Trama
Nella Roma barocca di Urbano VIII trionfa l’arte e imperano le feste, ma anche il Tribunale dell’Inquisizione lavora senza soste. Le leggi le fanno ancora gli uomini e le donne le subiscono, assieme ai matrimoni imposti e ai maltrattamenti non puniti, prepotenze a cui nessuno, nemmeno il Santo Padre, intende porre rimedio.
La musica cambia, però, quando nella città sul Tevere approda una bella forestiera, Giulia Tofana, giovane plebea di dubbia morale e cuore schietto.
Innamorata persa di un barone e amante di un bel frate, non ne sa di scienza né di lettere, ma a forza di trafficare con l’arsenico e l’antimonio, ha messo a punto la formula di un veleno che non lascia tracce, non desta sospetti. Un veleno perfetto, dunque, che però non è per tutti: paladina di giustizia, Giulia lo vende soltanto alle donne.
Per liberarsi di mariti grevi e maneschi, che non hanno scelto.
Recensione a cura di Sara Valentino
Adriana Assini e’ una scrittrice e pittrice di acquerelli, nata e vissuta a Roma ha già pubblicato altri tre romanzi: Le rose di Cordoba, Un caffe’ con Robespierre e La riva Verde.
Giulia Tofana. Gli amori, i veleni è il suo ultimo romanzo, uscito da pochi giorni, che ho avuto la possibilità ed il piacere di leggere in pochissimo tempo, tanta era la smania di arrivare alla fine.
“Non basta sapere cosa sia il dolore per non averne paura”
La Assini ci racconta una storia, quella di Giulia Tofana: una cortigiana e fattucchiera realmente esistita che ha realizzato un potente veleno chiamato Acqua Tofana; l’autrice amalgama sapientemente la realtà con un pizzico di finzione, dipingendo il ritratto di questa donna forte ed impulsiva che si aggira nelle pieghe della vita sempre a testa alta, senza mai arrendersi ed affidandosi alle sante patrone di Palermo: Agata, Ninfa, Cristina e Olivia; mi sono immedesimata in lei ed ho patito, sofferto le sue pene ma ho sentito la sua grandezza.
“Per sapere quale direzione prendere seguo l’istinto e il mio destino lo leggo nelle stelle”
Viene ripercorsa quasi per intero la vita di Giulia con la sua inseparabile amica Girolama, sullo sfondo la storia d’amore, sofferta, con il ricco Manfredi (un amore impossibile e struggente); figura di spicco il frate Nicodemo, che farà parte del suo cammino per diversi anni, segnandone anche parte del destino. Ho amato ed odiato questo personaggio: nel corso della storia risulta ambiguo, amabile, forte, ma anche indeciso nel suo rapporto con Dio.
“A quell’ora precisa del giorno finisse sempre per sentirsi troppo piccola nel così vasto disegno del creato”
Il romanzo è anche una denuncia su quanto le donne abbiano dovuto soffrire per colpa degli uomini e soccombere ad essi, che si tratti di popolane o gran dame poco importa, non hanno mai avuto voce in capitolo; Giulia sarà un po’ la loro paladina, venderà l’acqua Tofana solo ad esse per ridare loro libertà e dignità.
“Accusò la stirpe di Adamo di prevaricare la volontà delle donne in ogni circostanza, decidendo sulla loro pelle secondo le proprie convenienze “
La Assini ha una vasta conoscenza storica, lo si carpisce dalle ricostruzioni accurate della vita vissuta dal popolo nei borghi, così come quella dei potenti nelle città proprio come un acquerello dipinge anche le sue storie dandoci la sensazione di poterci affacciare ad una finestra sul 1624.
La lettura è stata scorrevole, nonostante la scrittrice abbia utilizzato termini e vocaboli ricercati ed anche tipici delle zone che descrive, mi ha incuriosito il suo introdurre nel libro frasi in dialetto siciliano, che hanno rafforzato la potenza del romanzo.
È il suo primo libro che leggo e devo dire che è stata una piacevole scoperta, tanto che a breve proseguirò con la lettura dei suoi precedenti, già pubblicati.
Trama
Nella Roma barocca di Urbano VIII trionfa l’arte e imperano le feste, ma anche il Tribunale dell’Inquisizione lavora senza soste. Le leggi le fanno ancora gli uomini e le donne le subiscono, assieme ai matrimoni imposti e ai maltrattamenti non puniti, prepotenze a cui nessuno, nemmeno il Santo Padre, intende porre rimedio. La musica cambia, però, quando nella città sul Tevere approda una bella forestiera, Giulia Tofana, giovane plebea di dubbia morale e cuore schietto. Innamorata persa di un barone e amante di un bel frate, non ne sa di scienza né di lettere, ma a forza di trafficare con l’arsenico e l’antimonio, ha messo a punto la formula di un veleno che non lascia tracce, non desta sospetti. Un veleno perfetto, dunque, che però non è per tutti: paladina di giustizia, Giulia lo vende soltanto alle donne. Per liberarsi di mariti grevi e maneschi, che non hanno scelto.