Curiosità Viaggio nella storia

Storia del Grand Tour in Italia – prima parte

Articolo a cura di Daniela Palli

In Italia si viaggia da sempre, legioni di pellegrini attraversano la penisola in età medievale. La meta predestinata è Roma, la città santa.

Il pellegrino non guarda alla natura e alla storia ma ai monumenti, alle basiliche, alle reliquie classiche e cristiane. Il viaggio è limitato ai luoghi che si devono attraversare dal nord Europa per arrivare a Roma.

Martin Lutero arriva a Roma nel 1510. È un viaggiatore ovviamente ipercritico e definisce la città “bocca spalancata dell’inferno”. È l’inizio di qualcosa di diverso: il preludio del viaggiatore moderno!

Il termine Grand Tour viene coniato per la prima volta da un prete inglese cattolico: Richard Lassels nel 1670. Scrittore di viaggi, Lassels sarà il tutor di diversi nobili inglesi e si reca al loro seguito per ben cinque volte in Italia. Scrive “The Voyage of Italy”. Siamo all’inizio di un fenomeno che dapprima ha un carattere d’èlite – giovani artisti, aristocratici, politici, tutti vogliono venire a toccare con mano i resti della cultura classica – ma poi s’intensifica e tocca il suo apice nel XVIIl secolo.

Il viaggio puo’ durare da pochi mesi a otto anni. Solo i più ricchi possono permettersi il viaggio peraltro disagiato e molto lungo.Si arriva in carrozza attraverso strade disastrate e pericolose dove è possibile fare brutti incontri.

Nel 1714 Richard Boyle, conte di Burlington arriva in Italia con due carrozze e sei cavalieri al seguito. Il gruppo di accompagnatori raggiunge poi il numero di quindici persone con un pittore rinomato che farà gli schizzi di quello che vedono . Boyle, che è un architetto, s’innamorerà delle opere di Palladio.

Arte durante il Grand Tour

Il mercato dell’arte si vivacizza per i tanti artisti e appassionati che arriveranno col Grand Tour.

Nel ‘600 comincia ad affermarsi un tipo di pittura che risente del grande interesse per i ruderi e le antichità. È un tipo di pittura borghese che, non dimenticando i grandi, da Giotto a Leonardo a Mantegna, pone il focus sul paesaggio contornato da rovine  di una civiltà antica e idealizzata.

Nel ‘700, con l’arrivo in Italia di molti nobili stranieri si accentua il fenomeno artistico del “vedutismo”. Canaletto rende Venezia celebre in tutto il mondo. Diventerà il pittore di vedute più richiesto e famoso del ‘700. Anche Piranesi, grande disegnatore e incisore immortala la Serenissima.

Pompeo Batoni , diventa il ritrattista preferito dei tanti ricchi stranieri di passaggio a Roma per il Grand Tour.

Nei ricchi palazzi nobiliari si dipingono “sa!otti a verzure” Dalla base fino a tutto il soffitto i visitatori sono contornati dal bosco , da scene bucoliche e ovviamente da rovine, false. Ambienti davvero magici come quelli di Niccolò Contestabili alla fine del ‘700 e inizio ‘800.

Dove si soggiorna?

Dobbiamo considerare che l’assenza di strutture ricettive impone di possedere lettere di presentazione per ottenere ospitalità presso nobili, ricchi mercanti e conventi. Le cifre comunque fanno impressione: si parla di circa centomila inglesi, molte migliaia di tedeschi, scandinavi e russi che nel ‘700 calano in Italia attratti dal sole, dai monumenti romani e greci ma non dalle spiagge (il turismo balneare arriverà molto più tardi).

In Italia si viene anche a studiare. A partire dal ‘600 prima Padova poi Parma offrono i loro atenei e collegi religiosi a convittori stranieri. A Parma nella seconda metà del ‘600 il 38% degli studenti sono stranieri. Nella mentalità collettiva il viaggio ha assunto una nuova veste di curiosità, sete di conoscenza, divertimento. Oltre a Roma e Milano, Venezia, Padova, Firenze assumono un ruolo importante nei resoconti dei viaggiatori.

Possiamo considerare, in parte, viaggi di studio anche quelli che il giovane Mozart e suo padre effettuano nel nostro Paese dal 1769 al 1773 . Mozart compone arie e si esibisce in vari concerti; saranno ospitati in conventi e presso le residenze dei mecenati con le loro lettere di presentazione.

Guide di viaggio

Oltre al già citato Lassels, nel 1611, un grande viaggiatore, l’inglese Thomas Coryat  in cinque mesi attraversa mezza Europa e pubblica “Crudities” dove presenta ai connazionali i grandi artisti da Palladio a Tiziano, Tintoretto e Veronese. Sono iniziate le guide, in sintesi ogni visitatore colto sente il desiderio d’informare i propri simili. Si susseguono pubblicazioni che si occuperanno di ogni aspetto del viaggio. Guide erudite come quella del pittore Jonathan Richardson “An account of some of the statues, bas-reliefs, drawing and pictures in Italy ” 1722 .O quella di Joseph Addison poeta, “Remarks on several parts of Italy ” 1705. Altre con consigli d’igiene, costo della vita in Italia e come non farsi truffare dai locali.

Per quanto riguarda i francesi, il filosofo Montaigne arriva in Italia nel 1580 e viaggia per un anno e mezzo.Il suo Journal verrà ritrovato solo nel 1770. Montesquieu viaggia in tutta Europa dal 1721 al 1734. Maximilien Misson, protestante ugonotto  compie il suo viaggio nel 1688.Il suo testo è un vero e proprio bestseller “Voyage d’Italie” viene tradotto in inglese e in olandese e consta di 4 volumi su tutto quello che è necessario a un viaggiatore dalle informazioni sui mezzi di trasporto, gli alberghi, i prezzi.

Jerome de Lalande, astronomo parte per l’Italia nel 1765 e vi resta un anno .La sua è la descrizione più sistematica e completa dell’Italia. Lalande ,grande ammiratore di Napoli, pubblica in 7 tomi e un atlante tutto:  dal clima, alle coltivazioni, ai sistemi di costruzione dei palazzi.

Nel 1836 il più importante editore inglese John Murray inizia la pubblicazione del “Red Book”: una serie di tascabili che in pochi anni daranno informazioni di viaggio per tutta Europa, parti dell’Asia e Nord Africa. È l’inizio del turismo di massa!!

Dove in Italia?

Per tutto il ‘600 l’Italia del Grand Tour è il nord: la pianura padana, il Veneto con Venezia, il vertice meridionale è Roma. Nel ‘700 si arriva a Napoli , dopo le scoperte della metà del secolo: Pompei e Ercolano.

A sud di Napoli  si spingerà nel 1716 George Berkeley, filosofo, naturalista e geologo precettore di un giovane gentiluomo che viaggia nel Mezzogiorno continentale e giudica Lecce la città più bella d’Italia.

Nel 1717, Berkeley si reca in Sicilia e vi resta per quattro mesi visitando i luoghi più importanti.

Anche Goethe nei quasi due anni di viaggio arriverà in Sicilia in una visita molto accurata di tante città anche meno note. Goethe è interessato all’antichità greco-romana e durante il viaggio disegna moltissimo (circa 1000 disegni dell’Italia.) Certo è più agevole vedere le antichità greche in Sicilia piuttosto che andare in Grecia sotto l’impero ottomano!

Un discorso a parte riservo per uno dei miei autori francesi preferiti: Marie-Henri Beyle, più noto  con lo pseudonimo di Stendhal.  Conosciamo la grande influenza dell’Italia nelle opere che questo autore ambienta nel nostro Paese, che frequenterà  per circa trent’anni 1800/1835, visitando gran parte dell’Italia senza spingersi però a sud della Campania.

Tralascio volutamente di parlare del “mordi e fuggi ” del viaggio odierno, ma vorrei segnalare che a Taormina dal 2015 esiste il museo delle Belle Arti e del Grand Tour, conosciuto come museo di Casa Cuseni che raccoglie i tanti acquerelli di famosi vedutisti britannici.

“È nello specchio del Grand tour che l’Italia assume coscienza di sé e alla formazione di tale coscienza il contributo maggiore portano proprio i viaggiatori stranieri attraverso la loro diretta esperienza (…) fonti letterarie e documenti iconografici sono agenti essenziali della formazione di una mentalità collettiva “

Cesare de Seta, L’Italia nello specchio del “Grand Tour “in Storia  d’Italia Einaudi Annali 5 Pag.135.

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