Narrativa recensioni Recensore per un giorno

Eva dorme – Francesca Melandri

Recensione a cura di Mara Altomare

“Eva dorme” è la storia di un viaggio, dal nord al sud dell’Italia, durante il quale Eva ripercorre chilometro dopo chilometro anche la sua storia personale e quella della sua terra, il Sud Tirolo o Alto Adige, come Eva stessa dice, “lo chiamiamo a seconda da che parte si guardi”. Parliamo di una terra di cui a scuola ci hanno insegnato più la geografia che la storia, storia che in questo libro viene riscoperta e compresa nella sua dignità e nel suo dolore.

Eva dorme quando le viene recapitato un pacchetto; la madre Gerda lo intercetta e lo rispedisce al mittente, cambiando così il destino di Eva. Dopo alcuni anni Eva riceve un’importante telefonata che la induce a prendere il primo treno per arrivare da Brunico a Reggio Calabria: si scoprirà al termine del libro chi è la persona che Eva dovrà assolutamente incontrare per chiudere un cerchio di eventi rimasti sospesi nella sua vita e in quella di sua madre, Gerda, vissuta in Alto Adige negli anni dell’immediato dopoguerra.

Era il 1919 quando l’Italia si ritrovò a vincere quel “lembo di Alpi” come un bottino inaspettato e da quel momento in poi gli abitanti di quella terra, orfani dell’Austria, dovettero scegliere se dichiararsi italiani o tedeschi, con l’ “opzione” di abbandonare la patria per ricostruirla altrove.

Ripercorriamo queste vicende storiche da allora fino agli accordi di Schengen del 1998, passando attraverso 80 anni di battaglie per l’autonomia, per il riconoscimento di un’identità culturale e linguistica, difesa purtroppo anche mediante atti terroristici, ma vinta dopo tanta sofferenza. Grande è stato il contributo politico del leader Silvius Magnago, la cui esperienza reale si intreccia in questo libro con i protagonisti del romanzo. Grande il contributo di chi, con lungimiranza e consapevolezza, ha saputo cogliere le potenzialità di questa terra e l’ha trasformata in quegli anni in una frontiera del turismo.

In questo libro troviamo un racconto di sofferenza e di grande costanza e dedizione al lavoro, dai protagonisti, Gerda in primo luogo, ai personaggi storici e politici realmente esistiti.

Un romanzo che, attraverso i suoi protagonisti, fa luce su un argomento della storia italiana che per molti lettori era sconosciuto, su uno dei tanti segreti del nostro paese, ma nello stesso tempo interessante per tutti; non a caso è stato tradotto anche in tedesco, inglese e francese.

La lingua madre dei protagonisti è il dialetto tirolese prima e il tedesco poi, come terza lingua l’italiano. Il lettore si confronta inevitabilmente con la questione della lingua, qui intesa come questione di identità, e in molti passi l’autrice, pur scrivendo in italiano, ricorre a termini tedeschi per dare maggior intensità alla storia; addirittura nella descrizione del lavoro di Gerda in cucina scopriamo il “bilinguismo culinario”!

Affascinante e poetica la descrizione di Eva del suo viaggio compiuto in treno verso il sud, che si sovrappone al suo vissuto interiore: Eva riscopre con meraviglia la sua Italia e sé stessa, entrando e uscendo dai tunnel sotto gli Appennini come dai suoi pensieri… superata Roma contempla la campagna con le rovine degli acquedotti romani, e più a sud, quando il treno costeggia il mare, vicino, infinito, solare, aperto, il panorama sul golfo le allarga il respiro… Finalmente, di fronte a questo mare, Eva sente di poter dire che l’Italia è il suo paese, questa Italia splendida, sfigurata, rivestita di fiori e di abusi edilizi. Dai finestrini del treno osserva i due mondi di cui fa parte, alla destra campi colorati e generosi fino allo scintillio del mare, alla sinistra i monti duri e grigi che intimidiscono e dominano come i ghiacciai della sua terra. Rievoca il silenzio delle sue montagne, quel silenzio che rappresenta l’unico luogo in cui non risuonano divisioni:

attraverso le fessure della baita risuonava tutto intorno uno spazio infinito e avvolgente, di cui facevano parte sia loro, i quattro bambini, che il cielo stellato, le grida degli uccelli notturni e gli schiocchi della montagna. Quello era un silenzio che risuonava di mille presenze, da cui nulla e nessuno era separato.

Lungo il viaggio in treno, il percorso attraverso le stazioni ferroviarie è poi un pretesto per riportare alla memoria del lettore alcuni momenti storici forti della nostra Italia, come il ricordo della strage di Bologna del 1980, con lo squarcio nella parete ancora visibile sul luogo dell’esplosione, o l’assassinio di Aldo Moro passando per Roma.

Lo stile del romanzo alterna il presente vissuto da Eva e il passato, raccontato dall’autrice, ripercorrendo i fatti storici e le vicende della madre Gerda da giovane, con Eva bambina. Un’alternanza di punti di vista che dona al libro una narrazione appassionante, tra eventi reali e vite dei protagonisti.

E anche la storia di Gerda è quella di una donna forte, orgogliosa, ma costretta a una vita vissuta a metà, un po’ come il suo popolo: sola, senza il sostegno della sua famiglia d’origine, ragazza madre coraggiosa, è costretta a scelte forti che la costringono ad anteporre il lavoro alla sua maternità, e a non poter vivere fino in fondo l’amore della sua vita… ha un’identità compromessa dal corso degli eventi e della storia, di cui Eva raccoglie l’eredità, segnando a sua volta anche la sua di esistenza, fatta di scelte di vita a metà. Ma grazie a questo viaggio verso il sud Eva raggiungerà la sua pace.

Eva dorme quando il libro inizia: un sonno sfortunato che le toglie un’occasione importante di essere felice. Ma non è mai troppo tardi… Eva, orfana di padre, come la sua terra orfana di patria, al termine del viaggio verso il sud, si addormenta di nuovo, ma stavolta, riconciliata con il mondo, il suo dormire è il suo riposo.

Non è tardi. È solo dopo.

Editore: ‎ Bompiani (7 aprile 2021)
Copertina flessibile: ‎ 364 pagine
ISBN-10: ‎ 8830105392
ISBN-13: ‎ 978-8830105393
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Trama
Eva dorme quando la madre Gerda riceve un pacchetto indirizzato a lei e lo rispedisce al mittente, cambiando così il suo destino.
Le sembra di aver dormito anche in altri momenti importanti della sua vita. Ma ora no. Ora, risvegliata da un telefono che squilla, Eva sale su un treno e mentre percorre i mille e più chilometri che separano Brunico da Reggio Calabria rilegge la storia di un amore travagliato: quello di Gerda, sudtirolese di lingua tedesca e ragazza madre coraggiosa, e Vito, il carabiniere che aspetta Eva all’altro capo della penisola. È anche la storia amara del padre di Gerda, Hermann Huber, nato in un maso poverissimo, che era solo un bambino quando nel primo dopoguerra il Tirolo austriaco venne assegnato all’Italia instillando in lui il germe della rivalsa. Saga familiare e romanzo storico, Eva dorme è una storia potente di lotta e riconciliazione che l’ha reso un longseller amato e tradotto in tutto il mondo.

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