TSD Crime

Le rubriche del lunedì: TSD Crime – Enriqueta Martì, la vampira di Barcellona

Articolo a cura di Roberto Orsi

Ci sono storie assurde, tragiche, storie che sembrano tratte da un film dell’orrore. È il caso di una serial killer spagnola, soprannominata “La vampira di Barcellona” e TSD, per la rubrica TSD Crime, ripercorrerà i punti salienti della sua vita.

Cresciuta in una famiglia estremamente povera e disagiata con un padre alcolizzato e una madre che provvedeva al sostentamento della famiglia occupandosi di faccende domestiche a chiamata, Enriqueta Martì Ripollés è costretta fin da giovane a prestare servizio come domestica e come balia. Ben presto, stanca di questi lavori mortificanti e poco redditizi, inizia a prostituirsi e all’età di venti anni sposa un suo cliente: Joan Pujaló, pittore squattrinato.

La Martì per un breve periodo abbandona la strada, ma il richiamo del denaro è forte e riprende a prostituirsi scatenando l’ira del marito che deciderà di lasciarla. La donna riesce a risparmiare del denaro e ad aprire un bordello tutto suo; siamo nel 1909, i contatti con uomini potenti e facoltosi non le mancano e non contenta decide di avviare una nuova attività.

Inizia così una doppia vita: di giorno mendicante dall’aria innocente per adescare poveri bambini per avviarli alla prostituzione e la sera indossa gli abiti della gran dama per recarsi al Teatre del Liceu e abbordare possibili clienti.

L’orrore purtroppo non si ferma qui perché, dopo aver sfruttato fino allo sfinimento i poveri bambini, e una volta uccisi, utilizzava i loro corpi per la preparazione di creme e unguenti (preferisco risparmiare la descrizione raccapricciante). La sua attività va avanti senza interruzioni fino al 10 febbraio 1912 quando decide di rapire la bambina sbagliata, si tratta di Teresita Guitart Congost, figlia di un uomo facoltoso e molto amato in città. Una vicina di casa di Enriqueta vede apparire alla finestra una bambina totalmente calva molto, troppo somigliante a Teresita e da lì a poco la polizia locale sarà allertata.

All’arrivo all’appartamento gli agenti trovano Teresita e un’altra bambina che Enriqueta sostiene essere sua figlia Angelita. In realtà entrambe le bambine vivono sequestrate dalla donna e le loro rivelazioni saranno terrificanti. Gli agenti scoprono una stanza degli orrori in cui i bambini venivano uccisi e utilizzati come materiale per creare le famose creme; le bambine racconteranno anche di un altro ospite della casa, Pepito, che improvvisamente scomparve nel nulla. Si suppone sia stato ucciso e il suo corpo smembrato.

La donna non avrà scampo, sarà arrestata, processata e condannata alla pena capitale ma il 13 maggio 1913 sarà ritrovata morta, probabilmente uccisa da una compagna di cella.

le ipotesi su di lei

Ad oggi sono molte le ipotesi e le congetture riguardo questo caso, c’è chi sostiene che le vittime della serial killer sono undici e chi addirittura ipotizza che Enriqueta Martì non abbia ucciso nessuno.

È il caso della ricercatrice e storica Elsa Plaza e dello scrittore Jordi Corominas i quali affermano che “Enriqueta non era un’assassina ma un paradigma di una Barcellona povera e disperata, non identificabile con il mostro che venne dipinto dalla stampa.”La ricercatrice inoltre getta un ulteriore velo di dubbio sull’intera vicenda: a suo dire, probabilmente, il sangue rinvenuto nell’appartamento era della stessa Martì che soffriva di cancro all’utero. Le ipotesi di Corominas e di Elsa Plaza sono ancora da confermare ma se così fosse, cosa ne è stato del piccolo Pepito? Angelita e Teresita avevano solo immaginato lo scenario raccapricciante descritto? O realmente Enriqueta Martì Ripollés venne usata come capro espiatorio per giustificare le numerose sparizioni?

fonti

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