’anni nel 334 a.C. quando partì con un piccolo esercito alla volta della Persia, l’impero più grande e potente del mondo. I macedoni marciarono verso l’ignoto, vincendo battaglie in cui erano dati per sconfitti e prendendo d’assalto fortezze inespugnabili. Nei deserti e nelle montagne tra l’Egeo e l’India sottomisero la natura stessa. Eppure, le rivalità e la sete di potere erano destinate a erodere tutto fin dalle fondamenta in un complesso gioco in cui il confine tra traditori e alleati diventava sempre più sottile.
Alessandro di Lincestide era generale e amico di Alessandro Magno. Diviso tra il legame di stima nei suoi confronti e il dovere di vendicare i suoi fratelli assassinati, non è mai stato al sicuro. Altri – persiani e greci, e anche macedoni – lo vedevano come un rivale per il trono. Per sei anni di cospirazione e battaglia, mentre l’esercito macedone combatteva verso est, la sua vita è stata appesa a un filo.

La magia del silenzio
Florian Illies
Marsilio
In libreria il 12 marzo

Un uomo, di spalle, annega il suo sguardo in un mare di nebbia da cui emergono delle cime montuose. È il dipinto più rappresentativo del Romanticismo. Se tutti hanno ben presente l’immagine, quanti conoscono l’avventurosa e affascinante vita del suo autore? Con lo stile evocativo e raffinato che lo contraddistingue, in ritratti densi di particolari inconsueti e intimi, Florian Illies ripercorre l’esperienza umana e artistica di Friedrich, dal rapporto con la moglie Line, molto più giovane e pragmatica di lui, fino alle origini della melanconica nostalgia che emana da ogni suo quadro. Tassello dopo tassello, prende forma un mosaico in cui infinite esistenze si intrecciano a quella di un artista amato da Hitler e disprezzato da Stalin, fonte di ispirazione per il Godot di Samuel Beckett e il Bambi di Walt Disney. Il risultato è una potente esplorazione letteraria di un immaginario visivo che non lascia mai indifferenti.

Divina. I due cuori di Eleonora Duse
Patrizia Damà
Rizzoli
In libreria il 12 marzo

Stazione di Ravenna, 1902. Tra schiere di ammiratori e giornalisti a caccia di scoop, arriva la coppia più chiacchierata d’Europa: sono Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio, in città per assistere al Tristano e Isotta di Wagner. Nessuno lo sa, ma la tormentata relazione tra la Divina e il Vate è già in crisi. Ed è proprio in quel momento che nella vita di Eleonora, capace di incantare sul palcoscenico gli spettatori di mezza Europa, si fa strada una donna. Camicia bianca e cravattino, i capelli tirati all’indietro per sembrare corti, Cordula Poletti è una visione perturbante. Ha sedici anni, e negli occhi la determinazione di chi si è già guadagnata il nome di “fanciulla maschia”. Così, senza preamboli, la giovane poetessa romagnola s’inginocchia davanti alla Duse, porgendole un fascio di rose. Non si vedranno per otto anni, quando tra le due esploderà una passione che farà scandalo. Un amore mai raccontato, diverso da quello di Eleonora per Gabriele, che era stato così sensuale e ossessivo, sublimato da un inscindibile connubio artistico e punteggiato di tradimenti. Patrizia Tamà svela il cuore di una delle donne più straordinarie della nostra storia, prima vera diva e icona del XXI secolo, raccontandoci le sue due passioni più travolgenti, in cui amore e odio sono cuciti a doppio filo con l’arte. Sullo sfondo rivivono l’Italia e l’Europa della Belle Époque, da Venezia a Berlino, e l’eccentrica comunità di intellettuali e artisti che attornia la Divina. Ne emerge un ritratto magnetico di tormentata libertà, la fotografia di una delle personalità italiane più indimenticabili di tutti i tempi, capace di amare e vivere oltre ogni convenzione.

Il corpo della lingua
Giorgio Agamben
Einaudi
In libreria il 12 marzo

I giganti – Morgante e Gargantua, Fracasso e Pantagruel – fanno la loro comparsa nella letteratura europea tra la fine del Quattrocento e la metà del Cinquecento. Ma la dismisura del loro corpo va di pari passo a un’altra e non meno imponente licenza: quella della loro lingua. L’idioma di Pantagruel è immenso quanto il suo corpo e altrettanto esorbitante è la lingua maccheronica del poema di Folengo. Se la furia neologistica di Rabelais non sembra aver freno (una delle parole che escogita consta di cinquantasette lettere) e stravolge da cima a fondo il lessico francese, Folengo fa molto di più: inventa non delle parole, ma una lingua, il maccheronico (così detto da «un certo gnocco impastato di farina, cacio e burro, grosso, rozzo e rusticano»), che trasgredisce senza riserve la ferma distinzione dantesca fra il volgare e il latino, latinizzando il volgare e volgarizzando il latino. Per entrambi la lingua non è più, secondo una dottrina stantia anche se tuttora dominante, il segno di un concetto della mente: è prima di tutto un corpo, che si vede, si sente, si tocca, un corpo come quello dei giganti, con una sua sconcia fisiologia e un’ancora più sguaiata anatomia: un corpo in fuga non si sa verso dove, ma certo fuori da ogni identità grammaticale e da ogni lessico definito. «Il corpo umano diventa la misura del mondo nel punto in cui, uscendo da ogni misura, diventa propriamente smisurato. Hurtaly, il gigante antenato di Pantagruel e contemporaneo del diluvio, è troppo grande per entrare nell’arca: “Stava seduto sull’arca a cavallo, una gamba di qua e una di là, come i bambini sul loro cavalluccio di legno. E in questo modo salvò l’arca dai pericoli, perché la spingeva colle gambe e col piede la girava dove voleva, come si fa col timone di una nave”. Lo stesso Pantagruel è così enorme, che non può venire alla luce senza soffocare la madre Badebec, benché dal suo ventre fossero usciti prima di lui sessantotto mulattieri, ciascuno col suo mulo carico di sale, e nove dromedari con una soma stipata di prosciutti e lingue di bue affumicate – per non parlare di sette cammelli carichi di anguille e venticinque carretti pieni di porri, agli, cipolle e cipollotti. A ogni pasto il fantolino si beveva il latte di 4600 vacche e un giorno che riuscì a liberarsi dalle fasce afferrò una vacca per i garretti e “si divorò le due tette e metà della pancia”. Una volta cresciuto, la sua lingua è così sconfinata che è possibile camminarci sopra per due leghe prima di entrare nell’immenso paese della bocca, dove i denti sono rocce irte “come i monti della Danimarca”». Il volume è arricchito dalle illustrazioni tratte dai “Songes drolatiques de Pantagruel”, una serie composta da centoventi incisioni del 1565 attribuite a Rabelais, e dal “Baldo” di Teofilo Folengo del 1521.

Il carnefice
Antonio Iovane
Mondadori
In libreria il 12 marzo

C’è un uomo a Bariloche, ai piedi delle Ande, che ogni mattina raggiunge la scuola tedesca dove insegna, fa lezione ai ragazzi e per pranzo torna a casa dalla moglie. Vive lì da quasi cinquant’anni, è perfettamente integrato, rispettato, ha una solida rete di amicizie. Un giorno, fuori dalla porta trova ad attenderlo una troupe televisiva americana. «Signor Priebke?» gli chiede un giornalista. «Lei era nella Gestapo nel ’44, giusto? A Roma?» L’uomo rimane impassibile, sembra non capire. Poi annuisce. Come ha fatto Erich Priebke, il capitano della polizia tedesca che il 24 marzo 1944 chiamava i nomi dei 335 uomini da condurre all’interno delle Fosse Ardeatine per essere fucilati, a fuggire in Argentina e vivere indisturbato per mezzo secolo senza che nessuno gli chiedesse ragione dei suoi crimini? Attraverso un monumentale lavoro di ricerca, un’appassionata serie di interviste ai protagonisti della vicenda e materiale del tutto inedito, “Il carnefice” racconta tre storie: quella della cattura del vecchio nazista grazie al lavoro di agenti internazionali, l’estradizione e i processi in un Paese profondamente diviso tra chi chiedeva giustizia e chi invocava clemenza per un uomo ormai anziano; quella della carriera di Priebke a Roma, del suo ruolo di predatore di partigiani e della fuga rocambolesca in Argentina dopo la caduta del Reich; e infine una storia di radici, quelle dell’Italia di oggi, con le sue contraddizioni e i suoi antagonismi mai superati, e di Antonio Iovane, che mentre scriveva, indagava ed entrava nel cuore nero della Storia, si è trovato davanti a una verità perturbante.

Segni sul muro
Maria Bellonci
Mondadori
In libreria il 12 marzo

“Segni sul muro” raccoglie scritti di varia destinazione e stile pubblicati da Maria Bellonci nell’arco di quarant’anni: ci sono elzeviri e prose giornalistiche, incontri e ritratti di contemporanei, memorie autobiografiche; ma anche racconti ambientati nell’amato Rinascimento così come in epoche meno frequentate, nei quali un ruolo importante è giocato dall’amore e dal suo complesso rapporto con i giochi del potere. A tenere insieme tanta ricchezza variegata è la costante, spesso pungente presenza dell’autrice in prima persona, con la sua prosa che si fa sempre più sontuosa e incisiva. È la scrittura a segnare il trapasso tra storia e romanzo, tra documento e fantasia, così cruciale nella produzione di Maria Bellonci. La sua voce, venata da una nota sottile di malinconia, è la «firma col punto» che, come per il Mantegna del bellissimo Ritratto di famiglia, suggella queste pagine dedicate a uomini, donne, ambienti, avventure che l’hanno accompagnata per tutta la vita.

Figlia di due mondi
Dido Michielsen
Nord
In libreria il 12 marzo

Isola di Giava, 1901.Louisa non si è mai sentita a casa. Non presso la famiglia olandese che l’ha adottata subito dopo la nascita, educandola come un’europea per nascondere le sue origini giavanesi e dandola infine in sposa giovanissima a un uomo che lei non ama. E nemmeno tra i giavanesi, che la considerano alla stregua degli altri bianchi colonizzatori, se non peggio. Ma qualcosa cambia quando Louisa conosce Yoe Lang, un’intraprendente sarta cinese che sopporta a testa alta le discriminazioni degli europei, difendendo con orgoglio la sua cultura. È lei a incoraggiare Louisa a ritrovare se stessa, insegnandole a lavorare i batik, tessuti dipinti a mano con motivi tradizionali dell’isola. Eppure, persino nella quiete del laboratorio, tra stoffe e colori sgargianti, Louisa si sente come una kinnari, le creature mezze donne e mezze uccello della mitologia giavanese, che non appartengono né alla terra né al cielo. Forse, per Louisa, l’unico modo di riconnettersi con le proprie radici è rintracciare quella madre che non ha mai conosciuto e di cui nessuno sembra voler parlare. Anche a costo di riportare alla luce vecchi scandali e riaprire ferite mai rimarginate…
 Sullo sfondo di un Paese in bilico tra antiche tradizioni e nuovi padroni, Dido Michielsen ci racconta la storia di una donna che oserà sfidare i pregiudizi della sua epoca e che non avrà paura di affrontare verità scomode, pur di rivendicare il proprio posto nel mondo.

Don Giuseppe, Giulia e le altre
Silvano Fornasa
Cierre Edizioni
In libreria il 13 marzo

L’estate del 1606 fu una stagione molto particolare per Muzzolon – piccolo centro collinare della diocesi di Vicenza – che sarebbe rimasta nella memoria di tutti per molto tempo. Il giovane curato don Giuseppe Zanuso venne infatti denunciato al tribunale ecclesiastico, processato in tempi rapidi e infine condannato per gravi reati di natura sessuale: seduzione, stupro e ratto della ventenne Giulia Milani. Ma il procedimento giudiziario trascinò in superfice la sua attitudine all’esercizio abusivo dell’esorcismo, e tutto un mondo di idee e di comportamenti intrisi di magia e superstizioni, che poggiava evidentemente su di un sostrato popolare fatto di formule e pratiche magiche che mescolavano gli elementi della cultura folklorica ai riti e ai dogmi della religione cristiana.

Figlie dell’oro
Flaminia Colella
La Lepre
In libreria il 12 marzo

Delia lascia in dono un libro alla nipote ventenne, che lo riceverà solo dopo la sua morte. Quel libro la introdurrà nel mondo e nella mente di una delle più illuminate vestali della lirica occidentale, Emily Dickinson. Delia è stata in fin di vita a diciassette anni, ha sposato il medico che l’ha salvata e ha avuto una vita avventurosa. Attraverso quel libro la nipote sperimenta le solitudini, gli impeti, gli amori non convenzionali della nonna e di altre figure femminili. La poesia evoca la vita. Complici le folgorazioni della grande poetessa, tra lei e la nonna avviene “l’incontro dell’oro”, un oro invisibile che rende la vita degna di essere vissuta. Quell’oro esiste nella realtà o si cela solo nelle poesie? Forse le figlie dell’oro sono in mezzo a noi. Si riconoscono tra loro e sono capaci di sofferenze e gioie assolute. E sono in grado di moltiplicare la vita.

Il mio posto è qui
Daniela Porto
Sperling&Kupfer
In libreria il 12 marzo

Calabria, 1940. Marta e Michele sono innamorati. La notte prima che lui parta per la guerra i due fanno l’amore. Ma Michele non torna dal fronte e Marta, rimasta incinta, dà alla luce il piccolo Michelangelo. Se durante la guerra una ragazza madre non dava scandalo, una volta tornata la pace la sua condizione in paese diventa scomoda. È così che il padre, per salvare l’onore della famiglia, la promette in sposa a Gino, un uomo che non ama, vedovo con due figli. Durante i preparativi al grande giorno, Marta è costretta ad avere a che fare con Lorenzo, l’assistente del parroco, noto in paese come «l’uomo dei matrimoni», per il suo gusto raffinato messo al servizio delle giovani spose, ma guardato di sottecchi per i suoi modi effemminati. Nonostante le iniziali reticenze, tra i due nasce ben presto una profonda amicizia e Marta conosce un mondo fatto di persone emarginate e anticonvenzionali, ma autentiche. Sognare un futuro diverso, in cui possa sentirsi emancipata e padrona della propria femminilità, è possibile. E Lorenzo, che la aiuterà a frequentare di nascosto un corso di dattilografia, è forse l’unico in grado di capirla. In quell’angolo remoto di mondo dove la cultura patriarcale domina senza eccezioni, i due saranno costretti a difendersi in ogni modo dall’ipocrisia e dai pregiudizi.

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