Narrativa recensioni

Rocket 88 – Salvatore Martorana e Federico Mosso

Trama La storia ha il rumore meccanico di un vecchio proiettore cinematografico e a New York nel ’63 la pellicola della storia deve ancora mostrare agli spettatori la sua bobina più segreta e maledetta. A Brooklyn un bolide nero modello Oldsmobile Rocket 88 brontola lento nella nebbia che sale dall’East River, accelera di colpo sulla strada vuota e buia, sparisce verso l’Isola dei Morti. Recensione a cura di Chiara Guidarini A una prima occhiata non si direbbe un romanzo storico. Proseguendo, ci si chiede se si tratta davvero di un romanzo storico. Ma la stesura invita a proseguire, perché indubbiamente la narrazione è buona e la trama interessante… anche se, mi ripeto, non sembra uno storico. Calco su quel “sembra” quanto basta per dare il giusto tono, perché è  ovvio che, se è qui, in queste pagine, qualcosa di storico c’é. E c’è eccome. Siamo in presenza di un romanzo dalle tinte forti che partono da un giallo acceso fino al noir più cupo, intersecandosi a un apparato religioso che calza alla perfezione nell’economia della narrazione. Detto così sembrerebbe di aver a che fare con la classica “troppa carne al fuoco” invece no, perché qui la storia è sapientemente dosata, svelandosi al lettore pagina dopo pagina, con una costruzione tecnicamente perfetta e capace di incuriosire.
Il sangue è in tempesta. Attraversiamo in un caleidoscopio di bagliori – fari – allucinazioni, Broadway che non conosce né sonno né buio, Chinatown con le sue lanterne rosse e suoi odori di cucina gialla, Little Italy con i suoi mangia spaghetti un po’ cuochi, un po’ sbirri, un po’ mafiosi e poi giù per la sixth Avenue e i suoi palazzoni, uno degli esofagi di questo mostro con problemi di indigestione, fino a sbattere sul limite meridionale di Central Park e allora si gira a destra, con il cuore che è tamburo voodoo, per immetterci nello stomaco placcato oro della quinta strada.
Il romanzo ha la peculiare capacità di variare la sua essenza di capitolo in capitolo mantenendo però invariate le caratteristiche principali, come quella degli omicidi che fanno da sfondo a tutta la vicenda. I protagonisti sono resi bene e hanno una loro precisa caratterizzazione che li rende unici ed emblematici. Sono personaggi difficili e tormentati tanto che risulta impossibile affezionarsi; non si tratta dei classici “compagni di viaggio” ma di persone capaci di mascherare i problemi del profondo che sono spiegati molto bene anche grazie alle tinte accese utilizzate nell’ambito della narrazione. C’è poi un momento dove la scena si quieta, dove tutto diviene più denso di colori, e la nostra tinta si mischia a un bianco leggero, impregnando la tela della narrazione di uno dei protagonisti che, anziano e malato, ripone ancora una certa fiducia nella nipote. Anche qui il climax del romanzo è altissimo, e fa in un qualche modo prendere fiato al lettore, già avvinto dalla vicenda scattante e passionale, come per dargli un attimo di tregua.
La voce mi trafigge. Come si dissolve l’energia di un uomo quando l’anima viene a mancare. L’empatia mi sovrasta, mi soffoca, travalica la volontà di mantenermi freddo e distaccato in questo ingrato servizio.
Ci sono descrizioni molto forti e ricche di pathos, e questo si sposa molto bene con la caratterizzazione dei personaggi; ecco allora che un fatto apparentemente simile viene vissuto in un modo diverso dai vari personaggi, offrendo al lettore un quadro completo della psicologia degli attori che si muovono nella scena. Ci sono parti descritte molto bene che palesano l’ambiente circostante fino quasi a immergere il lettore persino negli odori della stanza, rendendola visibile in ogni dettaglio, senza lasciare nulla al caso.
…non si è ancora abituato alla mia Rocket, non ha ancora capito il ragazzo che non è colpa mia, questa macchina è nata così, è la figlia bastarda del demonio concepita nelle fucine più infuocate dell’inferno.
Il quadro storico, nel quale affondano le radici del romanzo, si lega a quello religioso in un crescendo di eventi, tensione e pathos. Interessanti ricostruzioni fanno da sfondo agli anni sessanta americani, e non è difficile immergersi nelle atmosfere di quei tempi non così tanto lontane. Se, di primo acchito, la trama in alcuni punti risulta un po’ costretta e satura di elementi già utilizzati come i versetti biblici, la macchina velocissima, i personaggi tenebrosi, basta dar fiducia agli autori e proseguire nella lettura perché l’epilogo è capace di stravolgere ogni conclusione precedentemente idealizzata, regalando un vera e propria esplosione storica ricca e coinvolgente, capace di lasciare il lettore attonito e incredulo davanti a una ricostruzione che risulta accurata e credibile. Copertina flessibile: 560 pagine Editore: Robin (27 novembre 2018) Collana: I luoghi del delitto Lingua: Italiano ISBN-10: 8872743605 ISBN-13: 978-8872743607 Link d’acquisto cartaceo: Rocket 88
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