Narrativa recensioni

Il calamio di Voltaire – Sabrina Granotti

Trama Il crepuscolo di un’epoca, quando la consapevolezza dell’ingiustizia sociale prese vita in un sistema di idee che persone coraggiose portarono avanti, in nome del cambiamento: questi sono gli anni che precedettero lo scoppio della Rivoluzione francese, fenomeno storico reso possibile solo mediante un pensiero in grado di analizzare i cedimenti strutturali di privilegi inveterati e oppressivi, che non potevano che condurre una nazione, per altro ideologicamente viva e avanzata, verso il baratro di una ribellione violenta quanto ineluttabile. Ha sempre stupito constatare come una classe intellettuale che individuava nella razionalità la propria guida ed essenza abbia infine cagionato tanto sangue e morte; tuttavia le strenue resistenze, incontrate in un percorso che avrebbe potuto svolgersi in modo assai meno traumatico senza l’ostinazione di pochi privilegiati a conservare ciò che l’evoluzione della Storia aveva reso privo di ogni giustificazione, ebbero come conseguenza non una via di riforme da intraprendersi in seno alla legalità dei Parlamenti, bensì un atto di forza che mise la parola fine a ogni tentativo di frenare gli eventi. La Presa della Bastiglia fu l’esordio di una radicale svolta della storia europea; con la narrazione di questo avvenimento epocale si conclude Il calamaio di Voltaire, romanzo ambientato negli anni immediatamente precedenti i fatti rivoluzionari, proponendosi di illustrarne la genesi mediante le vicende di alcuni personaggi che rappresentano quanti avvertirono in modo vivo e pregnante la necessità del crollo dell’Ancien Regime, accanto ad altri che ne costituiscono la dialettica contrapposizione ideologica, coloro che, desiderando porre un freno, finirono per accelerare un’evoluzione che divenne drammatica proprio a causa del loro rifiuto al cambiamento; non a caso, in riferimento alla data del 14 luglio 1789, è stata scelta la suddivisione in quattordici capitoli. La giovane aristocratica Sophie, nutrita di ideali illuministici nonché dotata di rare virtù intellettuali, rifiuta di vivere nel mondo dorato che la sua condizione le offrirebbe per diventare una delle protagoniste della nascita di un nuovo mondo, più giusto e razionale, preparato da una riflessione che ella sente propria e per la quale è pronta a lottare, brandendo la penna come un’arma al servizio del progresso. Un dono inaspettato quanto gradito, un calamaio di cui l’ormai anziano Voltaire si era servito per molti suoi scritti, diviene per lei una sorta di segno del destino, il testimone di una missione dalla quale non si può abdicare, qualunque siano gli accadimenti che la vita ponga sul proprio cammino. Sophie saprà reagire sia al dolore che alla tentazione di arrendersi, di lasciare ad altri la lotta che si fa sempre più aspra e faticosa; il suo coraggio verrà infine premiato ed ella vedrà quell’alba tanto agognata, che la renderà certa di aver fatto le scelte giuste, perché chi sa resistere alle avversità per lottare per ciò in cui crede non può mai aver torto, qualunque sia il prezzo da pagare per giungere alla meta; soprattutto se tale meta ha nome Libertà. Recensione a cura di Sara Quiriconi Ho iniziato questa lettura con la curiosità di scoprire un argomento per me poco conosciuto: la rivoluzione francese. Periodo studiato alle superiori e con ricordi che mi riportano alle ore di francese quando la prof durante la spiegazione della rivoluzione si alzava in piedi dicendo: Aveva lo sguardo fiero di una donna francese del tempo, saldamente ancorata a quei principi e pronta a lottare per essi. In queste pagine ho trovato l’attaccamento viscerale che ho sempre immaginato parte dell’animo delle persone del tempo. Quelle che, riunendosi in gran segreto, hanno sviluppato un movimento politico, sociale, culturale e filosofico con idee che avevano lo scopo di “illuminare” la mente degli uomini, oscurata dall’ignoranza e dalla superstizione, servendosi della critica, dell’uso dell’intelletto e della scienza. Questi gruppi erano composti da persone appartenenti alla classe borghese e miravano alla diffusione della cultura e della scienza per liberare la mente di tutti dalla concezione che il monarca detenesse l’autorità derivante dal volere diretto di Dio. Il calamaio di Voltaire inizia negli anni che precedono la rivoluzione francese fino ad affrontarla. Sophie-Aurore D’Auvergne du Berry è la protagonista che, per tutta la narrazione, ci descrive la situazione francese e i motivi che hanno scatenato la rivolta.
Si dice che la donna sia più debole dell’uomo, non solo dal punto di vista fisico, ma anche da quello della ragione; tuttavia non le si offre alcun agio di rafforzare il proprio intelletto, ritenendo superfluo e vano consacrare le giovini allo studio della filosofia e delle scienze. Come un corpo, condannato all’inedia e sofferente per la sete, non può svilupparsi e degenera nella propria vitalità, allo stesso modo l’intelletto a cui si nega ogni nutrimento subirà sorte analoga. Si adduce a prova dell’inferiorità muliebre il numero esiguo di donne che, nella Storia, hanno dimostrato un valore raffrontabile a quello dei molti grandi uomini; ma quante fanciulle hanno potuto accostarsi agli studi, soprattutto nei secoli bui? Quante, in paragone al sesso virile, hanno avuto occasione di cimentarsi nelle arti o nel pensiero razionale? Il genere del corpo concerne la fisiologia, non le facoltà intellettive; come può quindi avere un influsso sulla quantità o sulla qualità delle facoltà razionali di un individuo qualsivoglia?
Sophie è una giovane donna dell’aristocrazia parigina che ha abbracciato le idee rivoluzionarie del padre. Lei che ha avuto la possibilità di studiare e conoscere persone come François-Marie Arouet de Voltaire e discutere con lui. Lei che, di nascosto, scrive ispirata dal suo intelletto e da un calamaio speciale. Calamaio regalatole da Voltaire. Classificherei, spero non sbagliando, questo scritto come un racconto lungo. Quello di cui sono sicura è che mi ha appassionato tanto. Ogni pagina è scritta in maniera elegante e ineccepibile, uno stile che riporta all’epoca trattata. Ci sono poche descrizioni fisiche dei personaggi, quasi nulla, ma non ne ho sentito la mancanza. L’autrice è riuscita a miscelare la parte storica reale a quella di fantasia senza esagerare o creare discrepanze, anzi dando l’idea che si sia svolto tutto come da lei raccontato. Ci si inserisce nel contesto storico-politico e c’è una buona dose, che non guasta mai, di amore. Amore per gli ideali, per la famiglia e uno che cresce nel corso della lettura tra Sophie e Marc. Sembra di essere presenti nelle ville dell’epoca e vivere con loro i turbamenti e le lotte per le situazioni che si creano. Devo dire che mi è dispiaciuto arrivare all’ultima pagina. Potrei sollevare solo un appunto: c’è un parte in cui la narrazione mi è risultata schematica e veloce, senza parti romanzate. Ci sono eventi storici “segnati” quasi come un elenco, uno schema. Eventi accaduti ma senza leggere dei personaggi che l’autrice ci ha fatto amare dalla prima pagina. Anche se spiega comunque gli avvenimenti non ci ho sentito l’anima dell’autrice come nel resto del testo e ne ho sentito la mancanza. Questa lettura mi ha fatto innamorare di questo periodo storico e dell’autrice per l’amore e il modo di scrivere. Complimenti!   Copertina flessibile: 177 pagine Editore: Independently published (24 dicembre 2018) Lingua: Italiano ISBN-10: 1792624751 ISBN-13: 978-1792624759 Link d’acquisto volume cartaceo: Il calamaio di Voltaire
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