Narrativa recensioni

Il fazzoletto di Géricault – Daniela Olivieri

Recensione a cura di Serena Colombo

Marie Claire, Thomas, Fantin, Léontine, Doudou, Felicien: sono i nomi dei protagonisti di questo particolare, ma interessante libro, portato in libreria nei mesi scorsi da Rossini Editore.
Un libro che si compone di 6 racconti, ciascuno dei quali ruota intorno a questi personaggi, tutti diversi, tutti con una patologia diversa, accomunati dall’essere tutti, “ospiti” del Salpetriere, il noto ospedale per malattie mentali.
Ogni racconto di questo breve e agile libro ne ripercorre la storia, le vicende, le malattie: dall’invidia alla ruberia patologica, dalla mania del gioco alla troppa malinconia.
Sei vicende davvero tristi che l’autrice racconta con tono neutro, a tratti freddo, vicende che hanno alla base spesso l’essere dei derelitti, abbandonati dalla famiglia, come Marie Claire, che si ritrova ad essere sola al mondo troppo presto, e che vive nell’indifferenza più nera da parte degli altri.

Per quale ragione era rimasta sola tutta la vita, dopo l’allontanamento dalla madre? Non è che non sapesse il perché, non sapeva semplicemente come dirlo, il perché. Era stato troppo alto il prezzo pagato per l’indifferenza degli altri: un’esistenza invisibile a margine della vita vera.

Malati affetti da ossessioni più disparate: rubare, comandare, giocare, che si ritrovano a dover fare i conti con sè stessi e con la rovina alla quale hanno portato le loro famiglie.

Ma ad accomunare questi sei personaggi c’è un’altra cosa: tutti e sei sono i cosiddetti “alienati di Géricault”, ovvero i protagonisti di alcuni tra i ritratti più belli fatti dal pittore Théodore Géricault, ospite come loro del Salpetriere per un certo periodo di tempo.

Théodore Géricault che nel cuore di quell’oasi verde trovava requie alle sue ansie, dopo una brutta disavventura a Fontainebleu, dove alcuni pescatori, diceva lui, avevano preso a seguirlo minacciosamente senza una chiara ragione.

Il pittore, infatti, autore del più famoso La zattera della Medusa (leggi l’articolo su TSD) intorno al 1822 manifestò una forma depressiva (secondo alcuni causata dalle critiche alla sua arte, sofferte per la sua straordinaria sensibilità, secondo altri causata dalla situazione sentimentale) che lo portò a rivolgersi al giovane e già noto alienista dottor Etienne-Jean Georget. Durante la sua permanenza al Salpetriere e in virtù di un rapporto di reciproca stima con il dottore, Gericault realizzò 10 ritratti di alienati monomaniacali, ritratti in cui l’artista riuscì a ritrarre i tratti tipici delle singole manie. Ritratti vividi, acuti, di cui ne restano 6, ovvero quelli dei 6 personaggi ripercorsi e raccontati dall’autrice in questo libro.

Doudou sbalordì alla vista di così tanti dipinti, appoggiati a terra o appesi alle pareti: particolari anatomici e teste mozzate così vere da rinnovargli con un brivido la memoria delle ghigliottine a cui aveva assistito tanti anni prima.

I sei personaggi si ritroveranno tutti, per un motivo o per un altro al funerale dell’artista, a cui, per un motivo o per un altro si sentono legati e, forse, debitori.
I personaggi sfilano sotto gli occhi del lettore che a volte, per alcuni, riesce anche a coglierne la tristezza dietro le loro manie. Uno su tutti quello che apre il libro e che vede protagonista Marie Claire (che è anche quello che mi è piaciuto di più). Mentre in altri ne resta un po’ fuori, molto estraneo.
Un libro, nel complesso, interessante e da leggere per approfondire e forse capire che dietro a ogni mania e/o malattia psichica c’è una causa, ci sono delle radici che hanno radici molto profonde.

Citazione preferita: il gioco rende socialmente paritari, annulla le distanze e premia la vittoria, sopra ogni principio.


PRO

l’argomento, diverso dalle solite storie. Il tipo di tagli narrativo.

CONTRO

un tono un po’ troppo monocorde, senza molta emozione (il che potrebbe, tuttavia, anche essere un pregio, dipende dai punti di vista); dei passaggi narrativi un po’ troppo bruschi, poco sfumati.

Trama
“In quell’unica seduta di posa, furono i silenzi di entrambi a dare voce al ritratto.” Nella Francia sconvolta dai cambiamenti di fine Settecento e inizio Ottocento, si animano le vicende di Marie Claire, corrosa da invidia patologica; Thomas, monomane del comando militare; Léontine, affetta dalla mania del gioco; Doudou, ladro per ossessione; Fantin, rapitore di bambini; Felicien, l’uomo “troppo” malinconico. Sei vicende umane legate da un unico filo conduttore: la figura del pittore Théodore Géricault, che a questi “alienati” dedica un ciclo di ritratti dall’incredibile forza attrattiva.

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