Curiosità Viaggio nella storia

Sai da dove arriva il pesce d’aprile?

Sì, è vero, siamo ancora a Marzo, ma manca poco a che gireremo un altro foglio del calendario.
Tra non molto sarà aprile. E l’inizio di questo mese è caratterizzato da un giorno di scherzi, il famoso “pesce d’aprile“.

Da dove deriva questa usanza?

Sulle origini del pesce d’aprile ci sono tante ipotesi.

Quella più accreditata vuole che il pesce d’aprile sia nato in Francia, nella seconda metà del Cinquecento, quando re Carlo IX decise di applicare il calendario gregoriano e quindi di spostare le celebrazioni per l’inizio dell’anno dal 25 marzo (secondo il calendario giuliano) al 1° gennaio. Qualcuno però, anche dopo l’introduzione del nuovo calendario, continuò a festeggiare durante l’ultima settimana di marzo e di conseguenza diventò bersaglio di scherzi perché considerato stupido o tradizionalista, e quindi divenne destinatario di inviti a feste fantasma o regali assurdi o vuoti. Nel regalo vuoto si poteva trovare un biglietto con scritto poisson d’avril: pesce d’aprile, appunto.

Biglietto per la cerimonia annuale del “lavaggio dei leoni” della Torre di Londra, scherzo ideato in occasione del 1º aprile 1857

La prima testimonianza scritta di questa usanza la troviamo in un poema comico intitolato “Proverbio di un giorno di commissioni il primo aprile” dello scrittore fiammingo Edewaerd De Dene pubblicò nel 1561.
Nella storia, un nobile manda uno dei suoi servi a fare ogni sorta di assurde commissioni per preparare un matrimonio, che alla fine si rivela evidentemente uno scherzo. Questa è la prima volta che troviamo un chiaro riferimento all’usanza

Un’altra teoria affonda le proprie radici nel Regno Unito e si riferisce a una leggenda medievale il cui racconto si svolge il primo aprile. Secondo questa storia, durante il regno di Giovanni il Senza Terra qualsiasi sentiero su cui il re camminava diventava di sua proprietà. Così, quando vennero a conoscenza che il re aveva intenzione di passare per Gotham, i cittadini temettero di perdere le loro terre e si inventarono uno scherzo: quando gli emissari reali arrivarono nella città trovarono i suoi abitanti impegnati in attività impossibili come l’annegamento di un pesce o il catturare uccelli in gabbie invisibili. I soldati del re credettero che gli abitanti della zona fossero pazzi, così fecero marcia indietro e Giovanni non mise mai piede in quelle terre. Questa leggenda, nota come «gli sciocchi di Gotham» o, per il loro ingegno, «i saggi di Gotham», fu pubblicata per la prima volta nel 1540. 

Un’altra teoria ancora rimanda tutto al 1300, e a un miracolo avvenuto ad Aquileia. Qui, Bertrando di San Genesio, patriarca della città, aveva invitato il Papa a pranzo un Venerdì Santo, che quell’anno capitava il 1° d’aprile. Durante il sontuoso pranzo di magro il Papa fu trafitto in gola da una grossa spina di pesce che, grazie alle preghiere di Bertrando, miracolosamente venne fuori da sola.
Da allora fu vietato mangiare pesce il primo di Aprile, e così in seguito gli abitanti cercarono di creare cibi che ricordassero nella forma i pesci che non potevano più mangiare.

Di sicuro, in Italia l’usanza dell’1 aprile arrivò tardi, intorno agli anni tra il 1860 e il 1880. La prima città ad accogliere l’abitudine francese del pesce d’aprile fu Genova che vide comparire i primi scherzi nella zona del porto. La tradizione si radicò prima tra i ceti medio-alti, poi prese piede anche tra il resto della popolazione.
Nella città della lanterna c’era persino un detto “Al primo d’aprile una burla si può dire”, e si inviavano lettere sigillate con dentro la frase “Gri Gri, è il primo d’april”.

Perché si chiama Pesce d’aprile?

Iniziamo col dire che si chiama così solo in Italia e in Francia.
Anche in questo caso non ci sono notizie certe. L’ipotesi più semplice è che i pesci abboccano facilmente all’amo, così come le vittime delle burle “abboccano” facilmente alla presa in giro. Qualcuno invece ritiene che il nome sia legato al ciclo solare: in quel periodo dell’anno il sole abbandona il segno zodiacale dei pesci e quindi le vittime degli scherzi sono chiamate “pesci d’aprile”.

Secondo alcuni la denominazione “pesce d’aprile” risalirebbe addirittura al tempo di Cleopatra e Marco Antonio. Secondo una leggenda, il condottiero romano fu sfidato dalla sovrana d’Egitto in una gara di pesca. Per non scalfire la sua reputazione di infallibile generale romano, Marco Antonio ordinò a un suo servo di attaccare al suo amo delle prede.
Ma la regina Cleopatra scoprì il trucco e fece attaccare all’amo un gigantesco pesce finto rivestito di pelle di coccodrillo. Da qui nascerebbe la simbologia del Pesce d’Aprile.

In alcuni Paesi l’animale che da il nome alla giornata è diverso. Per esempio in Scozia il giorno del primo aprile è conosciuto come Gowkie Day, il giorno del cuculo, un uccello comunemente usato per rappresentare gli sciocchi.

Nei paesi anglofoni, come Regno Unito e America, invece, si chiama April fool’s day (“Il giorno dello sciocco d’aprile”), dove il termine “fool” richiama alla mente il Fool, il giullare delle corti medioevali, sottolineando così la connotazione scherzosa della festa.

Pesci d’aprile storici

Lo scherzo più antico fatto in Italia di cui si ha notizia risale al XIII ed è quello del maestro Buoncompagno da Firenze.
Buoncompagno disse al popolo bolognese che l’1 aprile avrebbe sorvolato la città con un congegno di sua invenzione. Nel giorno stabilito, la popolazione si riunì sul monte di Santa Maria per assistere allo spettacolo. Buoncompagno si presentò all’appuntamento con un paio di enormi ali e la scusa che un improvviso vento sfavorevole aveva impedito il volo.

New York, 1938: dalla sua stazione radio, Orson Welles (a sinistra con il microfono) inscena la “Guerra dei Mondi”

Il più famoso, però, resta quello fatto da Orson Welles. Il 1 aprile 1938 il celebre regista americano progettò uno speciale programma radiofonico. A causa di problemi tecnici, però, non fu possibile mandarlo in onda. Welles però non si arrese e il 30 ottobre la radio trasmise “La Guerra dei Mondi”, una radiocronaca dello sbarco dei marziani. Tra la popolazione corse subito un panico generalizzato. I centralini delle stazioni di polizia e dei giornali furono invasi da centinaia di telefonate, qualcuno tirò fuori la maschera antigas, le strade si svuotarono e le chiese si riempirono. C’era persino chi affermava di averli visti davvero, i marziani!

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