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La casa del carrubo – Barbara Bellomo

Recensione a cura di Roberto Orsi

“La Sicilia si frappone tra l’Africa e l’Italia. A oggi è l’unico bersaglio nel raggio d’azione dei velivoli di base a Malta e in Nord Africa. È per questo che attaccheremo li”

Sono queste le parole con cui Theodore Roosevelt, presidente degli Stati Uniti, annuncia l’operazione Husky: lo sbarco delle truppe alleate in Sicilia. Un attacco alla porta di ingresso della penisola italiana da sud, nel tentativo di stringere in una morsa letale il regime nazifascista di Hitler e Mussolini.

È il 9 luglio 1943 quando le prime bombe cadono sulla città di Catania, la guerra è arrivata anche lì. E a farne le spese, come sempre, sono i civili, i cittadini costretti a una guerra non voluta, tutt’attorno distruzione e morte. Tra loro anche Vittorio Floridia, professore di latino e greco, con la moglie Agata e i tre figli Luca, Elena e il piccolo Michele. Nel giro di pochi minuti la vita cambia per sempre, la potenza dei missili rade al suolo interi palazzi. Improvvisa scaturisce la consapevolezza dell’inutilità del tutto, di come passato, presente e futuro si annullino in una situazione come quella. Quanto si è realizzato e quanto si è progettato crolla sotto i colpi delle bombe, nel tempo di un boato.

Operazione Husky in Sicilia e il “Rapporto Scotten” sulla Mafia

La famiglia Floridia è costretta a fuggire come la maggior parte della popolazione catanese. Vittorio ha un amico epistolare, don Luigi Villalba, fratello di un suo commilitone nel primo conflitto mondiale. Don Luigi dall’inizio del conflitto ha offerto protezione alla famiglia Floridia presso la loro tenuta di campagna ad Acate: la casa del carrubo. Una dimora in cui si staglia verso il cielo la presenza rassicurante dell’albero di carrubo.

Vittorio manda avanti la sua famiglia, affidandola al figlio maggiore Luca. Lui vuole rimanere in città per salvare quanto possibile dei beni materiali ancora custoditi tra le macerie del proprio appartamento nel centro di Catania. Un bivio che divide le strade dei Floridia costretti ad affrontare le difficoltà della guerra lontani dal padre.

I Villalba accolgono i rifugiati come membri della famiglia e li colmano di attenzioni, di mutua solidarietà e di grande altruismo. Eppure, per don Luigi Villalba questo arrivo improvviso è un fulmine a ciel sereno che riporta a galla un segreto che deve essere tenuto celato. Il passato di Don Luigi non lo ha sempre visto come un farmacista di paese. Che cosa faceva prima dell’avvento del fascismo e dello scoppio della guerra? E quali legami esistono con il passato della famiglia Floridia? Un personaggio enigmatico attorno a cui ruota buona parte della narrazione.

9/10 luglio 1943, lo sbarco in Sicilia tra storia e memoria

“Nessuno dovrà mai scoprire in paese il suo segreto. Ne andrebbe dell’onore. Ma non del suo. E questo lui non se lo perdonerebbe mai”.

All’ombra del carrubo e nel piccolo paese di Acate si intrecciano le vicende dei protagonisti liberamente ispirate a racconti che l’autrice Barbara Bellomo nel corso della sua vita ha ascoltato dai nonni e dagli amici di famiglia. La vita dei Floridia e dei Villalba ricalca quella di tantissime famiglie che dovettero affrontare l’orrore della guerra.

“Ogni dolore ha bisogno del suo tempo”

Degni di nota anche i personaggi femminili: Agata, la moglie di Vittorio, costretta a vivere lontano dal marito rimasto a Catania con una forza d’animo incredibile che la aiuta ad affrontare il dolore che la vita le riserva; Assunta, la sorella di Don Luigi, vedova e rifugiata anch’ella nella casa del carrubo, isolata in un mutismo che non sembra avere fine; Nunzia, la figlia di Assunta, giovane piena di vita, con il cuore in tumulto, la passione travolgente dei suoi anni che non si ferma nemmeno alle brutte notizie che arrivano dal fronte; Lina, la domestica di casa, sempre pronta ad aiutare gli altri o a riprenderli quando necessario, con il suo siciliano stretto e la sua saggezza popolare.

Il contesto storico di riferimento passa attraverso le fasi chiave della Seconda Guerra Mondiale: un conflitto., come lo definisce l’autrice, pieno di hỳbris: un termine dal greco che significa “insolenza, tracotanza”; qualcosa che identifica la prevaricazione dell’uomo sul volere divino, una sopravvalutazione delle proprie forze. Quella di cui peccano personaggi come Hitler, deciso a elevare il popolo ariano su tutti gli altri, o Mussolini, con la sua sensazione di intoccabilità; o ancora quella di Winston Churchill che condusse l’intera Europa in guerra o di Roosevelt che, probabilmente per uscire dalla grande crisi economica del ’29, lanciò la corsa alle armi da parte dell’industria americana.

Uomini il cui volere aveva la possibilità di ribaltare le sorti del conflitto stesso e dell’economia mondiale.

Nel romanzo non mancano riferimenti ad avvenimenti reali come la già citata Operazione Husky per lo sbarco in Sicilia degli alleati, la strage all’aeroporto di Biscari o la sanguinosa sparatoria avvenuta all’interno della saponeria Narbone-Garilli di Canicattì.

Azioni di spionaggio e controspionaggio, agenti segreti che con un abile doppiogioco trasferiscono informazioni fondamentali per il conflitto a una o all’altra parte in guerra. Anche Luca e Don Luigi non rimarranno esclusi da queste dinamiche molto pericolose, aggiungendo un tocco di spy story e azione al racconto.

Tra segreti inconfessabili, passioni nascoste, intime pulsioni, senso del dovere e di appartenenza alla patria, coraggio e paura, il romanzo ci racconta gli effetti della macrostoria sui personaggi più umili, quelli del popolo, quelli che le scelte le subiscono, inermi. E nonostante questo, il romanzo trasmette un messaggio di speranza, la ferma convinzione che l’amore per la famiglia supera l’orrore. Sacrificio, capacità di resistenza, di ricostruire e guardare avanti anche quando non sembra più possibile.

Una storia famigliare che, pur scaturita dalla fantasia dell’autrice, rimanda a quella di tante persone che non possono e non vogliono essere dimenticate.

Editore ‏ : ‎ Salani (26 maggio 2022)
Lingua ‏ : ‎ Italiano
Copertina flessibile ‏ : ‎ 336 pagine
ISBN-10 ‏ : ‎ 8831004700
ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8831004701
Link d’acquisto cartaceo: La casa del carrubo
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 Trama

Il racconto epico di una famiglia dilaniata dalla guerra nella Sicilia degli anni ’40. Fino a quando la guerra non arriva a bussare alla tua porta, sembra sempre meno cattiva di quello che ti aspetti. O almeno è ciò che pensa Vittorio Floridia, professore di latino e greco a Catania, all’indomani del bombardamento che ha distrutto la sua casa e infranto ogni speranza di tornare a una vita normale. Come potrà ora salvare la famiglia dai morsi della paura e della fame? Forse accettando l’invito di Luigi Villalba, un vecchio amico, a trasferirsi nella sua tenuta di campagna, la casa del carrubo. La chiamano così per via del maestoso albero che da sempre protegge i suoi abitanti e che ora dovrà vegliare su due intere famiglie. Da Luca, coraggioso e incosciente, ad Agata, custode di un segreto inconfessabile; da Luigi, che quel segreto lo conosce bene, a Nunzia, convinta che le bombe non possano nulla contro l’amore. Due famiglie che all’ombra del grande carrubo impareranno a conoscersi e, nel dolore reciproco, a riconoscersi, senza sapere che un’ombra ancora più ampia, minacciosa e ineluttabile, è in agguato. È quella della Storia dei grandi, di Churchill, di Roosevelt e del generale Eisenhower, che in gran segreto progettano uno sbarco alleato sull’isola per farsi strada nel cuore dell’Europa nazista. In una Sicilia infuocata e sofferente, Barbara Bellomo traccia i destini dei Floridia e dei Villalba, dando vita a un grande romanzo corale che unisce i sentimenti e il coraggio dei singoli agli intrighi e alle strategie di chi, con un solo ordine, può cambiare la vita di tutti.

Che ne pensi di questo articolo?

2 Replies to “La casa del carrubo – Barbara Bellomo

  1. L’ho appena finito! Veramente molto bello! Ho pubblicato le mie impressioni sulla mia pagina facebook! Grazie Roberto per la bella recensione!

     
    1. Buongiorno Angela e grazie a te per aver letto la recensione! Sono felice che ti sia piaciuta e che le nostre impressioni sul romanzo siano allineate!

       

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