Mese Storico Viaggio nella storia

Mese Storico TSD: le invenzioni “salva-estate” – l’estate nel… Mediterraneo!

Il mese di agosto sta volgendo al termine e con esso, per molti ma non per tutti, anche le vacanze, la cui storia ed evoluzione abbiamo già affrontato su TSD ( qui si può leggere un articolo specifico sulle vacanze nel Novecento), quando il mare perde quella connotazione curativa per diventare svago.
Di preciso, però, quand’è che il Mediterraneo, oggi tra le mete preferite dai più, diventa luogo di vacanza estiva?
Anche questa, infatti, delle vacanze estive nel Mediterraneo, può essere considerata a suo modo una invenzione salva-estate. E sorprenderà sapere che non è sempre stato così.
Perché forse non tutti sanno che nel 1873 la contessa Marija Baskirceva, aristocratica russa – che per ragioni di salute non può tornare in patria con la sua famiglia – giudica terribile la prospettiva che le si para davanti, ovvero trascorrere i mesi più caldi dell’anno in quella che si chiamerà di lì a poco Costa Azzurra che è, udite udite, deserta. Nel suo diario, la contessa scrisse: «Le estati a Nizza mi uccidono. Non c’è nessuno, mi viene da piangere e soffro. Si vive una volta sola. Passare un’estate a Nizza è come perdere metà della propria vita».

Marija Baskirceva

Ma come, Nizza d’estate era deserta?
Ebbene sì.
Nizza, Cannes, Mentone, erano certo mete predilette dalle aristocrazie del Nord Europa, soprattutto russi e inglesi: nel 1874 la zarina Maria Aleksandrova trascorse un periodo nella cittadina, ospite della contessa Adele di Roccasterone, moglie del sindaco; nel 1875, con il completamento della ferrovia Genova-Nizza, molte cittadine del Ponente entreranno nei più prestigiosi itinerari di viaggio; la promenade d’Anglais è già famosa grazie anche ai Savoia.

Così come tutta la Riviera ligure, in particolare Sanremo, sono stelle del mare.
Ma questo valeva per l’inverno. Fino ad allora, infatti, i turisti erano detti hivernant (letteralmente: coloro che «svernano») e gli albergatori facevano una gran fatica a trattenere fino al mese di maggio la clientela internazionale. Figuriamoci, poi, a tenerla lì nei mesi estivi.

Restare al mare e soprattutto in «Costa Azzurra durante l’estate era semplicemente inconcepibile, anche per una questione di convenienza mondana. E se proprio ci si doveva rimanere, “era meglio non farsi vedere da nessuno” (citaz. da “La moda della vacanza” di Martini e Francesconi – Einaudi).

La costa atlantica era la prediletta: Ostenda, Dieppe Deauville, Biarritz, San Sebastian. Del resto, sin dai tempi della Restaurazione e per parecchi decenni, la Corte francese trascorreva tutte le estati a Dieppe portando con sé la buona società della capitale. Ed è del 1848 il cosiddetto «treno dei mariti» che da da Parigi, il sabato pomeriggio, portava alle località della Normandia e ne tornava il lunedì mattina, in modo da consentire ai capifamiglia di trascorrere la domenica con moglie e figli che lì soggiornavano.

Quanto al Mediterraneo, però, è tutta un’altra cosa: nel periodo estivo lì ci vanno solo gli italiani. Almeno fino alla Prima guerra mondiale. È solo allora che il Mediterraneo diverrà meta estiva internazionale.

La guerra aveva messo in ginocchio, se non azzerato del tutto, la vecchia aristocrazia di origine fondiaria. Il ceto emergente è quello della borghesia urbanizzata, in cerca di momenti di svago dai ritmi serrati legati alle esigenze produttive. E in Europa iniziano ad arrivare nuovi turisti: tra il 1917 e il 1919 decine di migliaia di soldati yankees vengono sistemati negli hotel della Costa Azzurra. Ne restano stupiti e stentano a comprendere perché disertare le coste mediterranee d’estate, dove il clima è sicuramente più favorevole rispetto a quello delle loro dove le estati sono torride.

Ed ecco, allora che il nuovo corso viene segnato. E a dircelo è il romanzo “Tenera è la notte”, di Francis Scott Fitzgerald, pubblicato nel 1934 in America, ma ambientato alla metà degli anni Venti in Costa Azzurra. La protagonista, una ragazza americana, arriva a Cap d’Antibes una mattina di giugno del 1925:

«Sulla bella costa della riviera francese, a mezza strada tra Marsiglia e il confine italiano, sorge un albergo rosa, grande e orgoglioso. Palme deferenti ne rinfrescano la facciata rosata, e davanti a esso si stende una breve spiaggia abbagliante. Recentemente è diventato un ritrovo estivo di gente importante e alla moda; dieci anni fa, quando in aprile la clientela inglese andava verso il Nord, era quasi deserto».

Ecco, l’invenzione dell’Estate da trascorrere sul Mediterraneo è ormai compiuta!

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