Narrativa recensioni

La donna che collezionava farfalle – Bernie McGill

Recensione a cura di Luigia Amico

Charlotte Ormond è una bambina di quattro anni, un’età in cui i bambini dovrebbero semplicemente giocare, divertirsi e sporcarsi con il fango, ma per lei le cose sono diverse perché nata in una facoltosa famiglia di aristocratici irlandesi e la sua vita è organizzata secondo il rigido protocollo imposto soprattutto dalla madre Harriet.

A ogni marachella o mancanza scatta una punizione che non corrisponde a una cena saltata o ad un gioco sequestrato, si va ben oltre l’immaginario comune e il buon senso. Proprio in seguito ad una di queste punizioni purtroppo Charlotte perde la vita: viene legata dalla madre con una calza ad un gancio e chiusa nella stanza del guardaroba. Avrà avuto paura Charlotte, avrà urlato, pianto, si sarà dimenata, sta di fatto che la piccola viene trovata morta con le calze aggrovigliate intorno alla gola.

Questa tragica vicenda è raccontata dalla voce di due personaggi che hanno vissuto il dramma in prima linea: Harriet e tata Maddie, al servizio presso la dimora Ormond. 

È un romanzo epistolare e le due donne si dividono il racconto alternandosi nei capitoli del libro; leggendo ci si imbatte in una storia tragica sotto molti punti di vista, dai risvolti psicologici ben delineati che faranno riflettere il lettore.

 “Essere rinchiusa in una stanza come quella in cui lasciai Charlotte mi pare invero una meritata punizione. Ho imparato ad essere grata di ogni piccola concessione. Mi è stato permesso di indossare i miei abiti. Devo portare il lutto, naturalmente, e per questo vengo derisa dato che, come ho letto sui giornali, sono stata io stessa a procurarmi la necessità di portarlo.”

Harriet scrive il suo diario in prigione e quasi inconsciamente compie attraverso la scrittura un viaggio introspettivo alla ricerca di se stessa, degli errori che l’hanno portata ad essere la donna intransigente, algida e volitiva che è diventata, si rivedrà prima figlia, poi moglie ed infine madre.

“Mia madre mi insegnò una grande lezione. Mi insegnò l’importanza di una corazza. Mi insegnò a costruirmi il mio bozzolo impenetrabile. Mi insegnò a proteggere lo spirito. Mi insegnò a nascondermi dentro me stessa. Ho cercato di insegnare questa lezione ai miei figli, ma loro sono sempre stati più forti di me.”

Tata Maddie invece decide finalmente di liberarsi del suo pesante fardello sessant’anni dopo la tragica morte di Charlotte attraverso lettere indirizzate ad Anna, l’unica discendente ancora in vita della famiglia Ormond. Lei è custode di tanti segreti che ha bisogno di rivelare e che non può assolutamente portarsi nella tomba. Che cosa è successo realmente in quelle ore in cui ha perso la vita la povera bimba?

Nonostante la tematica affrontata, è una narrazione che scorre abbastanza velocemente, è una scrittura asciutta e pulita quella di Bernie McGill; tra le pagine ci si imbatte in digressioni che aiutano sì a contestualizzare in modo chiaro il periodo storico in cui si svolgono le vicende, ma che a volte rallentano la lettura rischiando di far perdere il filo del discorso e l’attenzione del lettore. Ho trovato alcune parti superflue ai fini narrativi che, in parole povere, non andavano né ad arricchire né a togliere alcunché alla trama.  

Le parole che scorrono sotto gli occhi del lettore sono intrise di tutta la drammaticità di questa triste e sconvolgente vicenda che avrà ripercussioni su ogni abitante di casa Ormon, dai padroni alla servitù.

“La donna che collezionava farfalle” è Harriet stessa che, tra l’intransigenza e la rigidità che la contraddistinguono, trova come unico bagliore di gioia e soddisfazione la collezione appunto di farfalle, la sua è una passione quasi maniacale, rimane letteralmente incantata di fronte alla bellezza e ai colori di questi magnifici insetti e saranno proprio loro le custodi del suo toccante diario.

La farfalla è un pezzetto di terra predestinata al cielo. Guardare una farfalla è ricordarsi cosa siamo e cosa torneremo a essere.”  

Trama

Irlanda del Nord, 1892. Charlotte Ormond, quattro anni, viene trovata morta nella stanza del guardaroba della dimora di famiglia. A chiuderla lì dentro è stata la madre Harriet, mettendo in atto i rigidissimi principi educativi in cui crede: la situazione le è sfuggita di mano, la sua colpevolezza è evidente, ma le cose sono davvero andate nel modo che appare più ovvio? Sessanta anni dopo, Maddie, la vecchia tata di Charlotte, nel ricevere una lettera di Anna, l’ultima discendente degli Ormond, capisce che è giunto il momento di confessare un segreto che serba ormai da troppo tempo: solo lei sa cosa accadde veramente nell’ultimo giorno di vita di Charlotte. Al racconto di Maddie si alternano le pagine del diario che Harriet Ormond ha scritto in carcere dopo la condanna. Due voci potenti e straordinarie, quella arcaica, intrisa di spunti gotici, della popolana Maddie, e quella secca, tagliente, aristocratica di Harriet, una donna fiera e indipendente, algida e volitiva, incapace di scendere a compromessi. La piccola comunità del luogo è stata pronta a giudicarla, ma il suo diario rivela una realtà ben più complessa.

Editore : Bollati Boringhieri (7 maggio 2015)

Lingua : Italiano

Copertina flessibile : 224 pagine

ISBN-10 : 8833926729

ISBN-13 : 978-8833926728

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