Letture condivise

Lettura condivisa di Ottobre – I commenti a “L’ultima legione” di Valerio Massimo Manfredi

Eccoci al consueto appuntamento con i commenti dei lettori alla lettura condivisa di ottobre.
Ci siamo confrontati con “L’ultima legione”, di Valerio Massimo Manfredi, un autore considerato un caposaldo dei romanzi ambientati nell’antica Roma.
Per qualcuno era un rilettura, per qualche altro un primo incontro con Manfredi.
Leggiamo insieme le loro impressioni
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Laura Pitzalis
Non ho mai letto nulla di Manfredi perché i suoi romanzi sono ambientati in un periodo storico che non preferisco. Quando è stato proposto per la condivisa, ho preso la palla al balzo per conoscerlo.
Devo dire che ha uno stile di scrittura encomiabile, riesce a rendere con maestria la narrazione fluida, avvincente capace di suscitare emozioni e, a tratti, commozione. Inoltre, ti cala storicamente indietro nel tempo come se veramente ti trovassi in quei luoghi dell’Italia antica. In effetti, mi sembrava di leggere la sceneggiatura di un film, mi sembrava di essere davanti al maxischermo di un cinema. Forse un po’ troppo “colossal americano” con azioni impossibili. I protagonisti, infatti, se da una parte curati dal punto di vista introspettivo, (Ambrosinus il mio preferito), dall’altra sono piuttosto stereotipati: il giovane predestinato, il mentore stregone, il colosso africano vera e propria macchina da guerra, l’eroina bella e quasi invincibile, forse troppo, che s’innamora dell’eroe dal passato misterioso, il cattivo senza un briciolo d’umanità a capo di un manipolo di uomini senza scrupoli …
Un romanzo che definire storico mi sembra un po’ azzardato, più un romanzo avventuroso ad ambientazione storica, ambientazione che direi interessante: gli anni turbolenti intorno alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente.
Non è un capolavoro letterario, è più un avvincente racconto con interessanti richiami storici e per questo motivo molto coinvolgente. Manfredi, infatti, ha dato al suo romanzo un carattere più romanzato che storico, sfruttando l’alone di mistero che avvolge l’esistenza di Romolo Augusto, il crollo dell’Impero Romano d‘occidente e fondendolo con un mito che, sinceramente, pensavo appartenesse a un periodo storico completamente diverso. Questa fusione in verità mi ha sorpreso piacevolmente, mi ha invogliato a saperne di più.
“L’ultima legione” è un romanzo che nonostante le varie contraddizioni, riesce a dare al lettore quel pathos che lo trascina in una storia avvincente, anche se poco credibile, in un mondo senza più imperatori ma con nuovi tiranni, un mondo ormai al declino dove un gruppo variegato di persone, nonostante i tempi dominati dal degrado e dalla violenza, conosce perfettamente il significato di valori come Lealtà, Amicizia, Sacrificio per i compagni. Per questo un romanzo da leggere.

Daniele Chiari
Un grande romanzo di avventura, con una bella ambientazione storica e tante vicende di azione così ben descritte che sembrano le scene di un film.
Non abbastanza evidenti a mio avviso i confini tra la storia e la fantasia, ma questo è un limite che riscontro spesso leggendo romanzi storici, e dipende certamente dalla mia scarsa conoscenza della materia.
Scrittura scorrevole e accattivante, niente affatto pesante, ma con uno spazio alla azione e alla adrenalina a mio parere forse eccessivo.
È stato il mio primo impatto con Manfredi, probabilmente non un capolavoro, ma sicuramente un libro interessante e raccomandabile, di un Autore giustamente conosciuto e stimato.

Bruno Pellegrino
Anche io non avevo mai letto nulla di Manfredi e ho approfittato dell’occasione.
L’ho trovato scorrevole con quel pizzico di fantasia che a me piace, ho visto il film e questo per me non è mai un bene …ma devo dire che non mi ha entusiasmato come auspicavo.
Più d’avventura che storico… non ricordo chi lo ha scritto ma credo descriva bene il romanzo, nel complesso una lettura molto positiva…. cercherò qualcos’altro da leggere di Manfredi.

Donatella Palli
La lettura di questo romanzo mi ha piacevolmente coinvolta e trasportata in un periodo storico che non conosco, ed era per me la prima volta che affrontavo questo autore. Proprio per questo penso di essermi persa diversi riferimenti storici che mi sono arrivati dai commenti alla lettura degli amici di TSD. Come altri hanno detto, mi sembra che il romanzo sia soprattutto d’avventura con accenni storici dell’epoca perché di Romolo Augusto e della sua fine si sa ben poco. Il risultato è comunque godibile e seguiamo con passione la vicenda di questo manipolo di eroi che riescono sempre con azioni mirabolanti a salvarsi dalle insidie ordite dal barbaro Wulfila.
Ho apprezzato molto le descrizioni dei luoghi e i paesaggi che denotano una profonda conoscenza del territorio italiano dell’epoca, da parte dell’autore e la descrizione della grande decadenza e il conseguente impoverimento della popolazione.
Tutti i personaggi sono permeati dalla consapevolezza e dal dolore per la scomparsa di una grande civiltà.
L’ultima parte che si riferisce al mito e che diventa “fantasy ” mi ha un po’ delusa perché non apprezzo questo genere.

Chiara Guidarini
La fine dell’Impero Romano è segnata dalla deposizione dell’ultimo imperatore, Romolo Augusto, da parte del barbaro Odoacre. Ma chi è Romolo Augusto, qual è la sua storia e, soprattutto, che fine fa? Valerio Massimo Manfredi si è spinto oltre la storia conosciuta, tornando indietro nel tempo e intrecciando sapientemente due trame: quella del tramonto del tramonto di Roma e quella dell’alba della Britannia. Fin dalle prime pagine è chiaro chi sia il vero protagonista del romanzo e diventa quasi scontata la conclusione; tuttavia, sono i personaggi che si snodano all’interno di essa a colorarla e a rendere un tessuto narrativo ampio e complesso senza esclusione di colpi. Nell’ambito della narrazione il lettore si ritrova a imparare tante cose: dalle usanze, ai canti, alle parti più complesse riguardanti le battaglie. Tuttavia lo stile semplice e asciutto non stanca né annoia. Dei personaggi conosciamo pochi fatti essenziali che ci bastano per immedesimarci nella trama, e forse la forza della narrazione è proprio questa: raccontare, insegnare, immergere il lettore in un’epoca lontana senza per forza farlo affezionare ai personaggi o a una storia. Non salirà nell’Olimpo dei miei libri preferiti ma rimane un romanzo che si legge volentieri.

Matteo Palli
Ho partecipato alla condivisa da amante dell’autore e del genere, al fine di seguire i sempre interessanti approfondimenti. Ho ripreso qualche parte del romanzo, che ricordavo però dalla lettura da me fatta tanti anni fa. È un romanzo molto avventuroso dove l’autore riesce a coinvolgere e divertire grazie alla scorrevolezza della prosa abbinata alla documentata conoscenza del contesto. Ho letto quasi tutti i romanzi di Manfredi (ho lasciato gli ultimi di cui tra l’altro non ho visto grandi recensioni a giro…) e credo che gli vadano riconosciuti proprio tali pregi. VMM ha un’innata capacità di coniugare le conoscenze dello storico di razza a un impianto narrativo di ottimo livello. Dimentichiamoci quindi il saggista storico a volte un po’ prolisso o il romanziere che scivola su qualche anacronismo o inesattezza. Il romanzo, come detto, è piacevole ma non è secondo me tra i suoi migliori. Quando ho visto i tre romanzi proposti da Roberto, e ho letto molti commenti entusiasti con la voglia di cimentarsi per la prima volta con l’autore, ne sono stato molto contento, ma ero sicuro che avrebbe vinto questo romanzo. L’antica Roma ha sempre un meritato fascino e l’antica Grecia spaventa sempre un po’ di più. Però un consiglio mi sento di darlo: Lo scudo di Talos e soprattutto Le Paludi di Hesperia sono, secondo me, i suoi capolavori. Dategli fiducia. E grazie Roberto per una condivisa un po’ diversa dal solito ma molto bella.

Virzo Laura
L’ultima legione. I libri di Manfredi mi piacciono sempre tanto. La scrittura scorrevole, le storie affascinanti, le informazioni storiche, tutto fa apprezzare i suoi romanzi. Questo in particolare, che si aggancia alle storie del ciclo Arturiano, mi ha tenuto incollata fino alla fine!!

Daniela Castagnino
Avvincente romanzo ambientato nel periodo della caduta dell’Impero Romano d’Occidente.
È un romanzo ricco di avventure e coraggio ma anche di affetto e passione. I personaggi sono credibili, le descrizioni vivide e la trama è ricca di colpi di scena. Lo stile di scrittura è scorrevole, evocativo e coinvolgente. Il ritmo è incalzante e leggendo si immaginano le scene come assistendo ad un film. Storia e finzione sono abilmente legate e mi ha sorpreso l’originale finale.
Tutto sommato una bella lettura che mi ha lasciato la voglia di saperne di più sul periodo storico e sui fatti raccontati.

Flavia Zaggia
Avevo già letto altri romanzi di Manfredi quindi conoscevo la sua bravura come narratore. Questo libro è la storia di un inseguimento o di una fuga secondo i punti di vista dei vari personaggi, ma per il lettore e il racconto avvincente di un viaggio del quale l’autore descrive magistralmente i paesaggi, il passare delle stagioni, gli stati d’animo e le vicissitudini dei protagonisti.
È un libro scorrevole che si legge in fretta e con la voglia di arrivare a scoprire come si concluderà la storia. Il personaggio che ho preferito? Sicuramente Ambrosinus. Uomo saggio, colto, riflessivo ma scaltro che con la sua presenza è il punto di forza del gruppo

Raffaellina Di Palma

La luce cominciò a penetrare la nube che copriva la valle e i cipressi si ersero d’un tratto come di un campo di stoppie e subito si dileguò come un sogno (…) Solo voci d’uomini attraversavano la bruma.

È talmente bello l’incipit di questo romanzo che ho voluto portarne le prime le prime righe nel mio commento. Quando Romolo vede il vecchio Ambrosinus che mette, nella vecchia bisaccia, l’Eneide, gli dice: <<ma è un peso inutile >>. <<Quando si fugge e ci si lascia tutto alle spalle, l’unico tesoro che possiamo portare con noi è la memoria. Memoria delle nostre origini, delle nostre radici, della nostra storia ancestrale >>. Quanto sia importante la memoria, Valerio Massimo Manfredi, ce lo spiega in questo bellissimo passaggio de l’Ultima Legione. Dipana con maestria i fili intricati di un periodo storico delicato e molto dibattuto. Ha voluto lanciare quasi fosse una sfida, un confronto; un passo che contiene un mix di amore, amicizia, tradimenti, dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente ai regni barbarici sulla nostra penisola che, più tardi, daranno il via all’Alto Medioevo. ” La città eterna sembra stia esalando l’ultimo respiro. L’Impero Romano sembra, irrimediabilmente finito, ma è proprio in questo momento che un nuovo mito, una nuova storia da raccontare si affaccia all’orizzonte.” Memoria e Democrazia: sono, etimologicamente, il filo conduttore di tutti i romanzi di V. M. M. Con l’Ultima Legione ci porta alle origini della leggenda di Re Artù. Quando la storia diventa la trama di un romanzo: è qui che Manfredi dà il meglio di sé, sia come studioso di antiche mappe, sia come archeologo; riesce a trasformare i suoi lavori in romanzi. Ho letto una decina dei suoi libri e mi sono piaciuti tutti, ma, a mio parere, l’Ultima Legione e la saga Alexandros sono i lavori migliori. Si dimostra uno storico preciso nelle descrizioni che poi trasforma in trame avventurose: con echi che si amalgamano in episodi di storia reale. Si muove egregiamente nei luoghi più segreti e bui della fine dell’Impero Romano dai quali è riuscito a costruire una storia che tiene incollati i lettori alle pagine dall’inizio alla fine. Il finale è stupendo; è il compendio naturale per un’attualissima riflessione sull’argomento del potere e della democrazia.

Maria Bellu
Un romanzo scorrevole, non avevo mai letto nulla di Manfredi mi aspettavo forse qualcosa di più impegnativo invece la storia raccontata è molto coinvolgente. Ottime le descrizioni accurate, i personaggi mi hanno conquistato, dalla coraggiosa Livia Prisca all’enigmatico Meridius Ambrosinus il precettore.
Non amo molto la Storia Romana e forse non sono riuscita ad apprezzare come avrei dovuto la parte storica ma le avventure coinvolgono molto specialmente l’ultima parte bella e che riserva un finale non scontato.

Daniela Piazza
Il romanzo mi è piaciuto molto, più di quanto mi aspettassi, anche se non amo più di tanto la storia romana. Mi aspettavo qualcosa di più vicino al saggio, invece è un vero romanzo d’avventura, avvincente, incalzante, che tiene costantemente con il fiato sospeso. Qualche perplessità sulle azioni da supereroi, ma fanno parte del divertimento. Non mi aspettavo il finale, che ha dato risposta ad alcune domande che mi ponevo e mi ha strappato un “ooohhh” di ammirazione. Grande idea.

Maria Marques
Valerio Manfredi in questo libro conduce il lettore in quello che è considerato l’ultimo giorno dell’Impero Romano, quando Odoacre depose Romolo Augustolo, l’ultimo imperatore. Quale fu il destino di quel fanciullo il cui nome riportava alle origini della Città Eterna? Fini i suoi giorni in prigionia a Capri oppure ebbe una esistenza più avventurosa? Seguendo questo ultimo filone narrativo, l’autore, costruisce una vicenda in cui storia e fantasia si intrecciano sino ad arrivare ad una notissima leggenda. In un periodo di decadenza, in cui la civiltà romana sembra essere stata travolta dai barbari, in cui nulla è certo, un gruppo di persone accompagneranno un ragazzo lungo un sentiero in cui spesso le loro vite saranno messe in pericolo. Inseguiti da un nemico brutale e ottuso, dovranno fare conto solo sulle loro forze finché l’Ultima legione, non interverrà in loro aiuto. Sulla carta gli ingredienti per una vicenda a cavallo tra storia e fantasia c’erano tutti; tuttavia, qualcosa si è perso lungo il cammino. La vicenda narrata rimane sottotono, i personaggi rimangono abbozzati e taluni completamente fuori contesto. Tuttavia, dalle pagine emerge la storia degli ultimi anni dell’Impero romano e, in questo Manfredi, è maestro nel narrarla e nel farla narrare dai protagonisti del romanzo che, rappresentano i valori di un mondo che si sta trasformando, dove le rovine sono le vestigia di una bellezza distrutta e sconfitta, ma non doma. Sicuramente non è il miglior romanzo di Manfredi, ma l’idea di unire storia e leggenda l’ho trovato interessante come il taglio avventuroso, molto avventuroso donato a tutta la vicenda.

Maria Grazia Pazzaglia
Ho riletto molto volentieri questo libro che mi ha fatto conoscere Valerio Massimo Manfredi. Inutile dire che mi è piaciuto tantissimo. La storia ambientata ormai nella fase di decadenza di Roma con Odoacre, re dei Visigoti, che depone l’ultimo imperatore di Roma, un giovane ragazzo di tredici anni Romolo Augustolo. Un pugno di legionari con a capo Aurelio lo liberano e da allora iniziano a scappare inseguiti da Wilfila, crudele barbaro con il compito, datogli da Odoacre, di uccidere il ragazzo. Il coraggio dei legionari è ammirevole, e ammirevole è l’attaccamento al giovane imperatore. Molto bello il personaggio di Livia Prisca che li accompagna in questa impresa e si innamora di Aurelio e del precettore Meridius Ambrosinius che è poi colui che racconta la storia…. ciò che mi ha colpito di più è stato il coraggio, il senso dell’onore e del dovere di questi ultimi legionari che si battono ancora per gli ideali del grande Impero Romano, anche se ormai il potere è in mano ai barbari. Bravissimo Manfredi. Il romanzo è scritto molto bene ed è scorrevole e avvincente. Io lo consiglio vivamente anche per chi non ama particolarmente questo periodo storico, perché è in grado di suscitare emozioni e anche commozione… sembra di vivere proprio all’interno della storia.

Maria Acosta Diaz
Leggere Manfredi è sempre un piacere. È stata la seconda volta che leggo questo libro, l’ho letto nel 2014, proprio quando era sul punto di finire i miei studi di italiano alla Scuole di Lingue di Corugna, frequentavo il quarto corso. Il libro ha parole sottolineate con la matita, parole che adesso capisco benissimo. Sette anni e, anche se conoscevo perfettamente cosa avrebbe successo ai protagonisti, ho goduto del libro come se fosse la prima volta.
Un miscuglio di storia e leggende, di ipotesi, che sono, quantomeno curiose e anche possibile. Manfredi è un maestro delle descrizioni sintetiche ma che fanno immaginare quello che stai leggendo, ad esempio, nella pagina 555, capitolo I della mia edizione (ricordo che fa parte di una trilogia):

“Il reparto si richiuse immediatamente dietro di lui, gli scudi si serrano agli scudi con un secco scatto metallico. I primi uomini in ginocchio, i secondi in piedi, facevano sporgere solo le punte delle lance puntando le aste a terra.”

Tre linee e ci immaginiamo la scena. Quello che verrà di seguito non può essere un’altra cosa che una battaglia a morte.

La misteriosa storia di Aurelio ci tenne sulle spine fino alla fine del libro, chi sarà questo uomo ardito, coraggioso che subise così tanto?
Il libro è pieno di violenza, certo, ma quel mondo in seguito alla rovina dell’Impero Romano non poteva essere di un altro modo. È un mondo che sta cambiando, la vita muta, gli uomini e le donne di questo mondo devono andare avanti e devono ideare una maniera di farlo: l’esilio del piccolo imperatore, la ricerca di un posto nuovo, quello di Livia (la fundazione di Venetia), la ricerca del coraggio dimenticato (Ambrosinus e i suoi amici della Britannia). E poi, la testardaggine di un uomo, Oreste, per fare rinascere un mondo già perduto, quello delle Legioni, un sogno che non si può già realizzare perché appartiene a un tipo di uomini e di donne che già non esistono: quelli per chi l’onore e la parola data, la fedeltà a un ideale, era quasi tanto importante della sua vita. O forse ancora ci sono queste tipo di persone? Forse ci sono: il piccolo gruppetto protagonista di questo libro.
È stato un vero piacere rileggere questo libro con voi, compagni di TSD.

Roberto Orsi
Si tratta del primo libro che leggo di Valerio Massimo Manfredi. Nonostante il periodo storico non sia tra i miei preferiti ho apprezzato la capacità espositiva dell’autore che rimane un maestro da questo punto di vista. Non mi ha impressionato tanto la trama avventurosa, legata alla liberazione di Romolo Augustolo e il suo fuggire dalle truppe dei barbari di Odoacre verso le terre del nord, quanto la capacità di inserire nozioni storiche all’interno della narrazione. Tantissimi i riferimenti alla storia romana e dettagli anche minimi che fanno del libro una porta molto interessante su quel mondo tardo imperiale che cedeva il passo a una nuova era. Il senso dell’onore e di appartenenza a un popolo che sta subendo i colpi dei nuovi conquistatori, spicca in modo lampante nei personaggi che affiancano Romolo nella sua avventura: Ambrosinus, Aureliano, Livia e gli altri protagonisti della missione. Il ritmo è abbastanza incalzante ma, per certi versi, non succede molto a livello di eventi. L’idea alla base della storia e il finale sorprendente riscattano del tutto una parte centrale che potrebbe risultare più pesante. Fondere storia e mito è sicuramente una mossa geniale che permettono al libro di rimanere impresso nella mente del lettore.

Sonia Morganti
È tra i miei libri preferiti di Valerio Massimo Manfredi e, alla terza rilettura, questa volta condivisa, credo che abbia davvero il respiro del classico.
Trama di fondo universale, perfettamente calata in un contesto storico particolare, complesso e ricchissimo di temi e spunti. Momenti di grande emozione, ispirati. Finale in crescendo. Cosa chiedere di più da un libro, se non volerne ancora?

Costanza Marzucchi
È il secondo libro che leggo di questo autore che si conferma, con questa lettura, un maestro nel genere del romanzo storico ambientato nell’età antica. La vicenda dell’ultimo imperatore d’Occidente e del suo destino è oggetto di una rielaborazione fantastica dove il romanzesco e lo storico si uniscono alle leggende dell’età antica e della nascente età medievale. Un mix che solo uno scrittore della caratura di Valerio Massimo Manfredi saprebbe maneggiare con tanta abilità. Ho amato profondamente questa lettura, che mi ha coinvolto dall’inizio alla fine. Un romanzo epico e senza tempo, come i valori che questa storia portano con sé, riuscendo a sopravvivere in un mondo nuovo, dove la sopraffazione e la violenza sembrano dominare tutto. Una lettura da non perdere, soprattutto per gli amanti dell’età antica!

Patty Bra
Valerio Massimo Manfredi è un autore che conosco e ho sempre apprezzato. Mi piace la sua narrazione espositiva: accattivante, avvincente e ricca di dettagli storici. Riesce con maestria a portarti nel periodo scelto, in questo caso nel declino dell’impero romano d’occidente per mano dei barbari. L’autore riesce a intrecciare perfettamente situazioni reali e non ma quello che mi ha colpito di più, è come con naturalezza è riuscito a collegarsi a una leggenda/mito. Ricordo che questo libro è nato con già l’idea di una trasposizione cinematografica che anni fa ho apprezzato.

Luigia Amico
Anche per me è un primo incontro con Valerio Massimo Manfredi e che incontro! Non mi soffermerò sulla trama di cui i miei compagni di lettura hanno ampiamente scritto.
Mi sono avvicinata al romanzo con titubanza, convinta di trovarmi di fronte un tomo indigesto e noioso, nulla di più sbagliato! È stata una lettura avvincente e scorrevole, i personaggi sono ben caratterizzati e si muovono in uno scenario descritto accuratamente; ho molto apprezzato la bravura dell’autore nel creare un mix perfetto amalgamando con maestria Storia e fantasia.
Non amo particolarmente il periodo storico trattato ma sono stata catturata dall’intreccio narrativo ricco di avventura, colpi di scena e nozioni storiche. Il finale sorprendente è stata la parte del romanzo che più mi è piaciuta. Un mio plauso personale alla bravura e alla profonda preparazione di Valerio Massimo Manfredi, continuerò sicuramente la lettura di altri suoi testi.

Trama
Anno Domini 476. Il re barbaro Odoacre depone l’ultimo imperatore romano, il tredicenne Romolo Augustolo, confinandolo a Capri. Il sipario cala definitivamente sulla civiltà di Roma. Ma non tutto è perduto. Un pugno di legionari sembra risorgere dal campo di battaglia: Rufio Elio Vatreno, veterano di infinite battaglie, Cornelio Batiato, gigante etiope dalla forza smisurata, e il comandante Aurelio, il più leale e coraggioso. Insieme a Livia Prisca, una formidabile guerriera, sono decisi a tutto pur di liberare Romolo Augustolo e il suo precettore Meridius Ambrosinus. Una volta riusciti nella loro impresa, ha inizio così una caccia all’uomo senza esclusione di colpi, una lotta disperata in cui l’intelligenza, le astuzie, il coraggio di quattro soldati proteggeranno e guideranno l’ultimo Cesare; una fuga a perdifiato attraverso un’Italia e un’Europa devastate e drammaticamente affascinanti, fino all’ultimo approdo, fino all’ultima resa dei conti in un luogo desolato agli estremi confini del mondo. Dove, dalle ceneri di un mondo che si era creduto immortale, sorge un nuovo mito, destinato a varcare i millenni.

Editore: ‎Mondadori (18 maggio 2016)
Copertina flessibile: ‎472 pagine
ISBN-10: ‎8804667591
ISBN-13: ‎978-8804667599
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