Narrativa recensioni

Janus – Della collera di Nerone: il discorso sulla libertà. Renato Carlo Miradoli

Trama
“La memoria delle mie gesta e di fatti tremendi e gravi mi accingo a lasciare ora, grigio il crine e gravato dagli anni, alla clemenza e alla pietà di coloro che per avventura si imbatteranno nei miei scritti. I tempi in cui vivo e nei quali volge a termine la mia vicenda terrena sono radiosi e grande è la gloria dell’Impero e il nostro Augusto Imperatore Publio Elio Adriano può vantare i benefici della protezione degli dèi. Ma non più di sessanta primavere or sono, quale distanza dalla gloria presente, quali pericoli per la patria e la libertà del popolo romano. Ignoto a lungo resta alla mia persona, mentre lo scrivo, il beneficiario di questo testamento spirituale; ma esso è la sincera testimonianza di chi per amore della giustizia e di Roma ha sofferto e patito. Qui piaccia a chi si imbatterà nel mio testo di sapere quanto gli déi decisero di far subire all’alma patria, alla dinastia Giulio-Claudia che vide la sua fine e alla misteriosa vicenda di un gruppo di uomini chiamati cristiani e che si dicevano alla ricerca della verità.”
Recensione a cura di Maria Rita Truglio Quanto siamo disposti a mettere in gioco per le cose in cui crediamo? Ognuno ha le sue priorità, il suo credo, ma in casi estremi chi sarebbe disposto a correre il rischio per combattere in difesa di ciò? Il lasciarsi cullare dagli eventi  come un semplice spettatore è sempre una tentazione.
Così accade anche agli uomini fra i più saggi e accadde nel passato di Roma, la quale vide eroi diventare servi e servi eroi
Roma è in tumulto, i pensieri cambiano, i dubbi sorgono e le menti diventano malleabili al nuovo. La sicurezza di ciò che è stato lascia il posto a nuovi modi di concepire la vita e la morte; ma non tutti sono disposti a cedere.
Si dice spesso che si ha paura di ciò che non si conosce , ma dopo una vita passata a cercare la conoscenza per sperare di avere meno paura, nei sogni questa legge non scritta beffardamente si ribalta, e si rimpiange l’essere bambini ignari di tutto o adulti ignoranti del tutto
 Gaio Calpurnio Pisone è tra questi. Figlio di un senatore fra i più influenti di Roma, cercherà di fare luce , con l’amico Seneca, su questo nuovo fenomeno che da tempo ha messo radici nella città e che potrebbe aiutarli a rovesciare Nerone.   I Cristiani infatti hanno già instillato il seme della nuova religione fra la plebe, contribuendo in futuro a quella che sarà una delle metamorfosi più importanti dell’impero.
Lo so benissimo anche io che essi, i Cristiani, hanno torto! Ma non per questo abbiamo ragione noi
I vecchi Padri sono in pericolo e tutto rischia di collassare. Ma come è possibile che secoli di credo negli Dei vengano messi in ginocchio improvvisamente? Spesso la presunzione nel sentirsi superiori, la testardaggine nel rimanere delle proprie convinzioni, porta al contrario sperato. Credere che una parte di popolazione non sia in grado di intendere e volere, perdere l’empatia per la condizione umana, non fa altro che aumentare in loro il senso di rivalsa e giustizia. Pensate ad un uomo che non ha nulla da perdere;  un uomo che cerca di aggrapparsi alla promessa di un’esistenza migliore, se non in questa vita, in quella dopo la morte. La rivoluzione parte proprio dai più deboli e Janus ne è il simbolo. Janus che compare in punta di piedi sembrando quasi una figura marginale tanto delicata e impercettibile è la sua presenza. Ma è solo un’illusione iniziale. Improvvisamente, come avessi ricevuto un pugno allo stomaco,  ti rendi conto della grandezza di questo giovane uomo che man mano conosci attraverso gli occhi di Gaio.
Ma se la morte è la fine di tutto, e con essa giunge l’oblio della vita e la disperazione, perché, credi, così dolce mi appare il tramonto che è il simbolo di essa e i miei pensieri volano alti raggiungendo per te, Pisone, la tenerezza più sublime?
 Gaio si rivolge a noi lettori come fossimo faccia a faccia rendendo il racconto più intimo, come intime sono anche alcune delle confessioni che ci rivolge. Come una valvola di sfogo, mette su carta i suoi pensieri attanagliati dai dubbi che inevitabili si depositavano nella mente ad ogni interlocuzione con Janus. Capisci che il cambiamento è inevitabile per la sopravvivenza. In fondo nulla si distrugge, tutto si trasforma. E pur non avendo certezza alcuna che il dopo ti riservi un’altra possibilità continui per la tua strada perché quel credo ti dà forza e quella libertà tanto agognata. Janus ha compreso e forse anche Gaio. Inevitabilmente, anche tu lettore! Attraverso le gesta dei personaggi si sviluppano vicende dolceamare sul perdere e ritrovare se stessi, sulla ricerca della felicità e su come a volte i ruoli si invertano. E proprio in quel determinato instante sei forse riuscito a ritagliarti quel piccolo spazio di beatitudine. Ecco perché il romanzo di Renato Carlo Mirandoli non è solo un racconto di imperatori, tradimenti, schiavi:  se è vero che un libro ha il dovere di lasciare o insegnare qualcosa a chi lo legge, ha pienamente raggiunto l’obiettivo. E come dice Janus “ in fondo che male c’è a credere l’incredibile?”   Copertina flessibile: 496 pagine Editore: Serra Tarantola (1 gennaio 2018) Lingua: Italiano ISBN-10: 8867772279 ISBN-13: 978-8867772278 Link d’acquisto: Janus
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