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Le interviste impossibili di TSD: Cristoforo Colombo

Thriller Storici e dintorni continua a cercare nelle pieghe della Storia incontri con grandi personaggi del passato. Oggi siamo incappati sulla rotta di Cristoforo Colombo. Nel suo navigare sull’oceano, le vele delle caravelle lo hanno condotto proprio all’isola di TSD dove Roberto ha avuto il piacere di scambiare due parole con lui.

Buongiorno Cristoforo, posso permettermi di darti del tu vista anche la comunanza delle nostre origini?

Carissimo Roberto, che dire… sei proprio sicuro di condividere con me i natali genovesi? Immagino saprai che sono stati sprecati fiumi d’inchiostro sulla mia nascita e il mio paese di provenienza. Sapessi quanti mi hanno tirato per la giacchetta, ognuno reclamando un po’ di me. Sono stato genovese, spagnolo, portoghese. Aleggia ancora una qual sorta di leggenda intorno alla mia origine.

Nell’ultimo saggio che ho letto sulla tua figura, l’autore Giulio Busi, non sembra avere alcun dubbio: sei un genovese di umili origini

“Ah sì, ho sentito parlare di codesto autore. Giulio Busi, so che ha scritto saggi anche su altri importanti personaggi del passato. Rammento di aver visto da qualche parte che si sia occupato addirittura di Michelangelo il Buonarroti, di Lorenzo De’Medici e anche di un “collega” come Marco Polo. Puoi immaginare il mio stupore nel sapere che ha studiato anche la mia vita e in che modo approfondito poi! So che ha studiato e raccolto informazioni su tantissimi testi. Ma lascia che ti dica una cosa: sono due le fonti più importanti e so che Busi le ha tenute in enorme considerazione. 

Il più completo racconto sulla mia vita, i viaggi che ho intrapreso, le vicende che mi hanno coinvolto è sicuramente “Historia de las Indias” del domenicano Bartolomeo de Las Casas. Esiste poi un altro libercolo da cui si possono attingere numerose informazioni sul mio conto: si tratta delle “Historie della vita e dei fatti di Cristoforo Colombo”sotto il nome di Fernando Colombo, il mio secondogenito. Ma si tratta di una pubblicazione che vide la stampa solo nel 1571 a Venezia. Si tratta di quasi un secolo dopo, e le memorie messe nero su bianco da mio figlio Fernando, passarono sotto diverse mani.

Non vi è dubbio alcuno che questi siano i testi principali in cui si racconta delle vicende che ho vissuto. E sapessi Roberto, quante ne ho viste…

Cristoforo vuoi parlarci della tua infanzia?

“Sai Roberto come si potrebbe riassumere in pochissime parole la mia vita? Sono nato lanaiolo e morto ammiraglio del mare oceano. Quanta strada (e quanta acqua) per passare da una condizione all’altra. Papà Domenico era un artigiano e mercante, nato da una famiglia di cardatori e lanaioli. Anche io come lui fin dalla tenera età seguii mio padre nell’attività di famiglia e ben presto iniziai anche a navigare per seguire gli scambi commerciali dei prodotti che trattavamo. Da lì è iniziata la mia vita sul mare che è diventato elemento fondamentale del mio essere.”

Si dice che all’inizio della tua carriera marinara tu fosti anche corsaro. Quanto c’è di vero in questo?

Vedi Roberto, è necessario puntualizzare che ai miei tempi nella marineria non esisteva un confine netto tra commercio e guerra. Ogni mercante, padrone di una nave o semplice passeggero, era all’occorrenza in grado di difendersi e di offendere. La trasformazione da commerciante a soldato, da venditore a corsaro o addirittura pirata, era fulminea. Tempi difficili per navigare, caro mio! Si doveva stare molto attenti alle navi che incrociavano la rotta. Non sapevi mai per certo se ti trovassi davanti amici o nemici, se da un momento all’altro avrebbero incrociato per assalirti e derubarti.

Tornando alla tua domanda, è capitato che alcuni committenti chiedessero di attaccare quella determinata galera o vascello per impossessarsi delle ricchezze che portava: oro, tessuti, spezie, prodotti preziosi. A proposito, l’autore di cui parlavi prima vi ha raccontato di quella volta che fui inviato a Tunisi da Renato d’Angiò contro la galeazza aragonese Ferrandina?

Sì, questo episodio viene raccontato! E a prescindere dalla motivazione di questa spedizione che ti vide protagonista, l’autore ci racconta un episodio particolare proprio di quel viaggio, che la dice lunga su di te…

Forse intendi quell’innocuo scherzetto che ho tirato a tutto il mio equipaggio? Manomettendo la bussola di bordo ho fatto credere loro che avremmo rinunciato a quell’attacco e saremmo rientrati in Francia. Ancora sorrido al pensiero dei loro volti rilassati quando annunciai di aver invertito la rotta e saremmo ritornati in porto. Il mattino dopo eravamo proprio di fronte alla Ferrandina. Metterli davanti al fatto compiuto, ecco il miglior modo di evitare i loro malumori. Un comandante di nave deve prendersi anche certe responsabilità e portare l’equipaggio dalla sua parte in qualche modo.

Giulio Busi definisce la tua vita un mix di umiltà e ambizione, povertà e scalata al potere, indigenza e orgoglio. Costanti contraddittorie del personaggio che basa tutta la vita sui contrasti. Tu ti senti così contraddittorio?

Posso dire che mi riconosco in come mi ha descritto l’autore nel suo libro. Vero che sono nato in una famiglia di umili origini ma da sempre sognavo di fare qualcosa di diverso. Forse dentro di me ho sempre sognato di passare alla storia ed essere ricordato come stai facendo tu oggi con questa intervista. Mai avrei immaginato di riuscire addirittura in una impresa come quella che ho fatto, però l’ambizione e la voglia di emergere sì, mi hanno sempre contraddistinto.

La mia vita è stata un insieme di cose diverse, tanti volti, tante persone incontrate, tanti popoli diversi, che fanno il pari con le giornate di solitudine passate nel mio ufficio a bordo delle navi durante quelle traversate oceaniche a studiare carte, scrivere diari, fare calcoli e supposizioni.

Ho navigato tutto il navigabile. Ho avuto a che fare e ho conversato con persone sagge, ecclesiastici e laici, latini e greci, ebrei e mori e con molti altri di altre religioni.

Può essere che tutto questo abbia influito su di me, trasformandomi con il tempo. E anche chi mi ha voluto raccontare forse non è riuscito davvero a cogliere il senso del vero Cristoforo. Sono state scritte tante parole colorate di incertezze, mezze verità e qualche volta anche bugie belle e buone.

Arriviamo alla parte più importante della tua vita. Il viaggio che ti ha portato oltreoceano, nel 1492. Che cosa puoi raccontarci di tutto questo, quali furono le tue sensazioni?

Per prima cosa ricordo la difficoltà nell’organizzare quel viaggio. Nessuno tra i regnanti del tempo era disposto a finanziare una spedizione incredibile come quella. Nessuno credeva a ciò che sostenevo: la possibilità di raggiungere le indie orientali dirigendomi a occidente. Devo tutto alla persona che oggi, 26 novembre, ricordiamo nell’anniversario della sua morte. Lei credette fin da subito in me, e grazie all’intercessione di amici banchieri genovesi riuscimmo a prendere il largo.

Come posso spiegare a voi, uomini del XXI secolo, cosa significasse spingersi così oltre i limiti della conoscenza, verso qualcosa di ignoto? Come si può spiegare l’angoscia nell’incertezza del ritorno, di una salvezza che ad un certo punto sembrava più di un miraggio? Quanto difficile fu mantenere la calma tra i membri dell’equipaggio, imbarcati con la promessa di oro, ricchezza e gloria, ma ogni giorno sempre più convinti di essersi buttati nelle braccia dell’inferno.

Oh Roberto! Quale gaudio e magnificenza nello scorgere terra dopo un viaggio così lungo e periglioso. Non so se gente moderna come voi può capirlo, capace di spostarsi a quanto so in poche ore da un continente all’altro con quegli aggeggi infernali che, invece di solcare i mari, li sorvolano. E che sorpresa nell’incontrare le popolazioni del luogo. Quelle isole sconosciute, che subito instillarono in me il dubbio di essere giunto altrove rispetto a quanto mi fossi prefissato.

Eravamo giunti “al di là del vuoto, avevamo violato il confine del visibile e del possibile. Ora l’impossibile era lì, a nostra disposizione. Pronto per essere vissuto, respirato, toccato.” 

Capii da quel momento che la mia vita era il mare e oltre. Che il vecchio continente non mi apparteneva più. Stavo bene solo là. Era quella la mia parte, il mio lato.

Non vado fiero di quanto commisi poi. Non fu sempre esemplare la nostra condotta nei confronti delle popolazioni indigene. Ricordo la reprimenda della stessa Isabella, per niente felice di quanto era venuta a conoscenza.

Si dice anche che non la facessi passare liscia a coloro che protestavano contro il pugno di ferro che utilizzavi…

Su di me si sono dette tante cose, anche cattiverie molto spesso. Non voglio affermare di aver avuto sempre una condotta irreprensibile, ma a volte l’invidia per una posizione di prestigio, una posizione di favore nei confronti delle case regnanti, possono anche portare allo spergiuro da parte dei detrattori. Dopo una fase iniziale di armonia nella gestione dei nuovi territori, iniziarono i contrasti. So che ci sono delle carte che mi accusano anche di omicidio di un membro della mia famiglia: Miguel Muliart, il marito di mia cognata portoghese, Miguel Muliart, che avrei fatto strangolare per aver tradotto una missiva che un frate francese voleva far arrivare alla corona spagnola per denunciare le mie malefatte.

Una cosa posso sicuramente dirla e so che l’autore di cui mi hai parlato quest’oggi è d’accordo con me. Fui tanto grande in mare, dotato di un’intuizione prodigiosa e di altrettanto coraggio, ma fui pessimo nella gestione a terra, quando si trattava di governare, provvedere e amministrare. Evidentemente quando a mancarmi era l’elemento del mare, anche le mie certezze venivano meno.

Grazie mille Cristoforo per esserti messo a nudo con me e i lettori di TSD. E’ stata un’intervista molto affascinante, che ci ha permesso di conoscere meglio non solo il Colombo navigatore ma anche l’essere umano che sei stato.

Per tutti coloro che vogliono approfondire ancora la conoscenza del grande navigatore ecco i dettagli del saggio di Giulio Busi, edito da Mondadori

Peso articolo : 580 g

Copertina rigida : 250 pagine

ISBN-10 : 8804717378

ISBN-13 : 978-8804717379

Editore : Mondadori (14 luglio 2020)

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