Cari amici di TSD oggi per la tappa del Blog tour dedicato a “La profezia dei Gonzaga” di Tiziana Silvestrin, ho il piacere e il grande onore di intervistare il protagonista della serie: Biagio dell’Orso.
L’appuntamento non poteva essere che alla locanda “Al Pavone“ dove Biagio ormai è di casa, e un po’ anche io dopo aver letto tutti e 5 i libri dell’autrice Tiziana Silvestrin.
Buongiorno Biagio, che piacere incontrarti finalmente! Ho letto tutte le tue avventure nate dalla penna di Tiziana Silvestrin e posso dire di essermi davvero affezionato a te
Buongiorno a te Roberto, grazie per avermi ospitato in questo salotto letterario che è Thriller storici e dintorni! Ti suggerisco di provare una delle specialità della locanda, polenta di grano saraceno e funghi.
Seguo sicuramente il tuo consiglio! Inizia a parlarci un po’ di te Biagio, che cosa fa un capitano di giustizia?
Come forse avrai avuto modo di notare nei libri della serie, di sicuro un capitano di giustizia non si annoia! Mai una giornata uguale all’altra, anzi come dite voi? Avrei proprio bisogno di andare in “ferie”… ecco! Sento necessità di riposo adesso.
A parte gli scherzi, Roberto, il mio ruolo se vogliamo portarlo ai giorni vostri è quello di capo della polizia. Sono responsabile dell’amministrazione giuridica della città, della sua difesa e dell’ordine pubblico. Non è un compito semplice, tutt’altro! Specie in questo periodo, alla corte dei Gonzaga il pericolo è sempre dietro l’angolo, complotti e intrighi sembrano essere all’ordine del giorno. Io e il bargello dobbiamo tenere gli occhi bene aperti. Ne va della sicurezza di tutta la famiglia del Duca e della cittadina intera.
E’ proprio vero caro Biagio, mi sono reso conto tra le righe dei libri di Tiziana Silvestrin quanto sia delicata la tua posizione nell’amministrazione della città di Mantova. In quest’ultima avventura poi la famosa profezia dei Gonzaga sembra davvero sul punto di compiersi
Ho passato diverse notti insonni Roberto. Quando mi hanno informato della sparizione della mummia del Passerino dagli alloggi del Duca, mi sono subito reso conto che qualcosa non andava per il verso giusto. Troppo strano perdere un oggetto del genere, pur nella confusione di un trasloco come quello che era in corso. No, non poteva essere una distrazione. Qualcuno stava tramando alle spalle dei Gonzaga e il mio compito è sempre stato quello di scoprire chi fosse.
Ti va di dire qualcosa ai nostri lettori sui tuoi metodi di indagine?
Sicuramente non posso svelare i miei segreti, ci sono ancora troppi malviventi e troppi doppiogiochisti alla corte dei Gonzaga, non vorrei mai che qualche membro delle famiglie rivali dei Gonzaga leggesse il tuo blog!
Per gestire la giustizia di una città come Mantova è necessario avere molto sangue freddo e affrontare le situazioni con la giusta dose di razionalità e istinto. A volte le cosiddette “illuminazioni” ti aiutano a sbrogliare la matassa, unite ad un ragionamento logico e coerente. Fino ad ora sono sempre riuscito a risolvere i problemi che affliggevano la famiglia del Duca, ma anche io in qualche occasione me la sono vista brutta…
E’ vero posso confermare! Nell’ultima avventura hai passato anche qualche giorno in prigione! Inconcepibile per chi davvero ti conosce e può mettere la mano sul fuoco per la tua lealtà e integrità morale nei confronti dei Gonzaga!
Che brutti momenti! Credevo davvero mi avessero incastrato stavolta e che non avrei più rivisto la luce del sole… e nemmeno la donna che amo…
Ti riferisci a Rosa, visto che mi hai anticipato, parlaci di lei se ti va..
Che dirti di Rosa? L’ho incontrata ormai qualche anno fa, nella sua locanda “Al Tridente” a Venezia durante la mia prima spinosa indagine sulle tracce di Thomas Chricton (“I leoni d’Europa”, ndr) ed è stato un fulmine a ciel sereno. Dopo qualche tempo passato in due città distinte, lei ha deciso di seguirmi a Mantova per starmi vicino e io ne sono felice anche perché così posso proteggerla meglio. Lei è il mio rifugio, sapere di trovarla e di avere una sua parola di conforto quando ne ho bisogno è qualcosa di impagabile. E pensare che per quella sciocchezza tremenda (“Un sicario alla corte dei Gonzaga”, ndr) la stavo per perdere. Ma ero a Praga, nel mezzo di una vera e propria “crociata contro i turchi”. Ero anche in un momento particolare, maturavo l’idea di abbandonare l’incarico da capitano di giustizia, il mio passato mi tormentava, ho avuto un momento di debolezza e lo stavo per pagare a caro prezzo.
In questi anni hai praticamente girato l’Europa, da Mantova a Venezia, da Parigi a Praga addirittura alla corte dell’Imperatore. Cosa puoi raccontarci di questi viaggi?
Come mi piace sempre dire, sono stati tutti viaggi di lavoro caro Roberto, poco piacere e tanto dovere! Sono tutte città meravigliose, non sarò certo io il primo a esaltare la magnificenza di Parigi, la regalità di Praga o la sinuosità di Venezia. Ma è Mantova la città che alberga nel mio cuore, così come il mio cuore risiede solo a Mantova. Palazzo Ducale, Palazzo Te, il nostro Duomo che ha subìto una trasformazione incredibile grazie a Francesco I Gonzaga. Mantova ha un grande fascino che, mi confermerai, traspare dalle parole della mia autrice Tiziana Silvestrin.
Lo confermo e lo sottoscrivo. E ancora una volta invito chi non lo avesse ancora fatto, a leggere le tue avventure! Grazie mille Biagio per questa bella chiacchierata. Adesso finiamo questo bicchiere di buon vino prima di salutarci
Grazie a te Roberto e a tutti i lettori di TSD a cui sono davvero grato per l’affetto che mi riconoscete ormai da tempo!
Non mi resta che salutare tutti voi lettori e appassionati di Storia e darvi appuntamento al prossimo blog tour!!
Se vi siete persi qualche tappa precedente, ecco di seguito i link!
La lettrice itinerante: La dinastia dei Gonzaga
La stamberga d’inchiostro: la mummia del Passerino
Les Fleurs du mal: la città di Mantova