Recensione a cura di Roberto Orsi
“L’italiano a Londra rappresenta una parte “indigeribile” della popolazione… le navi scaricano tutti i generi di Francesca e Maria dagli occhi marroni e di Gino, Tito e Mario dalle sopracciglia a mo’ di scarafaggi. Ora, ogni colonia italiana in Gran Bretagna e in America rappresenta un calderone bollente che fomenta attività politica. Fascismo nero. Caldo come l’inferno”.
La Seconda Guerra Mondiale ha avuto più palcoscenici. Come tutte le guerre, non si è disputata unicamente sui campi di battaglia, non ci sono state solo bombe e cannoni. La guerra si snoda su diversi piani, in contesti e sentimenti diversi anche se con denominatori comuni.
È il caso de “L’ultima crociera” di Chiara Clini. L’autrice propone un romanzo di guerra ma concede ampio spazio alla speranza e ai sentimenti più puri che albergano nell’animo umano, soprattutto nelle situazioni più disperate. Il racconto si concentra sulle vicende legate all’affondamento dell’Arandora Star, una nave da crociera utilizzata dal governo inglese per allontanare dal continente i nemici del Paese e tutti coloro che potevano minacciarne la sicurezza nazionale.

La nave, durante il suo viaggio oltreoceano, venne affondata dal sommergibile tedesco U-47, comandato dal TV Günther Prien, il 2 luglio 1940 nelle acque dell’Atlantico Settentrionale con la perdita di 865 vite umane. A bordo prigionieri italiani e tedeschi.
“E’ la famosa questione del tonnellaggio che piace tanto al gran ammiraglio Doenitz. Non si vince la guerra colpendo solo le navi nemiche: dobbiamo affondare mercantili, petroliere e tutto quello che non è protetto dalla Croce Rossa: per vincere contano le tonnellate.”
All’indomani della dichiarazione di guerra di Mussolini al governo inglese, Churchill ordina di interrogare tutti i possibili sospettati di origine italiana, tedesca e austriaca. Tra loro anche Jacopo Errera, ebreo di origine veneziana, emigrato a Londra prima della guerra, dipendente della BBC, appartenente al movimento antifascista “Giustizia e Libertà”. Convinto oppositore del regime italiano, Jacopo vive la sua vita a Londra, lontano dai genitori che sono tornati a Tel Aviv, e dagli affetti più cari, primo fra tutti l’amico d’infanzia Daniele, che sono rimasti in Italia.
“Adesso però voglio che tu sappia tutto. Non solo i fatti che ti ho taciuto ma anche i pensieri, le emozioni, i dubbi e le paure che ho tenuto per me. O che forse ho taciuto anche a me stessa”
Harriet è una giovane impiegata a Whitehall collaboratrice della Aliens Advisory Committee, l’organizzazione che si occupa degli interrogatori alle persone sospettate di affiliazione al nazifascismo. L’incontro con Jacopo è un fulmine a ciel sereno. Harriet, al termine dell’interrogatorio, è fermamente convinta dell’innocenza dell’italiano. Quando Jacopo, insieme ad altri compatrioti, viene allontanato da Londra e inviato a un campo di prigionia inglese, per Harriet inizia una corsa contro il tempo per salvare una vita innocente.

Wolf è imbarcato sul sommergibile tedesco U-47 in navigazione nelle acque dell’Atlantico. La vita a bordo è dura, difficile, in spazi angusti a stretto contatto con il resto dell’equipaggio, senza la possibilità di scrivere ai propri cari fino al ritorno sulla terraferma. Ogni missione può essere l’ultima, e in guerra tutto è lecito. Anche silurare navi mercantili o navi da crociera cariche di prigionieri di guerra, tra cui diversi connazionali.
L’impostazione narrativa di Chiara Clini si avvicina a quella del romanzo epistolare. I tre protagonisti, Harriet, Jacopo e Wolf sono i protagonisti, a capitoli alternati, di tutte le vicende che si intrecciano in un unico finale. I loro racconti sono resi sotto forma di diari e lettere in cui riversano le proprie memorie, indirizzate alle persone più care.
La speranza di un loro nuovo abbraccio, di una vita più serena al termine della guerra, di un ricongiungimento con i propri affetti, è il motore che li spinge lungo tutta la narrazione. È la speranza che si fa vita, è la vita che riflette la speranza.
I tre protagonisti di fantasia, perfettamente calati nel contesto reale popolato di personaggi realmente esistiti (come l’equipaggio del sommergibile U-47 e i funzionari governativi inglesi), mettono a nudo i propri sentimenti, ma la narrazione da un certo punto in poi rimane a mio parere abbastanza piatta come se il romanzo non decollasse pienamente. Le pagine si soffermano molto di più sull’introspezione dei personaggi. Lo stile di scrittura è scorrevole ma forse rimane una narrazione meno di impatto e più monocorde.

Una lettura che permette di comprendere il destino dei connazionali italiani che nel corso della Seconda Guerra Mondiale dovettero subire ingiustizie e maltrattamenti. Dolce il ricordo da parte dell’autrice per uno prozio, Guido Conti, che visse in prima persona la tragedia dell’Arandora Star.
Pro
Il racconto di una vicenda meno nota e il punto di vista storico che mette, per una volta, dalla parte dei “cattivi” anche gli alleati e non solo i regimi totalitari
Contro
La suddivisione in tre tronconi narrativi, con tre punti di vista differenti, spezzetta un po’ troppo la lettura.

L’ultima crociera – Edizione ebook
Trama
Londra, 1940. Jacopo Abramo Errera, giovane ebreo veneziano, ha abbandonato l’Italia per sfuggire alle retate del governo fascista. Dopo la dichiarazione di guerra di Mussolini, però, il governo inglese lo etichetta come nemico e collaboratore del regime. Il suo è il destino di moltissimi innocenti che hanno raggiunto il Regno Unito: Churchill ha ordinato di rastrellare italiani, tedeschi e austriaci senza distinzione. Così, dopo un breve periodo di detenzione in un campo di prigionia, oltre mille uomini vengono imbarcati sull’Arandora Star, una nave da crociera pronta a dirigersi oltreoceano per allontanare la minaccia. Harriet fa parte della Aliens Advisory Committee, la commissione incaricata di giudicare i cosiddetti “stranieri nemici”. Ha partecipato all’interrogatorio di Jacopo e ha letto nei suoi occhi l’innocenza, oltre che l’anima di un uomo buono e sincero. Se ne è innamorata subito, e vuole salvarlo. Inizia così una disperata e difficile corsa contro il tempo. Wolfgang è un marinaio dell’U-boot che punta i siluri contro la Arandora Star. Stringe tra le mani una copia logora di Moby Dick e passa le giornate d’immersione a pensare che il suo comandante, Gunther Prien, si sia trasformato in Achab, il folle capitano del Pequod. Nel cuore della tragedia, quando l’equipaggio di Prien è pronto a fare fuoco contro la nave, il destino dei tre protagonisti si sovrappone. Chiara Clini, all’esordio nel romanzo, costruisce un affresco storico di grande portata, un commovente e intenso racconto a più voci.