Recensione a cura di Laura Pitzalis
Akdeniz. Mittelmeer. Hayam Hatikhon. Ilel Agrakal. Deti Mesdhe. Al-Bah. R al-Abyad. Al-Mutawassit. Mare bianco. Mare di mezzo.
Mediterraneo.
Perché Mediterraneo? Perché è il Mediterraneo che ha…
… partorito così tante civiltà, così tante idee, così tanti mondi, e – perché no? – così tante guerre e tanti inganni.
Il Mediterraneo quindi come punto d’incontro-scontro di tante culture, di mescolanza d’idee.
Il titolo di primo acchito potrebbe far pensare a una storia d’immigrazione, Mediterraneo inteso come flusso migratorio. In effetti, è sempre stato al centro dell’immigrazione, quello che accade oggi ci coinvolge di più ma non c’è niente di diverso da quello che è accaduto nel passato.
Di quest’aspetto nel libro ci sono solo degli accenni
Belisario alzo gli occhi dal libro e guardo in direzione del mare che nasconde segreti. Il mare da, il mare toglie, pensò. Ma oggi il Mediterraneo restituisce più cadaveri che pesci.
Oppure…
Seduto sul bordo di una barca da pesca tirata in secco si dedicò alla lettura dei giornali sullo smartphone: ovunque rimbalzava la foto di un poliziotto turco con in braccio un bambino senza vita, un piccolo profugo siriano di due anni affogato giorni prima non lontano da li. Con una stretta nel cuore, guardo in direzione del mare, facendo correre lo sguardo.
Il Mediterraneo presta il nome al titolo del romanzo di Barbera ma non ne è il protagonista. Insieme al “labirinto”, che altro non è che la nostra esistenza
Se la vita è labirinto la morte è via d’uscita, gli venne da pensare
è il filo conduttore del racconto: il mare in senso logistico, il labirinto in senso metaforico accompagnano come un sottofondo musicale la storia, una musica che immagino tipicamente wagneriana. Wagneriano inteso come aggettivo che definisce il gusto per il bizzarro, lo scientifico ma soprattutto che perora la melodia infinita.
Infinito o meglio il “non finito” un concetto che alla nostra mente sfugge perché non riusciamo a concepire una cosa senza un inizio. Ma questi non sono che i limiti della nostra mente, limiti che ci portano a non capire e a rendere il mondo e le nostre vite per molti aspetti incomprensibili, un mistero.
Siamo esseri tridimensionali e vediamo le cose come appiattite in 3D, ma e quasi certo che vi siano dimensioni nascoste, da qualche parte.
Ed è proprio il mistero il vero protagonista del romanzo, non una persona ma un’idea, un’idea affascinante anche perché nella nostra vita ogni cosa che ci capita ha un alone di mistero, e Barbera nel romanzo lo rende molto bene, forse anche troppo bene: molti aspetti di questo romanzo sono e resteranno un mistero. Molti interrogativi posti dalla storia che Barbera ci racconta, rimangono aperti per cui sarà il lettore a dare una sua spiegazione secondo la propria sensibilità e immaginazione.
Un libro ricco di idee filosofiche che però l’autore adatta alle necessità narrative con qualche strappo alla logica e alla razionalità che richiederebbe un saggio e tanta immaginazione, visionarietà e poesia.
Non lasciatevi impressionare da queste tematiche, godetevi il romanzo come se doveste contemplare un’opera d’arte senza necessariamente comprendere tutto.
E questa è l’originalità del lavoro di Gianluca Barbera: intrigante come tutte quelle cose che non rivelandosi del tutto ti lasciano quella curiosità che ci fa pensare, riflettere, agire e quindi “muovere” il tutto. Se il mondo e le nostre vite sono per molti aspetti incomprensibili, anche un romanzo può esserlo.
Amico mio, non ci sono limiti, l’avrai capito. Posso solo dirti che senza la scienza il mondo sarebbe un deserto. Aristarco e il suo eliocentrismo ante-litteram. Aristotele e la sua attitudine al rigore classificatorio. Archimede e il suo pionierismo tecnologico. Ipazia e il suo coraggio. Alhazen, dai mille talenti. Leonardo, il genio universale. Copernico, a cui dobbiamo più di quanto crediamo. Galileo, senza il quale chissà dove saremmo ora. Su Newton, non c’e bisogno di spendere parole. Faraday, Maxwell, Marie Curie, Planck, Bohr, Hawking, Penrose, Feynman,e quanti altri ancora!
Il lungo e laborioso cammino della scienza: dove saremmo senza di loro? Certo, nessuno è insostituibile. Se non ci fossero stati loro, altri ne avrebbero preso il posto: la curiosità umana è inarrestabile, la più grande forza del creato!”
E io, che pensavo di leggere un romanzo “normale”, mi sono trovata a leggere un caleidoscopio di storia, miti, filosofia, fisica… oltre l’aspetto thriller/fiction del libro che, a mio parere, sembra ricoprire un ruolo di secondo piano: l’attore non protagonista che serve per esaltare e amplificare il protagonista.
Un romanzo corale dove le storie sono tante ma appartengono a un’unica idea unificante, a un’unica matrice. Come un puzzle, o un mosaico, che visto da vicino confonde ma da lontano risulta chiaro. Un libro rappresentato benissimo dall’incipit, “Io qui celebro il mistero”, e dalla frase latina finale “E pluribus unum”, formula filosofica per dire che tutto è uno e uno è tutto.
La struttura narrativa del romanzo mi ricorda quella di Bulgakov in “Il maestro è Margherita”, quando parla di Gesù e Ponzio Pilato. Anche Barbera nel raccontare i miti, le leggende, gli eventi storici e biografici, (il loro inserimento “in continuità” nel racconto se nelle prime pagine mi ha confuso non poco, l’ho poi trovato geniale!), lo fa dando risalto allo spessore umano delle persone.
Arianna e Corinne che “spettegolano” su Teseo, o Socrate che dialoga con i suoi discepoli poco prima di morire in modo molto spiritoso. E ancora, il simpaticissimo dialogo tra Diogene e Alessandro Magno, o Maometto che in punto di morte chiede a Hasfa di tirare le tende perché sta per scoppiare un temporale e lui ha paura dei tuoni …
Partendo dalle fonti ha ricostruito l’evolversi dei fatti in modo del tutto personale, con dialoghi e movenze poco auliche ma “vere”, reali e perciò di facile e piacevole lettura. Numerosi sono i rimandi, dei veri e propri feedback, che un po’ disorientano e ti rallentano perché tutto in questo romanzo è spiegato facilmente e in modo complicato, insieme.
Un dualismo voluto dall’autore per arrivare ad aprire delle porte su mondi impensati, impenetrabili, incomprensibili: sta a noi attraversale e lasciarci trasportare in un’avventura che oltrepassa spazio e tempo.
Io l’ho fatto e mi sono trovata nel sancta sanctorum del paganesimo, nel cuore del Cristianesimo, nel momento della fondazione dell’Islam e di nascita della scienza.
Sono affascinata dalla cultura greca dove ha origine la filosofia e la sublimità umana, attratta dalle figure (umanizzate in modo esemplare da Barbera) di Gesù e Maometto.
Penso che gli episodi del ritrovamento del Quinto Vangelo, scritto da Gesù, e degli ultimi giorni di Maometto insieme al racconto dell’incendio della Biblioteca di Alessandria, siano i momenti culmine di tutto il romanzo, quelli che mi hanno coinvolta maggiormente, forse perché fatti che non conoscevo.
Un libro particolare, per molti ma non per tutti, che merita però di essere letto, anche se più di una volta fa “perdere la testa”, perché ti fa entrare in una dimensione nuova, presentandoti in forma romanzata alcune teorie della fisica quantistica che contemplano la possibilità di altre dimensioni oltre a quella che noi percepiamo come realtà: la possibilità dell’esistenza di universi paralleli.
Trama
«La verità è che sto scappando. Qualcuno mi sta addosso.» È l’e-mail inquietante che Giovanni Belisario riceve dal figlio Christian, da tempo lontano da casa e ora, a quanto pare, incappato in qualche guaio sull’isola di Creta. Nel messaggio c’è una richiesta di denaro, la promessa di ulteriori spiegazioni, insomma tutto ciò che serve per mettere in allarme un genitore e indurlo a partire.
Ma arrivato in Grecia, Giovanni scopre che il giovane non è più lì. Forse è a Istanbul. Forse a Gerusalemme. In un viaggio scandito da messaggi vocali, indizi, incontri e incidenti, Belisario s’immerge nel Mediterraneo, in ogni senso, mentre la caccia all’uomo si accompagna a una ricerca quasi filosofica sulle tracce di radici antiche. Su queste sponde infatti sembra di poterli incontrare tutti: da Arianna a Persefone, da Epicuro a Maometto … E anche la scomparsa di Christian appare legata a un oggetto molto particolare, capace di unire passato e futuro. Un oggetto che qualcuno sta cercando senza sosta e a qualsiasi costo. «Saremo anche rane che nuotano in uno stagno ma quale stagno ha partorito così tante civiltà, così tante idee, così tanti mondi, e – perché no? – così tante guerre e tanti inganni?» riflette Belisario, intento alla sua Odissea di terra in terra e di porto in porto.
Intrigante e colto, il nuovo libro di Gianluca Barbera riesce nella vertiginosa impresa di combinare avventura e romanzo filosofico, echi di spy story e tragedia classica, in un intreccio tanto appassionante quanto sorprendente.
Editore: Solferino (17 giugno 2021)
Lingua: Italiano
Copertina flessibile: 240 pagine
ISBN-10: 8828206942
ISBN-13: 978-8828206941
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