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Il salottino di TSD: intervista a Desy Icardi

Mi chiamo Desy Icardi, sono nata e vivo a Torino, dove opero come formatrice aziendale, scrittrice e – quando ancora mi riesce – cabarettista. I miei romanzi sono tradotti e pubblicati in Spagna, Messico, Colombia e Bulgaria.

Con Fazi editore ho pubblicato “L’annusatrice di libri” (febbraio 2019), finalista all’European Union prize for literature. Sempre per Fazi editore ho pubblicato: La ragazza con la macchina da scrivere” (febbraio 2020) e La biblioteca dei sussurri (dicembre 2021), La Fotografa degli spiriti (novembre 2022) e La pasticciera di mezzanotte (novembre 2023) che insieme formano la pentalogia dei cinque sensi.

I miei romanzi sono pubblicati da ADN in SpagnaMessico Colombia e da Perseus Books in Bulgaria .

Questa la presentazione di Desy Icardi sul suo sito www.desyicardi.it, noi di TSD l’abbiamo voluta intervistare per farci raccontare qualcosa di più sui suoi romanzi. Un ringraziamento a Serena Colombo per aver preparato le domande.


Desy Icardi è tante cose: scrittrice, cabarettista, copywriter, blogger (ricordiamo ai lettori il tuo blog  www.patataridens.wordpress.com) e da blogger mi interessa molto questa tua ultima “anima”. Come convivono le tue anime, hanno confini ben netti, o in qualche modo l’una scivola nell’altra?

    Non credo di essere affetta da sdoppiamenti di personalità, forse quand’ero piccola mi ha condizionato giocare con la Barbie, che era sempre se stessa ma talvolta infermiera, talaltra cavallerizza e poi ancora  astronauta. Scherzi a parte, tutte le mie “anime” hanno in comune la narrazione e il senso dell’umorismo.

    Qual è stato di tutti i tuoi romanzi quello che:

    – ti ha dato più filo da torcere

    – hai fatto più fatica a lasciar andare

    – ha avuto la gestazione dell’incipit più lunga

    – ti ha dato maggiori soddisfazioni scriverlo

    – ha il personaggio più amato

    Credo che la risposta a tutte queste domande sia L’annusatrice di libri, il primo della pentalogia sensoriale edita da Fazi editore. In quanto al personaggio più amato, è senza dubbio l’avvocato Ferro, che però appare in tutti i romanzi della pentalogia.

    Tutti i romanzi del tuo ciclo dedicato ai sensi hanno per portagoniste delle donne, ma il personaggio che è sempre presente (e che in un certo senso fa da staffetta tra tutti i libri) è un uomo, l’avvocato Ferro.
    Immaginiamo che la scelta è stata voluta, ma dettata da…

    Al termine di tutto il percorso posso affermare, parafrasando Flaubert,  che “Edmondo Ferro c’est moi”; ovvero l’avvocato sono io. Quando ho iniziato a “frequentarlo” non ne ero consapevole, ma ora ne sono abbastanza certa. Credo quindi che scegliere un uomo, per di più molto anziano, sia stato una sorta di inconscio travestimento.

    Quando hai iniziato a scrivere “L’annusatrice di libri” avevi già in mente tutto il ciclo e i relativi personaggi che lo avrebbero animato? E se sì, hai tenuto fede al progetto o qualcosa poi è cambiato in corsa?

    Prima è nata l’idea delle cinque storie, ognuna guidata da uno dei cinque sensi; poi l’idea è rimasta a languire molti anni in un file polveroso, fino a quando non mi è venuta in mente la trama de L’annusatrice di libri. Da lì in poi, mentre scrivevo un romanzo, progettavo la trama del successivo.

    Il tuo ciclo di romanzi è dedicato ai sensi, allora ti chiediamo di abbinare:

    • un odore a  “L’annusatrice di libri”
    • uno scrittore del passato a cui daresti da leggere “La ragazza con la macchina da scrivere”
    • un suono/rumore a te caro per “La biblioteca dei sussurri”
    • una foto-ricordo di un tuo viaggio a “La fotografa degli spiriti”
    • un dolce a “La pasticciera di mezzanotte”

    L’annusatrice di libri odora di lavanda e naftalina, come i cassetti delle nonne.

     Vorrei che La ragazza con la macchina da scrivere venisse letto da Jack London, perché sapeva essere decisamente (e crudelmente)  obiettivo con gli autori che gli chiedevano un’opinione.

    La principale colonna sonora de La biblioteca dei sussurri è lo scorrere di un fiume.

    Il dolce che mi fa pensare a La pasticciera di mezzanotte sono i frollini alla vaniglia, magari con un pizzichino di pepe.

    Noi ci occupiamo di Storia a 360° e nei tuoi libri c’è sempre (o quasi) qualche avvenimento storico o un tuffo nel passato. Com’è il tuo rapporto con questa materia?

    Della storia non amo tanto i nomi dei personaggi illustri e quelli delle battaglie, abbinati  alle loro  date – anche se ovviamente sono elementi necessari – ma il contesto sociale, la vita di tutti i giorni, le abitudini delle persone, le loro tradizioni,  la moda, la musica ascoltata, gli svaghi. Amo, insomma, ricostruire la vita, di chi vivo non è più.

    Ora che la pentalogia si è conclusa… cosa c’è scritto sul foglio nella tua “macchina da scrivere”?

    Sto scrivendo tante cose: un nuovo romanzo di ambientazione storica, un Young Adult ambientato in un futuro imprecisato; ho concluso alcune storie per bambini e un romanzo breve che combina umorismo e realismo magico.

    In pratica me la sto spassando, e anche se avevo giurato di allentare il ritmo, sto scrivendo in maniera allegramente compulsiva.

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