Narrativa recensioni

Solstitium – Andrea Ceradini       

Recensione a cura di Donatella Palli

Andrea Ceradini, medico veterinario della provincia di Verona e studioso di storia locale oltre che appassionato di speleologia e alpinismo ci parla in questa sua ultima opera della battaglia del Solstizio che fu combattuta nel giugno 1918 tra l’esercito austroungarico e quello italiano.

Questa grande offensiva degli austriaci durata otto giorni nelle Alpi orientali contro l’esercito italiano, che si avvalse anche dell’aiuto di truppe inglesi e francesi sodali oltre che del sostegno americano, non sembrava troppo difficile da contrastare, ma lo spettro di Caporetto, la terribile sconfitta di appena sette mesi prima (novembre 1917), aleggiava ancora nell’aria rendendo il contingente italiano molto ansioso.

L’ufficio speciale di investigazione si è gonfiato dopo Caporetto con la psicosi del tradimento . Vedono spie dappertutto, giornalisti, sindacalisti, politici, disfattisti e pacifisti. L’Impero si sta sfasciando “

Ed è anche per questo che il questore Mannino vuole risolvere alla svelta l’omicidio di una prostituta, Adele Carli, dando la colpa a un operaio, Achille Bertozzi, iscritto al partito socialista.

Siamo a Schio, nelle immediate retrovie del fronte e Vincenzo Martini, maggiore dei Reali Carabinieri, che si ritiene responsabile dell’indagine, non accetta questa superficiale e strumentale  decisione. 

Coadiuvato dal suo attendente Calogero Fiacca e dal medico legale Ferdinando Savinio vuole andare a fondo e conoscere chi era Adele Carli, il cui vero nome risulta essere Adele Catturich.

Martini, ufficiale di esperienza e buon senso, si trova in contrasto con il fanatismo del tenente Remo Pastorino e dei suoi Arditi e sentenzia con preveggenza:

“Il tenente degli Arditi, Pastorino finirà male prima o poi e finirà peggio per noi, se prevarranno i tipi come lui

Profonda è l’avversione del maggiore a questa guerra che tuttavia non sfocia nella ribellione ma nell’accettazione di un debito di sangue verso tutti coloro che, per scelta o per sottomissione gettano sul piatto la propria vita.

Così tra le bombe e i tanti feriti agonizzanti, assistiti dal dottor Savinio, Martini cerca la verità. Incontrerà tanta omertà ma anche comunità d’intenti come il coraggioso tenente degli Alpini, il barone Domenico Florio, unico siciliano negli Alpini, che è fuggito da una vita troppo comoda, o il giovane Ernest Hemingway, arrivato proprio in quel mese con la Croce Rossa americana.

Ernst Hemingway

Durante la perquisizione della casa della vittima incontra la proprietaria Anna Sofia Golli, la sua famiglia è proprietaria di un gran lanificio a Schio. Tra loro si farà strada un sentimento di amicizia e condivisione che potrebbe diventare amore anche se il momento non sembra essere troppo propizio.

Lei si tirò in piedi e con un gesto delicato fece scivolare dalle spalle levigate come avorio la vestaglia .”

In un momento così duro in cui i soldati si ubriacano ogni sera per non pensare, quanto può essere importante “quella mano leggera sul tuo braccio che lenisce le tue ferite“?

Nonostante la guerra, i benpensanti criticano la signorina Golli per aver affittato una casa a una prostituta e dal pulpito il parroco Italo Anselmi tuona contro il meretricio, citando anche la povera Adele Carli.

Scavare nella vita della vittima apre uno scenario di  grande dolore. Perché Adele si era spostata a vivere in quel paese essendo originaria di Opicina, vicino a Trieste?

A poco a poco tutto l’enigma si chiarisce e al maggiore resta una profonda amarezza e la consapevolezza che il responsabile non riceverà la giusta punizione.


pro

Un romanzo che parla di guerra ma soprattutto dell’odio per la guerra da parte dei protagonisti.

Alcuni plotoni si rifiutarono di tornare in prima linea ma il governo adottò una linea un po’ più morbida rispetto alle fucilazioni di massa dell’anno prima.

contro

È stato scritto molto sulla prima guerra mondiale, benché questo libro scavi molto a fondo nella personalità dei personaggi

Citazione preferita

La pioggia scrosciava sul tetto, la luce dell’alba filtrava dalle nuvole scure, i cannoni sul Piave tuonavano ancora  “ milioni di voci di ragazzi che non torneranno mai a casa “

Trama

Faceva caldo, come fa a primavera, e scesi per il viale alberato, riscaldato dal sole sul muro. ( ) La porta era aperta, c’era un soldato seduto su una panca al sole, un’ambulanza era ferma all’ingresso (…), guardai e vidi il maggiore seduto al suo tavolo, la finestra aperta e il sole che entrava nella stanza. (“A Farewell to Arms” – Ernest Hemingway)

«Ehi! Guarda quello là, quel ragazzino che sta in disparte, con quella strana camicia marrone», il dottor Savinio indicava un ragazzo alto e robusto, dai capelli scuri, la fronte alta e il volto serio, che se ne stava solitario, con i gomiti nudi sotto le maniche arrotolate, appoggiati sul tavolo della Locanda due Spade, osservando la strada trafficata di camion militari. L’aria era satura dei loro scappamenti, del suono dei clacson e delle grida dei sergenti.

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