Narrativa recensioni

L’oro degli ebrei – Gianfranco Manes

Recensione a cura di Roberto Orsi

“Chiunque chiuda gli occhi sul passato è cieco di fronte al presente. Chi rifiuta di ricordare la disumanità è soggetto a nuovi rischi di infezione”

Richard von Weizsäcker, primo Presidente della Germania riunificata.

Molte volte, anche sul nostro blog, abbiamo affrontato questo tema: studiare la Storia ci permette di non voltare lo sguardo e dimenticare il passato, ma mantenere un’attenzione costante a quanto siamo stati e da dove veniamo. Se poi il periodo storico è più recente e vicino ai giorni nostri, questo assunto si fa ancora più chiaro. Un pensiero, quello del presidente Weizsäcker, che con la situazione che stiamo vivendo si fa ancora più attuale e drammatico.

Ne “L’oro degli ebrei”, il secondo romanzo storico di Gianfranco Manes con la casa editrice Diarkos, l’autore affronta il tema dell’olocausto durante il secondo conflitto mondiale. Il romanzo si sviluppa nell’arco di un paio d’anni sul finire della guerra, tra il 1944 e il 1946.

Quando le sorti del conflitto sembrano ormai essere segnate, nel mese di maggio del 1944 i nazisti, consci della sconfitta che li attende, cercano un modo per risorgere. Un modo per risollevare il Reich altrove, fuori dal continente Europeo. Un’operazione del genere, con gli Alleati che fanno di tutto per distruggere ogni possibile forma di ricchezza economica e commerciale della nazione tedesca, ha necessariamente bisogno di un’organizzazione altamente specializzata, pronta a tutto in nome del Reich. E ha bisogno di collaborazione, anche da parte di paesi filonazisti che la appoggino nella difficoltà.

“Era un piano spregiudicato e imprevedibile, una mossa a sorpresa che avrebbe perpetuato il potere nazista dopo la fine della guerra, un’idea geniale, ma per realizzarla occorrevano ingenti risorse. L’operazione Hacke avrebbe portato al Quarto Reich”.

Esce 'L'Oro degli ebrei', secondo lavoro di Gianfranco Manes

Enormi quantità d’oro che transitano da una fonderia tedesca prima a una banca privata svizzera e successivamente alla banca centrale elvetica che li trasferisce alla Reichsbank: riciclaggio di oro e quindi di denaro utilizzato per finanziare lo sforzo bellico e pagare i fornitori di armi.

Ma da dove proviene tutto quel metallo prezioso? Questa la domanda che si pongono le forze alleate, in primis gli americani. Una tragica realtà si attesta dietro alle apparenze in primo piano.

Un misterioso conto aperto in una banca in Svizzera, la Privat Credit-Anstalt di Basilea, protetto da un codice cifrato e intestato a un anonimo cittadino ungherese, è al centro della narrazione. Le fortune che contiene possono cambiare le sorti di un paese in crisi come quello tedesco.

L’esistenza di questo conto, per un caso quasi fortuito, non rimane segreta e ben presto si scatena una frenetica caccia all’oro che coinvolge nazisti ed ebrei. La ricerca si snoda dall’Austria alla Palestina, passando per la Svizzera e l’Italia.

La sorte di quattro ragazzi ebrei, impegnati al termine della guerra nella battaglia per la restituzione della dignità e di un territorio al popolo ebreo che ancora oggi non ha tregua nel conflitto israelo-palestinese, si incrocia con quella di un vecchio esponente delle SS, sopravvissuto alle retate che videro cadere molte teste importanti del regime.

DOV'E' FINITO TUTTO QUELL'ORO RUBATO? – 1 | TELEVIGNOLE

“Anche’egli viveva in un incubo. Ogni notte rivedeva con la mente quelle file di esseri umani denudati prima di essere condotti al loro martirio, privati perfino della dignità di fronte alla morte, costretti a inginocchiarsi davanti alla loro fossa in attesa del colpo di grazia o ammassati nelle camere a gas, le madri consapevoli con i figli ignari in braccio. L’odio era diventato la sua unica ragione di vita.”

Una maniacale ricerca storica, a cui Gianfranco Manes ci ha abituati con il precedente lavoro “La variabile nascosta” (di cui potete leggere la nostra recensione qui), fa da base alle vicende romanzate dal forte stampo avventuroso.

Il tutto è stato raccolto dall’autore in un sito dedicato (https://orodegliebrei.online/), che contiene tutti gli approfondimenti e i documenti da cui egli stesso ha preso spunto e che fanno da sfondo al romanzo. Inquadrando il QR code riportato nelle prime pagine del libro, il lettore ha la possibilità di leggere curiosità, fatti di cronaca, riferimenti storici, il tutto corredato da immagini di archivio che rendono ancora più vivida e reale l’esperienza di lettura.

Spionaggio e doppio gioco assumono un ruolo preponderante all’interno del romanzo. I riferimenti all’organizzazione delle forze politiche subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, la conciliazione dei rapporti internazionali tra le grandi potenze, tra vincitori e vinti, in un contesto di ricostruzione non solo fisica e materiale ma soprattutto morale, denotano una profonda conoscenza del periodo storico da parte dell’autore.

16 ottobre 1943, il rastrellamento degli ebrei romani

“Una spirale di violenza di cui non si vedeva la fine”

Il doppio gioco necessario in un ambiente di spionaggio internazionale come quello in cui si muovono i protagonisti della vicenda, li costringe a mantenere una maschera che possa garantire la loro salvezza. Quando si gioca con il fuoco e il rischio di bruciarsi è molto alto, ognuno assume il ruolo che gli è più conveniente. Personaggi intrepidi e coraggiosi, disposti a sacrificarsi per un obiettivo ambizioso e difficile.

Attraverso l’espediente narrativo di una spy-story dal ritmo sostenuto, tra enigmi da decifrare, sparatorie e inseguimenti, false identità, gioco delle parti e depistaggi, Gianfranco Manes racconta una delle parti più crudeli dello scorso secolo e non solo.

Un contesto dove il ruolo dell’essere umano ha travalicato i limiti del buon senso, cadendo in un vortice di violenza inaudita. Il punto a favore del romanzo, che lo distingue da altri sullo stesso argomento, è quello di lasciare solo in secondo piano l’orrore dei lager nazisti. Lo affronta ma non direttamente, lo si intuisce, si sa che c’è stato, lo conosciamo tutti, ma non lo vediamo, lo percepiamo.

Il ritmo di un thriller storico e di spionaggio come questo lascia poco spazio alle riflessioni più profonde durante la lettura. Pensieri che arrivano successivamente, ripercorrendo l’orrore che è stato e che avrebbe potuto essere ancora.

Editore: ‎ DIARKOS (22 febbraio 2022)
Lingua: ‎ Italiano
Copertina flessibile: ‎ 384 pagine
ISBN-10: ‎ 8836161723
ISBN-13: ‎ 978-8836161720
Link d’acquisto cartaceo: L’oro degli ebrei

Trama

“L’oro degli ebrei” è un romanzo di azione e spionaggio ambientato nel tragico mondo dei sopravvissuti alla Shoah, quando una drammatica realtà emerge dalle oscure pieghe della guerra appena terminata: il disegno ordito dai capi nazisti, sull’orlo della disfatta, per far sopravvivere in una nuova e più pericolosa forma il mostro cresciuto nel cuore dell’Europa. Saranno quattro giovani ebrei, uniti da un filo imperscrutabile, a svelarne il mistero, in una catena di eventi fra Austria, Italia, Svizzera e Palestina, che attraverso intrighi e colpi di scena, servizi segreti e tradimenti, condurrà il lettore, a ritmo incalzante, nell’abisso del Novecento e a un drammatico esito finale.

Che ne pensi di questo articolo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.