Recensione a cura di Maria Marques
Geertje Dircx è una donna come tante, imprigionata nella casa di correzione di Gouda con l’imputazione di rottura di contratto, furto e fornicazione, dovrà scontarvi dodici anni a causa di un uomo. Non un uomo qualunque. Colui che la perseguita, colui che l’ha ingannata e ha cercato di liberarsene, come se gli anni trascorsi insieme potessero essere dimenticati in un batter d’occhio o cancellati da un pennello abile a coprire volti e sentimenti, è Rembrandt van Rijn, il celebre pittore. Chi è questa donna che silenziosamente appassisce in mezzo ad altre derelitte e delinquenti, con cui ha ben poco da spartire? Perché di lei si sa ben poco? È Geertje stessa a narrare, in prima persona, la sua esistenza da quel fatidico 5 luglio 1650 quando sarà prelevata dalla polizia di Amsterdam:
La carrozza corre a gran velocità sulle strade sterrate. Con le mani e i piedi legati non posso evitare di sbattere contro le pareti e mi sento tutta coperta di lividi. È già molto che ci siamo lasciati alle spalle il villaggio, ma continuo a non capire cosa mi è successo.
Dal lavoro al mercato del pesce, a quello nella locanda, dove conoscerà suo marito, Geertje racconta la sua vita modesta e anonima. Nulla nasconde, né il dolore per la perdita del marito strappatole troppo giovane, né la determinazione nel ricostruirsi un’esistenza sino all’arrivo ad Amsterdam, nella casa del famoso pittore. E’ il 1642 e Rembrandt ha necessità di una bambinaia perché la moglie Saskia, che l’ha reso padre del piccolo Titus, si sta spegnendo di tubercolosi.
Geertje non ha mai visto un quadro, ma rimane colpita dalla capacità del maestro di trasferire sulla tela la vita reale:
I moschettieri erano appena usciti dalla porta della città e in primo piano un uomo con un abito di tela nera e una fusciacca rossa, indicava la direzione…
Alla morte di Saskia, Geertje rimarrà nella casa di Rembrandt, prendendo in mano le redini della gestione e scoprendo che l’abilità del maestro con tele e colori non si accompagna con la gestione dei conti e, infine, diverrà la sua amante, scandalizzando la società dell’epoca:
Il nostro rapporto però rimase a lungo nascosto al mondo esterno; la convivenza al di fuori dal matrimonio era vietata dalla legge, era punita con una grossa multa e se non si correggevano i propri costumi si poteva anche essere allontanati dalla comunità.
La loro relazione durerà anni, anni in cui Geertje accarezzerà il sogno che, prima o poi, Rembrandt la sposi, mentre segue amorevolmente Titus e combatte con il bilancio famigliare che, nonostante le continue richieste di opere, non riesce a risanare perché per Rembrandt dipingere è riprodurre sulle tele ciò che vede, senza abbellimenti e senza cedere a compromessi:
Io non lavoro per i vanitosi, quando io ritraggo qualcuno deve accettare che io riproduca tutto ciò che vedo.
Una vita di compromesso è quella che Rembrandt offre alla Dircx: sarà sua moglie solo tra le pareti domestiche, ma non agli occhi della società, per non perdere il patrimonio della prima moglie.
L’arrivo di una giovane domestica sovvertirà l’equilibrio famigliare, trasformando l’esistenza di Geertje in un incubo. Buttata letteralmente fuori di casa come un mucchio di stracci inutili, la reputazione distrutta, non più giovane e con i primi acciacchi dell’età che cominciano a farsi sentire, Geertje per sopravvivere si appellerà alla giustizia per ottenere una somma di denaro quale risarcimento per “una promessa di matrimonio infranta”. La battaglia tra i due sarà impari: Rembrandt è famoso e ha conoscenze altolocate mentre Geertje è sola, una donna di semplici origini che è facile far passare per accaparratrice, ladra, prostituta. La battaglia legale tra i due avrà serie conseguenze e, un esito inaspettato e amaro. Lo stesso sentimento che li univa si trasformerà da amore in incredulità, poi in desolazione, in odio e infine in un silenzio che vale più di mille accuse.
Nelle biografie di Rembrandt, Geertje appare connotata negativamente, una ladra di gioielli, ma è la verità? Come racconta l’autrice, Simone van der Vlugt, nelle pagine conclusive del romanzo, è solo dal 1965 che gli archivi notarili di Amsterdam in cui si custodiscono gli atti della causa che coinvolse Rembrandt e Geertje, sono stati messi a disposizione del pubblico. Ricostruendo abilmente la figura di questa donna, attraverso le aride carte processuali, grazie alla penna dell’autrice, la “vendicativa vecchia strega opportunista“ che costrinse il pittore a rinchiuderla in un istituto di correzione, non esiste; emerge invece un Rembrandt gretto, vendicativo, avaro che facendosi forza del suo nome e delle sue conoscenze, riesce a manipolare testimoni e giudici.
Consultando minuziosamente, documenti, atti di proprietà, testamenti, l’autrice ricostruisce, personaggi, eventi, la società dell’epoca e la vita nella bottega di un pittore permettendo finalmente alla vera Geertje di uscire dall’ombra, riconquistando dignità e rispetto.
Trama
La storia tragicamente vera di una delle relazioni più scandalose del XVII secolo. E di un ritratto mai ritrovato. Amsterdam. È un giorno di luglio del 1650 quando Geertje Dircx viene prelevata per strada dalla polizia cittadina, costretta a salire su una carrozza e portata nella prigione di Gouda. Nessun processo, nessuna possibilità di difendersi: Geertje, in quella prigione, resterà per molti anni. Dietro il suo arresto non c’è che lui. Il suo grande amore. Il pittore più famoso del suo tempo, che sulla tela riesce a dipingere come se Dio stesso illuminasse uomini e cose, stanze e volti, l’uomo cui Geertje ha dedicato gli anni migliori della sua vita, pur senza un matrimonio legittimo, è in realtà un avido protettore della propria reputazione. Arrivata in casa di Rembrandt come bambinaia, dopo la morte della moglie Geertje è infatti rimasta accanto a lui, intrecciando una lunghissima relazione, che sarà sempre clandestina. Finché, nella vita di Rembrandt si affaccia un’altra donna, e per Geertje non c’è più posto. Manipolatore, donnaiolo, freddo e calcolatore: il ritratto di Rembrandt che emerge da questo romanzo è inedito e scandaloso, e per la prima volta la figura di Geertje viene raccontata in tutta la tragica forza della sua lotta per la verità. Una verità che tuttora non è stata portata completamente alla luce – così come il misterioso, unico quadro che la ritrae, mai ritrovato.
Editore: Piemme (11 maggio 2021)
Copertina rigida: 288 pagine
ISBN-10: 8856676893
ISBN-13: 978-8856676891
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