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Maria Antonietta D’Asburgo-Lorena, regina di Francia

Articolo a cura di Luigia Amico

Maria Antonia Giuseppa Giovanna d’Asburgo Lorena o semplicemente Maria Antonietta è forse tra le regine più conosciute soprattutto per il nefasto destino che la vita le ha riservato. 

Nata a Vienna il 2 novembre 1755, le fu attribuito fin dalla nascita il titolo di arciduchessa d’Austria; penultima di sedici figli, al contrario di quanto si possa pensare, non le fu imposta un’educazione rigida e soffocante come spesso accadeva nelle corti più rinomate. L’intransigente e severa Maria Teresa d’Austria, vuoi per mancanza di tempo, decise di affidare l’educazione di sua figlia alla contessa Brandeiss e questo contribuì probabilmente a raffreddare un rapporto già di per sé labile se non addirittura inesistente.

Maria Antonietta

L’istitutrice non si rivelò all’altezza del compito che le fu affidato e anziché educare e formare caratterialmente la giovane Antoine (sarebbero stati i francesi a chiamarla Marie Antoinette) la viziò impartendole un’educazione di stampo religioso e morale e regalandole ore di svago e divertimento a discapito della sua formazione scolastica e culturale, basti pensare che la futura regina all’età di dodici anni non era in grado né di scrivere né di parlare il francese e il tedesco, la sua lingua madre. L’unico idioma a non esserle ostico era l’italiano, merito da attribuire al suo maestro Pietro Metastasio, poeta e drammaturgo considerato il riformatore del melodramma italiano. Abile danzatrice e provetta suonatrice di arpa, Maria Antonietta visse la sua infanzia in seno alla corte austriaca con spensieratezza fino allo scoppio nel 1767 di una epidemia di vaiolo che non lesinò di seminare vittime anche tra i componenti della famiglia reale.

I progetti matrimoniali ideati dall’imperatrice per assicurarsi nuove alleanze furono distrutti e le carte in tavola rimescolate; Maria Antonietta purtroppo non fu immune dalle conseguenze del gioco politico intavolato tra i regnanti e fu usata come pedina diplomatica per cementare la neo alleanza con la Francia, nemica secolare dell’Austria, contro il re Federico II di Prussia, acerrimo avversario di Maria Teresa.

Il matrimonio con il delfino di Francia Luigi Capeto, futuro Luigi XVI, sarà per la giovane e acerba Maria Antonietta lo spartiacque tra il prima e il dopo, un salto nel buio che la vedrà abbandonare la severità e la sobrietà del regno austriaco e approdare tra i fasti e i colori sgargianti della corte francese.

Luigi XVI

IL MATRIMONIO

Nel novembre del 1768 l’abate di Vermond fu inviato a Vienna nelle vesti di nuovo precettore con il compito di trasformare la viziata e capricciosa arciduchessa in perfetta donna di stato. Ad Antoine fu imposto un programma didattico basato su lunghe conversazioni che spaziavano su diversi argomenti: dalla religione alla storia passando per la letteratura francese.

Il 19 aprile 1770 furono celebrate le nozze per procura e Maria Antonia divenne per tutti Marie Antoniette, dauphine de France (Maria Antonietta delfina di Francia).

Due giorni dopo, con un seguito di cinquantasette carrozze, Maria Antonietta lasciò definitivamente Vienna dove non farà più ritorno e in un padiglione sulla sponda del Reno si svolse la cerimonia della remise: Maria Antonietta si spogliò di tutto ciò che era austriaco per indossare abiti francesi. 

   

Reggia di Versailles - Wikipedia
Reggia di Versailles

VERSAILLES                                           

Le nozze ufficiali vennero celebrate a Versailles il 16 maggio 1770 e furono organizzati per l’evento festeggiamenti in pompa magna a cui venne invitato anche il popolo: tutti dovevano festeggiare e onorare la felicità della famiglia reale.                                                                                                                                                                                                         Purtroppo Maria Antonietta non fu mai vista di buon occhio, l’astio per la corte austriaca albergava nell’animo dei francesi nonostante l’alleanza, per tutti era “l’Austriaca” ma qualcuno addirittura inizio a chiamarla “Autrichienne” inteso come cagna austriaca. Il matrimonio con il delfino fu deludente, il marito non le riservava alcuna attenzione e la situazione nel talamo nuziale non era di certo migliore perché per ben sette anni il matrimonio non fu mai consumato.

Probabilmente per sopperire a queste mancanze e sfuggire alla rigida etichetta di corte, Maria Antonietta iniziò a condurre una vita all’insegna del divertimento e dei piaceri, era una donna vanitosa e frivola e questo la portò a spendere ingenti somme di denaro per soddisfare i propri capricci. Ben presto divenne icona di bellezza e di moda, tutte le dame volevano imitarla, iniziò il periodo delle parrucche dalle misure sproporzionate (alte quasi un metro) adornate di velieri e gabbiette per uccelli in miniatura, boccoli e trecce incorniciavano i volti appesantiti da belletti, nastri e passamanerie venivano utilizzati per abbellire abiti tanto affascinati quanto ingombranti.

Feste in maschera, balli e giochi ai tavoli diventarono la sua unica occupazione trascurando in questo modo gli affari del regno e incollandole l’immagine di donna dissoluta e poco propensa ai doveri monarchici.

Mentre la regina di Francia dissipava il patrimonio reale, il malcontento del popolo aumentava. La situazione economica era allo stremo e l’assenza di un erede al trono non fece altro che alimentare le maldicenze sul conto di Maria Antonietta. Iniziarono a circolare pamphlet denigratori in cui si accusava il re di impotenza e la regina di intrattenere relazioni sessuali sia con uomini sia con donne. A nulla valsero le lettere di rimprovero che la regina Maria Teresa inviava periodicamente a quella figlia che tanto la preoccupava, probabilmente ebbero l’effetto opposto e alimentarono nella giovane regina il dispiacere e il tormento per quelle gravidanze mancate a causa di quel marito impacciato e timido.

Immagine tratta dal film “Marie Antoinette” di Sofia Coppola

Dopo la visita dell’imperatore Giuseppe II, fratello di Maria Antonietta, arrivato in Francia per cercare di aiutare i due sovrani ad affrontare i problemi coniugali, finalmente il 18 agosto 1777 il matrimonio fu consumato e l’anno seguente nacque Maria Teresa Carlotta, la prima di quattro figli.

L’atteggiamento della regina cambiò radicalmente con la maternità. Messe al bando feste e frivolezze, si ritirò sempre più frequentemente nel Petit Trianon, una dépendance che il re regalò a sua moglie e che Maria Antonietta considerava il suo rifugio lontano da corte. Purtroppo, questa sua inversione di rotta non servì a riabilitare la sua figura agli occhi del popolo francese che ormai stretto nella morsa della fame, decise di insorgere contro la famiglia reale.

Furono anni decisivi per la sorte della Francia, la rivoluzione era alle porte. Troppi errori furono commessi e mentre da una parte Maria Antonietta continuava a sostenere l’assolutismo monarchico, dall’altro i rivoluzionari gridavano all’eguaglianza.  

Il 5 ottobre 1789 una folla inferocita marciò su Versailles per presentare una petizione al re e per chiedere del pane e la mattina seguente gli appartamenti reali furono invasi e danneggiati. La famiglia Capeto fu costretta a rifugiarsi nel palazzo delle Tuileries sotto la sorveglianza della guardia nazionale. Durante gli anni della prigionia Maria Antonietta dimostrò di essere una madre premurosa per i due dei quattro figli sopravvissuti, soprattutto verso l’adorato Luigi Carlo, il suo Chou d’Amour.

Il 21 giugno 1791 la famiglia reale tentò la fuga verso i Paesi Bassi austriaci aiutata e supportata dall’unico uomo che probabilmente la regina abbia mai amato: il conte svedese Hans Axel von Fersen. A Varennes purtroppo i monarchici furono riconosciuti, riportati con la forza a Parigi e rinchiusi nella Torre del Tempio, un antico monastero dei Templari adibito a carcere. È l’inizio del calvario, di lì a poco inizierà il processo a carico di Luigi XVI che si concluse con una condanna a morte eseguita il 21 gennaio 1793.

Vi lascio di seguito un video realizzato con spezzoni di alcuni film incentrati sulla figura della Regina e che a parer mio rende bene l’idea di quei tragici momenti.

https://www.youtube.com/watch?v=QWZ6i7X-8HQ

PROCESSO E MORTE

La vedova Capeto, come ormai veniva chiamata Maria Antonietta, visse i suoi ultimi giorni rinchiusa tra quelle mura che tanto aveva odiato; la separarono da Luigi Carlo e questo probabilmente fu per il lei il momento di maggior dolore. Al povero bambino purtroppo riservarono un trattamento disumano: lo murarono vivo lasciandolo morire di stenti.

Il 14 ottobre di fronte al Tribunale Rivoluzionario ha inizio il processo farsa considerando che il destino della sfortunata regina era già stato deciso; le furono mosse principalmente tre accuse:

  • Esaurimento del tesoro nazionale
  • Intrattenimento di rapporti e corrispondenza segreti con il nemico (Austria)
  • cospirazioni contro la sicurezza nazionale ed estera dello Stato

Maria Antonietta provò a difendersi con vigore e riuscì a non cadere mai in contraddizione ma di fronte all’accusa di incesto rimase per qualche istante in silenzio per poi pronunciare quelle parole che sarebbero rimaste nella storia:

Se non ho risposto, è perché la Natura stessa si rifiuta di rispondere a una simile accusa lanciata contro una madre! Mi appello a tutte le madri che sono presenti!”

La morte di Maria Antonietta, 16 ottobre 1793

La speranza dell’ex regina di essere estradata in Austria fu infranta con la lettura della sentenza di morte. La mattina del 16 ottobre Maria Antonietta indossò un abito bianco, un tempo il colore del lutto per le regine di Francia, le furono tagliati i capelli che ormai erano incanutiti a causa dei forti dispiaceri, le furono legate le mani e fu trasportata su una carretta in Place de la Révolution dove ad attenderla c’era la lama della ghigliottina.

Pardon Monsieur, non l’ho fatto apposta!”

Sarebbero state queste le ultime parole pronunciate da Maria Antonietta rivolte al boia a cui aveva accidentalmente calpestato un piede. Alle 12:15 la testa dell’ex regina venne sollevata in aria al grido del popolo “Viva la Repubblica!”

Luigi XVII: la triste fine del figlio di Maria Antonietta – Vanilla Magazine
Luigi Carlo, figlio di Maria Antonietta

CURIOSITA’

“Se non hanno più pane, che mangino brioche!” Questa frase è tradizionalmente attribuita a Maria Antonietta che l’avrebbe pronunciata riferendosi al popolo affamato. In realtà si tratta di un episodio raccontato da Jean Jacques Rousseau ne “Le confessioni” molti anni prima della nascita dell’arciduchessa.


Prima che Maria Antonietta partisse per la Francia le fu applicato un apparecchio ortodontico che permetteva di raddrizzare i denti in pochissimo tempo. Il suo sorriso ne trasse giovamento ma per Maria Antonietta fu una vera tortura.


La regina amava fare il bagno e profumare il corpo e gli ambienti con particolari essenze, tra le sue preferite c’erano quelle alle rose e ai fiori d’arancia, i suoi colori preferiti erano invece il blu, il lilla e l’azzurro, odiava profondamente il colore arancione e arrivo addirittura a sconsigliarne l’uso alle sue dame.


Quando i cadaveri dei reali furono riesumati Madame Tussaud, una scultrice francese conosciuta per le sue sculture di cera, realizzò il calco della testa della regina che non fu mai esposto. Qualcuno afferma che sia andato perduto definitivamente altri che sia stato nascosto, ma in qualsiasi modo siano andate le cose è grazie alle copie realizzate di quella maschera funebre se oggi possiamo osservare e ammirare l’immagine più veritiera della Regina Martire.


CONSIGLI DI LETTURA

Sulla sfortunata regina di Francia si è scritto molto. A voi qualche titolo che spero possa interessare e incuriosire.

Ma l’immagine di felicità e perfezione che la circonda si dissolve quando sua madre, la rigida imperatrice Maria Teresa, la obbliga a sposare un ragazzo goffo e scontroso, il futuro Luigi XVI, e a partire per la Francia, divenendo regina a soli 18 anni. A Versailles tutti ne ammirano il portamento e l’incedere leggiadro ma, sotto gli sfarzosi abiti di seta e le vertiginose acconciature, Maria Antonietta è una donna inquieta e fragile come tante altre. Il re è assente e poco incline a soddisfare i desideri della consorte e la giovane regina comincia a condurre una vita spensierata e stravagante. Si circonda di uomini frivoli e senza scrupoli, di cortigiani e dame che la intrattengono e la distraggono e così diventa presto protagonista di scandalosi pettegolezzi. Juliet Grey ricostruisce con rigore e passione le luci e le ombre di una protagonista della storia, e ne fa rivivere a tutto tondo il personaggio e il tragico destino… 

Dalla nascita alla corte di Vienna fino al patibolo a Parigi nel 1793, quella di Maria Antonietta, quindicesima figlia di Maria Teresa, è senza dubbio una delle vicende private e pubbliche più drammatiche della storia moderna. In questa biografia Antonia Fraser ricostruisce il difficile viaggio attraverso la vita di questa sfortunata regina. Inviata in Francia dalla madre a soli quattordici anni per sposare il futuro Luigi XIV, fu per tutta la vita “l’odiata austriaca”, e come tale rimase un ostaggio della politica estera fin dai suoi primi giorni in Francia. Manipolata dalla sua famiglia austriaca, venne sempre accusata dai francesi di interferire nei propri affari politici.

Frivola e intrigante per i cortigiani di Versailles, perversa aguzzina nella propaganda rivoluzionaria, eroina martire della restaurazione monarchica: chi era Maria Antonietta? Nel raccontare la sua vita, Stefan Zweig deve confrontarsi con una lunga tradizione di leggende, dicerie e violente passioni ideologiche. Ma ripercorrendone i passi di bambina sposa, moglie disprezzata, madre sensibile, austriaca isolata in una corte e una nazione ostili fino alla dignità degli ultimi istanti, che fanno coincidere la sua morte con la fine di un’epoca, Zweig trova una donna: un essere umano senza qualità particolari, costretto dal caso e dalla Storia a diventare grande. Maria Antonietta – senza che vengano sminuite le responsabilità politiche e morali del suo ruolo diventa allora il luminoso esempio dell’individuo comune che si erge sopra la sua stessa mediocrità e assume una dimensione “involontariamente eroica”. Perfetta sintesi di cura documentale, penetrazione psicologica e tensione narrativa, questo libro, forse la più amata tra le opere di Zweig, è ancora oggi considerato un vertice e un modello del genere biografico. La sua pubblicazione, nel 1932, mutò radicalmente l’immagine di Maria Antonietta, cancellò uno stereotipo e riconsegnò una figura viva e complessa tanto alla ricerca storica che all’immaginario popolare.

Parigi, ottobre 1793: Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI e regina di Francia, è stata condannata a morte dal Tribunale rivoluzionario e attende nella prigione della Conciergerie di essere giustiziata. Prima di essere condotta al patibolo, lascia nella sua cella il quaderno in cui ha raccolto, anno dopo anno, gli episodi salienti e i piccoli fatti quotidiani della sua vita: dall’infanzia privilegiata di arciduchessa d’Austria agli anni trascorsi come affascinante signora di Versailles, ai giorni della prigionia e dell’umiliazione dopo la caduta della monarchia. Attraverso la forma coinvolgente e immediata del diario, Carolly Erickson ricostruisce l’avventura umana e sentimentale di Maria Antonietta, penetrando nella sua psicologia e cogliendone gli aspetti più intriganti e meno noti; nel contempo descrive con ricchezza di dettagli eventi e personaggi che giocarono un ruolo significativo non solo nella sua vita privata ma anche nelle vicende di quei decenni cruciali.

Il volume ricostruisce gli eventi del famoso “processo della collana” a partire dagli interrogatori del processo e dai numerosi studi condotti sull’argomento. Uno scandalo che ha affascinato memorialisti e romanzieri, drammaturghi e saggisti, storici ed eruditi.

Opera Vincitrice nella Categoria “Saggistica” della Prima Edizione del Premio Letterario Online “Genesis 2016″La storia, si sa, la fanno i vincitori. Alcuni personaggi sono diventati immortali anche grazie a gesti che non hanno mai compiuto, o frasi che non hanno mai pronunciato. Maria Antonietta, ad esempio, non disse: «Se non hanno pane, che mangino brioche».Qual è allora la verità e dove iniziano le menzogne dei detrattori? Il libro racconta il passaggio in Francia dalla monarchia di diritto divino – tipica dell’ancien règime – all’instaurazione della giuria penale propria della realtà rivoluzionaria, fino a giungere all’analisi dei processi del re e della regina che hanno segnato la fine di un’era. Cosa significava per un re essere investito del potere di regnare direttamente da Dio? Come la giuria penale – istituto di origine anglosassone – si è sviluppata in Francia? Se Luigi XVI era inviolabile secondo la Costituzione francese, com’è stato possibile processarlo? Come si svolsero le votazioni e in che clima? Ci furono brogli? Maria Antonietta era realmente colpevole dei reati che le furono ascritti? Perché la regina era così odiata dal popolo? Queste sono solo alcune delle domande alle quali questo saggio cerca di dare una risposta.

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