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#Blogtour: “Il sangue di Roma” di Massimo Giulio Tancredi – Recensione

Trama 122 d.C. Dopo la scomparsa della Legio IX Hispana nelle oscure foreste della Caledonia, l’imperatore Adriano decide di visitare l’estremo confine della Britannia, dove viene aggredito dalle selvagge tribù dei pitti. A salvargli la vita è Marco Sestilio Annio, tribuno laticlavio, al quale l’imperatore affida un’impresa ai limiti dell’impossibile: costruire una barriera che separi la civiltà dalla barbarie. Ma la frontiera è selvaggia e pericolosa, una terra intrisa di sangue e superstizione, e la sete di vendetta di Drest, capo tribù pitta, per la morte della sua famiglia trascinerà Annio in una guerra che lo costringerà a mettere in discussione ogni certezza, scendendo a patti con sé stesso e con gli ideali di Roma. Una storia che cambierà per sempre il suo mondo, e con esso il nostro. La storia di un’impresa epica: la monumentale costruzione del Vallo di Adriano, un’ardita opera di ingegneria che per anni ha visto le legioni di Roma impegnate in una guerra aspra e sanguinaria contro gli antichi abitanti delle Highlands scozzesi. Un progetto ai limiti dell’impossibile, in una terra di frontiera oscura e minacciosa, sulla quale il sangue dei legionari è stato versato a fiumi. Recensione a cura di Maria Marques Immaginate per un istante che cosa abbia significato per gli abitanti della Britannia, osservare erigere il Vallo di Adriano. Una fortificazione interminabile che tagliava in due la loro terra, come una cicatrice, una ennesima cicatrice inflitta dai Romani. Come spesso accade sia i vinti sia i vincitori dovranno contare non solo le vite umane perse, ma anche le rispettive ferite. Il protagonista di questa trilogia, qui al primo romanzo, è Marco Sestilio Annio, un giovane tribuno laticlavio in forza alla legione VI Victrix che nel 122 d.C.,durante la visita dell’imperatore Adriano in Britannia ai margini settentrionali della provincia, non esita a fargli scudo con la propria persona, per difenderlo durante uno scontro con i Pitti. A fronte dell’imprudenza della classe dirigente romana che considera pacificata una terra che in realtà non lo è affatto, Annio pagherà duramente il proprio atto di coraggio. L’imperatore tuttavia intuirà i pregi nel suo giovane tribuno:
Mi servono uomini come te, Annio – dichiarò Adriano, risoluto – Uomini che facciano il proprio mestiere, anziché nascondermi la verità per compiacermi
Così, se da un lato l’imperatore lo premierà promuovendolo legatus legionis, cioè comandante della legione, dall’altro investirà Annio di una responsabilità immensa:
Sperimentare di persona la ferocia dei Pitti mi ha fatto capire quanto sia precaria la nostra presenza su queste terre. Se è vero che non c’è modo di sconfiggerli né di scendere a patti con loro, allora significa che dobbiamo tenerli lontani…Erigendo la più grande barriera che sia mai stata costruita…Un muro imponente che divida la Britannia dalla Caledonia. E voglio che sia tu a dirigere i lavori.
In brevissimo tempo il giovane dovrà riprendere in mano la propria esistenza, convivere con una menomazione fisica, affrontare terribili incubi, ma soprattutto imparare a proteggere i suoi uomini che spesso vengono sacrificati in nome di un ideale politico. Tra coloro che osservano i Romani, nascosti nelle foreste c’è Drest, diventato capo tribù dei Pitti anche lui in modo drammatico, una cicatrice a forma di mezzaluna vicino all’occhio destro e molte altre racchiuse dentro l’anima. Il suo cuore è troppo piccolo per trattenere l’odio per la morte dei famigliari, per la responsabilità nei confronti della tribù, per le terre che vede scomparire e che i Romani considerano come proprie e, infine, esplode implacabile. Drest dovrà imparare, rapidamente e a sue spese, a confrontarsi con il mondo romano, osservarlo per capire, per fare proprio ciò che gli può essere utile, senza dimenticare a quale tribù appartiene e che gli dei vedono ogni cosa:
Gli dei sanno cosa ti muove. Menti a te stesso, se credi di volerlo fare per consacrare il tuo ruolo di capotribù’. Ma non puoi mentire agli dei. Loro vedono. Loro sentono. Lo farai soltanto per te: perché i Romani ti hanno portato via tutto quello che avevi e ora intendi ripagarli annientando ciò che rappresentano.
Altri personaggi accompagnano Annio e Drest, le cui vicende si intrecciano inesorabilmente, donne forti e volitive, druidi, traditori, politici consumati,soldati e guerrieri, dando vita ad un mondo che appare quanto mai vivido agli occhi del lettore. Il progetto del Vallo prosegue, in mezzo ai pericoli e agli attacchi dei Pitti, perché gli ordini dell’imperatore non possono essere disattesi; il corpo dei genieri delinea le fasi di quella opera :
Il progetto prevede di sfruttare questo restringimento naturale delle coste…Il vallo si estenderà dalla foce del fiume Tinea all’estuario dell’Ituna, quasi ottanta miglia in tutto. Lo costruiremo appena oltre la Stanegate, in modo da poter approfittare della strada e delle fortificazioni che, di fatto, costituiscono già l’attuale confine della provincia.
Il Vallo inteso quindi come divisione, per rappresentare mondi e culture diversi che in alcuni casi si attraggono e in altri si respingono, ma che, nella difficoltà estrema, riescono anche cooperare come accade alle due figure femminili principali. L’autore Massimo Giulio Tancredi è riuscito a creare un romanzo, equilibrando azione e descrizione, in cui l’avventura si sposa perfettamente con la realtà storica di una terra dilaniata e contesa, ma anche amata da chi vi è nato e da chi vi è stato destinato. Molto interessante la descrizione della vita nell’esercito e negli accampamenti romani e le fasi relative alla costruzione del Vallo che denotano una approfondita conoscenza in materia. Trattandosi di una trilogia, il libro ha l’inconveniente che lascia in sospeso alcune situazioni, non di scarsa rilevanza. Che cosa accadrà ai protagonisti? Ma, soprattutto, la IX legio Hispana, la famosa legione diventata oggetto di leggenda, citata spesso nei racconti dei personaggi, è scomparsa veramente nelle foreste in cui anche i Pitti hanno timore di addentrarsi? Sicuramente tutto quanto rimane da svelare, avrà il suo compimento nei libri successivi della trilogia di cui vi anticipo già i titoli: “I canti della Britannia “ e “L’ombra dell’Aquila”, le cui vicende si svolgeranno sino al 128 d.C., periodo in cui il Vallo è stato definitivamente completato. Un libro per tutti coloro che amano le avventure, la storia e naturalmente la Britannia, quella terra misteriosa, avvolta dalle nebbie e coperta da immense foreste. Mistero e fascino che, nelle pagine del libro, si delineano nelle splendide descrizioni delle foreste:
La foresta parlava e Drest la ascoltava. Era quello che facevano da sempre: si confidavano segreti…La foresta era un’amante esigente, ma dava più di quanto riceveva; bastava sforzarsi di imparare la sua lingua. Quando voleva, però, sapeva essere anche crudele, al punto da divorare vite in cambio della sua protezione. D’altro canto nessuna relazione era perfetta: quella foresta era cresciuta bevendo il sangue di intere generazioni di Pitti, ma era la loro casa, e senza di essa sarebbero stati perduti.
Editore: Fanucci (8 agosto 2019) Lingua: Italiano ISBN-10: 8834737865 ISBN-13: 978-8834737866 Link acquisto cartaceo: Il sangue di Roma Link acquisto ebook: Il sangue di Roma
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