Recensione a cura di Roberto Orsi
“Aveva sedici anni Vanna de’Bardi e una bellezza delicata. Capelli castani velati d’oro, occhi verdi e un corpicino abbozzato che già faceva prevedere la bella donna che sarebbe diventata. In più aveva dalla sua il portamento altero ereditato dai de’Bardi.”
Vanna de’Bardi è la pupilla del Magnifico, protagonista del romanzo “Florentine” di Marina Colacchi Simone. Figlia di Francesco de’Bardi, condottiero al soldo di Carlo di Borgogna, e nipote di Duccio Salimbeni consigliere di Lorenzo. Vanna è dama di corte della bella “sans par”, la donna più affascinante del rinascimento: Simonetta Cattaneo Vespucci, musa eterna di Sandro Botticelli, cantata dai poeti come Poliziano, innamorata e corrisposta da Giuliano de’Medici, il fratello del Magnifico.
Anche Vanna è bella, bellissima, e condivide con Simonetta “lo stato d’animo, la tensione continua, le speranze, la tristezza, il dolore. Anche lei lontana dal suo amore”. Un amore che risponde al nome Guido de’Montefiori, sua conoscenza giovanile che negli anni ha intrapreso una carriera militare lontano da Firenze. All’epoca dei fatti narrati, Guido è tornato a Firenze e in lui è esploso l’amore per Vanna, sopito per tanti anni sotto i colpi di spada e il clangore delle armi.
Ma Vanna finisce ben presto nelle mire di Matteo Orsini, nobile romano, trasferitosi a Firenze per la sua parentela con Clarice, la moglie del Magnifico. Matteo è fermamente intenzionato ad averla per sé, a farne la sua sposa e poter beneficiare dei suoi possedimenti. Per questo è disposto a tutto, anche a rapirla.
La storia di Vanna, scaturita dalla fantasia dell’autrice, si inserisce nell’impianto storico della Congiura dei Pazzi: Lorenzo e Giuliano sono minacciati dalla famiglia di banchieri rivale, spalleggiati da alcuni signori dei regni d’Italia, come Ferrante d’Aragona e Federico d’Urbino a cui si aggiunge il sigillo papale di Sisto IV, al secolo Francesco Della Rovere.
Lorenzo, “ago della bilancia tra i principi d’Italia”, era il solo artefice dell’equilibrio della penisola. La sua vita politica era lineare, onesta e pacifica, priva di falsità e invidie, così facili da trovare invece nei Signori del suo tempo.
La congiura viene macchinata nelle sale di alcuni palazzi nobili romani, si attende il momento migliore per attaccare e non subirne le conseguenze. I congiurati sanno che Firenze è con i Medici, ma il potere di Lorenzo è ormai inaccettabile.
Con lo scorrere delle pagine si assiste a un crescendo dell’attesa di ciò che avverrà di lì a poco. Tanti personaggi si affacciano sulla scena, tra intrigo e doppiogioco, accordi e alleanze. Non mancano scene di battaglie e assalti a fortezze nel cuore della Toscana, imprigionamenti, fughe rocambolesche nella città di Roma e morti spietate.
Una fase storica del nostro paese molto travagliata, con le Signorie e i Ducati sempre pronti a darsi battaglia per l’egemonia politica e commerciale. Allo stesso tempo, un periodo reso immenso e immortale dai grandi artisti con le loro magnifiche opere.
“Nessuna corte prima di Lorenzo aveva amato tanto l’eleganza, la bellezza e l’armonia. Suo padre e suo nonno avevano protetto le arti e arricchito Firenze ma la magnificenza che regnava ovunque attorno al primogenito della famiglia Medici rimaneva unica in Europa.”
Firenze rivive tra le pagine del romanzo, nei suoi palazzi, le piazze, le vie, i mercati, le osterie e le giostre. Storie di cavalieri, di dame, di amore e passione, si intersecano con quelle degli intrighi di palazzo.
Lo Stato Pontificio contro la Signoria di Firenze. Guido de’ Montefiori contro Matteo Orsini per il cuore della bella Vanna de’ Bardi. Lorenzo e Giuliano de’ Medici contro Franceschino Pazzi, Francesco Salviati e Girolamo Riario. La convenienza politica che arma la vendetta di spade e pugnali. Il sangue che scorre nel duomo di Santa Maria del Fiore. E ancora le bellissime campagne toscane, i territori della lunigiana, le fortezze e i castelli.
La scrittura dell’autrice è fluida e semplice, ma non banale. I punti di vista sono ben alternati e dosati per non appesantire la lettura. Le descrizioni dei paesaggi, delle bellezze artistiche e architettoniche di Roma e Firenze, gli abiti, i cibi e i piatti preparati, sono molto abbondanti. L’autrice non lascia troppo spazio all’immaginazione, preferendo descrizioni minuziose che permettano un’autentica visualizzazione dell’impianto scenografico del racconto.
Sullo sfondo della vicenda il diamante prezioso donato da Carlo di Borgogna a Francesco De’ Bardi, il padre di Vanna, recapitato alla giovane da parte del padre come segno di riconoscenza: “Florentine”, da qui il titolo del romanzo.
Le note dell’autrice che raccontano le vicende del diamante tra Storia e Leggenda regalano un tocco in più di fascino e mistero all’intero romanzo.
I conti con il passato non sono mai definitivamente chiusi, possono ritornare anche nel momento meno atteso. Ci si ritrova faccia a faccia con un ricordo labile e sfocato che all’improvviso torna nitido e cristallino.
Una storia di bellezza, amore e morte al tempo del Rinascimento in un contesto Magnifico, come quel Lorenzo che fece grande Firenze come nessun altro.
“Certo per i fiorentini non ci sarebbe più stato “il Magnifico” ma ora in quella città occorreva un uomo che sapeva farsi manovrare tranquillamente dai fili lunghi e snodati del potere di Roma”.
Trama
Signoria di Firenze, 1474. Lo chiamano già “il Magnifico”. Splendido mecenate, Lorenzo de’ Medici che accoglie nelle sue dimore il fior fiore dell’arte e della letteratura, è l’unica voce di equilibrio politico nell’Italia del suo tempo. Fama che scatena l’invidia della nobile famiglia fiorentina di Jacopo Pazzi mentre papa Sisto IV e suo nipote Riario, Ferrante d’Aragona e Federico d’Urbino lo temono e lo odiano. In un clima di feste e intrighi arriva a Firenze Vanna de’ Bardi, giovane orfana alla quale Lorenzo dona un titolo nobiliare e la sua protezione. Dama di compagnia di Simonetta Cattaneo Vespucci, diventa depositaria del segreto d’amore tra la donna più bella della Signoria e Giuliano de’ Medici e destinataria di un diamante dal valore inestimabile appartenuto al duca di Borgogna. La sua vita verrà così turbata dalle mire di Matteo, affascinante e violento nipote di Clarice Orsini, e dalle pene d’amore per il bel cavaliere d’Asburgo, Guido Montefiori. Le gesta di un’infinita serie di personaggi storici escono dalle pagine dei libri di storia per intrecciarsi con la vicenda di Vanna, che è quella dei giorni più oscuri di Lorenzo de’ Medici e della congiura dei Pazzi.