Narrativa recensioni

Finché morte non ci separi – Macrina Mirti

Trama Perugia, 25 ottobre 1373. È l’alba, quando Panfilo Bontempi nota un branco di cani randagi accanto al cadavere di una fanciulla. Ai primi soccorritori, dichiara che la giovane è stata uccisa dal branco, ma Giovanni Galeotto, Capitano del Consiglio di giustizia della città, dopo un rapido esame della situazione, si convince che il giovane sta mentendo. Ascoltando la testimonianza dei milites che hanno prestato i primi soccorsi, Giovanni giunge alla conclusione che i cani hanno solo dissepolto la ragazza, perché il capo branco, un rarissimo levriero, le apparteneva e la stava cercando. Il consulto con il famoso medico Gentile d’Assisi, conferma tale ipotesi. La camicia che la fanciulla ha ancora indosso, infatti, è intatta e le ferite sul corpo non sono state procurate da morsi. Comincerà così un’indagine che porterà alla luce una terribile storia d’amore e di morte nella quale una donna, allora come ora, è destinata a interpretare il ruolo della vittima Recensione a cura di Alessandra Ottaviano Il romanzo è ambientato nella Perugia del 1373. Presso la necropoli etrusca di San Pietro viene rinvenuto il cadavere di una giovane donna. Il conte Panfilo Bontempi, rampollo di una nobile famiglia, si trova nei paraggi e dà subito l’allarme, sostenendo che la ragazza sia stata sbranata da un branco di cani. Ma la verità è ben altra… A condurre le indagini, di quello che si presenta da subito un caso dove nulla è come sembra, è chiamato Giovanni Galeotto, capitano del consiglio di giustizia, che con la collaborazione del fidato medico e amico Gentile Da Assisi riusciranno a sbrogliare l’intricata matassa. Chi ha ucciso Lisabetta Braccialini, figlia di un mercante di lana facente parte della fazione politica dei Raspanti ed esiliato dalla fazione opposta dei Becherini? E per quale oscura ragione? Lo scempio che è stato compiuto sul corpo della donna puzza di magia nera, anche per questo, l’abate Monmaggiore e legato papale, Gherardo da Puy si interessa personalmente affinché sia fatta luce sul caso. E perché prima di essere barbaramente uccisa si era rifugiata nel convento di Santa Maria delle derelitte che dava ospitalità a ragazze perdute? A piangere la morte di Lisabetta è il conte Gherardo Cipolleschi, facente parte della schiera dei Becherini ma …
l’amore non si cura delle ragioni politiche
Al contrario della sua blasonata famiglia che, in quanto a perfidia e calcoli per mantenere il suo status, sarebbe disposta a passare sopra ogni cosa. Senza scandagliare troppo la trama, rischiando di togliere al lettore il piacere di immergersi in questo ottimo giallo storico, mi soffermo sui punti di forza del romanzo ovvero i protagonisti, il capitano Galeotto con la sua consorte Biancofiore, frutto della fantasia dell’autrice, che si muovono sullo sfondo della città di Perugia alla quale da grande risalto sia nelle bellezze artistiche che nelle vicende politiche.
Amava sua moglie. Per lei e per le bambine aveva rinunciato a una brillante carriera, che avrebbe potuto portargli denaro e amori e aveva accettato di vivere in quel comune bellicoso, oppresso dal peso del papato e dilaniato dalle lotte intestine… Perugia la Grifagna, così la chiamavano, e mai nome era stato più azzeccato, perché i cittadini erano più feroci del selvaggio animale che svettava sul vessillo comunale. Gli assassinii politici erano all’ordine del giorno, per non parlare delle rivalità tra i rioni che sfociavano anch’esse in battaglie cruente.
Il contesto storico in cui si svolge l’indagine è molto curato, impreziosito da tanti particolari che arricchiscono la narrazione e permettono di respirare l’atmosfera e i problemi dell’epoca, dalle guerriglie tra le varie fazioni cittadine, agli amori contrastati, alle superstizioni popolari al flagello della peste.
La carestia non veniva mai da sola. Negli ultimi tempi aveva un’innamorata bastarda e crudele: la morte nera. La popolazione, indebolita dalla guerra e dalla fame, non era in grado di resistere al contagio. Nessuno sapeva dire se la pestilenza fosse stata inviata agli uomini ad opera degli astri o se dalla giustizia divina, per correggere e punire gli esseri umani dalla malvagità delle loro azioni.
          Macrina Mirti utilizza una scrittura scorrevole, diretta, senza fronzoli imbastendo un giallo ricco di colpi di scena e avvincente dando una forte caratterizzazione a tutti i personaggi trattati nel suo romanzo, il lettore non può non provare una forte empatia per alcuni di loro e soprattutto per la giovane vittima, sfiorando con immensa delicatezza un tema, purtroppo ancora oggi, tristemente attuale.
Le donne sono sempre state, insieme ai bambini, la parte del genere umano più esposta alla violenza altrui e i femminicidi, purtroppo, sono sempre esistiti.
Formato: Formato Kindle Dimensioni file: 3132 KB Lunghezza stampa: 238 Lingua: Italiano ASIN: B07N13FXMC Link di acquisto ebook: Finché morte non ci separi
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