Recensione a cura di Roberto Orsi
“Cosa sarebbe Roma senza un complotto?” – Papa Alessandro VI
Poche dinastie solleticano l’immaginario collettivo degli appassionati di Storia come quella dei Borgia. Fiumi di parole sono state scritte su di loro, film e serie televisive sono state girate e trasmesse in tutto il mondo per raccontare le gesta, gli amori, gli intrighi e le alleanze di questa chiacchierata famiglia.
Con questo secondo volume della serie “La saga dei Borgia. Un solo uomo al potere”, Alex Connor riprende la narrazione dove aveva chiuso il libro precedente (di cui potete leggere qui la recensione). Carlo VIII ha conquistato Napoli e il regno del Sud Italia, ma il suo esercito soffre le pene dell’inferno per una epidemia di peste e mal Francese che ha colpito la città. Rodrigo Borgia, papa Alessandro VI, ha lasciato che il re di Francia riuscisse nel suo intento di recuperare il trono dai d’Aragona per vedere salva la sua posizione di pontefice.
Il suo potere a Roma è al culmine, il nepotismo più sfrenato ha permesso al papa di posizionare i propri figli illegittimi in cariche di grande prestigio. Il primogenito Juan è a capo dell’esercito pontificio nonostante la sua acclarata pochezza militare, mentre il secondo figlio avuto da Vannozza Cattanei, Cesare Borgia, ha intrapreso malvolentieri la carriera ecclesiastica.
Lucrezia Borgia è andata in sposa a Giovanni Sforza, in nome di una conclamata alleanza con la famiglia Milanese che domina la città ducale grazie a Ludovico il Moro. Il quarto figlio, Jofrè, sposo di Sancia d’Aragona, figlia illegittima del re Alfonso II, consente alla famiglia un’alleanza con la corona di Spagna.
“Il papa aveva salvato Roma. E Roma, come un cane bastonato, si inginocchiò ai suoi piedi calzati da pantofole chinando la schiena in segno di supplica e piegando la testa di fronte alla lama della spada dei Borgia.”
La narrazione di Alex Connor abbraccia circa due anni di Storia. Si apre sulle vicende napoletane, all’indomani della conquista da parte di Carlo VIII e si conclude nel tragico mese di giugno del 1497, con un tragico fatto di sangue che coinvolge da vicino la famiglia dei Borgia. La scintilla che scatenerà la rovinosa caduta, raccontata nel terzo e ultimo romanzo della serie.
In mezzo, un turbinio di complotti, alleanze, intrighi a corte, battaglie e morti sanguinolente. I nemici dei Borgia sono innumerevoli a partire dal cardinale Giuliano Della Rovere, colui che aspira a tutti i costi al soglio pontificio, in cerca di alleanze per detronizzare definitivamente il papa spagnolo. Con lui la famiglia degli Orsini, animati da un profondo odio nei confronti dei Borgia che si perpetrerà nel corso degli anni con episodi di grande violenza.
E ancora, re Carlo VIII che ha mal digerito la beffa che Rodrigo gli ha giocato con la creazione della Lega Santa, insieme alle città di Milano e Venezia fra tutte, per scacciarlo da Napoli e dalla penisola italiana.
“L’inesauribile energia di Alessandro VI stupiva chiunque lo incontrasse: il suo prodigioso desiderio di complotti da ordire, di donne e di sollazzi sfiniva molti uomini più giovani di lui.”
L’autrice ci racconta le dinamiche di una famiglia complicata, i cui figli crescono in un contesto difficile, con un padre ambizioso guidato da istinti primordiali a causa dei quali non si preclude mai nulla. Prova ne siano i quattro figli illegittimi avuti dall’amante Vannozza Cattanei e la grande lussuria che lo porta a sedurre la bellissima Giulia Farnese.
I rapporti interni ai membri della famiglia sono complicati e molto spesso tesi allo scontro: amore e odio legano Juan e Cesare Borgia. Come fratelli sono consapevoli di avere lo stesso sangue che scorre nelle vene ed entrambi sono animati dalla volontà di proteggere il buon nome dei Borgia e mettere l’onore della famiglia al primo posto dei loro valori. Eppure, le occasioni di dissidio sono diverse: Cesare non accetterà mai di dover cedere il passo a Juan per la carriera militare e dover indossare l’abito cardinalizio.
Il livore nei confronti del fratello maggiore si acuisce sempre più nel corso della narrazione, per raggiungere l’apice nel momento in cui l’esercito pontificio subisce una grave sconfitta sul campo a opera degli Orsini.
Cesare è un leone in gabbia: la volontà e il desiderio di servire lo Stato Pontificio guidando un esercito sono lampanti e non riesce a tenerle a freno. Ma Papa Borgia sembra non avere intenzione di modificare i piani già predisposti. Stravede per Juan e ripone in lui tutta la fiducia che ha disposizione.
“Sono nato con una macchia. Il marchio dei Borgia. Ho cercato di essere diverso da quello che sono. E ho fallito. E, se nel frattempo ho fallito con voi, ne sono davvero dispiaciuto.”
Lucrezia Borgia, più in secondo piano in questo volume della serie, è invischiata in un matrimonio che non la soddisfa. Giovanni Sforza, signore di Pesaro, non è il marito che avrebbe sempre voluto; spesso sfocia in atti di violenza, è rude e sgarbato. Anche la convenienza politica di questa unione ha cessato di essere. Rodrigo Borgia vorrebbe un compagno più adatto per la propria figlia.
“Pensai allora, come poi feci spesso anche nei mesi a venire che a lei non interessasse il matrimonio, né avere un marito, e che Roma, schiacciata sotto i piedi dei Borgia, fosse la sua unica vera casa.”
Intanto a Firenze è cambiata l’aria: lo splendore con cui l’avevano ricoperta i Medici si è mutato nell’ostracismo e il proibizionismo voluti da Girolamo Savonarola. Il frate, dal pulpito di San Marco, si scaglia contro la simonia, il nepotismo e la corruzione che invadono come gramigna le stanze del Vaticano. Il suo obiettivo è quello di riportare la Chiesa sui binari della Fede e dell’insegnamento del Cristo, anche a rischio di essere scomunicato come eretico. E in Giuliano Della Rovere, Savonarola trova un alleato inaspettato quanto opportuno…
“Ci libereremo di questo Papa Borgia, di queta goffa tartaruga, ma non sparandole sul guscio, bensì rovesciandola e strappandole il cuore”.
Un libro di 320 pagine che si leggono di un fiato, con lo stile narrativo di Alex Connor che non lascia tregua al lettore. Un inseguirsi di dialoghi intimi, incontri di letto e scontri verbali, si alternano a scene di guerra, battaglie e strategie militari. Ma sono soprattutto le dinamiche famigliari a rendersi protagoniste di questo racconto. L’istinto, la voglia di prevalere, la ricerca di una posizione di privilegio e prestigio guidano le azioni di questi uomini e donne che si trovarono, molto spesso, un potere più grande di quello che riuscivano effettivamente a controllare.
“Un solo uomo al potere” è il titolo di questo secondo volume: in più fasi della lettura viene da chiedersi chi sia questo uomo davvero solo al potere, capace di indirizzare le decisioni politiche di uno Stato intero come quello pontificio. Fu veramente Rodrigo Borgia abile a gestire in autonomia il suo regno? O fu piuttosto Cesare, con la sua ostentata spregiudicatezza e il suo cinismo a tenere le redini di quel governo? Le malignità e i pettegolezzi che da secoli ruotano attorno ai Borgia vengono qui presentate sotto forma di pettegolezzo. Alex Connor le inserisce all’interno della narrazione come dettagli che si inglobano nell’unicum del mondo borgiano, facendoci capire come molto spesso il passaggio da calunnia a verità sia più facile di quanto immaginiamo.
Con uno stile leggero e veloce, senza l’utilizzo di termini troppo ricercati ma con un occhio alla storicità dei dialoghi e degli atteggiamenti (frutto anche di un ottimo lavoro di traduzione), la saga dei Borgia scivola via tra le dita con una facilità di lettura disarmante.
Trama
I Borgia sono al culmine del loro potere. Sono in molti a temere la loro ambizione, avidità e violenza. In pochi osano sfidarle: solo personalità come il vendicativo cardinale Della Rovere, il grande re Carlo VIII e il fanatico Savonarola. Circondato dai nemici, papa Borgia si affida al suo spietato e carismatico figlio Cesare, che tuttavia non intende farsi ingabbiare nel ruolo di cardinale. Mentre Lucrezia cerca di sottrarsi al matrimonio con un rampollo degli Sforza e Carlo VIII si prepara a invadere l’Italia per soggiogare Alessandro VI, i tumulti nelle strade di Roma arrivano a minacciare il Vaticano. E quando il papa decide di promuovere l’arrogante figlio Juan a capo dell’esercito pontificio, la rivalità tra i fratelli raggiunge picchi pericolosi. L’errore di giudizio di Alessandro VI sarà così grave da scatenare un vero bagno di sangue: un disastro che travolgerà ogni cosa sia dentro che fuori le mura del Vaticano.