Narrativa recensioni

La bastarda degli Sforza – Carla Maria Russo

Recensione a cura di Roberto Orsi

Carla Maria Russo è indiscutibilmente tra le migliori scrittrici di romanzi storici in Italia. A partire dal lontano 2005 con la pubblicazione del suo primo romanzo storico “La sposa normanna”, che racconta le vicende di Costanza d’Altavilla, l’ultima erede della dinastia che ha guidato il Regno di Sicilia per anni, l’autrice ha appassionato migliaia di lettori con i suoi romanzi storici.

“La bastarda degli Sforza”, con la sua prima edizione nel 2015, appartiene di diritto a quella categoria di libri long-sellers senza tempo. La vita di Caterina Sforza, colei che ottenne l’appellativo di “Tygre di Forlì”, viene affrontata a tutto tondo partendo dal momento della sua nascita come figlia illegittima di Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, e l’amante Lucrezia Landriani. Ragazzina indomita e ribelle, appassionata delle arti prettamente maschili a quel tempo, come la caccia e il combattimento, fu educata alla stregua dei personaggi maschili della famiglia. Ebbe un rapporto molto stretto con la nonna paterna Bianca Maria Visconti, dalla quale ricevette una educazione ferma, decisa, che le forgiò un carattere volitivo, ma con un occhio sempre fisso al bene della famiglia e della dinastia.

Caterina Sforza

“Possibile che nessuno si accorga di quanto sto male? Che nessuno avverta un briciolo di pietà, un po’ di affetto per me?”

Un rapporto di odio e amore verso il padre Galeazzo Maria Sforza e l’eterna consolazione ricevuta dalle “due madri” Lucrezia Landriani e Bona di Savoia, moglie ufficiale del padre, contraddistinguono una giovinezza bruciata dalle manovre politiche perpetrate ai suoi danni dal Duca di Milano e dal consigliere Cicco Simonetta che la diedero in sposa a Girolamo Riario, nipote di Papa Sisto IV. L’unione con lo sposo Riario fu un trauma che segnò indelebilmente l’acrimonia della giovane Caterina nei confronti degli uomini, soprattutto di coloro che le avevano rubato l’innocente gioventù.

“Io non avevo diritto di recriminare, non dovevo considerarmi una vittima, né incolpare nessuno di nefandezza. Solo capire che il mondo è questo, rozzo e brutale, che l’interesse del casato, la sopravvivenza della stirpe e la conservazione del potere sono valori molto più importanti del destino del singolo.”

Divenuta Signora di Imola e Contessa di Forlì, prima come moglie di Girolamo Riario, poi come reggente del figlio Ottaviano, ebbe il via la parabola ascendente nel firmamento della Storia. Al centro di una situazione politica intricata come quella Rinascimentale nella penisola italiana, Caterina riuscì a non farsi piegare dai giochi di potere in cui personaggi del calibro di Sisto IV e Alessandro VI, Lorenzo De’ Medici e Ludovico il Moro la facevano da padroni, e la cui storia prosegue  nel successivo titolo “I giorni dell’amore e della guerra”.

Il distacco definitivo dalla famiglia di origine, verso cui continuerà a nutrire rispetto ma senza quell’amore che ci si aspetterebbe, la portò a legare la sua sorte a quella dei Riario.

Sorte legata a doppio filo a quella di Papa Sisto IV. Fino a quando avrebbero mantenuto una posizione di prestigio sullo scacchiere politico italiano? Cosa sarebbe stato di Girolamo Riario dopo la morte di Papa Della Rovere?

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Galeazzo Maria Sforza

Tra alleanze matrimoniali, congiure, tra cui ricordiamo quella ai danni del padre Galeazzo Maria nel 1476, altro colpo inferto alla personalità di Caterina, assedi e battaglie, Carla Maria Russo ci racconta la vita di una donna che, un po’ per nascita, un po’ per indole, cercò di prendere tutto il possibile dalla vita. Una donna che seppe distinguersi in un mondo difficile e molto frammentato.

L’autrice è abile nel restituire gli stati d’animo dei protagonisti a partire da Caterina stessa, attraverso intermezzi raccontati in prima persona come una sorta di diario in cui la Tygre riavvolge il nastro della propria vita. Singoli episodi, prima alla corte di Milano e successivamente nelle sue terre di Romagna, che la portarono a conoscere l’odio, l’orrore, la violenza e l’ignominia. Una corazza protettiva andò a formarsi attorno al cuore di Caterina, divisa tra il rancore verso chi l’aveva usata come pedina politica e il senso del dovere e obbedienza verso la propria famiglia, soprattutto del Duca Galeazzo Maria.

girolamo riario - Società Agricola Riario Sforza s.s.
Girolamo Riario

Carla Maria Russo ha una capacità di scrittura innata con dialoghi che sembrano direttamente emergere dalle cronache del tempo. L’intreccio tra le dinastie e gli accordi politici rinascimentali, sono raccontati con una maestria incredibile. Il complicato torna a essere semplice, grazie alla giusta dose di informazioni, necessarie al lettore per comprendere il contesto senza perdersi nei meandri di nomi, cognomi e parentele.

Il ritmo segue l’alternarsi delle vicende: aumenta ed è impetuoso nei momenti più crudi, rallenta e diventa dolce e armonioso laddove è l’animo dei protagonisti a dover risplendere. E qui spicca tutta la bravura di questa autrice.

In un arco temporale che va dal 1463 al 1488, il romanzo racconta non solo la vita di Caterina ma di un’intera epoca, meravigliosa dal punto di vista Storico, quando splendore e ricchezza delle arti nelle grandi città si contrapponevano al sangue dei morti in battaglia o a causa di infami congiure.

Editore ‏ : ‎ Piemme (8 marzo 2016)
Lingua ‏ : ‎ Italiano
Copertina flessibile ‏ : ‎ 365 pagine
ISBN-10 ‏ : ‎ 8868368048
ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8868368043
Link d’acquisto cartaceo: La bastarda degli Sforza
Link d’acquisto e-book: La bastarda degli Sforza

Trama

1463. In una Milano splendida e in subbuglio dopo l’ascesa al potere di Galeazzo Maria Sforza, tiranno crudele e spietato ma anche amante delle arti e della musica, nasce Caterina, figlia illegittima di Galeazzo, la quale fin da bambina dimostra qualità non comuni e uno spirito ribelle: impossibile imbrigliarla nell’educazione che sarebbe appropriata per una femmina, ama la caccia, la spada, la lotta. Una sola regola sua nonna Bianca Maria riesce a inculcarle nell’animo: la necessità, per una nobildonna, di pagare il privilegio della sua nascita accettando il proprio destino, qualunque esso sia, per il bene del casato cui appartiene, anche a costo di tradire la propria natura. Per questo, quando è costretta a nozze forzate per salvare il ducato da una pericolosa guerra scatenata dal papa Sisto IV, Caterina subisce il matrimonio e, con esso, gli orrori perpetrati dal marito, che si rivela tanto violento quanto pavido e imbelle. Quando però, dopo la morte improvvisa di Sisto IV, loro protettore, si troverà coinvolta in una serie di feroci scontri tra gruppi di potere e opposte fazioni, il suo palazzo assalito e distrutto, la vita sua e dei figli in gravissimo pericolo, ritroverà lo spirito battagliero e il coraggio indomabile di un tempo e combatterà come e meglio di un uomo, lasciando un segno così indelebile nella vita di chi la ama e di chi la odia da guadagnarsi l’appellativo di Tygre.

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