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Il cadavere del Canal Grande – Enrico Vanzina

Recensione a cura di Serena Colombo

Tiepolo, Casanova, la Serenessima: sono i principali attori storici di questo noir col quale Enrico Vanzina conclude una trilogia ambientata nelle città italiane. L’unico capitolo di genere storico. E dopo Roma e Milano, la città che più di tutte offriva un connubio di storia, arte e fascino, non poteva che essere Venezia.

[…] nella venerata Repubblica della Serenissima la giustizia è governata da una imparziale voglia di affermare la verità delle cose. Questa è una Repubblica marcia, in mano a un manipolo di potenti che agiscono per il loro interesse. Qui, a Venezia, siamo tutti controllati. Per sopravvivere in questo dedalo di canali bisogna imparare a mentire.

Il protagonista della vicenda è Jean de Briac, un allievo di Tiepolo, forse poco portato per l’arte, scelta più per sfuggire a un padre opprimente, ma molto in confidenza con le situazioni più complicate e in parte assurde in cui va a cacciarsi, suo malgrado.

Giambattista Tiepolo – Venezia riceve l’omaggio di Nettuno

La sua avventura inizia con un incontro fortuito, sul Canal Grande, con una nobildonna che gli affida un sacchetto, con la preghiera di consegnarlo a una locandiera. Il sacchetto giungerà nelle mani della destinataria, ma la nobildonna riemergerà dal Canale con la gola tagliata.
Stessa sorte che toccherà di lì a poco a un’altra donna, dama di compagnia della nobildonna uccisa. Entrambi gli omicidi sono collegati a quel sacchetto misterioso dal contenuto molto ambìto.

Questo è l’inizio di un rocambolesco thriller dal ritmo serratissimo, tra personaggi storici di livello europeo, misteri, intrighi, vecchi rancori e conti in sospeso per i quali è giunto il tempo e l’occasione di chiudere una volta per sempre. Il tutto si svolge in un susseguirsi di fughe e di scontri tesi, tra chi dà asilo e chi tradisce la fiducia.

Spesso fuggire è un gesto di difesa. Ma se la fuga non viene architettata con raziocinio può condurre in un vicolo cieco.

E in un vicolo cieco sembrano, a un certo punto, finire Jean de Briac e il più illustre fuggiasco della Serenissima del Settecento: il cavaliere Giacomo Casanova, ma cosa c’èntra il più grande amatore della Storia con un apprendista del Tiepolo, starà a voi scoprirlo.

Casanova ritratto dal fratello

Io posso solo dirvi che leggendo questo libro vi troverete a trascorrere delle piacevoli ore (è breve e lo si legge davvero in una manciata di ore) di svago, spettatori di una storia dove non c’è spazio per descrizioni minuziose o approfondimenti psicologici, in cui tutto accade velocemente (forse un po’ troppo e spesso anche senza gran realismo) fatta di personaggi forse un po’ abbozzati, ma non superficiali, in cui ciò che conta è la vicenda, scoprirne la fine, smascherare il colpevole senza soffermarsi a ragionare.
La vicenda alla fine sta in piedi, se si accetta di stare a leggere un noir senza molta architettura. Un libro piacevole, certo, ma non indimenticabile.

Pro: una lettura veloce, un piacevole passatempo, poco impegnativo
Contro: La Storia è solo una cornice, è anche molto sottile; un po’ di volgarità del tutto gratuita
Citazione preferita: L’arte, al di là del suo valore estetico, è un veicolo possente per costruire la Storia.

Trama
Jean de Briac ha un sogno, fare il pittore. Ma suo padre, un nobile francese assai più interessato al guadagno e alle mucche che all’arte, non voleva sentirne parlare. Così Jean ha rubato un cavallo dalla scuderia paterna e ha galoppato fino a Venezia, dove è riuscito a farsi prendere a bottega dal pittore che ama di più, il maestro Giambattista Tiepolo. La vita tra i canali e gli affreschi gli sembra tutto quello che ha sempre desiderato, finché un giorno va a sbattere contro una bellissima ragazza. Lei lo guarda e prima di svanire tra la folla gli affida un sacchetto di velluto con la preghiera di consegnarlo il prima possibile alla signora l’arte, al di là del suo valore estetico, è un veicolo possente per costruire la Storia., la proprietaria della locanda Alle due spade. Jean lo apre: contiene uno smeraldo di dimensioni stupefacenti. Pochi minuti dopo dal Ponte di Rialto si alzano delle grida, “c’è un cadavere nel Canal Grande”. È la ragazza del sacchetto… Dopo una notte turbata da un sonno inquieto Jean si reca alla locanda. Incontrerà Ginevra, la donna più sensuale che abbia mai visto, e finirà in un misterioso intrigo che coinvolgerà i potenti di tutta Europa e il più celebre veneziano di sempre: il cavalier Giacomo Casanova. Dopo avere raccontato Roma e Milano, Enrico Vanzina chiude la sua trilogia noir dedicata alle città italiane.

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