Letture condivise

Lettura condivisa di febbraio: i commenti dei lettori a “La piena. Blackwater vol.I” di Michael McDowell

A febbraio siamo stati a Perdido, in Alabama, travolti da “La piena” primo volume della saga Blackwater, edito da Neri Pozza-Beat. Un libro che a molti non ha convinto, mentre altri sono curiosi di conoscere le sorti dei Caskey
Questi i commenti dei lettori che hanno parteciapto alla lettura condivisa.

Valentina Ferrari
Una lettura semplice sia nei contenuti che nella prosa che non mi ha lasciato molto, nemmeno un briciolo di curiosità di scoprire come si evolve la storia, nonostante copertine e formato veramente accattivanti. Non so, magari sono partita prevenuta per via del genere che sfocia nel fantastico/horror, ma proprio non è una lettura nelle mie corde.

Natascia Tieri
“La piena” è il primo volume della saga Black Water. È un libro molto particolare, fluido e stuzzicante. Elinor, la protagonista, è un personaggio che incuriosisce e che personalmente mi ha portato a comprare il secondo volume per capire chi è realmente.
La copertina è molto bella, particolare e attira l’attenzione.

Laura Pitzalis
So di essere una voce fuori dal coro ma questo primo volume della serie Blackwater di Michael McDowell non mi ha assolutamente coinvolta. L’unica cosa degna di attenzione è sicuramente la splendida copertina e la bellezza del prodotto editoriale, dalla scelta della carta al formato.
Due sensi sono stati coinvolti nella lettura, l’olfatto e il tatto: ho sentito l’odore putrido del fiume e la viscosità del fango, forse perché , anche se con conseguenze molto meno catastrofiche, ci sono passata nella brutta esperienza di un alluvione.
Ma nient’altro, né sussulti di paura, né suspence, né fiato sospeso. Le poche scene “da brividi” le ho trovate molto scontate tanto da prevederle con largo anticipo.
Il romanzo è una intensa narrazione letteraria dove poco per volta vengono inseriti horror e violenza ma per nulla paurose, colmo, soprattutto nella prima parte, di luoghi comuni e con pagine un pochino soporifere.
Anche la figura di Elinor, si capisce subito che è un’entità sovrannaturale, non so perché ma mi ha ricordato Mary Poppins in versione gotica: come lei anche Elinor arriva improvvisamente a Perdido, non si sa da dove, non si sa chi sia. Come Mery Poppins dai suoi gesti o parole non traspare mai una emozione, un personaggio algido senza nessuna empatia se non per i bambini che l’adorano.
E poi il finale, che non è un finale di romanzo ma di capitolo o di puntata di una serie tv. Che ti lascia con tante domande non risposte e con un racconto non finito. E se questo a molti incuriosisce nutrendo la voglia di saperne di più e quindi di leggere anche gli altri libri della saga, a me ha infastidito molto, pensavo che i volumi della serie fossero autoconclusivi.
Almeno per ora, non continuerò con la saga.

Isabella Novelli
Una lettura molto leggera e scorrevole. Una storia piacevole, ma un prodotto tutto sommato commerciale,libri che sono fatti in modo da continuare una storia che potrebbe tranquillamente essere raccontata in un volume unico.Tutto condito con una piccola quantità di mistero sul personaggio di Ellinor, su cui ruota tutta la narrazione. Il primo libro l’ho letto molto velocemente, sugli altri mi riservo se continuare o meno. Certo un po’ di voglia di proseguire c’è,ma cinque volumi sono davvero impegnativi.

Ivana Tomasetti
Stampato a puntate nel 2022 in Francia, dove ha riscosso un enorme successo, ora appare in Italia con scadenza quindicinale. La copertina colpisce subito l’occhio: lucida e in rilievo si contraddistingue per l’originalità sia nel colore che nel formato. Anche il prezzo minimo ha la sua importanza. Vista la cornice, il lettore viene subito attratto. Per quanto riguarda il contenuto, dobbiamo riscontrare un passatempo accattivante, una trama apertissima con rivelazioni terrificanti che entrano nel fantastico, colpi di scena preparati e prevedibili. Nel primo volumetto si racconta ciò che avviene dopo la piena del fiume a Perdido in Alabama nel 1919. Elinor conquista un posto della comunità, ma a ben guardare di lei non si sa nulla, tranne che ama l’acqua e che senza mostrarlo apertamente riesce a manipolare chi le sta intorno. Perde la sua caratteristica di preminenza la matriarca Mary-Love, madre dello sposo, che riversa il suo astio sulla nuova arrivata, al contrario degli altri personaggi, totalmente ammaliati. In questa prima parte le donne sono descritte come manipolatrici dell’altro sesso. Un’altra tematica è il conflitto razziale nell’America di quegli anni. Non ho potuto immedesimarmi nei personaggi, distanti per il loro carattere inquietante, vittime o manipolatori. Nel libro si incontrano diversi generi letterari: l’analisi psicologica, i conflitti familiari, il fantasy, l’horror, la paura dell’ignoto che contagia il lettore che non si sente tranquillo finché non vedrà una conclusione. Le molteplici descrizioni danno l’immagine della semplicità del linguaggio, ma nello stesso tempo mostrano una narrazione intensa e magnetica dal ritmo rapido. Non manca una vena di ironia che in qualche scena sfiora la comicità. Una lettura piacevole e non impegnativa, l’idea delle puntate la fa assomigliare al feuilleton di antica memoria, pur con i dovuti distinguo.
Se vi piace il genere è per voi, ma anche se vi piace la copertina!

Maria Giacomotti
Premetto che ho letto solo il primo volumetto della saga. Devo dire che ho apprezzato la tipologia di edizione tascabile ed in particolare la copertina.
La storia e’ a mio parere molto banale e prevedibile. Non c’ e’ approfondimento storico ne’ un’analisi approfondita dei personaggi. Non saprei definire il genere letterario. Non si tratta ne’ di un romanzo storico, ne’ di un fantasy e tanto meno di un romanzo horror.
La figura principale del romanzo, Elinor sara’ senza dubbio una strega del fiume che l’ alluvione ha risvegliato.
La scrittura fortunatamente e’ fluida e scorrevole e la lettura si porta a termine in un paio di giorni. Per ora non sono stimolata a continuare e a portare a termine la saga. Aspettero’ che arrivino le copie nella mia biblioteca.
Senza dubbio Neri Pozza ha compiuto una perfetta operazione di marketing !!

Maria Marques
“La Piena” è il primo volume di di una saga che trasporta il lettore nel profondo sud degli Stati Uniti all’inizio degli anni ’20 circa. In una città immaginaria, Perdido in Alabama, colpita da una alluvione che ha reso inagibili abitazioni e strade, una misteriosa ragazza dai capelli rossi, Elinor, viene ritrovata in un albergo. La famiglia Caskey accoglierà Elinor le cui vicende si intrecceranno con i suoi componenti e con gli altri abitanti della cittadina.
Ma chi è questa ragazza? Disseminando le pagine di particolari, l’autore con una prosa semplice e veloce, incuriosisce il lettore, divagando con storie parallele, leggere e poco incisive. Personaggi prevedibili e appena abbozzati si prestano a popolare questa saga.
Nonostante la curiosità di scoprire come vada a finire questa storia e chi sia Elinor, non credo che andrò avanti nella lettura dei volumi successivi.

Eliana Corrado
Inizialmente questo primo volume della serie su cui Neri Pozza ha fatto un lancio strepitoso, mi aveva lasciata tra il tiepido e il deluso. In “La piena”, di per sè, succede poco: a Perdido la piena dei due fiumi che la attraversano inonda e distrugge la cittadina e piega le attività economiche e commerciale, in primis le segherie dei Caskey, tra le famiglie maggiorenti della città. Durante un viaggio di ricognizione, proprio uno dei Caskey si imbatte in Elinor che, misteriosamente, è uscita indenne dalla catastrofe: asciutta e serena, se ne sta sul letto dell’Hotel infracidato dall’acqua. Chi sia in realtà, come sia arrivata fin lì (non è del posto) e perché o cosa la abbia portata a Perdido è avvolto tra menzogne e non detto. Il salvataggio di questa donna e il suo successivo incontro con Mary-Love, (che potremmo definire un po’ la decana del paese) innestano una serie di scaramucce e schermaglie: sembra quasi che le due donne si fiutino come cani, si abbaino contro e si studino. La storia procede come una “comune” saga: elementi di horror non pervenuti, se non in maniera blanda; scrittura semplice e lineare; scossoni al lettore praticamente zero. Eppure… eppure resta la voglia di scoprire come vada a finire, che evoluzione avranno i personaggi. Quindi, se da un lato sono rimasta delusa (il clamore generato e innestato non è, per me, giustificato o sorretto da nulla), dall’altro si è insinuata in me la voglia di leggere ancora le vicende dei Caskey e capirne di più, sperando che, di volume in volume, ci sia un po’ più di carne al fuoco.

Roberto Orsi
Neri Pozza in queste settimane ha deciso di portare sul mercato italiano una serie di romanzi scritti da Michael McDowell nel lontano 1983. Con una manovra commerciale di sicuro impatto, la casa editrice ha deciso di pubblicare i sei romanzi lanciandoli sul mercato a distanza di due settimane uno dall’altro.
“La piena” è il primo della serie ed è il romanzo che abbiamo letto in condivisa questo mese. Partiamo dal presupposto che commentare il primo romanzo di una serie come questa non è facile. Troppe le cose “irrisolte” al termine della lettura, le questioni aperte tra i personaggi, i dubbi del lettore insinuati in modo sapiente dallo scrittore. Se si rimane affascinati dalla storia di Perdido, in Alabama, è fondamentale continuare la lettura della serie.
I riferimenti storici, almeno in questa primo volume, latitano. La storia di fantasia si basa su una città realmente esistente ma ridisegnata dall’autore a proprio piacimento per piegarla alle esigenze narrative.
La città è adagiata alla confluenza dei due fiumi Perdido e Blackwater. Il sipario si apre su un paesaggio affranto e desolato dopo la piena dei due fiumi che hanno ricoperto di acqua e fango tutta la città. Fa la sua comparsa fin dalle prime pagine una donna misteriosa rimasta per quattro giorni isolata in una stanza di albergo. Come sia sopravvissuta alla piena è un mistero. Oscar Caskey, la mette in salvo e da quel momento la sua vita non sarà più quella di prima. Inizia in questo momento, nel 1919, la saga famigliare della città di Perdido. Storie di donne e uomini che vengono raccontati dall’autore in una tridimensionalità di sfaccettature probabilmente nel corso di tutta la serie. Ecco perché in questo primo libro c’è il rischio di rimanere poco soddisfatti per i pochi dettagli e il ritmo lento della narrazione. Personalmente mi è rimasta la voglia di scoprire “dove va a finire” la storia dei Caskey e delle altre famiglie dei Perdido. La scrittura è fluida, i colpi di scena non sono molti all’interno della narrazione ma mi aspetto qualcosa di più nel proseguire dei volumi.

Fabiola Màdaro
Sono entrata in ritardo in questa condivisa perché avevo deciso di allentare un po’ l’acquisto compulsivo, ma poi complici una copertina strepitosa e il fatto che questa serie di romanzi sia stata consigliata dal mio amato Stephen King ci ho ripensato e ho deciso di unirmi a questa avventura. E ne sono felice perché devo dire che questo primo capitolo della saga mi ha convinto a continuare. Sembra inizialmente lento, ma in realtà essendo una saga lunga, l’autore ha dato molto spazio alla descrizione dei personaggi, offendo a noi lettori una visione tridimensionale e completa dei loro caratteri. Sono pochi gli approfondimenti storici, è vero, ma mi sono lasciata “travolgere” dall’onda di questo misterioso personaggio che appare come portata dalla piena. C’è mistero, ci sono le storie di tre famiglie che ai intrecciano, c’è la presenza ingombrante dei due fiumi che sono nel bene o nel male protagonisti indiscussi. Proseguitò sicuramente la serie… anche perché sono troppo belli.

Luigia Amico
Sarò abbastanza scontata ma ammetto che la prima cosa che mi ha colpito di questo primo volume è stata la splendida copertina, impossibile non ammirarne la particolarità. Per quanto riguarda la trama non so, non mi ha convinto in toto…un po’ lenta e con pochi colpi di scena, la caratterizzazione dei personaggi è labile, in alcuni casi scontata e banale. È una lettura che, a mio avviso, va presa senza alte aspettative, godibile, leggere e ottima per trascorrere qualche ora di relax. La “non conclusione” e la voglia di scoprire la reale natura di Elinor incuriosiscono il lettore spingendolo, in alcuni casi, a continuare la saga, cosa che sicuramente farò.

Mara Altomare
Considerando che per me tutto ciò che la casa editrice Neri Pozza tocca diventa oro, avevo grandi aspettative nei confronti di questo libro… non del tutto soddisfatte, specialmente per l’aspetto degli spunti per gli approfondimenti storici, che ho notato, in questa condivisa, non sono stati ricchi e diffusi come nelle passate… ma ho gradito il tipo di approccio a quest’opera che mi trasmette originalità e mi invoglia a scoprire il seguito… la copertina affascinante, la maneggevolezza del libro, l’idea dell’uscita ravvicinata a puntate, (che ricorda le serie tv) la leggerezza e scorrevolezza… tutto concorre a soddisfare l’intento dell’autore, e cioè che non debbano esistere “ostacoli tra il lettore e la lettura”. Un’ esperienza di lettura un po’ fuori dalla mia “zona confort”, ma comunque gradita.

Anna Maria Viola
Lettura piacevole, scorrevole e in alcuni tratti molto curiosa. Due personaggi in contrasto fra loro, la misteriosa Elinor e la suocera Mary Love: io non so da che parte stare, perché se la seconda sembra la classica suocera che si vuole tenere il figlio tutto per sé, Elinor ha delle connotazioni davvero inquietanti. Continuerò col secondo volume. Devo dire però che non ho trovato grandi attinenze tra questo libro e i temi di solito trattati nel gruppo.

Michela Vallese
Mi risulta molto difficile parlarvi di questo libro senza collegarlo alle uscite successive. I singoli volumi non sono auto-conclusivi e credo che quest’opera vada considerata nel suo insieme. Leggere il primo volume è come sfogliare solo il primo capitolo di qualsiasi altro libro.
Appena l’ho cominciato la prima impressione è stata: “Che libro strano! Due tipi in barca per le strade di una città sommersa dalla piena…chissà che cercano??”
Non riuscivo a capire se mi stava piacendo oppure no (e forse non ne sono sicura neppure ora che ho letto il terzo).
Di una cosa però ero certa…volevo saperne di più!!!
La mia conclusione è che, nella sua semplicità, questo è un libro che crea curiosità. E oltretutto non è così banale come sembra.
Questi racconti, passatemi il temine, sono “plastici”, adattabili a d un ampio raggio di lettori. Possono creare svago, suspense, oppure un sacco di domande, ma niente è lasciato al caso. La suddivisione della storia, i nomi dei protagonisti, i caratteri dei personaggi che spesso sembrano ridicole caricature, Perdido che tradotto significa “perduto”, tutto sembra essere studiato per indurre il pubblico alla lettura.
Per concludere Devo comunque spezzare una lancia a favore della mitica Mary-Love che tutti odiate così tanto! A me ricorda tanto Willy il Coyote, cerca in tutti i modi di ostacolare gli altri a suo favore, ma alla fine le si ritorce sempre tutto contro! E comunque è l’unica che non si fa ammaliare da Elinor “il pesce-gatto”!

Donatella Palli
L’idea di pubblicare a puntate il libro, come ho saputo da altri commenti, non è stata di Neri Pozza ma dell’autore stesso e per questo perdono gli editori. Comunque i romanzi d’appendice di fine ottocento, penso a Wilkie Collins o Dickensen stesso, erano pieni di fascino e veramente il lettore non vedeva l’ora di leggere il seguito. Questo, a me, non è successo per il primo volume di Black Water: “La piena”. Una prosa piatta con pochissimi riferimenti storici, dei personaggi insulsi ,banali, avidi, ma descritti come si potrebbe fare in un tema scolastico, dialoghi scontati. Forse per me non era il momento giusto per leggerlo e sicuramente mi sbaglio, visto il grande successo riscontrato altrove ma ,confesso , qualche volta l’ho trovato irritante. Mi dispiace ma non mi ha incuriosito sapere chi è Elinor.

Daniele Chiari
Lettura leggera ma scorrevole, con pochi riferimenti storici ma comunque accattivante, al punto che ho già letto i primi 3 volumi e sono in attesa del quarto, previsto in uscita il prossimo 28 febbraio.
Non si tratta certamente di un capolavoro, ma ne consiglio comunque la lettura per qualche ora di svago senza particolare impegno.

Raffaelina Di Palma
1919. Siamo in una cittadina dell’Alabama che si chiama Perdido dove scorrono due fiumi: il Perdido e il Blackwater che, dopo una pioggia durata molti giorni esondano, allagando la città e facendo danni economici rilevanti. Gli abitanti si salvano ritirandosi in collina. Dalle profondità della città sommersa si materializza Elinor, una donna enigmatica con un oscuro disegno…è lei che apre le porte di questa saga. L’incipit che continua a piacermi molto sembra preannunciare un horror da far rabbrividire, invece, mi ritrovo a leggere una lotta fredda tra due donne: le quali si contendono lo stesso uomo, Oscar, combattuto da Mary-Love, la madre e da Elinor, la moglie, della quale si innamora a poco a poco agevolandola così in una posizione salda all’interno della comunità. Attraverso la matriarca, Mary-Love, la vera “influencer” della piccola comunità e di tutte le donne che ne fanno parte, lo scrittore sottolinea l’aspetto sociale: il nodo centrale della storia è la figura della donna nella società dell’epoca. La società di stampo patriarcale è solo una facciata, in realtà sono le donne a tenere le fila dei giochi. Gli uomini vengono ritratti come burattini, lo stesso Oscar si fa “manipolare ” dalla madre e da Elinor. (Questa parte non mi è piaciuta). Caratteristica fondamentale di questa serie horror è che non ci troviamo di fronte a una letteratura dell’orrore pura e diretta. La Piena, è una storia dove horror e violenza vengono svelate volta per volta all’interno della narrazione. Lo definirei un horror soft, un giallo “attenuato”, non troppo marcato in cui coesistono allegorie inquietanti attraverso le quali l’autore esprime e il lettore interpreta. Spunti surreali, creazioni fantastiche, una lettura curiosa, un pò bizzarra. L’autore ha esplorato a fondo il mistero che racchiude l’uomo, le sue debolezze e i paradossi che lo caratterizzano. Leggendola da questa angolazione, alla fine, risulterà una lettura gradevole: un intervallo veloce e godibile. Una lettura che, comunque, non mi ha entusiasmato ; gli manca il mordente per essere un giallo.

Milena Lecca
“La piena” è il primo dei sei volumi in cui, su precise indicazioni del loro autore, è suddivisa la saga Blackwater.
Contrariamente alle ottime recensioni lette, io invece ho trovato la storia e i personaggi piuttosto banali e poco stimolanti. Anche il contesto storico, l’Alabama di inizio ‘900, è proposto in maniera abbastanza superficiale. Sarà pure classificato come gothic-horror ma io personalmente ci ho trovato poco sia dell’uno che dell’altro. L’unico elemento che tiene in piedi la narrazione è la misteriosa Elinor e i suoi contrasti con la suocera Mary-Love. Alla fine della lettura anche a me è rimasta la curiosità di capire chi (o cosa) sia in realtà questa strana donna, ma non abbastanza da convincermi a proseguire la lettura degli altri volumi della saga.

Maria A. Bellus
“non lo so”… per ora il libro non mi ha entusiasmato se non per una piccola ripresa del ritmo nell’ultima parte. La lettura è scorrevole anche se un po’ piatta in alcuni tratti ma i personaggi mi hanno coinvolto e penso continuerò a leggere le altre uscite se non altro per poter esprimere un giudizio più completo che credo ,si potrà avere solo alla fine di tutti i libri.

Daniela Castagnino
Blackwater è una saga cult negli Stati Uniti che risale al 1983 ed ora per la prima volta è pubblicata in Italia.
La Piena è il primo volume che ci fa immergere subito nell’atmosfera della saga: seguiamo la famiglia Caskey nella piccola città di Perdido in Alabama all’inizio del XX secolo.
Un’alluvione ha inondato l’intera città e in un hotel allagato viene trovata Elinor, una misteriosa ed enigmatica ragazza dai capelli rossi.
Il romanzo non è lungo ed è molto scorrevole.
La trama, in parte fantastica, è ricca di avvenimenti strani ed inquietanti.
Il primo volume è l’introduzione ad una storia che sicuramente diventerà più complessa ed intrigante nel corso delle prossime uscite.
Una menzione speciale per la stupenda copertina.
Per ora credo mi fermerò qui con la lettura. Può darsi che in futuro, trovando i libri in biblioteca, io decida di proseguire.

Silvia Lucia Mapelli
Neri Pozza traduce per la prima volta in italiano questa saga scritta all’inizio degli Anni Ottanta, la impacchetta in copertine Zoolander (“belle belle in modo assurdo”) e pubblica i volumi a cadenza quindicinale, come da espressa volontà del defunto autore. Ne risulta un “effetto feuilleton” che, immagino, sia esattamente ciò che era nelle intenzioni di McDowell: al lettore vengono date in pasto le vicende della dinastia Caskey a dosi volutamente contenute; il lettore si scoccia a non sapere come va a finire; il lettore sarà portato a leggere anche il seguito, che arriverà anch’esso a piccole dosi ma in un tempo congruo, per evitare che il livello di curiosità si abbassi (specifico questo dettaglio della volontà di McDowell, che fece pubblicare con questo criterio anche l’edizione originale nel 1983, per sollevare da qualsiasi dubbio sulla buona fede editoriale di Neri Pozza: non sono stati loro a smembrare un’opera unica in sei tronconi per farci la cresta, ma l’autore che ai tempi concepì il tutto con queste modalità – che Neri Pozza ha ripreso pari pari senza inventarsi nulla – probabilmente per simulare un effetto vintage da vecchio romanzo d’appendice).
Un mix tra Dallas e la narrativa dei Penny Dreadful, mi sentirei di dire. Le peggio persone che si fan tra loro le peggio cattiverie nell’Alabama degli Anni Venti (nostalgici dei villain à la J.R.?… consolatevi qui), con una pennellatina di creepy-horror.
Non svolta la vita, ma è piacevole e leggero quanto basta per prendere in considerazione il proseguimento della saga. Va da sé che se la vostra priorità di lettura è godervi un bel background storico, questo non è un titolo che fa per voi… Gli Anni Venti si intravedono, ma è giusto un baluginare tra le righe.

1919. Le acque nere e minacciose del fiume sommergono la cittadina di Perdido, Alabama. Come gli altri abitanti, i ricchissimi Caskey, proprietari di boschi e segherie, devono fronteggiare il disastro provocato dalla furia degli elementi. Ma il clan, capeggiato dalla potente matriarca Mary-Love e dal figlio devoto Oscar, dovrà anche fare i conti con un’apparizione sconvolgente. Dalle viscere della città sommersa compare Elinor, donna dai capelli di rame con un passato misterioso e un oscuro disegno: insinuarsi nel cuore dei Caskey.

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