Il San Bernardo è forse il cane più famoso al mondo e, nell’immaginario collettivo, ha al collo una piccola botte contenente del brandy, cosa che è diventata un po’ un suo simbolo.
In realtà, quella della botticella è una invenzione di un pittore, l’inglese Edwin Landseer, che nel 1831, nel quadro Mastini delle Alpi che rianimano un viaggiatore in difficoltà dipinse due cani di San Bernardo (questo il nome corretto) impegnati in una operazione di soccorso, uno dei quali porta al collare un piccolo barilotto per il brandy.
Il dipinto divenne subito popolarissimo e nacque così la leggenda.
I cani però non hanno mai portato brandy ai dispersi in montagna. Essendo un vasodilatatore l’alcol può essere pericoloso, se non addirittura letale, in caso di assideramento, perché non scalda, ma anzi comporta una perdita di calore corporeo.
In realtà questi animali, in origine noti con il nome di mastini delle Alpi o cani di Barry e impiegati come animali da trasporto, non da soccorso. Ma furono addestrati come tali nelle località montane.
E questo risale all’XI secolo, quando Bernardo di Mentone (poi divenuto santo) – da cui, appunto, i cani hanno poi preso il nome – costruì un rifugio sulle Alpi per i pellegrini. È proprio presso l’ospizio che, secondo le cronache e la tradizione, venne selezionata la razza di cane San Bernardo che oggi conosciamo bene come icona del salvataggio in montagna.
Questi cani allevati dai monaci dell’ospizio non erano propriamente dei cani da valanga, ma erano fondamentali alleati per i lavori più pesanti, inoltre grazie al loro formidabile senso di orientamento e il loro incredibile fiuto, durante l’inverno in caso di forti nevicate loro costituivano una garanzia per ritrovare la strada che riconduceva all’ospizio.
Ma abbiamo detto che questi cani sono noti anche come cani di Berry.
Chi era Berry? Per questo dobbiamo andare nel 1800, quando presso l’ospizio del Gran San Bernardo, nacque il cane Barry.
Tecnicamente un cane come gli altri, alla prova dei fatti però, Barry dimostrava capacità e carattere ben oltre ogni aspettativa.
Si dice che Berry abbia salvato ben 40 vite da morte certa fra le nevi delle alpi e molte sono le leggende nate intorno a lui, come quella secondo la quale abbia trasportato sul dorso un bimbo ferito per quasi 40 Km, ma al riguardo non c’è traccia documentale.
Di sicuro, però, Barry ha lasciato un ricordo talmente straordinario che oggi il suo corpo imbalsamato è ancora visibile presso il museo di storia naturale di Berna.
Curiosità aggiuntive
La risonanza per la razza arrivò nel 1800, quando i militari delle truppe di Napoleone, colpiti dalle doti di salvataggio di questi cani, ne diffusero la fama in tutta Europa. Pare che la regina Vittoria d’Inghilterra ne possedesse una coppia.
La denominazione di “Cane di San Bernardo” si ha solo nel 1862, e per la stesura del primo standard di razza si dovrà aspettare il 1887.