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Storia di un profumo

Articolo a cura di Maria Marques

Il mio profumo è come un mattino italiano di primavera dopo la pioggia: ricorda le arance, i limoni, i pompelmi, i bergamotti, i cedri, i fiori e le erbe aromatiche della mia terra. Mi rinfresca e stimola sensi e fantasia.

Che ne pensate? Vi sembra un’ottima pubblicità? E se vi dicessi che queste parole furono scritte nel 1708? Chi ne fu l’autore?

Andiamo con ordine e preparatevi a conoscere un personaggio avvolto da una nube di… profumo! 

Nel 1600 con il termine aqua mirabilis s’indicavano una serie di acque aromatiche, di diversa composizione, che avevano benefici curativi; verso la fine del secolo grazie a Paolo Feminis questo termine identificò una soluzione alcolica profumata che diventerà poi una fragranza che ancora oggi conosciamo. La formula di questa composizione Feminis la passò poi a un altro italiano, Giovanni Maria Farina nato proprio oggi ma qualche secolo fa, precisamente l’8 dicembre del 1685, in una famiglia di contadini e commercianti piemontesi. Giovanni Maria lasciò l’Italia per raggiungere uno zio mercante e profumiere che viveva a Maastricht. Lo zio era amico di Feminis, e fu così che la formula dell’aqua mirabilis arrivò ai Farina che non se la fecero più sfuggire.

Giovanni Maria Farina imparò il mestiere presso la bottega dello zio per poi unirsi al fratello Giovanni Battista a Colonia nel 1714, nell’attività commerciale che questi aveva fondato con il cognato Baldassarre Borgnis. Nel loro negozio si vendevano gli accessori dell’epoca: parrucche, piume, ciprie, bottoni, calze di seta, cinture e iniziarono a dare in omaggio alla clientela un fazzoletto intriso di acqua profumata. La vendita di acqua profumata, chiamata all’inizio Eau Admirable, rimase tuttavia un’attività secondaria e prese campo solo in seguito.

Dopo la morte del fratello, Giovanni Maria proseguì l’attività solo con il suo nome e la trasferì nella nuova sede in Obenmarspforten, di fronte a Julichs –Platz e la forma abbreviata di questo indirizzo, “Farina gegenuber” (cioè “di fronte”), è diventata il suo marchio.

Miscelando abilmente i moltissimi ingredienti tra cui il bergamotto, il limone, l’arancia, il mandarino, la lavanda, il neroli, il gelsomino, Farina riuscì a creare una fragranza leggera che si contrappose a quelle più intense in uso sino a quel tempo.

Dapprima la vendita si concentrò nel negozio e nelle fiere a Francoforte e nel 1716 è documentata la prima spedizione di profumo fuori città. Con le prime spedizioni a Parigi nel 1721 l’orizzonte per la fragranza di Farina incominciò ad ampliarsi ed è soltanto in una lettera del 1742 che si trova traccia del nome “Eau de Cologne”. Il successo di questo profumo fu rapido tanto che nel 1747, in un’altra lettera, Farina poteva affermare che la sua fragranza era conosciuta in tutta Europa. Durante la guerra dei sette anni, 1753 -1763, Farina si ritrovò a rifornire gli ufficiali delle truppe francesi che considerarono il profumo, un bene che faceva parte del loro equipaggiamento come le parrucche. Gli stessi ufficiali inviando le boccette di profumo in Francia contribuirono alla sua diffusione che, da quel momento non si arrestò, raggiungendo le corti europee.

Lo usarono tra gli altri: Luigi XV, Maria Teresa d’Austria, Voltaire, Mozart, Schiller, Heine, Napoleone, Paolina Bonaparte, Beethoven, la regina Victoria, Oscar Wilde e, negli archivi della compagnia, sono conservati ancora alcuni ordini degli illustri clienti.

Dopo la Rivoluzione francese, furono in molti che tentarono di copiare l’essenza e, non esistendo la tutela dei marchi di fabbrica, il nome Eau de Cologne finì per identificare genericamente una classe di profumi, ma il logo di Giovanni Maria Farina, un tulipano rosso, simbolo di lusso e di eccellenza a garanzia della qualità dei suoi prodotti, continuò a viaggiare in tutta Europa.

L’eau di Cologne fu venduta sino al 1832 in boccette di vetro chiamate “rosolien” per poi essere trasferita in vasi di porcellana.

Quando Giovanni Maria Farina morì nel 1766, l’azienda passò a un nipote e così di mano in mano, attraverso generazioni di Farina sino ad arrivare ai giorni nostri. Insomma Giovanni Maria Farina riuscì a creare un’azienda e una fragranza che continuano a vivere avvolti nella storia… e nel profumo.

Non possiamo non chiudere questa storia profumata con una citazione e un suggerimento libroso:

Gli uomini possono chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all’orrore, e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non possono sottrarsi al profumo. Poiché il profumo è fratello del respiro. Con esso penetrava gli uomini, a esso non potevano resistere, se volevano vivere. E il profumo scendeva in loro, direttamente al cuore e là distingueva categoricamente la simpatia dal disprezzo, il disgusto dal piacere, l’amore dall’odio. Colui che dominava gli odori, dominava il cuore degli uomini.
Il profumo di Patrick Suskind

Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell’epoca non povera di geniali e scellerate figure. Si chiamava Jean-Baptiste Grenouille e se il suo nome, contrariamente al nome di altri mostri geniali quali de Sade, Saint-Just, Fouché, Bonaparte, oggi è caduto nell’oblio, non è certo perché Grenouille stesse indietro a questi più noti figli delle tenebre per spavalderia, disprezzo degli altri e immoralità, bensì perché il suo genio e unica ambizione rimase in un territorio che nella storia non lascia traccia: nel fugace regno degli odori.

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Fonti:

https://www.dpma.de/english/our_office/publications/milestones/aeltesterparfuemherstellerderwelt/index.html

https://de.wikipedia.org/Johann_Maria_Farina

https://it.wikipedia.org/wiki/Acqua_di_Colonia

https://www.benvenuti-a-colonia.de/cultura-italiana-a-colonia/giovanni-maria-farina-1685-1766/

https://www.madameframboise.it/2019/03/21/giovanni-maria-farina-il-profumiere-che-invento-l-acqua-di-colonia/

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