Narrativa recensioni

Axel Thorkild. Il signore dell’isola di Man – Roberta Strano


Recensione a cura di Raffaelina Di Palma

“Axel Thorkild, il Signore dell’isola di Man,” di Roberta Strano, pubblicato nel febbraio 2022, da Antipodes, è il terzo e ultimo capitolo di una trilogia ambientata tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo nella Scandinavia medievale, in cui racconta la vita del giovanissimo Axel, figlio – erede del conte norvegese Hans Thorkild e Isolde Olsen.
Il medioevo scandinavo è un periodo storico che è stato, ed è ancora, poco esplorato dagli scrittori e dalla letteratura in generale.

Nella storia che si snoda attraverso tre tempi, si delinea agli occhi del lettore il fascino di quella terra nordica, dai ghiacciai perenni, che fanno da sfondo ai maestosi fiordi del freddo mare del Nord percorso da impetuosi venti; protagonista della storia è anche il mitico Artico che rivela, dal bianco accecante dei ghiacci, al verde intenso delle immense foreste tutta la sua bellezza.

Ampia e profonda è l’analisi psicologica che Roberta Strano fa di Axel il protagonista: spirito inquieto che combatte con il suo demone interiore; quella creatura che egli stesso ha fatto nascere, assillato dal mistero della sua nascita. Ha imparato a nascondere le paure, i desideri, le speranze, ma tutto questo lo condanna alla solitudine.

“Udiva nell’aria il respiro affannoso, pesante, di quella figura impacciata. Questa si avvicinò ed egli riconobbe in quell’ombra Fra’ Martin, il cellario dell’abazia, Fra’ Martin era uno dei monaci che più guardavano con disprezzo il giovane Axel. […]
«Ti domandi sempre perché tutti ti scrutiamo, ti maltrattiamo. Ma davvero non sai chi sono i tuoi genitori? Noi lo sappiamo da molto tempo grazie alla tua protettrice! Il tuo posto non è questo, tu sei il figlio del peccato e ti vorremmo tanto fuori da qui».”

La protettrice cui si riferisce il cellario dell’Abazia nella quale è rinchiuso Axel, è suor Agnes, la Badessa del convento di Hamar: è l’unica a conoscere la vera storia del ragazzo ed è l’unica a sapere che Axel è l’unico, legittimo erede alla corona. La suora è disposta a qualunque cosa pur di portarlo sul trono anche per un proprio tornaconto…

Alle volte mi domando perché io sia qui, se il mio futuro sarà servire la Chiesa oppure solo quello di ricevere una buona educazione cristiana per espiare i peccati dei miei genitori, ma nessuno mi parla chiaramente. I loro peccati sono stati realmente così gravi da non poterne parlare apertamente? O non è ancora giunto per me il momento di conoscere tutta la verità?

Mentre leggo questa storia quello che più mi attira e mi interessa è il profilo psicologico dei personaggi che l’autrice cura con particolare interesse: personaggi dei quali descrive la fragilità ma anche la forza.

La trilogia prende il via con la battaglia di Hastings anno 1066. Nel primo volume si narrano gli antefatti che si svolgono tra la Norvegia, la Normandia e l’Inghilterra e riguardano personaggi storici realmente esistiti.
Guglielmo II, duca di Normandia e Harald III, re di Norvegia, si contendono il trono di Inghilterra ancora nelle mani di Edward il Confessore.

Il cognome Thorkild è un chiaro richiamo a “Thor”, dio del tuono e della tempesta, il quale personifica la forza e, nella saga, la scrittrice, va oltre l’estensione fisica valorizzando la forza, il temperamento, il carattere, il valore interiore dei personaggi.
Tutta la narrazione si connette agli ultimi eventi che sono relativi allo sviluppo del lungo processo che porta alla crisi e al conclusivo crollo della civiltà di uomini che hanno personificato le regioni nordiche; i Vichinghi.
In questa narrazione, l’autrice, cita lo ”Zeitgeist”, lo spirito dei tempi, quando la frontiera tra “visibile e invisibile” esercitava quell’attrattiva propria che avvolge il Medioevo europeo con il suo affascinante patrimonio, ricco di costumi e usanze, di riti che creano atmosfere surreali: costituendo il contesto perfetto per realizzare grandi opere.
L’alto Medioevo ha fuso il mondo germanico in quello latino, creando l’anima europea: un concetto moderno, attualmente ancora valido, soprattutto oggi che l’Europa è unita dal sistema monetario.

Il terzo volume ”Axel Thorkild, Il Signore dell’isola di Man”, offre un ritratto a tutto tondo di quell’epoca tanto sfaccettata quanto fondamentale per raccontare in quell’undicesimo – dodicesimo secolo, le vicissitudini di Axel Thorkild.
Il peregrinare, infatti, sarà un vero calvario per il protagonista punteggiato da intrighi e giochi di potere. Dal rapimento al momento della nascita, ai tentativi di abusi sessuali su di lui: l’abisso che dà la stura al vaso di Pandora della pedofilia nella chiesa cattolica; momenti nella trama che si tingono di giallo.

In quel momento ricordò le parole della Priora e si convinse che lei gli avesse detto tutta la verità sulle sue origini. Suo padre era stato un membro della famiglia reale, su questo non c’era davvero alcun dubbio. Ma perché, però la Badessa, potente com’era, non era riuscita a evitare il suo rapimento?

E poi c’è Freya, il loro amore contrastato, il loro allontanamento, è un altro grande dolore per Axel. Vengono divisi con la forza, lei è costretta a sposare un altro e forse non si incontreranno più. Continueranno la loro esistenza travolti da un futuro imposto da leggi di successioni dinastiche.

È un viaggio introspettivo per il giovane Axel che lo porterà a conoscere luoghi e paesi nuovi tra cui anche la Sicilia: dove prenderà parte alla spedizione dei normanni guidati da Ruggero I d’Altavilla allo scopo di cacciare gli arabi dall’isola.
Non è facile incunearsi in una trama che intreccia combattimenti, complotti, passione, tradimenti: pagine di grande magnetismo in cui l’autrice descrive lo stupore del giovane protagonista alla scoperta di un mondo a lui sconosciuto, ma nel quale si sente completamente inserito, ne condivide la mentalità e l’ideale aspirazione di una pacifica convivenza già attuata da Ruggero II e poi dal nipote Federico II di Svevia-Altavilla.

Tutti fingiamo altrimenti, ma il nostro passato non ha frontiere e il male trova sempre uno scorcio per infiltrarsi con il suo contagioso veleno e non ci sono barriere, né geografiche, né storiche, se non la nostra conoscenza e la nostra cultura per affrontare e andare incontro al futuro.
I capitoli corti ne fanno una lettura piacevole e scorrevole arricchendo la fascinosa estensione a sorpresa, come il taglio delle pagine di un libro intenso.

Trama
Axel Thorkield. Il signore dell’isola di Man. Terzo e ultimo capitolo di una saga ambientata tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo nella Scandinavia medievale, che racconta la vita e le vicende del giovane Axel, figlio-erede del conte norvegese Hans Tohorkield e di Isolde Olsen. Ampio spazio è concesso alla psicologia del protagonista, animo tormentato, assillato da demoni interiori e dal conflitto tra bene e male, e dalla permanente interrogazione sui perché della vita. Vita che sembra destinata al Chiostro ma che inaspettatamente conoscerà una svolta, costellata di successi e delusioni, intrighi, avventure, congiure di palazzo e amori impossibili. Un viaggio interiore ma anche propriamente geografico, saranno infatti tanti i luoghi contemplati nell’odissea personale di Axel, tra cui la Sicilia, in cui si narra della spedizione dei Normanni guidati da Ruggero I d’Altavilla al fine di cacciare gli arabi dall’isola. Sullo sfondo d’imponenti scogliere, cascate,
castelli e monasteri, molteplici gli spunti di riflessione suggeriti dal romanzo, caleidoscopio che sembra proiettare tutte le ombre e le luci dell’esistenza umana di ieri, oggi e domani.

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