Narrativa recensioni

Shakespeare reloved – Pete Maggi

Recensione a cura di Roberto Orsi

E se William Shakespeare fosse in realtà di origini siciliane? Come molti sapranno esiste una tesi secondo cui il più grande drammaturgo della Storia fosse figlio di John Florio e Guglielmina Crollalanza, un giovane inglese e una giovane siciliana dal cui amore fugace, sfociato in una notte di passione, sarebbe nato Michelangelo Florio, nell’aprile del 1564 nelle campagne intorno alla città di Messina.

Partendo dal presupposto che non esistono molte fonti relative alla gioventù di Shakespeare e basandosi su alcuni dettagli delle opere del drammaturgo inglese (per citare solo un paio di esempi, in “Antonio e Cleopatra” c’è una scena ambientata all’interno della casa di Pompeo Magno, situata a Messina e sconosciuta ai più, a eccezione dei messinesi. In “Molto rumore per nulla” un personaggio della commedia esclama “Mizzeca” vocabolo siculo che un inglese del ‘500 non avrebbe mai potuto conoscere), questa tesi nel corso degli ultimi anni ha preso sempre più piede. Diverse sono le opere ambientate nella nostra penisola come “Romeo e Giulietta” o “Il mercante di Venezia”.

Pete Maggi, al secolo Pietro Alessandro Umberto Maggi, è un produttore e distributore cinematografico, da sempre appassionato di William Shakespeare, che ha lavorato anche nel cast de “Il mercante di Venezia”, film con protagonista Al Pacino. In tale occasione pare abbia scoperto di questa tesi sulla vera identità di Shakespeare. E partendo da questa versione, l’autore propone al pubblico il suo primo romanzo “Shakespeare Reloved”.

Michelangelo Florio, nato dall’unione tra l’inglese John e la giovane Guglielmina, avrebbe avuto un nonno illustre per quel tempo, di cui porta il nome di battesimo: Michelangelo Florio, appunto. Un predicatore, umanista e teologo nato a Firenze nel 1518. Avviato alla vita di frate francescano si convertì presto al protestantesimo e svolse la propria attività di pastore anche in Inghilterra oltre ad altre regioni d’Europa. Sedotto dalle idee luterane, Michelangelo Florio iniziò a predicare dai pulpiti delle chiese finchè venne condannato per eresia e incarcerato a Roma nel 1548, da dove fuggì due anni dopo sottraendosi alla pena capitale.

Guglielmina aveva amato quella chioma a metà strada tra l’oro e la cenere, la prova evidente che anche suo figlio apparteneva alla stirpe fatata della moglie di Michelangelo Florio.

L’autore del romanzo ricostruisce le vicende del XVI secolo, raccontando i primi anni di vita di colui che diventerà per tutti William Shakespeare. Braccato dalle autorità ecclesiastiche e dall’esercito di Filippo II, re cattolico di Spagna, deciso a imprigionare il ragazzo per poter arrivare al nonno eretico, Michelangelo cresce protetto tra le mura del convento di Sant’Agnese dove la madre Guglielmina ha trovato rifugio prima ancora della sua nascita. Sorella Helen, la Madre Priora, li protegge ad ogni costo in nome della carità cristiana a cui si è votata dopo un tragico episodio che la vide protagonista prima di entrare in convento. Una sorta di espiazione del peccato che ancora la insegue e la tormenta nei sogni notturni.

All’arrivo dei soldati spagnoli l’unica soluzione per Michelangelo è fuggire dal convento. Il sacrificio di Guglielmina e di Sorella Helen gli garantiranno un futuro, anche se da fuggiasco e alla ricerca di nuove identità che gli permettano di celare le proprie origini a chiunque. Da questo momento ha inizio un’avventura in stile cappa e spada, tra fughe rocambolesche, duelli tra le calli veneziane, viaggi in mare dal nord a sud Italia e verso le isole Greche. Un’avventura in cui non mancano i sentimenti, su tutti quello che lega Michelangelo alla giovane Giulia, figlia di nobili veronesi, in un amore tormentato e ostacolato dalla famiglia di lei. Come dite? Vi ricorda qualcosa?

Passione, desiderio e amore. Pulsioni inesorabili e primordiali in grado di mascherare la realtà, di dipingere un’illusione di eterno sull’effimera collisione di due esistenze, l’una contro l’altra, l’una all’interno dell’altra.

Non è l’unico aspetto del romanzo che riporta alle grandi opere del drammaturgo. Sono tanti i riferimenti all’”Amleto”, a “Giulietta e Romeo”, a “Molto rumore per nulla” o al “Mercante di Venezia”.

“Shakespeare Reloved” trasforma la tesi in romanzo, il sogno in realtà. Partendo da una delle più celebri frasi contenute nelle opere di Shakespeare “La tempesta”: noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo d’un sogno è raccolta la nostra breve vita.

A essere rimasto indietro, durante il viaggio, era un altro Michelangelo. La trasformazione da bambino a uomo non era semplice quanto aveva creduto durante quella prima notte passata a guardare le stelle dalla porta della stalla di Nuccio. Non era una trasformazione istantanea e nemmeno un processo continuo: era come se gli eventi più importanti, ancora più che il tempo, strappassero a un essere umano versioni di sé ormai superate.

Il sogno gioca un ruolo fondamentale nel racconto di Pete Maggi, così come i ricordi di ogni vita che si accavallano, si sommano, si confondono, lasciano le loro tracce su ognuno di noi, stratificandosi fino a formare un nuovo sé e lasciando indietro ciò che non è più.

Una scrittura fluida e diretta, a tratti ironica con le battute che i personaggi scambiano con i tempi e ritmo di uno spettacolo teatrale. Un romanzo che si trasforma ben presto in un ricco cammeo per il più grande di tutti i tempi.

Una delle parti, la più importante, apparteneva a suo padre. John Florio. Era lui a tormentare più di tutti il suo animo. Michelangelo non sapeva cosa provare nei suoi confronti. Lo aveva abbandonato prima ancora che nascesse e quindi voleva odiarlo, perché non aveva mai avuto un padre. E voleva amarlo, perché non aveva mai avuto un padre.

Siamo della stessa sostanza dei sogni, effimeri nel nostro viaggio rapportato all’intera esistenza, ma tremendamente presenti alla ricerca del nostro ruolo. Quel ruolo che lo stesso Michelangelo, poi William, cerca in questo romanzo, su quel palcoscenico del teatro più importante in cui tutti noi siamo protagonisti e che risponde al nome di “vita”.

Link cartaceo: Shakespeare reloved
Link ebook: Shakespeare reloved

Trama
Michelangelo Florio nasce a Messina nell’aprile del 1564. Suo padre John Florio, figlio di un eretico protestante ricercato dall’Inquisizione, e sua madre Guglielmina Crollalanza sono due adolescenti che si amano in una notte di mezza estate; ma John è costretto a tornare in Inghilterra e Guglielmina, rimasta incinta, a entrare in convento. Qui cresce il suo piccolo Michelangelo, che divora libri e scrive commedie già in tenera età. Un’infanzia pacifica ma breve, perché quando Filippo II, re cattolico di Spagna, viene a sapere che a Messina si nasconde il nipote dell’eretico Florio, manda i suoi sgherri a stanare il ragazzo, che riesce a fuggire appena in tempo. Ha perso tutto, è solo al mondo: come unico compagno ha il suo fedele e cinico amico Amleto. Insieme navigano fino a Venezia, dove entrano in un mondo affascinante, quello delle compagnie teatrali di strada. Attore, marinaio, commerciante: Michelangelo è costretto a cambiare volti e vite e a viaggiare in varie città d’Italia per sfuggire alle grinfie dell’Inquisizione. Sulla via, incontrerà i semi di molte storie d’amore, di ambizione e di vendetta. Ma la sua unica speranza di salvezza è riuscire a tornare in Inghilterra e a cambiare identità… Un romanzo di avventure, di amore e di poesia che ricostruisce perfettamente un personaggio e il suo tempo, basandosi su una delle più a fascinanti teorie sulla giovinezza di William Shakespeare. Una grande storia che ne contiene tante: forse, tutte.

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