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Scripta Manent: Claudio Bedin

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Sono nato il 17 aprile 1952 a San Donà di Piave (Ve), dove ho sempre vissuto. Da qualche anno un po’ di spola a Trieste, una città alla quale ho dedicato il mio ultimo storico. Fin da piccolo, la Storia mi ha sempre affascinato. Mio padre ha combattuto la seconda guerra mondiale e sulle sue ginocchia ascoltavo i ricordi… Per il suo lavoro era spesso a Venezia, e quando poteva mi portava con sé. Mi spiegava tutto, e poco importa che scoprii, anni dopo, che molto se l’era inventato. Devo a lui il mio attaccamento alla città e alla storia della Serenissima. Oltre ai libri di favole, mi appassionavano i testi di scuola riguardanti ciò che era epico, battaglie, assedi. E fra i romanzi storici, ricordo Ivanhoe di Scott. Credo che quando dentro si sente qualcosa, nasca in noi una irresistibile forza di comunicare; e la scrittura è la forma che più mi piace: tutto quello che scrivo è perché è dentro di me. Il legame con la scrittura iniziò già a dieci anni, con la composizione di fiabe e brevi poesie, perché riuscivo a elaborare con facilità strutture in rima. Poi qualche racconto e bozze-di-saggio, a esempio sulla battaglia di Lepanto. E tanta lettura, con predilezione per la saggistica. Solo da pensionato, dopo una vita in banca, ho potuto dedicarmi alla grande passione, con visite più frequenti a biblioteche, archivi storici e, soprattutto, scoprire continuamente nuovi angoli di Venezia. Sì, perché è Lei, la Serenissima, la protagonista indiscussa dei miei libri! Il leone e la farfalla, è il primo libro uscito nel 2014, un romanzo storico ambientato nella Venezia del 1500. che nasce proprio dove sono nato, sulle rive della Piave. Si sviluppa poi a Venezia, in Istria e Dalmazia. Narra della guerra contro i corsari, dell’assedio di Malta e della guerra di Cipro, terminando con Lepanto, 7 ottobre 1571: sono circa 17 anni di storia. Mi avevano ispirato Jennings e Follett, scrittori che mi affascinano da sempre. Nel  gennaio 2016 ho pubblicato Intrigo, sempre ambientato a Venezia nel 1618. Qui ho pensato di affondare la punta della penna nel giallo. Conoscevo vagamente questa storia del complotto spagnolo contro la Serenissima, e visto che il periodo storico era perfetto, è partita la fase di ricerca. Ancora più accurata, precisa, con visita all’archivio di Stato di Venezia e caccia alle fonti e alle documentazioni. Questa congiura è un fatto poco conosciuto, assolutamente reale, dove Venezia ha rischiato la propria indipendenza. Ho potuto collegare qualche filo al romanzo precedente, visto che erano passati 46 anni da Lepanto. Infine, per completare la trilogia, nel settembre 2017 è uscito Un soldato sbagliato. Un salto di un altro mezzo secolo, siamo nel 1669, ultimi mesi del ventennale assedio di Candia da parte dei Turchi. La narrazione è una retrospezione. Si passa, a capitoli alterni, dalla piccola Trieste all’assolata fortezza nell’isola di Creta. Credo che questo si possa definire un “romanzo introspettivo”, sempre inserito in un fedelissimo contesto storico. Tutti i libri sono stati pubblicati in self, dopo aver considerato una serie di proposte di CE, risultate poi a pagamento. E un’altra ragione è stata la fretta, il desiderio di offrire i libri alla biblioteca e alle scuole della mia città, ai tantissimi amici e a coloro che davvero amano la Storia. Usando solo 5 aggetti descrivi che scrittore sei Be’, anzitutto non mi definisco… uno scrittore. Un appassionato di Storia senz’altro, pure “malato”. Indubbiamente non basta la sola passione: la fase di studio e ricerca è importantissima, prima di scrivere cerco di documentarmi molto bene sui fatti d’arme, su come si viveva, si mangiava, ci si vestiva e parlava. Quindi anche pignolo. Quella che Murakami chiama resistenza, e cioè l’energia l’energia di concentrarsi ogni giorno, per mesi. Ho esaurito gli aggettivi? Aggiungo l’intento di cercare un po’ di umorismo, quell’ironia che in un primo momento fa sorridere per la sua arguzia, ma poi invoglia a una amara meditazione sulle debolezze e sui vizi degli uomini. Una motivazione che convinca il lettore a leggere i tuoi libri Venezia è straordinaria, per quanto la si possa conoscere e amare riserva sempre delle sorprese. Completamente diversa da ogni altra città al mondo, per la sua cultura, il suo habitat, le sue strutture, la Storia che ancora l’avvolge… Secondo me non si è scritto abbastanza, nei nostri libri di testo  non è stato dato il doveroso riconoscimento alla millenaria storia della Serenissima Repubblica. E allora, per chi la conosce e la ama, o vuole farlo, consiglio PRIMA le opere di Alvise Zorzi, e dopo i miei libri: dove la base storica è sempre assolutamente fedele, fin nei particolari.. Dacci la tua citazione preferita dei tuoi libri Alvise si alzò dalla sedia e si avvicinò al letto, dove Lucia già lo aspettava. Era felice: e la felicità non dice, non sa, è. […] “A cosa stai pensando?” gli chiese l’amico. “Alla prima volta che mio padre mi portò a vedere il mare. Ricordo che correvo sulla riva, la spiaggia mi sembrava infinita. La pioggia che ricamava la sabbia, la brezza che soffiava fresca e il cielo che si mescolava al mare…” “Il mare ti prende e non ti abbandona più” soggiunse Stelvio. (da Il leone e la farfalla) … il timore della congiura aleggiava su Venezia come una cappa e la tristezza, se non addirittura la paura, aveva invaso tutti. La gente si muoveva in fretta, guardandosi intorno sospettosa, non fidandosi né di alcuna persona né di alcun luogo; in una soffocante agitazione ciascuno misurava i pericoli con la sua paura. (da Intrigo) Domenico inspirò forte. “Sai? Non mi impressionano più i morti, perché sono come dei recipienti usati e buttati via. Chi, come il prete, ci crede davvero, può dire che hanno trovato la loro pace. Mi sconvolgono di più i vivi, che hanno questo terribile vuoto negli occhi che li fa vivere abbracciati alla morte.” I morti come bottiglie vuote. Quanti ne aveva visti col cranio sfondato o con le viscere fuori del corpo. Altri perdere le estremità, sotto le esplosioni o i colpi delle spade. Stava in quel posto da pochi mesi ma aveva capito com’era fatto l’inferno. (da Un soldato sbagliato) Cosa significa per te la Storia? A questa domanda ho letto tante risposte: dalle “radici” al “un modo per dirigere la mia vita”. Sappiamo che deriva dal greco antico  historía  “ricerca, indagine, cognizione”. Per me è semplicemente passione. Perché hai deciso di partecipare a Scripta Manent? Non ho mai partecipato a un evento di questo genere, sicuramente un’ottima occasione per far conoscere i miei libri. Ma soprattutto la possibilità di incontrare tante persone con cui confrontarmi che altrimenti resterebbero… solo virtuali. I libri di Claudio Bedin a Scripta Manent
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