Personaggi Storici TSD Crime

Le rubriche del lunedì: TSD Crime – L’avvelenatrice di Roma

Articolo a cura di Giuliano Conconi

Locusta fu uno dei due principali assassini seriali del periodo antico. Le fonti classiche (Svetonio, Tacito, Apuleio) ne tramandano le sue gesta e il nome ma non sappiamo quante persone siano morte a causa sua.

Tutta Roma, all’epoca, era a conoscenza del fatto che, se qualcuno avesse voluto avvelenare un avversario politico o un rivale in amore, si sarebbe dovuto rivolgere alla spietata e infallibile Locusta.

Fu questa sua incredibile fama, appena sussurrata ma capace di attraversare tutti i quartieri cittadini, dai più popolari ai più esclusivi, a far sì che la criminale fosse contattata nel 54 d. C. da Agrippina. La richiesta era chiara: Claudio, l’Imperatore di Roma, suo marito, doveva morire per permettere al figlio, Nerone, di salire al trono.

Non sappiamo con certezza quante vittime fece l’avvelenatrice: tuttavia Claudio non fu la prima, per il semplice fatto che Locusta era già nota ad Agrippina (altrimenti la moglie dell’Imperatore non si sarebbe certo rivolta a lei).

Un anno dopo l’episodio accennato, nel 55 d. C., Nerone stesso, a lei debitore del suo successo, non esitò a schierarsi in suo favore quando venne accusata di aver avvelenato un altro personaggio di spicco. Locusta venne fisicamente salvata dall’esecuzione sommaria di chi l’aveva catturata grazie all’intervento dei Pretoriani.

Il favore che Nerone dimostrò verso l’assassina mise in allarme tutta Roma: l’avvelenatrice era immune dall’arresto, dunque chiunque poteva venire ucciso. Da quel momento non solo per gli avversari del regime ma anche per i cittadini comuni qualsiasi coppa di vino o qualsiasi banchetto, poteva essere l’ultimo.

Quando Britannico, figlio di Claudio e pretendente al trono, accusò Nerone di essere un usurpatore, l’avvelenatrice venne incaricata di uccidere il rivale del protettore. Ne andava della sua stessa vita, e questo Locusta lo sapeva perché aveva ormai nemici ovunque, e il mormorio di pochi anni prima era diventato un urlo di vendetta: a Roma, da ormai troppo tempo, agiva una spietata assassina e andava fermata a qualsiasi costo.

Come arma scelse il veleno e come procacciatrice quella Locusta che già aveva liquidato Claudio. La donna, in quel momento in carcere per vari reati, confezionò un infuso che gli stessi pedagoghi di Britannico, vendutisi all’Imperatore, somministrarono alla vittima. Ma Locusta sbagliò dosi e il tossico non ebbe effetto: Britannico se ne liberò con un provvidenziale flusso del ventre. Nerone ne fu allarmatissimo ché il cattivo esito dell’attentato, insospettendo la vittima, avrebbe reso problematico quello successivo. Svetonio racconta che il principe richiamò la fattucchiera e la percosse accusandola di aver propinato a Britannico non un veleno, ma una purga. Dopodiché seduta stante, davanti ai suoi occhi, la obbligò a preparare una pozione meno blanda. Locusta si mise trepidante all’opera e, quand’ebbe finito, il veleno fu sperimentato su un capriolo che, cinque ore più tardi, morì. Ma cinque ore erano troppe, per cui si dovette aumentare la dose e ricuocere l’intruglio, ottenendone una più alta concentrazione. Quando finalmente la nuova miscela fu pronta, la si diede da bere a un porco, che ne restò fulminato. Stessa sorte, da lì a poco, subì Britannico” (GERVASO 1990, pp.110-111).

Con questo colpo Nerone si assicurò il regno per gli anni a venire e Locusta mise al sicuro la sua carriera omicida. Almeno fino al 68 d. C., anno del suicidio di Nerone e dell’arresto dell’avvelenatrice, condannata a morte per ordine del nuovo Imperatore, Galba.

Con Locusta senza dubbio ci troviamo al cospetto di un’assassina spietata e senza scrupoli, tuttavia è lecito porsi il dubbio: può in qualche modo aver anticipato la figura del serial killer vero e proprio?

Tratto dall’ebook di Giuliano Conconi, “Pulsione Omicida – I serial killer nella storia”, Primiceri Editore.

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