Curiosità Viaggio nella storia

Sai chi ha inventato…

Sappiamo tutti, o quasi, che Ada Lovelace fu l’inventrice della “macchina analitica”, il primo prototipo di un computer meccanico; che il reggiseno fu inventato da Caresse Crosby, ma ci sono tantissime altre donne che hanno inventato o scoperto cose che la Storia ha inizialmente, ed erroneamente, attribuito ad uomini; o che potrebbero apparire invenzioni prettamente “maschili”.
Abbiamo già conosciuto l’inventrice del tergicristallo, vi va di conoscere altre grandi donne?
E allora seguiteci

Il Monopoli – Elizabeth Magie Philips

Dietro al classico gioco da tavolo c’è una donna di XX secolo. Originariamente chiamato The Landlord’s Game (Il gioco del padrone di casa), fu inventato da Elizabeth Magie nel 1903. Magie fu ispirata a creare il gioco “per dimostrare gli effetti devastanti dell’usurpazione delle terre e dell’uso dell’imposta sul valore fondiario come rimedio”.

La Phillips fece domanda per ottenere il brevetto nel 1903 che le fu concesso il 5 gennaio 1904 e il gioco iniziò a circolare. Tuttavia proprio quando stava cominciando ad avere successo, e poiché nel 1921 il suo brevetto originale era scaduto, Charles Durow si assicurò il copyright per la sua versione “migliorata”, chiamata Monopoli, che presentava alcune varianti che rendevano il gioco più semplice.
Più tardi Durow vendette il Monopoli al marchio Parker Brothers e solo molto anni dopo Philips fu riconosciuta come l’autentica ideatrice del gioco.

Comunicazione wireless – Hedy Lamarr

L’attrice austriaca Hedy Lamarr è conosciuta principalmente coma una delle prime dive di Hollywood. Tuttavia l’ex studentessa di ingegneria a Vienna, durante la Seconda guerra mondiale, diede vita al Secret communication system, un metodo antintercettazione dei siluri radiocomandati alla base delle tecnologie di telefonia mobile e i sistemi wireless.


Servendosi dei rotoli di carta perforati dei pianoforti meccanici, Lamarr, e insieme al compositore George Antheil misero a punto un’apparecchiatura in grado di modificare di continuo le frequenze radio (frequency hopping) rendendole di fatto non intercettabili.
L’invenzione viene brevettata grazie all’aiuto del fisico Samuel Stuart McKeown del California institute of technology, ma fu praticamente ignorata durante tutta la Seconda guerra Mondiale, e giudicato dalla Marina Usa non utilizzabile nella pratica. Viene ”rispolverato” e giudicato degno di attenzione  solo quando gli scienziati americani  iniziano a sviluppare tecnologie basate proprio sul wireless, e così nel 2000 (poco prima della sua morte) Lamarr riceve il giusto riconoscimento: l’Electronic Frontier Foundation Award. Come dire: meglio tardi che mai!
C’è un libro su questa storia del giornalista Edoardo Segantini (edito da Rubettino) che racconta come sono riusciti nell’impresa: si intitola “Hedy Lamarr, la donna gatto“ e se interessati, lo trovato sia in edizione cartacea che in ebook

La sega circolare – Tabitha Babbitt

Correva l’anno 1813 quando Tabitha Babbitt, membro della comunità religiosa di Shakers (comunità religiosa produttrice di oggetti di design) ebbe l’intuizione di inventare la sega circolare. Babbitt stava osservando gli uomini usare la sega a due uomini quando notò che metà del loro movimento era sprecato. Propose di creare una lama rotonda per aumentare l’efficienza e semplificare la vita ai boscaioli e diminuire la fatica nel tagliare i tronchi degli alberi. L’invenzione fu molto apprezzata dalla comunità religiosa che, però, impedì di brevettarla.

Il riferimento alla sua invenzione esiste solo nella tradizione shaker, c’è infatti una controversia sul fatto che sia stata lei la vera prima inventrice della sega. Secondo alcuni resoconti, furono due uomini francesi a brevettarla negli Stati Uniti dopo aver letto della sega di Babbitt nei documenti degli Shaker. C’è poi un tale M. Stephen Miller che sostiene che Babbitt non fu la prima inventrice della sega circolare, basandosi sulla data di adesione alla setta. Egli sostiene che sia stata inventata da Amos Bishop o Benjamin Bruce a inventarla al Mount Lebanon Shaker Village nel 1793.

Fissione nucleare – Lisa Meitner

Fisica austriaca di origine ebrea, Lise dedicò la sua vita alla ricerca scientifica, affrontando moltissime difficoltà a causa della misoginia dell’ambiente scientifico. Per molti anni lavorò senza uno stipendio nello scantinato dell’istituto poiché le donne non erano ammesse ai laboratori.


Alla fine degli anni ’30, la Meitner si dedicò allo studio delle sostanze radioattive artificiali e in particolare alle reazioni che avvenivano bombardando l’uranio con neutroni. Dovette però interrompere le ricerche a causa dell’avvento del regime nazista: nel 1933 le venne tolta l’autorizzazione all’insegnamento in quanto ebrea e nel 1938 dovette fuggire in Svezia.
Rimase comunque in contatto con Otto Hahn, suo amico e compagno di laboratorio che a Berlino continuava a condurre esperimenti sull’uranio e lei per prima diede la giusta interpretazione del processo: l’uranio, colpito dai neutroni, si divideva in due elementi più leggeri, liberando una grande quantità di energia.
Nel 1939, La Meitner pubblicò anche un articolo su Nature nel quale spiegava le basi teoriche della sua intuizione. Tuttavia Otto Hahn ricevette il merito esclusivo della scoperta e nel 1944 ottenne anche il premio Nobel per la chimica.

Base cromosomica del sesso – Nettie Stevens

Se oggi siamo a conoscenza del fatto che il sesso di una persona dipende dalla presenza o dall’assenza del cromosoma Y lo dobbiamo a una donna, Nettie Maria Stevens, genetista e microbiologa statunitense, nonché una delle prime donne scienziato nell’ambito delle scienze biologiche.

Brillante studentessa prima – si laureò in 2 anni invece che in 4 – insegnante poi, riuscì a entrare al Bryn Mawr College, uno dei pochi istituti di ricerca che alla fine dell’800 permetteva alle donne di studiare fino al livello di dottorato.

In particolare, nell’uomo è la combinazione di due cromosomi a determinare il sesso: XX per le femmine e XY per i maschi.
Il suo studio sui cromosomi nel processo riproduttivo era partito dagli afidi (i cosiddetti pidocchi delle piante), e riconobbe che in alcune specie i cromosomi erano diversi negli esemplari maschili e femminili. Scoprì anche che le differenze osservabili nei cromosomi si potevano collegare a differenze osservabili degli attributi fisici, come il sesso. Stevens passò poi allo studio del verme della farina e qui appurò l’esistenza del cromosoma Y, quello che differenzia il sesso maschile dal femminile. Aveva infatti osservato che gli esemplari femminili della specie avevano venti cromosomi uguali, mentre in quelli maschili uno era più piccolo.
Era la prova che il sesso di un organismo è determinato dal suo patrimonio genetico.
Poiché, però, anche Edmund Beecher Wilson, con ricerche indipendenti e con argomentazioni diverse – Wilson sosteneva che i fattori ambientali influivano sul sesso, mentre Stevens pensava che fosse centrale solo la genetica – giunse alla stessa “conclusione”, è stato lui ad essere considerato, per molto tempo l’unico scopritore della base cromosomica del sesso. Sebbene la ragione stesse negli studi della Stevens.

Concludiamo così questa breve, e non completa, carrellata di donne che stanno dietro a invenzioni che solo tardi la Storia ha riconosciuto loro e molto spesso dopo lunghe battaglie anche legali.
Le conoscevate?
E non perdetevi l’appuntamento di domenica prossima, quando vi sveleremo che… vi lasciamo con la suspense!

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