TSD Crime

Le rubriche del lunedì: TSD Crime – Madame LaLaurie

Articolo a cura di Raffaelina Di Palma

Nei secoli passati ci sono state donne che credevano che il sangue umano fosse l’elisir di giovinezza per eccellenza. Per lo più erano signore che appartenevano a quell’aristocrazia oziosa e annoiata della vita da salotto in cui non avveniva mai niente di interessante e per combattere la noia si inventavano nuovi “passatempi” pur di animare i loro piatti pomeriggi. Non importava se queste distrazioni procurassero torture, mutilazioni e morte di servitù e schiavi, la cosa importante era sviluppare qualcosa che fosse coerente con i loro pensieri ossessivi.   

La leggenda narra che queste dame fossero ossessionate dal terrore di invecchiare: si diffuse la credenza che il sangue umano rigenerasse la pelle. Da allora ebbe inizio una lunga lista di omicidi e sparizioni, giovani e belle ragazze (cameriere, contadine o ragazze della stessa aristocrazia) da torturare o uccidere, con lo scopo di usarne il sangue per farsi veri e propri bagni rossi o per creare sieri che giovassero alla propria pelle.

Questo preambolo ci porta a conoscerne una di esse: Madame Marie Delphine LaLaurie.

Vi sono molte macabre leggende legate al suo nome.

Madame LaLaurie, una figura legata al periodo buio dello schiavismo negli Stati Uniti. Parliamo della prima metà del XIX secolo in Louisiana: la guerra civile americana era ancora lontana, soprattutto negli Stati del Sud: questa vicenda è una testimonianza dei confini delineati entro i quali  lo schiavismo era già presente. 

Marie Delphine LaLaurie nacque a New Orleans il 19 marzo 1787, durante il periodo coloniale spagnolo. Il suo cognome da nubile era Macarty. La sua era una famiglia benestante. Il padre apparteneva alla nuova aristocrazia americana.

Alla morte della moglie, papà Macarty ebbe una figlia con una donna creola libera: gli uomini della  sua famiglia erano famosi per i loro intrecci con donne creole ed ex schiave africane, a volte anche con risultati incestuosi. Nella casa paterna di Marie Delphine l’etnia non aveva grande importanza, anzi la sua famiglia fu, per certi versi, pioniera del melting pot multietnico americano.

Delphine sposò tre uomini dalle origini europee. Aveva 14 anni quando sposò Ramon López Ángulo  de la Candelaria, ufficiale della Corona spagnola, morto al ritorno da una missione in mare. In seconde nozze sposò l’uomo d’affari e trafficante di schiavi, Jean Paul Blanque, che morì lasciando una montagna di debiti e infine sposò il chiropratico Louis LaLaurie dal quale si separò accusandolo di averla picchiata e di aver “reso insopportabile la loro convivenza”.

Dalla cronaca rosa, le sue vicende, si colorarono di nero. Una storia davvero macabra.

In quel dieci aprile del 1834 fu fatale l’incendio che scoppiò al 1140 di Royal Street, dimora della famiglia LaLaurie, nel quartiere francese di New Orleans, in seguito al quale vennero scoperti numerosi cadaveri di schiavi rinchiusi nella soffitta, con evidenti e orrendi segni di torture.

Quell’incendio scoprì una di quelle atrocità i cui dettagli sembravano essere troppo efferati per la mente umana.

Senza quell’incendio, forse la personalità criminale di Madame Marie Delphine LaLaurie non sarebbe mai stata scoperta. Prima di allora era una donna rispettata nell’alta società di New Orleans: in seguito diventò il simbolo di una crudeltà inimmaginabile.

Quel palazzo a tre piani, Madame LaLaurie lo comprò nel 1831 dove, com’era tradizione dell’epoca insieme con i padroni vivevano anche gli schiavi, ai quali era riservato il piano più alto.

In pubblico la donna si dimostrava premurosa e gentile nei confronti dei suoi servi neri, arrivando persino a liberarne due.

Tuttavia cominciarono a circolare sul suo conto, delle voci strane quando si trovava al sicuro delle mura domestiche, tanto che dovette sottoporsi, da parte dell’amministrazione locale, a una verifica delle reali condizioni di vita in cui venivano tenuti gli schiavi.   

La verifica non portò a niente. Eppure, un vicino, testimoniò poi di aver assistito alla morte di una bambina di dodici anni, colpevole di aver tirato i capelli a Madame mentre la pettinava, che per sfuggire alle frustate si era buttata dal tetto.

Era crudele verso i suoi schiavi. Li frustava, tirava loro le unghie, li teneva incatenati in posizioni scomode con dei collari spinosi, in modo che non potessero muoversi senza rischiare la vita.

Jeanne DeLavigne nel suo libro “Ghost Stories of Old New Orleans” (1946) scrive che, nel 1834,

a seguito dell’incendio vennero rinvenuti: “schiavi maschi, nudi e incatenati alle pareti, con gli occhi cavati, le unghie strappate alla radice, altri avevano la articolazioni spellate e infette …”  e mi fermo qui…

La DeLavigne non riportò mai la fonte di queste note, ma nessuno dei testimoni riferì quanto riportato dalla scrittrice.

Di bocca in bocca le torture di cui si rese artefice Madame LaLaurie, diventarono via via più crudeli.

Tra realtà e folklore la sua storia resta sospesa tra leggenda e realtà. Molte storie sono state aggiunte negli anni, per cui si può dubitare, in particolare su alcuni dettagli più cruenti, ma la figura storica di Marie Delphine è indiscussa e le torture sui suoi schiavi erano vere e crudeli.

Si dice che in maniera fortunosa riuscì a fuggire in Francia dove morì nel 1842: aveva 67 anni.

Ma sempre secondo ai “si dice”, ritornò a New Orleans sotto falso nome.

curiosità

La LaLaurie Mansion è considerato uno dei luoghi più infestati al mondo da ombre inquiete.

La sua oscura e sinistra reputazione nasce dalla proprietaria Madame Delphine LaLaurie, e ai molti atti di violenza, di abusi, torture, mutilazioni e omicidi da lei commessi nei confronti dei suoi schiavi all’interno della dimora.


La terza stagione della serie televisiva intitolata American Horror Story: denominata Coven (congrega) composta da 13 episodi, è stata trasmessa in prima visione negli Stati Uniti d’America sul canale via cavo FX dal 9 ottobre 2013 al 29 gennaio 2014.

Madame Delphine LaLaurie è stata interpretata dall’attrice Katy Bates.

La LaLaurien Mansion non è aperta al pubblico dal 1932, ma gli sceneggiatori, i fratelli Hayes,  Chad e Carey, hanno visitato il palazzo e hanno scritto la prima bozza della sceneggiatura proprio al suo interno.


Non è certo quando effettivamente Marie Delphine morì, forse, per una misteriosa malattia, se nel 1842 o nel 1849, ma sicuramente non vide la fine dello schiavismo in Louisiana e nel resto degli Stati Uniti. Sepolta prima a Parigi, il suo corpo fu riesumato e sepolto a New Orleans nel 1851.

Ma c’è chi crede che il suo fantasma giri ancora nella casa degli orrori.

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