Mese Storico Viaggio nella storia

Mese storico: il rito del matrimonio – le unioni nella Storia

La storia del matrimonio è lunghissima, il rito è cambiato nel corso dei secoli seguendo regole e tradizioni che hanno sancito legami di interessi e di amore.

Con l’avvento del Cristianesimo il matrimonio diventa un vero e proprio sacramento, ma il suo significato nel passato non era visto come un’unione di un uomo e una donna che si amano. Nella maggior parte dei casi, il motivo principale per cui uomini e donne si sposavano era la fusione di ricchezze, potere e terreni delle rispettive famiglie, con un forte interesse politico ed economico. Lo scopo del matrimonio non era l’unione nell’amore ma la continuità di potere e successo. La Storia è ricchissima di matrimoni, alcuni risultati felici, altri molto meno. In questo terzo articolo di approfondimento TSD vi racconta alcune unioni che hanno segnato la Storia.

Lorenzo de’ Medici e Clarice Orsini

I Medici: Lorenzo Il Magnifico | Serie TV

Il progetto matrimoniale tra Lorenzo e Clarice fu avallato da entrambe le famiglie di appartenenza; oltre a ricevere seimila fiorini, sotto forma di denaro, gioielli e abiti, i Medici puntavano a entrare nella cerchia patrizia pontificia e assumere un’impronta più cosmopolita. Gli Orsini, d’altro canto, si sarebbero imparentati con la famiglia più ricca d’Europa a quel tempo.    

Nel 1468 Clarice si sposò per procura a Roma.  Il 7 Febbraio 1469 l’evento fu celebrato a Firenze con un torneo. La competizione si svolse nella Piazza di Santa Croce con diciotto partecipanti. Lorenzo scese in campo montando il cavallo donatogli dal Re di Napoli, indossava un cappello di velluto adornato di perle e portava con sé lo scudo in cui era incastonato un grande diamante.

Il torneo si concluse con la meritata vittoria del Magnifico e Giuliano, fratello minore di Lorenzo, si recò a Roma a prendere la futura cognata. La mattina del 4 giugno 1469 la promessa sposa giunse a Firenze in groppa ad un magnifico cavallo e la famiglia la accolse con grandi feste, celebrando le nozze in modo imponente.

Le donne di casa Medici II - Lucrezia Tornabuoni

I festeggiamenti per il matrimonio durarono tre giorni con sontuosi banchetti: furono uccisi 150 vitelli, 4.000 capponi, furono svuotate molte botti di vino toscano e gli invitati si deliziarono con 17 quintali di dolciumi e confetti. Lorenzo il Magnifico si premurò di far distribuire cibo in abbondanza alla popolazione.

I tavoli furono allestiti nel giardino e nel cortile di palazzo Medici; Clarice pranzò insieme a cinquanta giovani dame sedute ad un tavolo nella loggia del giardino, mentre Lucrezia Tornabuoni, la madre di Lorenzo, nella balconata superiore era seduta tra dame più mature. Sotto le arcate del cortile sedeva il Consiglio dei Settanta, e gli uomini più giovani pranzavano accanto alla statua del David di Donatello dove furono disposte preziose coppe di rame che contenevano una svariata quantità di vini toscani.

Il terzo giorno i due Sposi  si recarono nella Chiesa di San Lorenzo per sancire e ufficializzare le nozze. Da questo matrimonio nacquero dieci figli, di cui tre morirono anzitempo. Nel 1488 Clarice si ammalò di tubercolosi, malattia che la portò alla morte.

Lorenzo la volle sempre al suo posto come legittima sposa pur non provando nei suoi confronti amore vero.

la regina vittoria e il principe alberto di sassonia

La regina Vittoria e Alberto, un'appassionata storia d'amore | Vanity Fair  Italia


Tra la regina Vittoria e suo cugino il principe Alberto fu grande amore. Vittoria e Alberto ebbero entrambi un’infanzia parecchio difficile, si incontrarono per la prima volta nel 1836 e per due anni e mezzo i due si scrissero solo lettere. Nel 1839 Alberto tornò a Windsor a farle visita e Vittoria, cinque giorni dopo l’arrivo del cugino non volendo più attendere gli chiese di sposarla, perché era sicura che il Principe, non si sarebbe mai preso la libertà, di chiedere in moglie una regina.

Sul diario della regina si legge:

Alberto è davvero affascinante e così incredibilmente bello: stupendi occhi azzurri, un naso squisito, e una bocca proprio carina … Ha un corpo perfetto, con ampie spalle larghe e vita fine. Mi batte proprio forte il cuore.  

Il 10 febbraio 1840 la regina Vitoria e il principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, si sposarono nella Cappella Reale di St. James’s Palace. La regina Vittoria è colei a cui dobbiamo la concezione dell’abito da sposa così come lo intendiamo ora (come potete leggere in questo articolo).

Il loro matrimonio fu il primo ad essere molto “pubblicizzato” e di conseguenza a condizionare generazioni di spose, di sangue blu o meno. Prima di allora, le ragazze si sposavano indossando un abito del proprio colore preferito, o più semplicemente con l’abito più bello che avevano nell’armadio. La regina Vittoria, che all’epoca aveva 21 anni al posto del pesante abito nunziale in velluto e broccato, con la classica mantellina di ermellino che era in uso a quel tempo, scelse per le proprie nozze un maestoso abito bianco, con una sopra gonna realizzata interamente in pizzo Honiton proveniente da una fabbrica nel Devonshire, per la quale furono impiegati più di 200 lavoratori.

La regina Vittoria e Alberto/ L'amore folle tra i due cugini (La grande  storia)

L’abito era accompagnato da un bouquet di Bucaneve, fiore preferito dal suo adorato sposo; i capelli erano adornati con del mirto segno di amore e felicità domestica e da un lungo velo sormontato da una coroncina di fiori d’arancio segno di purezza, motivo che si ripeteva nella guarnizione di più di 5 metri di strascico dell’abito.

I gioielli di Victoria consistevano in una collana e orecchini di diamanti presentati dal sultano di Turchia, e una spilla a grappolo di zaffiro che le era stata regalata da Albert il giorno prima. Le pantofole che indossava accompagnavano il colore bianco del vestito. 

Dal matrimonio nacquero 9 figli e 42 nipoti.

Il ripudio della sposa

Se sposarsi era facile, separarsi lo era molto meno, dopo che la Chiesa introdusse il concetto di indissolubilità. La separazione delle coppie era tollerata ma non esisteva il divorzio legale: solo i matrimoni tra coppie dello stesso sangue potevano essere annullati. Spesso, però, i Pontefici chiudevano un occhio e firmavano documenti attestanti la non esistenza del matrimonio  che quindi veniva cancellato. Alla fine del quattrocento il re di Francia Luigi XII con la complicità di papa Borgia, fece rinchiudere in convento la legittima moglie per sposare Anna di Bretagna.

I due mariti di eleonora

Eleonora d'Aquitania, chi era la controversa regina medievale?

Eleonora d’Aquitania venne data in sposa nel 1137 al futuro re di Francia Luigi VII. Lei aveva 15 anni, lui 17. L’unione fu infelice e messa a dura prova dal comportamento ribelle di  Eleonora che nel 1147, a ventiquattro anni, volendo promuovere la seconda Crociata si presentò davanti alle truppe del marito in groppa ad un cavallo bianco. Decise inoltre di seguirlo in Terrasanta con un esercito di 300  nobildonne per assistere i feriti. Dopo la fallimentare spedizione, prima di rientrare, Luigi ed Eleonora ottennero l’annullamento ecclesiastico del matrimonio  motivato dalla consanguineità dei coniugi e dalle solo due figlie femmine, volendo il re un figlio maschio.

In realtà Eleonora diede ancora più scandalo sposando, appena tre settimane dopo l’annullamento del primo matrimonio, Enrico il Plantageneto, di 11 anni più giovane di lei che diventerà re di Inghilterra con il nome di Enrico II. Fu madre di dieci figli, due dei quali divennero re.

Enrico VIII

Sei mogli di Enrico VIII e i loro matrimoni molto privati

Enrico VIII, re d’Inghilterra e signore d’ Irlanda, a 18 anni sposò l’11 giugno del 1509 Caterina D’Aragona, moglie del suo defunto fratello Arturo. Per poter sposare la cognata, Enrico ottenne la dispensa da papa Giulio II. La sposa indossava un abito bianco, insolitamente per quei tempi, e i suoi capelli biondi erano sciolti sulle spalle. La cerimonia si svolse in forma privata e senza sfarzo nella cappella adiacente il palazzo reale.

Il matrimonio durò diciotto anni, ma il re perse la testa per Anna Bolena, damigella della regina. Enrico chiese a papa Clemente VII di annullare il suo matrimonio con la prima moglie ma egli rifiutò, anche perché Caterina era la zia del potentissimo imperatore Carlo V.

Enrico allora si nominò capo della chiesa anglicana e fece annullare il matrimonio dall’arcivescovo di Canterbury. Nel 1533 riuscì quindi a sposare Anna Bolena.

Enrico VIII venne scomunicato da Papa Clemente VII. Il re rispose allora con l’Atto di supremazia, che lo dichiarava unico capo della Chiesa d’Inghilterra. Chi rifiutò di accettare con giuramento il provvedimento e di riconoscere il nuovo matrimonio del re con il relativo ordine di successione al trono, fu considerato reo di alto tradimento e punito con la morte. Tra questi anche il cardinale Thomas Wolsey, l’arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer e Thomas Cromwell.

Lo scisma era ormai compiuto.

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