Curiosità Viaggio nella storia

26 marzo 1898: nasce la FIGC. TSD vi racconta la storia del calcio

Cari amici di Thriller Storici e dintorni, oggi vi portiamo in un posto insolito: lo stadio!
Non importa (ma solo per oggi) per quale squadra tifiate, di quali colori siano la vostra maglia del cuore, TSD celebra la nascita della Federazione Gioco Calcio (26 marzo 1898) e vi parla della Storia del calcio, e quando si parla di Storia non ci sono colori o maglie, siamo tutti (almeno qui) uniti sotto una stessa bandiera.
Allora, avanti, passate i tornelli, prendete posto sugli spalti, tirate furoi le vostre sciarpe, gli striscioni, le trombe a gas e… calcio d’inizio!

La FIGC nasce a Torino il 26 marzo 1898 come FIF (Federazione Italiana del Football, che resterà in vigore fino al 1909), grazie a un Comitato che si era istituito il precedente 15 marzo, A capo della neonata associazione viene eletto l’ingegnere Mario Vicary. Nello stesso anno, ma dopo circa due mesi dalla costituzione della FIF/FIGC, l’8 maggio 1898, al Velodromo Umberto I di Torino, si disputa la prima edizione del Campionato italiano di calcio, con 4 squadre partecipanti: Fc Torinese, Genoa, Ginnastica Torino, Internazionale Torino; sarà il Genoa (ovviamente, e scusate il campanilismo ma il cuore rossoblu batte tanto quanto quello della Storia) a vincere il Torneo, cucendosi, di fatto, sulla maglia quello che sarebbe poi diventato il primo scudetto.
Da allora in poi, il calcio ha sempre più estimatori e, potremmo dire, tifosi in tutta Italia, da nord a sud è come una grande ola che si forma e si alza sempre più grande e straripante.
Solo la grande guerra, come è naturale che sia, arresta questa grande corsa del pallone, e anche tra i caduti in battaglia si annoverano anche molti calciatori.
Ma appena inizia la ripresa del Paese nel primo dopogerra, la volontà di riscatto e di rinascita sospingono anche il calcio a una nuova esplosione.

Ma quando nasce il gioco del calcio?

I più remoti precedenti del gioco del calcio risalgono a un mi­gliaio di anni prima di Cristo (ma altre fonti lo collocano anche molto più in­dietro, attorno al 2600 a.C) e si ritrovano nel kemari dell’antico Giappone econ il tsu-chu nell’antica Cina.
I due sport hanno in comune l’uso dei piedi, la presenza sul campo di una “porta” fatta alla buona con due alberi o aste di bambù e l’utilizzo di una palla. Il termine chu indica infatti una palla di cuoio realizzata con la vescica di animale gonfiata, oppure riempita da capelli femminili (donne, state calme, so già cosa state pensando, ma per questo l’arbitro ha già fischiato il fallo e assegnato un cartellino giallo alla categoria maschietti).

Il tsu-chu era finalizzato all’efficienza fisica dei soldati poiché, già nel Cinquecento a.C era parte dell’addestramento militare dell’esercito.

Dalla Cina e dal Giappone ci spostiamo in Grecia dove nel IV secolo a.C. si giocava l’Episkyros, gioco in cui due squadre avversarie, composte da 12 o 14 giocatori ciascuna, dovevano lanciare una palla utilizzando sia i piedi che le mani.

Dal mondo greco, con un lungo assist, la palla del calcio arriva a Roma dove diventa l’ “Harpastum”, che significa “strappare con forza”.

In questo gioco c’erano due squadre che si affrontavano e ci si passava la palla con le mani e i piedi in uno spazio rettangolare delimitato da delle linee laterali e da una centrale che divideva in due il campo. Lo scopo era far arrivare la palla sulla linea di fondo avversaria.

Con l’avvento del Medioevo, il calcio sparisce dai radar della Storia: tutti i giochi con la palla furono eliminati bruscamente nell’epoca buia perché le attività ludiche erano generalmente disprezzate.

Lo ritroviamo a Firenze, con il Rinascimento. E chi se non i Medici potevano riportarlo in auge? La grande famiglia del Rinascimento italiano si rese conto che il calcio era un’ottima valvola di sfogo popolare e per questo si impegnarono per la sua diffusione. In particolare Piero de Medici, appassionato di questa attività chiamò alla sua corte i più abili giocatori dando vita alla prima forma di mecenatismo calcistico. Fu allora che nacque il “calcio fiorentino” che però è molto diverso da quello dei giorni nostri in quanto era uno sport che inglobava quelli che adesso sono il calcio e il rugby.

Il calcio moderno

Il gioco del calcio così come lo conosciamo oggi, però, nasce ufficialmente in Inghilterra dove doveva essere già attestato tra ‘500 e ‘600  poiché se ne ritrova riscontro anche nel Re Lear  di Shakespeare, dove il poeta e drammaturgo inglese fa dire a Kent: “Beccati questa, cattivo giocatore di calcio!”, atterrando Osvaldo con uno sgambetto.

Ma la data che sancisce la vera e propria nascita del calcio moderno è il 26 ottobre 1863, quando Ebenezer Cobb Morley, dirigente sportivo inglese, inaugura la The FA, acronimo della Football Association, la più antica federazione calcistica del mondo: undici dirigenti di club e scuole londinesi, riuniti nella Free Masons Tavern sulla Great Queen Street, redige un unico regolamento, con cui si pose fine al dubbio che riguardava la parte del corpo con la quale colpire la palla: il nuovo regolamento indicò chiaramente il gioco con i piedi e permise il gioco con le mani solo nel momento in cui era necessario catturare un pallone chiaramente indirizzato in porta, come su un calcio di punizione diretto. Le altre regole, quali durata della partita e divisione della stessa in due tempi, erano già presenti in un precedente regolamento redatto nel 1857 da Nathaniel Creswick, fondatore anche della prima squadra di calcio della storia: lo Sheffield FC.

Da qui in poi il calcio assume una sua ben distinta fisionomia, distinguendosi dal rugby (anche se la separazione tra i due sport non fu subito così radicale), soprattutto per quanto riguarda l’uso delle mani.
Fin dalla sua nascita, il calcio ebbe un grande successo, sia per la semplicità delle regole, che per il dinamismo insito nel gioco stesso.

Un altro passo importante verso il professionismo fu compiuto nel 1897, quando venne istituita a Londra la prima associazione di giocatori britannici, che si sarebbe trasformata poi nella potente PFA (Professional footballer’s association).

E ora, come nelle migliori partite di calcio, un po’ di radio-blog-cronaca delle curiosità calcistiche, naturalmente in chiave storica.

1871: si codifica il ruolo del portiere come unico giocatore a cui  è consentito toccare la palla con le mani e vengono codificate le dimensioni del pallone che doveva essere di cuoio (o altro materiale approvato), con una circonferenza massima di 70 cm e minima di 68; il peso massimo era di 450 grammi (il minimo di 410).

1875: vengono definite le misure delle porte: 7,32 metri di larghezza e 2,44 metri d’altezza. Sempre nello stesso periodo si stabiliscono le dimensioni del campo: la lunghezza minima era fissata in 90 metri, quella massima in 120; la larghezza minima era di 45 metri,  la massima di 90.

1878: l’arbitro utilizza per la prima volta un fischietto per dirigere una gara.

1890: le porte sono dotate di reti.

1891: compare il calcio di rigore che poteva essere calciato da qualsiasi punto del campo purché distante 11 metri dalla linea di porta avversaria. È nel 1902 che si stabilisce definitivamente che si potesse tirare il calcio di rigore sempre da 11 metri ma solo sulla perpendicolare alla linea di porta.

1910: L’esordio della Nazionale in maglia bianca (15 maggio 1910), all’Arena di Milano: l’Italia batte la Francia 6-2;
l’anno successivo, contro l’Ungheria, farà la sua prima apparizione la maglia azzurra, in omaggio al colore di casa Savoia.

1913: primo campionato su scala nazionale

Perché quando si segna si dice gol?
Per questo paghiamo il tributo al Regno Unito dove il calcio moderno è nato e dove la parola gol significa scopo, fine e sta ad indicare appunto la riuscita dello scopo del gioco.
In epoca Medici, invece, quando si faceva il moderno gol si gridava caccia!

Perché  si gioca in 11?
La spiegazione rimanda all’epoca dei college dove le camerate erano composte da 10 studenti e 1 precettore. Questo abbozzo di squadra è riuscito a resistere fino ai giorni nostri.

Scene di calcio memoriabili sul grande schermo?

Fuga per la vittoria: Durante la Seconda Guerra Mondiale, il capo di un campo di prigionia organizza una partita di calcio tra tedeschi e prigionieri inglesi, che si trasforma in una opportunità di fuga per questi ultimi.

Don Camillo (tratto da “La disfatta” di G. Guareschi): Don Camillo è pronto ad inaugurare la sua città giardino, e propone a Peppone un incontro di calcio tra la Gagliarda clericale e la Dynamos comunista. Vince la seconda, ma l’arbitro si è fatto corrompere da ambo le parti.

E ora, naturalmente, libri!

Nulla al mondo di più bello. L’epopea del calcio italiano fra guerra e pace 1938-1950 – Enrico Brizzi (Laterza editore)

Il meraviglioso giuoco. Pionieri ed eroi del calcio italiano 1887-1926 – Enrico Brizzi – (Laterza editore)

Calcio – John Foot – (Rizzoli)

Storia del calcio Copertina flessibile di Paul Dietschy (PaginaUno)

Fonti

https://it.wikipedia.org/wiki/Calcio_(sport)

https://www.my-personaltrainer.it/sport/storia-calcio.html

https://www.figc.it/it/federazione/la-storia/la-storia-della-federazione/

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