Personaggi Storici Viaggio nella storia

Visita ai luoghi del secolo di Milano, dall’editto di tolleranza a quello… dell’intolleranza

A cura di Renato Carlo Miradoli

Intervistato all’indomani del Febbraio del 313, data dell’Editto di Milano o di tolleranza, il quale rese lecite tutte le religioni (e non solo quella cristiana), non sappiamo se un qualsiasi abitante dell’Impero romano, persino se residente proprio a Milano (o, meglio, Mediolanum per chiamare la città con il suo nome latino) avrebbe mai saputo dire di essere consapevole, o meno, delle vicende politiche di quei giorni cariche di una portata storica decisiva per il futuro del potere politico e religioso.

La RIVOLUZIONE EPOCALE dell'EDITTO di MILANO - Milano Città Stato

Né sapremo mai se un pronipote, discendente di costui, il 27 Febbraio del 380 d.C., data dell’Editto di Tessalonica in cui l’imperatore Teodosio il Grande definisce i pagani dementes vasanique, avrebbe potuto attribuire tale iniziativa all’operato di Ambrogio, vescovo sempre della città di Milano.

Eh sì, perché all’azione pastorale in senso lato di Ambrogio bisogna far risalire la politica religiosa di Teodosio, il quale con l’editto di cui sopra (seguito dal Concilio di Costantinopoli del maggio- giugno dell’anno successivo), oltre a definire i pagani come abbiamo detto, proibisce a tutti coloro che non si fossero convertiti alla fede cristiana (quindi vengono esclusi tutti gli eretici, Ariani e Priscilliani inclusi) di fare testamento e di ereditare.

Teodosio I il Grande | L'Eco del Nulla | Rivista di cultura e visioni
Teodosio il Grande

Eppure, Milano fu il luogo comune ai due fatti, ovverosia il luogo della tolleranza verso tutte le religioni da parte dell’impero, nonché dell’intolleranza attraverso il magistero di Ambrogio che si incarica non solo di rimproverare Teodosio in un caso, ma anche di scomunicarlo, in un secondo, e di obbligarlo a un’umiliazione pubblica.

Nel primo caso, infatti, (388 d.C.) Teodosio non può esercitare la propria autorità contro un pogrom antiebraico ad opera del vescovo della città di Callinico sul fiume Eufrate e di un gruppo di monaci furibondi e invasati, nonché invasanti, una plebaglia già inferocita contro gli Ebrei: Teodosio vorrebbe condannare il vescovo a ricostruire a sue spese la sinagoga, ma Ambrogio scrive all’Imperatore e lo minaccia, invitandolo a non procedere contro il vescovo in questione ricordandogli di essere solo l’autorità politica, mentre egli, Ambrogio, è il rappresentante di Dio.

Non sorprende di vedere qui l’evoluzione naturale della teologia politica di Ambrogio, per la quale l’Imperatore non è più come al tempo di Costantino Isapòstolos (‘Ισαπόστολος), cioè uguale agli apostoli: Dio è rappresentato dalla Chiesa e anche il potere laico deve ad Essa obbedire. Tale tendenza dottrinale arriva dunque a proibire da parte dello stesso Teodosio nel 392 i riti e la stessa religione cosiddetta pagana, che ancora sopravviveva legittimamente nel pagus, cioè nella campagna (da cui il nome).

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Sant’Ambrogio

E non distante da questa pastorale aggressiva è la scomunica dell’imperatore Teodosio il quale (anticipatore in questo di un Enrico IV molto più tardi nel tempo e in compagnia sempre dell’arcinoto Gregorio VII) deve supplicare il perdono al vescovo Ambrogio, e a noi piace pensare che la scena (fase anticipatrice appunto dell’episodio di Canossa!) si sia svolta nella splendida basilica di Sant’Ambrogio di Milano (“in quello vecchio là, fuori di mano”, per citare Giuseppe Giusti).

Ecco, dunque, i monumenti e i luoghi che rappresentano questi eventi: la chiesa (ricostruita in stile barocco e neoclassico nella odierna via Torino) di san Giorgio dove la tradizione vuole che si sia svolto il rito della firma dell’Editto di Milano, cioè nel precedente palazzo imperiale, e (inevitabilmente) la splendida basilica di sant’Ambrogio, originale e costruita nel 384 durante il regno del grande vescovo.

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Chiesa di San Giorgio
Basilica di Sant’Ambrogio

E vi prego di scusare il nostro intervistato il quale non si rese decisamente conto in quel giorno di febbraio, mentre egli gironzolava non già nella via dello shopping tradizionale meneghino del sabato pomeriggio, di vivere in un periodo fondamentale per la cultura occidentale essendo spettatore involontario di grandi fatti, sì proprio più grandi lui!   

Una curiosità è la colonna, proprio a lato della facciata dell’attuale Chiesa, vestigia del circo, che proprio di fianco a Sant’Ambrogio vedeva le corse dei cavalli, sulla quale sono visibili due buchi che la tradizione vuole fatti dal diavolo in persona, che a testate cercava di sbollire la propria rabbia per non essere riuscito a far cadere in tentazione lo stesso Ambrogio.

Altri luoghi della Milano imperiale di quel secolo sono visitabili facendo accesso al Museo Archeologico di Milano e nelle vie attigue, ove sorgevano i palazzi imperiali in cui vi fu l’accordo tra i due Augusti, Costantino per l’occidente e Licinio per l’oriente, noto come l’Editto di Milano, anche se le disposizioni dell’Editto furono poi materialmente scritte a Bitinia, mettendo in atto le disposizioni del precedente editto di Galerio del 311 che aveva posto definitivamente fine alla persecuzioni.

All’interno del museo è la riproduzione della pietra miliare, rinvenuta in Siria, sulla quale vi è l’iscrizione in base alla quale abbiamo posto fine alla discussione sulla carica di Ponzio Pilato: Prefetto della Giudea e non Governatore.

Appena fuori la cinta muraria verso il quartiere dei Navigli vi sono gli scavi dell’anfiteatro in Via De Amicis, visitabili e che presto verranno aperti rivelando tutto il manufatto.

Gli scavi hanno recentemente portato alla luce interessanti rinvenimenti.

https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/21_settembre_19/milano-gallerie-segrete-resti-celtici-nuove-scoperte-all-anfiteatro-87fc327e-1955-11ec-af75-f327f3924e85.shtml?fbclid=IwAR2v0s9xkCLNGVSM7ekZvaBAelB3ip_rvWUB9qlttHUUMRjPEPivczoHIVw

Proprio vicino e siete proprio quasi in Piazza XXIV dove inizia il quartiere dei navigli avete anche la più antica chiesa di Milano, la Basilica di Sant’Ambrogio dove la leggenda dice vi fossero le reliquie dei Re Magi.

Ma se proprio volete sapere tutto, ma proprio tutto anche del singolo frammento di capitello corinzio nascosto in qualche anfratto di Milano, visto che siamo in un blog di libri consiglio questa guida edita sempre dal Civico Museo Archeologico di Milano.

Infine ecco un po’ di bibliografia di testi storici per venire proprio preparatissimi!

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