Narrativa recensioni

Nicole – Virginia Gasull

Recensione a cura di Serena Colombo

Prima di questo libro non avevo mai sentito parlare di Nicole Girard-Mangin che fu l’unica donna-medico assegnata al fronte durante la prima guerra mondiale. Questa straordinaria donna è la protagonista del libro “Nicole” di Virginia Gasull portato in Italia da Altrevoci edizioni. Un libro importante, corposo, ricchissimo di informazioni, personaggi e avvenimenti storici; un libro per per certi aspetti anche duro, che parla di guerra, che fa vedere la guerra – e le sue conseguenze – dalla parte di chi è andato in guerra per curare i soldati feriti.

Nicole Mangin viene spedita, per un errore anagrafico, a un ospedale sul fronte bellico francese

Sono arrivata in ospedale con l’uniforme e i galloni da tenente, mi trovo a Verdun da più di un anno, mi trovo in questo crudele conflitto fin dal principio.

E qui inizia il suo, e il nostro, viaggio nella prima guerra mondiale, una guerra che si era fatto l’errore di pensare sarebbe durata pochissimo, e che invece ha generato migliaia di morti e feriti, che ha falcidiato una intera generazione. È Nicole, che narra in prima persona ciò che vede, ma soprattutto che vive, a dire che:

Qui il mondo cessa di esistere, per non so quanto tempo. Vedo soltanto occhi, occhi deliranti, occhi ciechi; vedo soltanto volti, volti senza naso, volti senza mascella; vedo soltanto vuoti dove un tempo c’erano gambe, dove un tempo c’erano braccia. Non ci sono uomini, soltanto questo.

Lei, che passa di ospedale in ospedale (ovviamente ospedale di guerra, quindi spesso approssimativo, con pochi mezzi a disposizione e tanti uomini da curare) si incontra con personaggi storici di caratura e di ingegno non indifferenti come Marie Curie; si troverà a sperimentare lei stessa il primo sistema di radiografia (messo a punto dalla Curie) per poter accelerare, migliorare o, ahimè, rendere inutile, un intervento, una estrazione. Si troverà a sperimentare il metodo Carrel-Daking per curare le infezioni (oggi la tintura di iodio è anche superata, ma all’epoca ha salvato vite, ed era un cosa mai utilizzata).

Nicole che ogni volta deve combattere la sua guerra nella guerra: quella di essere riconosciuta come medico oltre che donna

Unicamente a causa del nostro sesso, dobbiamo dimostrare ogni giorno di essere in grado di fare il nostro lavoro, anche se siamo ben preparate.

La guerra che genera orrori al di là della battaglia: come il turismo di guerra

A quanto pare, nei fine settimana, la gente fa escursioni sui campi dove è stato combattuto il primo grande conflitto: la battaglia della Marna. I campi sono aperti a chiunque e sono facilmente raggiungibili da Parigi. Gli escursionisti passano la giornata a scavare i resti che sono ancora sparsi sul terreno, e li portano a casa come souvenir: elmetti, berretti, frammenti di granate, bossoli, bottoni… e per quelli che non possono o non vogliono fare il viaggio, è nato un altro nuovo business nei mercati delle pulci della capitale: ceste piene di oggetti appena raccolti, con un grande cartello dipinto in rosso che annuncia “Autentici souvenir di guerra!”

La guerra alla quale pur di sottrarsi si rischia la vita col contrabbondo di bende infette tra i soldati al fronte che, infettandosi, non sarebbero stati più richiamati a combattere.

Coleman Ladd

La guerra durò anche dopo: per i soldati congedati che tornarono a casa mutilati, sfregiati, col viso sfondato o ridotto in poltiglia, privi di un occhio, corpi che causavano raccapriccio persino nelle madri, mogli o fidanzate, mutilazioni fisiche e psicologiche senza eguali. Ed è qui che facciamo la conoscenza di un’altra donna eccezionale, Coleman Ladd, una scultrice americana che si dedicò alla cura estetica dei soldati mutilati: studiava a lungo i volti degli uomini, li riproduceva nella maniera più vicina possibile a come erano e, in qualche modo, li rimetteva al mondo restituendogli una dignità .

Uomini che non riuscivano a uscire dallo “stato di guerra”, come non ci riesce Nicole: lei che finalmente dopo anni di fronte di guerra torna nella sua Parigi, eppure non riesce a sentirsi a casa

Non è successo quello che immaginavo sarebbe accaduto. Non ho avuto la sensazione di entrare nel mio appartamento. Non mi sono sentita a casa.

La guerra che le fa perdere tanto, anche il rapporto col figlio

…tra le tante cose che ho perso nella guerra, c’è anche il legame con mio figlio. Per quanto mi addolori, devo accettare che adesso siamo due estranei che un tempo.

Il libro è ricchissimo di dettagli (a volte anche troppi e a tratti un po’ ridondanti), scende profondamente nella descrizione della vita di medici, barellieri, crocerossine sul campo di battaglia, e lo fa con una prosa mai stancante, più vicina a una cronaca che non a un romanzo (credo che di romanzato ci sia poco e nulla, e anche la struttura è poco da romanzo). E se la narrazione si conclude con la fine della guerra e i festeggiamenti per i comunicati di fine delle ostilità, l’autrice, nella sua nota, prosegue in parte la narrazione raccontandoci della morte di Nicole, che può essere considerata, a tutti gli effetti, molto più di una semplice donna medico al fronte di guerra ma quasi una eroina per l’impegno e la dedizione che mise nel suo lavoro e nel compito che le fu affidato. Ma che di quella guerra fu anche a tutti effetti, una vittima

Ci sarebbe ancora tantissimo da dire su questo libro, ma mi dilungherei troppo.
Voglio concludere con una citazione che trovo, mai come oggi, di una attualità disarmante, sebbene fosse riferita a una guerra di un secolo fa:

Dove sono finiti i progressi che ci hanno permesso di creare meraviglie come la Tour Eiffel, le auto o gli aerei? Ora tutto il nostro ingegno viene impiegato per la distruzione degli uomini.

Ecco, credo che non ci sia altro da aggiungere se non il consiglio di leggere “Nicole”.

Vi lascio il link al sito della scrittrice che, seppur in francese, è un sito interessante che di sicuro arricchisce le tematiche da me solo accennate in questa recensione.
https://virginiagasull.com/

Pro: I personaggi storici sono diversi dai soliti e interessanti da scoprire; l’angolo visuale è diverso, pur se la tematica “prima guerra mondiale” non lo è.

Contro: La forma narrativa: pur se è dichiaratamente un romanzo, spesso è più vicino alla cronaca, con poco intreccio e qualche personaggio poco sfaccettato.

Citazione preferitaA volte la stanchezza estrema ci rende egoisti. Per avere pietà del dolore degli altri, bisogna liberarsi del proprio.”

Link cartaceo: Nicole
Link ebook: Nicole

Trama
Allo scoppio della Prima guerra mondiale, la dottoressa Nicole Girard-Mangin riceve per errore la chiamata alle armi. Un funzionario, credendo che il suo nome fosse Gerard, l’ha scambiata per un uomo. Invece di farsi esonerare, Nicole decide di assolvere ai propri doveri e, per tutta la durata del conflitto, rimarrà l’unica donna a servire come medico nell’esercito francese. Dopo una meticolosa indagine e diversi anni di ricerche, la scrittrice basca Virginia Gasull propone ai lettori un romanzo storico che mette in luce il lavoro di medici e infermieri durante la Grande Guerra, ricreando magistralmente l’atmosfera bellica di quegli anni e il ruolo svolto nel conflitto da donne come Nicole. Nicole è un omaggio alla professione medica, alla scienza e alle cure prestate dai sanitari in situazioni estreme.

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