Narrativa recensioni

L’alemanno. Svevi del basso medioevo – Sibalio

Recensione a cura di Lucia Maria Collerone

Leggere questo romanzo non è stato facile, perché se lo si legge a cuor leggero, cercando i ritmi della letteratura storica contemporanea, non si può che rimanere delusi. I ritmi di questo romanzo sono lenti come lo dovevano essere ai tempi in cui esso è ambientato, cioè la Svevia dopo la fine di Federico II, l’imperatore, Stupor Mundi.
Ritmi segnati dalla mancanza di frenesia, che nessun uomo moderno conosce, frullati come siamo da ritmi assurdi.

I ritmi di Willinger, il giovane protagonista, sono rallentati, seguono le stagioni e l’andamento naturale delle giornate, i viaggi a cavallo, lunghi, scomodi. Il romanzo così è un viaggio in epoche lontane, dove tutto procedeva senza fretta, senza angustie, prendendosi il tempo di condurre un’esistenza semplice, fatta di lavoro umile e pesante, di cibo che serve per saziare e non sempre far godere, di vino scadente che ti toglie le forze, ma ti scalda. Di case spoglie e fredde, di pochi abiti e di poca pulizia. Una vita in cui l’amicizia è un vincolo indissolubile, che non conosce l’ostacolo del tempo e dello spazio; l’ospitalità è sacra e si vive nella paura di chi ha il potere e ha in mano le vite degli umili. Le donne hanno una vita difficile, spesso senz’amore e senza rispetto dell’uomo che le usa a suo godimento e rudemente. Sono succubi degli uomini della loro vita, padri, fratelli, zii, mariti e figli maschi, in una società patriarcale che considera la donna alla stregua di un oggetto.

La memoria del passato e della grandezza del popolo antico che diede origine al ducato di Svevia è uno dei cardini principali del romanzo. Attraverso il racconto della storia dei castelli che Willinger visita durante il suo viaggio, viene ricostruita la storia del casato svevo, le sue vestigia, la sua grandezza. Un’accusa non tanto velata a Federico II che ha abbandonato la sua terra d’origine prediligendo l’Italia e lasciandola Svevia senza guida, aleggia per tutto il romanzo.

La lingua è semplice, diretta, senza alcuni fronzoli, serve per comunicare e narrare, non si dilunga in descrizioni né dei luoghi, né dei personaggi che sono delineati a tratti decisi proprio come un romanzo storico geografico dovrebbe fare. Narrata dal personaggio principale la narrazione risulta a volte talmente essenziale da sembrare spoglia, ma forse la lingua del popolo era questo a quei tempi: serviva solo a comunicare, strumento utile e non di diletto.

I sentimenti sono raccontati come informazioni e non in modo introspettivo, ma restano pur sempre tangibili e potenti, come confidenze. A tratti perde la forma del romanzo e assume quello del trattato geografico, quasi una guida dei luoghi che si visiteranno virtualmente. Anche i dialoghi si spengono e diventano lunghe trattazioni storiche che fanno perdere ulteriormente il ritmo divenendo spesso ingombranti digressioni, che denotano lo studio lungo e appassionato dei luoghi e del periodo storico. Le digressioni storiche sono faticose e lunghe, lo stesso personaggio lo dice, ma doveva essere così che andava a quei tempi, davanti a un camino, quando il sapere doveva essere conservato, narrandolo.

In questo romanzo si sente l’amore per il popolo svevo, che è chiaro quando si scopre che questo è uno dei romanzi scritti da Sibalio, incentrati sulla Svevia, studiata in periodi differenti.

L’uso del dialetto svevo, l’Alemannish, per nominare le città (Schdùagert per Stoccarda, ad esempio) e la sequela di nomi affascinanti, scelti per ogni personaggio tra quelli tipici del periodo storico, arricchiscono di colore la lettura.

Per leggere questo romanzo bisogna farsi affascinare dall’ambiente narrativo, bisogna essere curiosi e pensare che quello che si sta iniziando, è un lento viaggio in un mondo incantevole fatto di luoghi, di storia e di anime molto lontane da noi.

Trama
Ducato di Svevia, 1252. Williger, in viaggio da Gdańsk, arriva a Wimpfen per ritrovare il suo vecchio amico Karl. I due amici intraprendono questo viaggio, attraverso il Ducato di Svevia degli Hohenstaufen, alla riscoperta dei luoghi natii e, sfoggiando le loro competenze storiche e descrittive, rinverdiscono la loro amicizia. Protagonisti importanti del romanzo sono i cavalli, da sempre compagni di viaggio e salvezza per quei tempi, e le donne consolatrici nel momento del bisogno. Altri personaggi, di origine sveva ed alemanna, raccontano le loro avventure arricchendo la trama del romanzo.

Elison Publishing: 29 aprile 2021
Copertina flessibile: ‎ 244 pagine
ASIN: B092T45G91
ISBN-13: ‎ 979-1259590336
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