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Malaparte. Morte come me – Monaldi & Sorti

Trama Isola di Capri, agosto 1939. L’Italia è nella morsa del fascismo, la Seconda guerra mondiale è alle porte. Durante uno scintillante party sotto le stelle, zeppo di aristocratici, ufficiali nazisti e miliardari americani, il celebre scrittore Curzio Malaparte, gran rubacuori ed enfant terribile del fascismo, viene accostato dalla polizia segreta di Mussolini: qualcuno lo accusa dell’omicidio di una giovane poetessa inglese, misteriosamente precipitata da un dirupo quattro anni prima. Malaparte decide di darsi alla macchia: con l’aiuto di pochi amici fidati condurrà in clandestinità una difficilissima inchiesta. Chi sta cercando di incastrarlo? Forse quell’ufficiale delle SS sempre in compagnia del suo sanguinario dobermann? E che ruolo ha nel complotto il terribile (e vero) segreto nascosto nel passato di Adolf Hitler? Per sfuggire all’incubo, lo scrittore dovrà fare appello a tutte le sue doti, a un’incantevole fanciulla dai talenti insospettabili e a un geniale deus ex machina: un giornalista americano, squisito gentleman e futuro capo dello spionaggio militare USA in Europa. Da scenario fanno il paesaggio di Capri e la villa che Malaparte si sta costruendo su una delle scogliere più spettacolari dell’isola, mentre fra champagne e orchestrine la high society europea attende rassegnata la sua ultima ora. Malaparte invece non ci sta: è ben deciso a salvare la pelle. Ma non è tutto. Ben presto il lettore scoprirà che la vicenda è molto più di una finzione letteraria… Recensione a cura di Roberto Orsi
È tutto il giorno che la cerchiamo, signor Malaparte” disse Marelli, quello alto e calvo. “Abbiamo delle comunicazioni da farle. C’è un procedimento penale contro di lei, con l’accusa di omicidio.
Tutta la vicenda raccontata da Monaldi & Sorti verte su questa condanna che pende sulla testa di Curzio Malaparte. Protagonista realmente esistito, Curzio Malaparte è il nome d’arte di Curt Erich Suckert, uno dei maggiori rappresentanti dell’espressionismo letterario italiano della prima metà del XX Secolo. Arruolato volontario, ad appena sedici anni, nell’esercito italiano durante la Prima guerra mondiale, si avvicina ben presto alle idee fasciste, movimento politico che sta prendendo piede nei primi anni ’20. Un’adesione alle idee totalitariste che ben presto si affievolisce, soprattutto all’indomani del delitto Matteotti, vicenda che non ebbe mai una completa trasparenza per l’opinione pubblica. A tal proposito, nel romanzo di Monaldi & Sorti, questa vicenda è raccontata molto bene e nel dettaglio ed è uno dei passaggi più belli del libro a mio parere. Deluso dalle disattese speranze di rivoluzione sociale che il partito aveva predicato nei primi anni di vita, Malaparte si allontana dalle idee politiche del partito e nel suo ruolo di scrittore, giornalista e saggista ben presto si ritrova inviso alle autorità più importanti del paese e dello stesso Mussolini.
Ciò che era scritto, era scritto. Non avrei potuto cambiare nulla. Volete sapere perché? Perché ero morto.
La linea del tempo si muove su due diversi orizzonti temporali all’interno della narrazione. Partiamo dalla fine. Siamo nell’Estate del 1957 e Malaparte è ormai agli sgoccioli della propria esistenza, ricoverato in una clinica Romana in condizioni gravi. Ed è proprio lì, ad un passo dalla morte, che lo scrittore sarà costretto da una “presenza particolare” a redimere i propri peccati raccontando le vicende di vent’anni prima, ammettendo le proprie colpe e lasciando libero sfogo alle proprie debolezze.
Villa Malaparte a Capri
La vicenda raccontata è quella avvenuta nel 1939 sull’Isola di Capri, all’alba del Secondo conflitto mondiale, nel ventennio fascista, con protagonisti dell’Italia bene che si muovono su una scenografia pittoresca. Malaparte viene accusato dell’omicidio commesso quattro anni prima ai danni della giovane Pam Reynolds, che lui aveva frequentato proprio sull’isola di fronte al meraviglioso golfo di Napoli. Qualcuno lo vuole incastrare e l’OVRA, la polizia segreta del regime fascista, lo bracca sull’isola costringendolo a darsi alla macchia per sfuggire a questa ingiusta accusa. Malaparte, aiutato da alcuni fidati amici tra cui il principe Francesco Caravita di Sirignano, dovrà trovare il modo di far cadere le accuse contro di lui, facendo leva su quei segreti che ogni uomo di potere o con una rispettosa posizione sociale porta sempre con sé.
Era azzurra come tutte le amicizie sincere, leali, troppo rapide a nascere e a morire. Se fosse stata interessata, impura, sarebbe stata gialla, forse con una striatura arancione. Ogni sentimento, ogni sensazione ha un suo colore.
La scrittura di Monaldi & Sorti è molto evocativa e figurativa. Non lesinano sulle similitudini, gli ossimori, e tutte quei passaggi immaginifici che permettono al lettore una visione chiara del contesto e allo stesso tempo mettono lo stampo sullo stile di scrittura dei due autori. Le descrizioni sono minuziose, sia per quanto riguarda gli ambienti esterni per cui ci troviamo a vedere l’Isola di Capri come una magnifica donna dalle curve voluttuose, fonte di bellezza e attrazione, senso di pace e serenità… Capri con i suoi
seni di roccia, le sue ascelle fitte di rosmarino e capelveneri, i suoi capezzoli irti di cipressi, e poi le anche sinuose di Anacapri, vestite di vigneti e profumati di uliveti, e le bianche ville arrostite dal sole, sparse ovunque.
… sia per gli ambienti interni, tra le ville e i palazzi in cui si muovono i personaggi del racconto, come in un mondo sospeso, avulso dal contesto che sta evolvendo sul continente ormai vicino a quella guerra che cambierà le sorti del mondo. Così ci ritroviamo all’improvviso in un
soggiorno pieno di vecchi divani in noce scuro, vecchie poltrone color senape, polverosi abat-jour con l’interruttore ricoperto da un pennacchio, ninnoli di vetro, cani e gatti di ceramica, un pianoforte cadente simile a una bara.
Le vicende del racconto scorrono su un palcoscenico e una scenografia d’altri tempi, tra le personalità di spicco di quel periodo. Tutti i personaggi che intervengono sulla scena sono realmente esistiti, ma vengono mossi dalle abili mani dei burattinai Monaldi & Sorti: da Edda Mussolini, figlia del duce e moglie di Galeazzo Ciano, ministro degli esteri, a Mona Williams, miliardaria americana, diva dei rotocalchi che non perde occasione per ostentare il lusso in cui vive organizzando ricevimenti presso la sua villa sull’isola; da Eddie Von Bismarck, amante di Mona, al Principe Philipp von Hessen, amico intimo e consigliere di Adolf Hitler. Non mancano personaggi minori, meno conosciuti ma altrettanto ambigui, spietati, intelligenti e arguti, abili di muoversi in un contesto pericoloso, dove una sola parola contro di te può travolgerti come una valanga nata da un semplice cumulo di neve. E Curzio Malaparte rischia di farne le spese, vittima di un sistema che non esita a metterti da parte se diventi un personaggio scomodo. Chi ha deciso che il giornalista e scrittore è diventato una presenza superflua e sacrificabile? Malaparte non scappa, rimane sull’isola, affronta la paura e il rischio, si nasconde ma continua a cercare la verità, scoperchiando dei vasi che avrebbero dovuto rimanere sigillati, specie sul conto del cancelliere del Reich. L’equilibrio politico è troppo labile per essere sconvolto da rivelazioni segrete sui comportamenti degli uomini di potere. Nel caleidoscopio degli eventi, le anime dei protagonisti si sfiorano, si cercano, si toccano ma sempre mantenendo la dovuta distanza e indipendenza, artefici del proprio destino.
Il fascismo è come quei grossi serpenti della giungla amazzonica che si sentono minacciati da qualsiasi essere vivente, e lo attaccano appena passa vicino a loro, in importa se è innocuo. Il fascismo non cerca colpevoli, ma sospetti.
Monaldi & Sorti regalano ancora una volta un libro di spessore, tra realtà e potere dell’immaginazione letteraria, impreziosito da una ricerca storica immane, con tanti riferimenti agli intrighi politici del tempo. Nella parte centrale, a mio parere, il romanzo perde un po’ il suo ritmo per inserire molta introspezione e dettagli sulle vicende storiche del tempo. Alcuni capitoli si trasformano in un saggio di storia contemporanea, con le manovre politiche delle grandi potenze del tempo come Stati Uniti d’America e Russia per gli approvvigionamenti del petrolio, o eventi che hanno segnato un’epoca come la battaglia di Bligny del 1918 di cui rimane a imperitura memoria la statua del Cristo di Saarburg.
Quel Cristo nudo era l’Uomo Che Cade, il Dio che cade con noi.
Il libro restituisce la figura di un uomo veramente affascinante, ironico e sfrontato per il quale diventa impossibile non provare una certa simpatia. Alla chiusura dell’ultima pagina rimane la voglia di approfondire la conoscenza dei suoi pensieri attraverso la lettura di una delle sue produzioni o dei tanti libri che sono stati scritti su di lui. Copertina rigida: 494 pagine Editore:Baldini + Castoldi (7 luglio 2016) Collana:Romanzi e racconti Lingua:Italiano ISBN-10:8868529645 ISBN-13:978-8868529642 Link di acquisto cartaceo: Malaparte. Morte come me Link di acquisto ebook: Malaparte. Morte come me
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