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La Reggia di Caserta

Articolo a cura di Roberto Orsi


Un tesoro di cui noi italiani dobbiamo andare orgogliosi, è la Reggia di Caserta, una delle residenze reali più suggestive e imponenti di tutto il mondo. Insieme all’Acquedotto Carolino e al complesso di San Leucio, è stata dichiarata dall’UNESCO, nel 1997, patrimonio dell’umanità.

Luigi Vanvitelli, l’architetto della Reggia

La Reggia venne commissionata nel XVIII secolo da Carlo di Borbone, re di Napoli e di Sicilia, desideroso di donare a Napoli un palazzo che potesse competere in magnificenza e potere a quella di Versailles. Dopo il rifiuto, per motivi di salute, di Nicola Salvi, autore della fontana di Trevi a Roma, i lavori vennero commissionati a Luigi Vanvitelli a cui il Re chiese che il progetto comprendesse, oltre al palazzo, il parco e un approvvigionamento da un nuovo acquedotto (Acquedotto Carolino). La nuova reggia doveva essere efficiente, moderna e rappresentare soprattutto il simbolo della potenza del nuovo stato borbonico.

 La prima pietra venne posata il 20 gennaio del 1752, Vanvitelli si circondò di validi collaboratori tra cui Marcello Frontoni per il Palazzo, e Francesco Collecini per i lavori del parco e dell’acquedotto.

I lavori proseguirono fino al 1759 quando Carlo di Borbone, dopo la morte del Re di Spagna, lasciò il Regno di Napoli per tornare a Madrid dove salì al trono di Spagna con il nome di Carlo III.

I sovrani che gli succedettero, Gioacchino Murat, Ferdinando IV, Francesco I, Ferdinando II e Francesco II, col quale ebbe termine in Italia la dinastia dei Borbone, non condivisero lo stesso entusiasmo di Carlo di Borbone per la realizzazione della Reggia.

I lavori del Palazzo nuovo, subirono un forte rallentamento tanto che alla morte di Luigi Vanvitelli nel 1773 si era lontani dalla conclusione. A Luigi successe il figlio Carlo, anch’egli valido architetto, però meno estroso e caparbio del padre, A lui furono affiancati architetti che si erano formati alla scuola del Vanvitelli.
I lavori vennero portati a termine circa un secolo dopo.

La reggia, definita l’ultima grande realizzazione del Barocco italiano, fu terminata nel 1845 con un costo complessivo di 8.711.000 ducati (oggi equivarrebbero a circa 150 milioni di euro).
Venne però abitata molto prima.

Re Ferdinando IV di Napoli, nel 1767, elesse la reggia di Caserta a propria residenza di caccia. Sua moglie Maria Carolina raccolse nella Reggia una notevole collezione di porcellane.

Nel 1808 Gioacchino Murat divenuto re di Napoli ebbe sempre una particolare predilezione per il palazzo di Caserta dove fece realizzare un intero appartamento di stile imperiale.

Nel 1860 l’intero regno di Napoli venne incorporato nel neonato Regno d’Italia e il palazzo venne utilizzato occasionalmente dai membri di casa Savoia, sino a quando Vittorio Emanuele III non lo cedette allo stato italiano nel 1919

Il palazzo

La Reggia occupa un’area di 47.000 mq e con oltre 1.000.000 di metricubi è la residenza reale più grande del mondo per volume.

Sala del trono

Il palazzo reale ha una pianta rettangolare articolata su corpi di fabbrica affacciati su quattro grandi cortili interni, ha un’altezza di 5 piani, comprende 1.200 stanze e 1.742 finestre, tutte disposte secondo un ordine rigoroso. Dispone inoltre, di qualcosa come 1.026 fumaioli e 34 scale.

La sensazione che si prova entrando negli appartamenti reali è quella di trovarsi in un luogo fuori dal tempo.

Cappella Palatina

Gli interni sono un inno al lusso, alla ricchezza e allo sfarzo, ma anche all’eleganza: degli arredamenti e degli affreschi si occuparono infatti i principali artisti del regno. Uno degli interni più belli della Reggia di Caserta, la Cappella Palatina, fu realizzato e decorato personalmente dal Vanvitelli e ispirata a quella della Reggia di Versailles.
In essa sono custoditi capolavori di artisti come Michele Scaroina, Salvator Rosa e allievi dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli.

Splendido anche il Teatro di Corte, autentico gioiello dell’architettura del XVIII secolo.

Il Presepe Reale

La sala Ellittica ospita il Presepe reale. Questa tradizione venne inaugurata da Carlo Borromeo e continuata dai suoi successori, principalmente da Francesco I.

La struttura di base, detta “Lo scoglio”, è realizzata in sughero e occupa una superficie di 40 metri quadri; su questa sono collocate le 1200 figure. Le più importanti sono realizzate interamente in terracotta, mentre quelle minori sono composte di un’anima di stoppa, sorretta da un fil di ferro, con solo la testa, le mani e i piedi in terracotta] Oltre alle scene tradizionali della Natività con l’Adorazione dei Magi si possono vedere altre scene, come il Pascolo delle bufale, la Sosta alla fontana, il Mercato e la Taverna Napoletana con figure di musici e avventori, utili ai fini della ricostruzione della vita quotidiana dell’epoca. Notevole è l’utilizzo di minuterie, tipiche del presepe napoletano settecentesco.

IL Parco e l’acquedotto

Il parco della reggia, si estende per 3 chilometri di lunghezza su 120 ettari di superficie

In corrispondenza del centro della facciata posteriore del palazzo si dipartono due lunghi viali paralleli fra i quali si interpongono una serie di suggestive fontane che collegano il giardino all’italiana al giardino all’inglese. Entrambi furono adornati con migliaia di piante provenienti da ogni angolo del pianeta. Un angolo paradisiaco, un’oasi di rara bellezza.

All’interno del Parco troviamo: la Fontana Margherita; la Vasca e Fontana dei Delfini; la Vasca e Fontana di Eolo; la Vasca e Fontana di Cerere; Cascatelle e Fontana di Venere e Adone e la fontana di Diana e Atteone, sovrastata dalla Grande Cascata.

L’imponente Acquedotto Carolino, lungo 41 km, fu realizzato nello stesso periodo della Reggia per assicurare alla nuova residenza, al parco e alle fontane il necessario approvvigionamento idrico. Di acqua ne serviva davvero tanta, soprattutto per alimentare le fontane, le vasche e i giardini.

Visitare la Reggia di Caserta è come tornare in un passato meraviglioso, tra stanze e interni di straordinario valore e magnificenza, un parco infinito e un giardino inglese di rara bellezza.

Curiosità

Quando, nel 1861, i funzionari sabaudi censirono il contenuto della Reggia di Caserta, dopo la nascita del Regno d’Italia, si imbatterono in un bidet, che fu inventariato con le seguenti parole “strano oggetto a forma di chitarra”.


Al centro della sala d’estate troviamo un oggetto particolare, un tavolo rotondo che sembra fatto di marmo pregiato. In realtà il tavolo è una sezione del tronco di un albero che è stato trattato con una tecnica particolare da sembrare lucido, solido e splendente come il marmo.


La forza lavoro impiegata nella costruzione del palazzo fu infatti immensa: migliaia di operai specializzati, ma anche schiavi africani e galeotti cosiddetti barbareschi.


L’orologio al centro della facciata sud della Reggia, di forma circolare, è incassato in un timpano e ha il quadrante con numeri romani per indicare le ore e numeri arabi per indicare i minuti. La particolarità di questo orologio è il suo collegamento con le campane, che suonando avvertono la popolazione dello scorrere del tempo.


Accurata fu la scelta dei materiali per la Reggia di Caserta: il tufo da San Nicola La Strada, il travertino da Bellona (la famosa “pietra di Bellona”), la calce da San Leucio, la pozzolana da Bacoli, il laterizio da Capua, il ferro da Follonica, il marmo grigio da Mondragone e quello bianco da Carrara.

Fonti

https://it.wikipedia.org/wiki/Reggia_di_Caserta

https://www.reggiadicaserta.beniculturali.it/storia/

https://initalia.virgilio.it/reggia-caserta-42054

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