Curiosità La storia in vacanza Viaggio nella storia

La Storia in vacanza #4: il pedalò

Articolo a cura di Roberto Orsi

Alzi la mano chi tra di voi non ha mai fatto un giro in pedalò!

Ve lo immaginate un bel pedalò con su scritto TSD Estate! E sotto: Escursioni nella Storia.
Dite che è da megalomani? Beh, se anche nelle epoche passate chi sognava in grande e in modo ardito l’avesse pensata così, oggi non si potrebbe fare il giro al largo a forza di pedalate e guardare la costa dal mare o “un tuffo dove l’acqua è più blu”.

In effetti, a rigor di Storia, il nostro pedalò potrebbe chiamarsi Terziscafo, come quello che progettò e realizzò il gardesano Angelo Terzi, un fabbro, amante di Puccini, che nel 1913 si apprestò a compiere la traversata Gargnano-Salò a bordo del suo Terziscafo: una barca di larice, lunga 5 metri, larga uno e 40, azionata da pedali, anzi da una bicicletta messa proprio in mezzo, con tanto di marce. Un vero e proprio antenato del moderno pedalò.

Sulla cartolina pubblicitaria, si legge che il Terziscafo era «il mezzo prediletto per tutti e specialmente per le donne!».

Quando Angelo Terzi lo inventò fu subito un successo: gli svizzeri gliene ordinarono 8 prototipi e il passo per entrare nella storia era davvero breve. Ma la storia è imprevedibile e fu essa stessa a sconvolgere la vita di Angelo Terzi: arrivò la guerra, e Angelo partì con gli alpini. Il Terziscafo restò a Gargnano, in un fondaco. Passarono gli anni, e quando Angelo tornò a casa la trovò divorata dai topi, così come la guerra aveva divorato tutti i suoi averi. E il Terziscafo rimase un rimpianto. Così oggi su Wikipedia, leggiamo, invece, che il pedalò fu brevettato non prima del 1937 dal siculo Giovanni Cannizzaro Favitta.

Il pedalò, però, era stato preceduto da un veicolo similiare, denominato “Idrovelo”, progettato dall’ingegnere varallino Riccardo Durio e costruito dal meccanico torinese Umberto Cattaneo. Questo natante fu collaudato e brevettato nel 1902 ma pur dimostratosi perfettamente funzionante, non ebbe alcun successo commerciale.

Ma se andiamo ancora più indietro nel tempo, troviamo che il 24 agosto 1895 venne depositato in USA il brevetto con annesso disegno di un moderno velocipede marino: uno scafo centrale dotato di bilancieri laterali mosso da pedali, in pratica il telaio di una bicicletta adattato a un sistema più o meno galleggiante.
E sempre nel 1895  la rivista  “Illustracion Espanola y Americana”  descrive una nuova barca inventata da Don Ramon Barea, di Madrid, che si dice navigasse sopra l’acqua in modo facile e veloce. Costruita con due scafi affiancati in acciaio, che fungono da galleggianti e collegati da traverse. Nello spazio tra i due, e vicino alla poppa, è una ruota a pale azionata da pedali, qualcosa come una bicicletta.

Ancora precedente a questo è però il “velocipede galleggiante” brevettato nel  1870 da Carl Wederkinch ed Archibald Starkweather, di Boston, adatto anche alle fanciulle.

Ma facciamo un salto ancora più indietro di parecchi secoli e chi, secondo voi, poteva essere l’unico a inventare un pedalò in pieno Rinascimento?
Lui, il genio italiano di Leonardo da Vinci il quale, dopo aver considerato il fatto che una corrente di acqua faceva girare una ruota a pale collegata ad un albero, elaborò una idea primordiale di imbarcazione a pale azionate da manovelle. Il progetto di Leonardo da Vinci è riportato nel foglio 945r del codice Atlantico.
Qualcuno potrebbe pensare che un qualcosa del genere non richiedesse né molta fantasia, né genialità, e invece quell’invenzione era talmente innovativa e rivoluzionaria che non la si applicò mai perché si pensò che comunque non avrebbe funzionato.
Ah, uomini di poca fede!

E ora che il giro è terminato, diteci: in quali acque, a largo di quali coste vorreste fare un giro sul pedalò TSD Estate?

Curiosità

I progetti e le fotografie del Terziscafo di Angelo Terzi si possono oggi vedere nel ristorante di Desenzano del nipote Pier, figlio di Gianbattista Terzi.


“Pedalò” deriva dal francese pédalonome commerciale che a sua volta deriva da pédaler, marchio registrato da Georges-Henri Canton e Jean-Eugène Canton che lo idearono (progettandone diversi modelli) nel 1933 come engin de navigation perfectionné depositando il brevetto del nome nel 1936.

Fonti
https://www.solovela.net/notizie/3/leonardo-da-vinci/1349742/

https://it.wikipedia.org/wiki/Pedal%C3%B2

http://www.giornaledelgarda.info/giornali/131115-1704-Dipende156-ago-2007.pdf

Che ne pensi di questo articolo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.