Curiosità La storia in cucina Viaggio nella storia

Un brindisi con la storia dello champagne! Buon anno a tutti!

Siamo arrivati alla fine di quest’anno e desideriamo lasciarci alle spalle il 2020 investendo il neonato 2021 di speranze. Anche Tsd vuole augurare a tutti un sereno Anno Nuovo e, ha deciso, di farlo senza badare a spese, offrendo a tutti champagne, perché le bollicine sono da sempre sinonimo di festa. Siete pronti quindi a seguirci in questo conto alla rovescia beneaugurale per conoscere la storia e le curiosità che si affollano intorno al mitico champagne?

A cura di Maria Marques

10  Champagne, crociate e rose

Lo champagne deve il suo nome alla regione sita nel nord est della Francia in cui è prodotto.

La natura del terreno, l’esposizione e il clima sono tutti elementi che concorrono a conferire alle uve le caratteristiche che le rendono uniche. A ridosso dei vitigni spesso si pianta la “rosa di Damasco” utilizzata come fiore sentinella, cioè per intercettare le malattie delle piante prima che queste colpiscano i preziosi filari. La rosa secondo alcuni, fu portata in Europa da Roberto I di Dreux, uno dei figli del re di Francia Luigi VI, che prese parte durante la seconda crociata, all’assedio di Damasco del 1148.

I vini della Champagne sono noti sin dal medioevo e la loro produzione avveniva soprattutto nelle abbazie, ma si trattava di vini rossi e fermi.

9 “Le bollicine” un difetto.

Il vino si ottiene dal succo d’uva che, grazie all’azione dei lieviti che metabolizzano lo zucchero, lo trasformano in alcol e in anidride carbonica. Questo processo si definisce “fermentazione” e si fa iniziare subito dopo la vendemmia. Nel passato, poiché non c’era modo di regolare la temperatura degli ambienti, un autunno molto rigido poteva sospendere il processo di fermentazione.

In primavera con l’innalzamento delle temperature, poteva accadere che i batteri creassero una seconda fermentazione. Adesso questo processo è voluto e si ottiene aggiungendo lieviti al vino perché la produzione di anidride carbonica, nella seconda fermentazione, è il fattore importante nel metodo della “spumantizzazione naturale”. Nel passato però le bollicine e la spuma nei vini non sono sempre state ben viste, tanto che, la seconda fermentazione di primavera, era considerata tra le cause di risoluzione dei contratti di vendita come attesta un papiro egizio del 522 d.C, considerandola come un difetto. Durante il Medioevo la seconda fermentazione è citata nei documenti, senza essere associata a un vino in particolare, anzi quelli effervescenti non erano considerati particolarmente ricercati e, in via precauzionale, si consigliava di assumerli con l’acqua.

8  Il vino del diavolo

La produzione di anidride carbonica dovuta alla seconda fermentazione, provoca in una bottiglia chiusa ermeticamente, un aumento della pressione. Fino al XVII secolo questo fenomeno causò problemi perché i tappi venivano espulsi oppure erano le stesse bottiglie a esplodere. In questo modo il vino andava perso e gli addetti alle cantine potevano rimanere feriti. S’iniziò allora a pensare che vi fosse un intervento diabolico in questi fenomeni e i vini frizzanti furono soprannominati ‘le vin du diable’ (‘il vino del diavolo)

 Chi ha inventato lo champagne?

Fu Dom Perignon, un monaco benedettino a inventare lo champagne. Ci sono però due versioni che si riferiscono a questa invenzione. La prima prevede che questa avvenne casualmente, dopo aver imbottigliato del vino, Dom Perignon si accorse che alcune bottiglie erano scoppiate, quindi intuì che c’era un modo per produrre vino frizzante. Nella seconda versione, Dom Perignon esperto di vini e vigneti, aggiunse volutamente zucchero e fiori al vino bianco in bottiglia e notò che, dopo la seconda fermentazione, questo produceva bollicine. 

6  Chi fu Dom Perignon?

Pierre Perignon nacque nel 1638 a Sainte-Menehould, nella regione della Champagne-Ardenne, zona ricca di vigneti. Fu ammesso nel collegio gesuita di Chalons e nel 1656 entrò nell’abbazia benedettina di Saint- Vanne. Nel 1668 si spostò nell’abbazia di Saint – Pierre d’Hautvillers, dove rimase per tutto il resto della sua vita, spegnendosi nel 1715. Suo incarico nell’abbazia fu di occuparsi delle proprietà terriere inclusi i vigneti. Sembra che tra i compiti affidatigli dall’abate ci fosse quello evitare la seconda fermentazione del vino, cosa che egli riuscì a controllare, diventando un esperto del metodo champenoise. Dom Perignon in questo fu sicuramente fu aiutato dall’invenzione di bottiglie più robuste e dall’uso di tappi in sughero.

5  Lo champagne e gli Inglesi

Strano a dirsi ma gli Inglesi diedero un contributo fondamentale per l’evoluzione dello champagne, in particolare due personaggi.

Il primo, Christopher Merret, fu uno scienziato che nel 1662 presentò alla Royal Society un trattato “Some Observations concerning the Ordering of Wines’, in cui anni prima del lavoro di Dom Perignon, rilevò il rapporto esistente tra l’aggiunta di zucchero e l’inizio della seconda fermentazione teorizzando il metodo champenoise.

Il secondo, un ammiraglio della Royal Navy e membro del parlamento, Sir Robert Mansell, diede l’avvio alla produzione di bottiglie più resistenti in grado di sopportare la pressione dello champagne. Utilizzando forni a carbone, il vetro in essi prodotto era più resistente rispetto ai tradizionali forni a legna.

4  La Marchesa di Pompadour  e le coppe di champagne

Solitamente si dice “una coppa di champagne” ma secondo gli esperti, il bicchiere che meglio si adatta a questo vino, è il flute. Infatti, la sua forma allungata permette alle bollicine di risalire e a chi lo sorseggia di apprezzarne gli aromi. Spesso però lo champagne si serve in una coppa e la leggenda narra che, la forma di questo bicchiere sia stata ispirata dal seno della marchesa di Pompadour, l’amante del re Luigi XV.

3 Tappi, muselet e antichi Romani

Prima di Dom Perignon le bottiglie si chiudevano con tappi di legno racchiusi da un involucro di stoffa e cera. Si narra che l’uso dei tappi di sughero si debba proprio a Dom Perignon, ma sembra che questi fossero già usati nell’antica Roma e che, con la caduta dell’impero, se ne sia persa la conoscenza. Dom Perignon per assicurare i tappi di sughero al collo delle bottiglie, utilizzava della corda di canapa. Con il passare del tempo, la canapa cedette il posto al filo di ferro perché più resistente, anche se le prime gabbiette metalliche (muselet) comparvero alla metà del XIX.

2  Il primo “ritratto” dello champagne

Il quadro “Il pranzo di ostriche “ realizzato nel 1735 dal pittore Jean-François de Troy, nasconde una curiosità: è il primo dipinto in cui sono rappresentate alcune bottiglie di champagne.

PRANZO A BASE DI OSTRICHE DI DE TROY, IL PRIMO QUADRO RAFFIGURANTE  CHAMPAGNE - Metis Magazine

1 Brindiamo in ottima compagnia

Ormai sappiamo quasi tutto della storia dello champagne, il conto alla rovescia di Tsd è terminato. Solleviamo i flute o le coppe, scegliete voi il bicchiere che preferite e, augurando a tutti un sereno 2021, possiamo pensare che con noi avrebbero brindato, perché amanti di questo vino: Luigi XIV, Madame de Pompadour, Maria Antonietta, Napoleone Bonaparte, Henri Toulouse Lutrec, Nicola II di Russia e Winston Churchill.

Un momento ancora, due citazioni sullo champagne, una per le signore e una per i signori:

“Quando vinci meriti lo champagne. Quando perdi ne hai bisogno.” Napoleone Bonaparte                                            

Lo champagne è l’unico vino che rende le donne belle anche dopo averlo bevuto” (Madame de Pompadour).

Buon anno a tutti!

Fonti

https://www.eataly.net/it_it/magazine/eataly-racconta/storia-dom-perignon/

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